Marina Videmari

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Marina Videmari, I.M.
Religiosa
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 78 anni
Nascita Milano
22 agosto 1812 [1][2]
Morte Milano
10 aprile 1891
Sepoltura Cappella del primo collegio delle Marcelline (Cernusco sul Naviglio - Milano}
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa Vimercate[3], 13 settembre 1852
Ordinato diacono
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Consorte di

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Marina Videmari, battezzata Marina Giuseppa Antonia (Milano, 22 agosto 1812[1][2]; † Milano, 10 aprile 1891) è stata una religiosa e fondatrice italiana assieme al Beato Luigi Biraghi delle Suore di Santa Marcellina. Fu la loro prima Madre Generale, fino alla morte.

Biografia

Nascita

Marina Videmari, terzogenita di undici figli, nacque a Milano[2] il 22 agosto 1812 da Andrea e Maria Guidetti. La famiglia risiedeva nelle vicinanze del luogo dove oggi sorge la Galleria Vittorio Emanuele II. Fu tenuta a Battesimo dalla zia paterna lo stesso giorno della nascita, presso la Parrocchia di Santa Tecla nel Duomo di Milano[4].

Formazione

Nel 1835, all'età di ventidue anni, sentì forte quella vocazione che tanto aveva avvertito e che, nel 1837 la portò a desiderare di far parte delle postulanti salesiane (Visitandine) nel Monastero della Visitazione[5] di Milano. I genitori e la madrina, a causa della sua salute cagionevole, opposero il diniego. Marina, tuttavia, ottenne di poter accedere ai corsi di esercizi spirituali delle suore della Canonica di Sant'Ambrogio presso la basilica, dove suor Maria Maddalena Barioli[6] teneva una scuola e un oratorio festivo per le ragazze, luogo che Marina frequentava.

Il sacerdote che avrebbe tenuto il santo ritiro era don Luigi Biraghi, amico intimo dei genitori di Marina. Con l'aiuto spirituale di don Luigi e di suor Maria Maddalena, nel 1838 entrò nel convitto di Monza gestito dalle sorelle Teresa e Gioconda Bianchi, di professione maestre. Al mattino studiava per il diploma di maestra, ottenuto il 14 agosto 1838, poi assisteva le convittrici nelle loro attività.

La prima comunità di Marcelline

Don Luigi, avendo in animo di fondare una congregazione religiosa dedita all'educazione delle ragazze, pensò subito a lei come superiora di questo istituto. La sera di sabato 22 settembre 1838, a Cernusco sul Naviglio[7], nella casa Vittadini, affittata per loro dal Biraghi, insieme con Angela Morganti e attesa da Cristina Carini e presto raggiunta da Giuseppa Rogorini e Giuseppa Caronni, inizia la vita della prima comunità di «Marcelline». La fondazione, lo sviluppo e la guida dell'Istituto delle Marcelline occuperanno tutta la vita della Videmari.

Il 25 settembre 1838 entrarono in collegio le prime alunne iniziando così l'apostolato educativo delle Marcelline.

Un primo versante di lavoro di suor Marina sarà quello di selezionare le sue consorelle, cioè le giovani che vorranno unirsi a lei, nell'istituto. Un secondo versante sarà l'amministrazione dei collegi marcellini. Marina cercherà sempre di essere al passo coi tempi, sia per quanto riguarda il rispetto della legislazione civile sia, soprattutto, per quanto riguarda le istanze educative, attenzione agli aspetti materiali dei fabbricati, alla qualità della mensa, alla cura della salute delle educande, che erano tutte convittrici. Questa cura, che investì anche le strutture materiali dei collegi, non le farà però dimenticare che le opere avviate dalle Marcelline non costituiscono l'oggetto del suo corrispondere alla misericordia di Dio ma ne sono lo strumento. Per essere guidata in questa finalità la Videmari si affidò completamente a don Biraghi, lo si percepisce con molta chiarezza nella corrispondenza epistolare con il sacerdote.

Evoluzione delle Marcelline sotto la guida di Marina Videmari

Il 31 luglio 1839 si trasferì nel nuovo collegio fatto costruire da don Luigi a Cernusco sul Naviglio[7]. Il 20 ottobre 1841 le Marcelline aprono a Vimercate[3] un secondo collegio e la Videmari vi si trasferì, esercitando da lì il suo ruolo di Madre superiora dell'istituto.

Il 13 febbraio 1848 accolse come postulante l'ex alunna, oggi beata, Maria Anna Sala.

Il 13 settembre 1852 a Vimercate[3], l'arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli eresse canonicamente l'Istituto delle Suore Orsoline di Santa Marcellina e Marina Videmari, insieme a ventitré consorelle, emise la solenne professione religiosa e fu nominata Superiora Generale della congregazione.

Il 9 novembre 1854 si trasferì a Milano nel nuovo collegio aperto in via Quadronno. Qui fu stabilita la Casa generalizia e il noviziato.

Nel 1857 suor Marina acquistò a Milano, in via Amedei, il Palazzo Mazenta[8], per adibirlo a collegio per le sordomute, ma il progetto venne poi abbandonato e l'edificio fu destinato a scuola per le alunne esterne. A maggio-agosto 1859 diresse l'ospedale militare di San Luca di piazzale Brescia a Milano, dove assisté i feriti della guerra franco-piemontese contro gli austriaci, fatto che le valse la medaglia d'argento conferitagli da Napoleone III[9].

Nel 1861 declinò l'invito ad aprire un nuovo collegio a Milazzo[10].

Nel 1868 aprì a Genova nel quartiere Albaro il quinto collegio.

