Landolfo Maramaldo

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Landolfo Maramaldo
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
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Nascita Napoli
1350 ca.
Morte Costanza
16 ottobre 1415
Sepoltura Chiesa dei Domenicani (Costanza).
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Nominato arcivescovo 1378 da papa Urbano VI
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21 dicembre 1381 da Urbano VI (vedi)
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Cardinale per 33 anni, 9 mesi e 26 giorni
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Incarichi ricoperti
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al pontificato
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Landolfo Maramaldo (Napoli, 1350 ca.; † Costanza, 16 ottobre 1415) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.

Cenni biografici

Nacque tra il 1350 e il 1355 ed era figlio di Guglielmo di Landolfo, membro di una famiglia napoletana di antica nobiltà del sedile di Nilo.

Indicato come Randalfelus de Neapoli, fu rettore degli studenti citramontani alla facoltà di diritto dell'università di Bologna, l'11 ottobre 1378 divenne dottore in diritto civile. Ben presto fu nominato arcidiacono di Bologna, al quale competeva anche l'ufficio di cancelliere dell'università. Al più tardi dall'ottobre 1379 indicato come Randulfellus Maramurus de Neapoli trattò il Volumen legum nella lezione per i principianti che proseguì nei successivi due anni accademici.

Episcopato

Nel 1378 fu nominato arcivescovo di Bari; non riuscì, però, a prendere possesso della sede, perché la regina Giovanna I di Napoli aveva appoggiato l'antipapa Clemente VII; non cercò di accelerare la consacrazione episcopale e del resto è incerto se egli abbia mai ricevuto l'ordinazione sacerdotale.

Cardinalato

Fu creato cardinale da papa Urbano VI nel concistoro del 21 dicembre 1381 e ricevette il titolo di San Nicola in Carcere. Il 18 aprile 1384 partì da Napoli come legato pontificio presso il re Carlo III in lotta con Luigi I d'Angiò, che all'opposto era schierato con il papa di obbedienza avignonese Clemente VII. Dato che l'antipapa era stato dichiarato eretico, l'impresa fu considerata come una crociata.

Deposizione

Assieme al cardinale Pileo da Prata scrisse una lettera contro li dispotismo di papa Urbano VI, che lo depose perché favorevole al re Carlo III di Napoli; il cardinale Maramaldo si rifugiò a Napoli. Egli quindi non prese parte al conclave del 1389 che vide l'elezione di papa Bonifacio IX. Questi lo perdonò e lo riammise nel collegio cardinalizio il 18 dicembre 1389, poco dopo la sua elezione. All'inizio di febbraio 1390 il cardinale ricomparve presso la Curia romana e nell'autunno 1391 fece parte della commissione di tre cardinali per la canonizzazione di Brigida di Svezia.

Vicario in temporalibus a Perugia

Partecipò al conclave del 1404 che elesse papa Innocenzo VII, che lo nominò vicario generale in temporalibus a Perugia e nelle zone confinanti dello Stato della Chiesa, e anche cardinal legato. L'8 gennaio 1405 il cardinale lasciò Roma per Perugia, dove giunse l'11 seguente.

Dopo la morte di Innocenzo VII, Maramaldo partì per Roma dove giunse il 13 novembre. Il conclave cominciò il 18, il 23 novembre fu concluso un accordo per il superamento dello scisma, il 30 fu eletto papa Gregorio XII. Il 5 dicembre il nuovo papa lo confermò vicario generale e legato pontificio. Il 1° giugno 1407 il papa restrinse l'estensione del suo vicariato generale a Perugia, Città di Castello e al ducato di Spoleto. Il 25 agosto fu con la Curia a Viterbo e con essa si recò ad Acquapendente da dove, il 2 settembre, tornò a Perugia.

