Istituto per le Opere di Religione

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Istituto per le Opere di Religione
Provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo IOR medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità.

(Art.2 dello Statuto)

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Eretto: 27 giugno 1942, precedentemente
Amministrazione per le
Opere di Religione
Presidente Jean-Baptiste Douville de Franssu
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Emeriti:
Indirizzo
Torrione Niccolò V, 00120 Città del Vaticano
Collegamenti esterni
curia Praedicate Evangelium
sito ufficiale
Chiesa cattolica · Santa Sede
Tutti i dicasteri della Curia Romana

L'Istituto per le Opere di Religione meglio noto con l'acronimo IOR, è un'istituto creditizio privato con sede nella Città del Vaticano. È erroneamente considerato la banca centrale della Santa Sede[1], compito invece svolto dall'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).

Struttura e finalità

Secondo quanto stabilisce il suo statuto, ha lo scopo di:

« provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo IOR medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità.

L'Istituto pertanto accetta beni con la destinazione, almeno parziale e futura, di cui al precedente comma. L'Istituto può accettare depositi di beni da parte di Enti e persone della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano»

Ha una sola sede, collocata nel torrione Niccolò V a sua volta addossato al Palazzo Sisto V residenza del pontefice all'interno dello Stato della Città del Vaticano.[2]

Lo IOR consta di 130 dipendenti, un patrimonio stimato nel 2008 pari a 5 miliardi di euro, 44 mila conti correnti (riservati a dipendenti vaticani, ecclesiastici ed una ristretta quantità di enti privati). Rilevanti sono gli investimenti esteri, in prevalenza in titoli di Stato o portafogli a basso rischio. Gli interessi medi annui oscillano dal 4 al 12%. Non esistendo tasse all'interno dello Stato vaticano, si tratta di rendimenti netti.[3] Per quanto riguarda gli utili conseguiti, essi non vanno corrisposti ad azionisti - che nel caso dell'Ente non esistono - ma sono devoluti in favore di opere di religione e di carità.[4]

L'istituto è gestito da professionisti bancari e guidata da un presidente, non necessariamente un consacrato o un religioso, che riferisce direttamente ad un collegio di cinque cardinali, nominati dal papa e in carica per un quinquennio con lo scopo di vigilare sulla fedeltà dell'istituto agli obblighi statutari, e al papa (o al cardinale camerlengo durante un periodo di sede vacante).

Il bilancio e tutti i movimenti che vengono fatti dall'istituto sono noti solo al Santo Padre, al collegio dei cardinali che lo gestiscono, al prelato dell'istituto, al Consiglio di sovrintendenza, alla Direzione generale ed ai revisori dei conti.[5]

Una rete di contatti con banche sparse nel mondo rende possibili trasferimenti di quantità illimitate di denaro in assoluta riservatezza. Città del Vaticano non aderisce ai patti internazionali antiriciclaggio.

Il suo codice SWIFT è IOPRVAVX:

Storia

L'Istituto per le Opere di Religione è un ente dotato di personalità giuridica parte della struttura amministrativa della Chiesa cattolica. Divenne un'organizzazione formale nel XIX secolo derivando da un sistema informale finanziario della Chiesa conosciuto come Obolo di San Pietro.

L'Istituto attraversò tre periodi di grande cambiamento: nel 1870 con la dissoluzione dello Stato Pontificio; nel 1929 con i Patti Lateranensi che stabilirono l'indipendenza della Città del Vaticano; ed in seguito agli accadimenti della seconda guerra mondiale.

L'11 febbraio 1887, Papa Leone XIII costituì la "Commissione delle Opere Pie" che il 17 marzo 1941 assunse la denominazione di "Amministrazione delle opere di religione".

I Patti Lateranensi firmati nel 1929 durante il periodo fascista, riconobbero la Città del Vaticano come uno Stato indipendente.

Con la legge 27 maggio 1929, n. 810,[6] l'Italia per compensare in qualche modo l'espropriazione dei beni immobili che la Chiesa cattolica aveva subito a partire dal 1850 con le leggi napoleoniche prima e fino a tutto il 1871 con le leggi del 7 luglio 1866 di soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose e del 15 agosto 1867 per la liquidazione dell'Asse ecclesiastico poi, si obbligava a versare alla Santa Sede la somma di lire 750.000.000 ed a consegnare titoli di debito pubblico consolidato per un valore nominale di 1.000.000.000 di lire. Questo fu una parte consistente dei capitali che consentirono alla banca di iniziare la sua attività economica.

Il 27 giugno 1942 un documento autografo di Papa Pio XII lo trasforma in una banca con scopo sociale, dotata di personalità giuridica propria. Con questa trasformazione lo IOR divenne un vero e proprio istituto di credito.