Nel 1873-1875 organizzò a Chambery[11] in Savoia, corsi di vacanze studio per le alunne dei collegi italiani. Nel 1876, sempre a Chambery, aprì un collegio anche per le alunne francesi.

Nel 1882 aprì a Lecce[12] un nuovo collegio.

Morte di Luigi Biraghi

L'11 agosto 1879 le Marcelline e le loro allieve persero monsignor Biraghi, da tempo ammalato. Madre Marina, incoraggiata dall'arcivescovo Luigi Nazari di Calabiana e dal cardinale protettore dell'Istituto, Gaetano Alimonda, assunse su di sé la responsabilità di tutta l'opera.

Fedele alle consegne del Fondatore, istituì, nello stesso anno, il Seminarietto femminile, per preparare al meglio le adolescenti alla scelta della vita religiosa e fornire loro un'adeguata formazione culturale e spirituale, lasciando però alle suore la libertà di interrompere eventualmente l'iniziativa alla sua morte.

Morte

Le sue condizioni fisiche erano ormai cagionevoli e a gennaio 1891 prese a sentirsi male. Dopo essersi ripresa, a marzo, venne colpita da una polmonite. Ormai vicina al trapasso, chiamò a sé le suore e tutte le altre consorelle lasciando a loro un'ultima esortazione: « coraggio!»

Confortata dalla benedizione del papa Leone XIII e dell'arcivescovo Luigi Nazari di Calabiana, dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti, nella casa di via Quadronno a Milano, alle due del mattino del 10 aprile 1891, chiuse gli occhi alla luce terrena per spalancarli sull'infinito di Dio.

Dal 26 marzo 1951 le sue spoglie, traslate insieme a quelle del Beato Luigi Biraghi, riposano nella cappella della prima casa di Cernusco sul Naviglio, dove dal 2 maggio 1940 sono venerate anche quelle della Beata Maria Anna Sala.

Note
  1. I Fondatori su marcelline.org. URL consultato il 17-02-2025-05
  2. 2,0 2,1 Milano. Marina visse nel periodo in cui Milano era capitale del Regno d'Italia (1805-1814) e del Regno Lombardo-Veneto (1815-1859), quando, in seguito alla seconda guerra d'indipendenza, nel 1859 entrò a far parte del Regno di Sardegna con capitale Torino e nel Regno d'Italia (1861-1946).
  3. 3,0 3,1 3,2 Vimercate, comune italiano della provincia di Monza e della Brianza in Lombardia. È al centro del territorio chiamato Vimercatese. Decanato di Vimercate dell'Arcidiocesi di Milano.
  4. Parrocchia di Santa Tecla nel Duomo di Milano. La chiesa cattedrale di Santa Tecla esisteva già all'epoca di Sant'Ambrogio, quando era nota come Basilica Nova. Parrocchia dell'Arcidiocesi di Milano, fu soppressa con decreto 26 marzo 1928 dell'arcivescovo Eugenio Tosi e fu ricostituita canonicamente con decreto 6 settembre 1929 dell'arcivescovo Alfredo Ildefonso Schuster. Dapprima inserita tra le parrocchie urbane della Porta I, o Porta Orientale con Porta Tosa e Porta Monforte, in seguito alla revisione della struttura territoriale dell'arcidiocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) è stata attribuita al decanato del Centro A, nella zona pastorale I di Milano città. Con decreto 10 luglio 1986 dell'arcivescovo Carlo Maria Martini assunse il titolo di Santa Tecla nel duomo di Milano.
  5. Monastero della Visitazione di Milano è la sede milanese delle monache di clausura dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria. È situato in via Santa Sofia non lontano dalla cattedrale.
  6. Maria Maddalena Barioli (Milano, 21 luglio 1784 - Milano 28 febbraio 1863), religiosa restauratrice delle suore Orsoline di San Carlo, ramo ambrosiano della grande famiglia della Compagnia di Sant'Orsola fondata da sant'Angela Merici.
  7. 7,0 7,1 Cernusco sul Naviglio (Cernusco Asinario fino al 1859) è un comune italiano della città metropolitana di Milano in Lombardia. Nel 1985 l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini firmò il decreto che conferì a Cernusco sul Naviglio il titolo di città. Fa parte del territorio della Martesana.
  8. Palazzo Mazenta è un palazzo cinque-seicentesco di Milano in stile barocco, ampliato nel XVIII secolo, totalmente stravolto nei suoi interni nel corso della seconda metà del Novecento. Storicamente appartenuto al sestiere di Porta Ticinese, si trova in via Amedei n. 2. Nella seconda metà del Novecento subentrò un albergo-ristorante, in occasione del quale andarono completamente persi gli originari interni del palazzo.
  9. Napoleone III, Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, (Parigi, 20 aprile 1808 – Chislehurst, 9 gennaio 1873), militare e politico francese, figlio terzogenito del re d'Olanda Luigi Bonaparte (fratello di Napoleone Bonaparte) e di Hortense de Beauharnais, fu presidente della Repubblica francese dal 1848 al 1852 e imperatore dei francesi dal 1852 al 1870.
  10. Milazzo, comune italiano della città metropolitana di Messina in Sicilia
  11. Chambéry comune francese capoluogo della Savoia. La città di Chambéry è detta anche "la ridente"
  12. Lecce, comune italiano capoluogo dell'omonima provincia in Puglia.
Bibliografia
  • Elsa Antoniazzi, Giuseppe Nichetti, Una vita in una parola - Marina Videmari e l'arte del «corrispondere», Milano, 2012
  • Luciana Redaelli, Che cosa avete deciso, Marina? - Una risposta a Dio, Edizioni Suore Marcelline
Voci correlate
Collegamenti esterni