Circa un anno dopo, il suo incarico ebbe bruscamente fine: Ladislao con sua politica espansionistica minacciava anche Perugia e per prevenire un suo attacco gli ambasciatori cittadini conclusero con lui a Roma nel giugno 1408 un patto di sottomissione. Già da maggio erano state intavolate trattative per una lega proposta dal re; le relative decisioni dei Consigli vennero prese, come d'abitudine, con il consenso del vicario generale; ma non fu più chiamato a partecipare quando fu approvato l'accordo appena concluso.

Concilio di Pisa

Partecipò al conclave del 1409 che elesse l'antipapa Alessandro V; partecipò al conclave del 1410 che elesse l'antipapa Giovanni XXIII. Fu nominato nel 1410 legato dell'antipapa nella penisola iberica per cercare di convincere l'antipapa Benedetto XIII, che si era ritirato a Peñíscola, ad abdicare, ma non ebbe successo.

Nel giugno 1413 Ladislao di Napoli fece irruzione a Roma e la saccheggiò, il papa fuggì, Ladislao imprigionò il Maramaldo e quando il 6 luglio partì per Napoli lo portò con sé. Dopo la morte del re (16 agosto 1414), Giovanna II, succedutagli, lo rilasciò per sollecitazione del papa.

Concilio di Costanza

Il Maramaldo giunse al concilio di Costanza il 15 novembre 1414, un giorno prima della solenne sessione iniziale. Dopo la fuga di papa Giovanni, fu tra i cardinali che il 24 marzo 1415 lo seguirono a Sciaffusa, da lì tornò a Costanza soltanto il 20 aprile. Forse fu intenzionale la sua assenza dalle turbolente sessioni solenni del 30 marzo e 6 aprile, nelle quali fu discusso e approvato il decreto Haec sancta che dichiarava legittima la riunione di un concilio senza papa.

Nel processo che finì con la destituzione di Giovanni XXIII, il 20 maggio il Maramaldo fece una deposizione spietata, accusò il papa di simonia e lo criticò per aver ignorato i frequenti richiami a correggere la sua condotta scandalosa.

Morte

Morì a Costanza il 16 ottobre 1415 dopo una grave malattia. Fu sepolto nel coro della chiesa domenicana di Costanza, le sue spoglie furono poi traslate a Napoli in san Domenico Maggiore. L'orazione funebre fu tenuta a Costanza dal domenicano Giacomo Balardi Arrigoni[1], vescovo di Lodi, suo compagno nella legazione in Germania, il quale mise in risalto le sue nobili origini, la sua magnanimità, l'abilità negli incarichi svolti e i meriti nella convocazione del concilio pisano e nel suo riconoscimento, ma soprattutto la sua devozione, la sua sottomissione a Dio e la sua contrita ricerca per raggiungere la remissione dei peccati attraverso la confessione.

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo eletto di Bari e Canosa Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Bartolomeo Prignano
(arcivescovo metropolita)
dopo l'8 aprile 1378 – prima del 18 aprile 1384 Niccolò Acconciamuro[2]
(arcivescovo metropolita) di fede avignonese
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Bartolomeo Prignano
(arcivescovo metropolita)
{{{data}}} Niccolò Acconciamuro[2]
(arcivescovo metropolita) di fede avignonese
Predecessore: Cardinale diacono di San Nicola in Carcere Successore: CardinalCoA PioM.svg
Guglielmo Longhi 21 dicembre 1381 – estate 1385 se stesso I

se stesso 18 dicembre 138916 ottobre 1415 Rodrigo Borgia II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Guglielmo Longhi {{{data}}} se stesso
Predecessore: Cardinale protodiacono Successore: CardinalCoA PioM.svg
Angelo d'Anna de Sommariva, O.S.B. Cam. ottobre 140316 ottobre 1415 Ludovico Fieschi I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Angelo d'Anna de Sommariva, O.S.B. Cam. {{{data}}} Ludovico Fieschi


Bibliografia
  1. cfr. (EN) Bishop Giacomo Balardi Arrigoni, O.P. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  2. cfr. (EN) Archbishop Niccolò Acconciamuro † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023