Nel corso degli anni l'istituto fu criticato per la spregiudicatezza del suo modus operandi, basato principalmente sulla speculazione sul mercato azionario mondiale e su quello immobiliare, anche grazie ai sostanziosi privilegi ed esenzioni: lo IOR, ad esempio, non emette assegni intestati, tutti i depositi e passaggi di denaro avvengono tramite bonifici e, poiché ha sede in uno Stato sovrano, ogni richiesta di rogatoria proveniente dall'estero deve partire previa documentata richiesta della magistratura inquirente, tramite il ministero degli esteri del paese richiedente. Finora nessuna rogatoria è stata concessa dal Vaticano.

Il 21 giugno 1982 si apre il caso del fallimento del Banco Ambrosiano, nel quale è coinvolto il presidente dello IOR, il Cardinale statunitense Paul Marcinkus.

Il 1° marzo 1990 con chirografo di Giovanni Paolo II, l'Istituto per le Opere di Religione viene dotato di un nuovo statuto che ne riafferma le finalità.[4]

Organi e amministrazione

L'amministrazione è essenzialmente gestita da tre organi: una commissione cardinalizia di controllo che riferisce direttamente al papa ed è da questi nominata; un Consiglio di Soprintendenza, paragonabile a un consiglio di amministrazione, composto da banchieri internazionali, ed una Direzione generale che dirige e gestisce l'operatività dell'istituto.

Il Pontefice nomina il Presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior e gli altri quattro cardinali membri. Il Presidente può essere un cardinale o un laico professionista del settore.

Il Presidente della Commissione cardinalizia nomina il presidente della Consiglio di Sovrintendenza dello Ior, e il vicepresidente.

Tutti i membri della Commissione di vigilanza eleggono con voto di maggioranza i restanti membri del Consiglio di sovrintendenza.

Emanazione diretta del Consiglio di sovrintendenza è la Direzione dell'Istituto, formata dal Direttore generale e dal Vice direttore, nominati entrambi dal Consiglio medesimo. La Direzione è responsabile di tutta l'attività operativa dell'Istituto e ne risponde al Consiglio di sovrintendenza.

Commissione Cardinalizia di vigilanza

La Commissione Cardinalizia riferisce direttamente al Papa ed è da questi nominata. I membri del Consiglio di Sovrintendenza sono nominati dalla Commissione Cardinalizia. Essa esamina le relazioni sui principali processi di business e la strategia presentate dal Presidente del Consiglio di Sovrintendenza e vigila sulla fedeltà alle disposizioni statutarie.

Dal 15 gennaio 2014[7] la commissione risulta composta dai cardinali:

Per il momento la commissione non ha ancora un presidente.

Precedenti presidenti:

Precedenti membri:

Consiglio di Sovrintendenza

Il Consiglio di Sovrintendenza definisce la strategia ed è responsabile della supervisione delle attività dell'IOR.

Il suo Presidente è Ernst von Freyberg, nominato dal papa Benedetto XVI il 15 febbraio 2013.

Gli altri membri del consiglio sono:

Il mandato dei membri scade nel dicembre 2015.

Direzione

La Direzione dirige e gestisce l'operatività dell'Istituto e ne risponde al consiglio di sovrintendenza. Essa è formata così:

  • Rolando Marranci - Direttore Generale (dal 30 novembre 2013)
  • Antonio Montaresi - Chief Risk Officer con la responsabilità di compliance e progetti speciali (dal 1º luglio 2013)[10]

Prelato

Il Prelato è nominato dalla Commissione Cardinalizia con l'approvazione del Santo Padre. Essa partecipa alle adunanze della Commissione Cardinalizia e assiste alle riunioni del Consiglio di Sovrintendenza.

Collegio dei Revisori

Il Collegio dei Revisori è composto di tre membri nominati dal Consiglio di Sovrintendenza. È responsabile degli esami interni delle scritture contabili dello IOR ed esamina il bilancio annuale.

I tre membri attuali sono[12]:

  • Massimo Spina (Presidente del Collegio dei Revisori)
  • Rodolfo Molinuevo Orue
  • Pierluigi Bernasconi

Pontificia Commissione

Al 24 giugno 2013, Papa Francesco con un Chirografo ha istituito la "Pontificia Commissione Referente sull'Istituto per le Opere di Religione". Il compito della Commissione è di approfondire la posizione giuridica e le attività dell'Istituto e di permettere una sua migliore "armonizzazione" con "la missione universale della Sede Apostolica". "La Commissione ha lo scopo di raccogliere informazioni sull'andamento dell'Istituto e di presentare i risultati al Santo Padre."[13].

I cinque membri della Pontificia Commissione sono i seguenti[14]:

Note
Fonti
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni