Beato Alfredo Ildefonso Schuster

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Beato Alfredo Ildefonso Schuster, O.S.B.
Cardinale
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battezzato
Beato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 74 anni
Nascita Roma
18 gennaio 1880
Morte Venegono Inferiore [1]
30 agosto 1954
Sepoltura Duomo di Milano
Appartenenza
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
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Ordinazione presbiterale Roma, 19 marzo 1904
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Nominato arcivescovo 26 giugno 1929 da Pio XI
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Consacrazione vescovile Cappella Sistina, 21 luglio 1929 dal Papa Pio XI
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15 luglio 1929 da Pio XI (vedi)
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Cardinale per 25 anni, 1 mese e 15 giorni
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato

Ordinazioni
e
Successione apostolica

Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione 12 maggio 1996, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza 30 agosto
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Onorificenze
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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
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Voi desiderate un ricordo da me. Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia e prega. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un Santo autentico, o vivo o morto, passa, tutti accorrono al suo passaggio. Ricordate le folle intorno alla bara di Don Orione? Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi. Ha paura, invece, della nostra santità.
Virgolette chiuse.png
(Citato in Flavio Peloso, Don Orione e il cardinal Schuster. Due santi per il Piccolo Cottolengo Milanese, in Terra Ambrosiana 4(2003)44-51, 50.)
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 30 agosto, n. 15:
« A Venegono vicino a Varese, transito del beato Alfredo Ildefonso Schuster, vescovo, che, da abate commendatario di San Paolo di Roma elevato alla sede di Milano, uomo di mirabile sapienza e dottrina, svolse con grande sollecitudine l'ufficio di pastore per il bene del suo popolo. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Alfredo Ildefonso Schuster (Roma, 18 gennaio 1880; † Venegono Inferiore [1], 30 agosto 1954) è stato un religioso, cardinale e vescovo italiano. Fu arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954. È stato proclamato beato da Giovanni Paolo II il 12 maggio 1996.

Biografia

Nacque a Roma da Giovanni (Johann), sarto bavarese (al servizio della corte pontificia come capo-sarto per i reparti di guardie zuave) e Maria Anna Tutzer, di Renon, sudtirolese. Aveva una sorella, Giulia, che entrò nell'Ordine delle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli e tre fratellastri dal secondo matrimonio del padre. Fu battezzato due giorni dopo la sua nascita con il nome Alfredo Ludovico. Da ragazzo serviva Messa presso la Chiesa del Campo Santo dei Teutonici e dei Fiamminghi adiacente al confine con la Città del Vaticano, vicino alla Basilica di San Pietro.

Formazione e ministero sacerdotale

Rimasto presto orfano di padre, entrò nello studentato di San Paolo fuori le mura per merito del Barone Pfiffer d'Altishofen. Il 13 novembre 1898 divenne monaco benedettino prendendo il nome Ildefonso e fece la professione religiosa il 13 novembre 1900. Il 14 giugno 1903 si laureò in filosofia al Collegio Pontificio di Sant'Anselmo a Roma e poco dopo il dottorato in teologia. Il 19 marzo 1904 fu ordinato sacerdote in San Giovanni in Laterano dal cardinale Pietro Respighi, cardinale arciprete della basilica e vicario generale di Roma.

Monaco benedettino nell'abbazia di San Paolo fuori le mura dal 1904 al 1908, divenne maestro dei novizi dal 1908 al 1916; dal 1914 al 1929 divenne procuratore generale della Congregazione Cassinese, priore claustrale. Il 6 aprile 1918 fu eletto abate commendatario ordinario dell'Abbazia di San Paolo fuori le mura, il 14 aprile successivo ricevette la benedizione abbaziale del cardinale Basilio Pompilj, vescovo di Velletri, vicario generale di Roma.

Dal 7 ottobre 1919 al 4 luglio 1922 fu rettore del Pontificio Istituto Orientale. Dal 1924 al 1928 svolse l'incarico di visitatore apostolico per i seminari di Lombardia, Campania e Calabria. Tra la fine di novembre e l'inizio dicembre 1926, l'abate Schuster praticò gli esercizi spirituali per l'arcivescovo Angelo Giuseppe Roncalli e fu visitatore apostolico in Bulgaria.

Fece parte di Amici Israël, una lega cattolica internazionale contro l'antisemitismo e il razzismo, in cui militavano anche molti ebrei convertiti.

Ministero episcopale e cardinalato

Fu nominato da Papa Pio XI arcivescovo di Milano il 26 giugno 1929, creato cardinale il 15 luglio 1929 e il 18 luglio successivo insignito della berretta con il titolo dei Santi Silvestro e Martino ai Monti. Il successivo 21 luglio venne consacrato arcivescovo nella cappella Sistina da Pio XI assistito dall'arcivescovo Carlo Cremonesi, arcivescovo titolare di Nicomedia, elemosiniere di Sua Santità (poi cardinale) e il vescovo Agostino Zampini O.S.A., vescovo titolare di Porfireone, sacrestano di sua Santità. Legato pontificio per la celebrazione del centenario della Madonna di Caravaggio. Fu il primo vescovo a prestare giuramento di fedeltà allo Stato italiano davanti al re Vittorio Emanuele III, secondo il nuovo Concordato tra l'Italia e la Santa Sede.

A Milano, tra le tante cose, appena giunto in diocesi nel 1929, fondò l'Unione Diocesana Decorati Pontifici (attuale ADAS, Associazione Decorati Apostolica Sede) che riunisce tutte le personalità laiche o religiose insignite di un'onorificenza pontificia. Lo stesso Schuster, nel 1933, venne onorato del cavalierato di gran croce dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Nel 1930 nomina vicario generale della diocesi Giacinto Tredici, che era stato uno dei fondatori della Rivista di Filosofia Neoscolastica, che sarà poi Vescovo di Brescia dal 1934.[2]

Il 21 marzo 1934 presenziò per la celebrazione del decimo centenario dell'Abbazia di Einsiedeln in Svizzera.

Il 28 aprile 1934, ottenne la traslazione a Balsamo della reliquia della testa del Beato Carino Pietro da Balsamo, l'eretico che, dopo aver ucciso, nel 1252, San Pietro Martire da Verona, si era poi convertito ed era entrato nell'Ordine Domenicano, morendo a Forlì in fama di santità e avendo come direttore spirituale il Beato Giacomo Salomoni. Il corpo di Carino era custodito nella Cattedrale di Santa Croce di Forlì: giunse a Balsamo nel 1964.

Governò la diocesi in tempi difficili per Milano e per l'Italia. Prese come modello uno dei suoi predecessori più illustri, San Carlo Borromeo: si dimostrò assiduo nell'effettuare le visite pastorali nella diocesi che nei venticinque anni del suo episcopato svolse ben cinque volte. Numerose sono le sue lettere al clero e al popolo, le minuziose e dettagliate prescrizioni, specialmente in ordine al decoro del culto divino e i frequenti sinodi diocesani; durante il suo episcopato si contano inoltre due congressi eucaristici. Ristrutturò, su incarico di Papa Pio XI, i seminari milanesi mediante la costruzione del Seminario Teologico e Liceale di Venegono Inferiore, inaugurato nel 1935.

Il 15 settembre 1937 presenziò per l'inaugurazione della nuova facciata della Cattedrale di Desio[3].

Come quasi tutto il mondo cattolico italiano, Schuster si illuse che attraverso la collaborazione la Chiesa potesse cristianizzare il fascismo (ne fa fede una lettera precedente il Concordato e la nomina ad arcivescovo), facendo ad esempio celebrare una messa di ringraziamento nel 1935, all'indomani dell'invasione dell'Etiopia da parte delle truppe italiane, perché Dio proteggesse quelle stesse truppe che nella sua ottica avrebbero contribuito a una sempre maggiore diffusione del cristianesimo anche nei paesi "non ancora cristianizzati".[4]

Schuster abbandonò tale illusione a seguito dell'approvazione delle Leggi razziali fasciste tra settembre e novembre 1938. Il 13 novembre 1938 il cardinale Schuster dal pulpito del Duomo di Milano, per l'inizio dell'Avvento ambrosiano, pronunciò un'omelia che condannava tali provvedimenti, denunciandone l'ideologia neo-pagana:

« È nata all'estero e serpeggia un po' dovunque una specie di eresia, che non solamente attenta alla fondamenta soprannaturali della cattolica Chiesa, ma materializza nel sangue umano i concetti spirituali di individuo, di Nazione e di Patria, rinnega all'umanità ogni altro valore spirituale e costituisce così un pericolo internazionale non minore di quello dello stesso bolscevismo. È il cosiddetto razzismo[5]»

Il testo integrale dell'omelia fu pubblicato il 15 novembre in prima pagina dal quotidiano cattolico L'Italia; il direttore Sante Maggi pagò il gesto con la rimozione dalla carica per evitare la chiusura del giornale, nonostante la difesa di Schuster, che a sua volta fu considerato dal regime un traditore e un antifascista.

Di lui scrisse David Maria Turoldo:

« Sbagliano coloro che lo pensano coinvolto nel fascismo o altro. Schuster non era né fascista, né antifascista: e non era neppure neutrale. Schuster era un monaco e basta. Monaco è uno che ha solo Dio in testa. Un "monaco in battaglia" dopo essere stato "soldato nel monastero". »
(David Maria Turioldo, La mia vita per gli amici, Milano 2001, 73.)

Nel settembre 1936 inaugurò ufficialmente il Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte sopra Varese per ospitare la collezione d'arte del barone Giuseppe Baroffio dall'Aglio.

Schuster partecipò al conclave del 1939, che elesse papa il cardinale Eugenio Pacelli (Papa Pio XII).

Durante la seconda guerra mondiale sostenne attivamente la Carità dell'Arcivescovo, dando il primo incarico di responsabile a Carlo Bianchi, il quale aveva avuto l'idea da una sua lettera pastorale. Carlo Bianchi[6] morirà a Fossoli, fucilato.

Alla caduta della Repubblica Sociale Italiana promosse un incontro in Arcivescovado tra Benito Mussolini e i rappresentanti partigiani, nel tentativo di concordare una resa senza spargimento di sangue. Propose anche a Mussolini di fermarsi in Arcivescovado, sotto la sua protezione, per poi consegnarsi agli Alleati. Il Duce però rifiutò, preferendo tentare la fuga.

Quando il 29 aprile 1945 i corpi fucilati di Mussolini, Claretta Petacci, Paolo Zerbino, Alessandro Pavolini e Achille Starace furono appesi in piazzale Loreto a Milano, Schuster informò Riccardo Lombardi, prefetto su nomina del Comitato di Liberazione Nazionale, che egli stesso "in porpora" avrebbe dato la benedizione alle salme "perché si deve aver rispetto di qualsiasi cadavere". Allo stesso modo il 14 agosto 1944, quando i tedeschi avevano trucidato quattordici partigiani e avevano abbandonato i corpi nello stesso luogo, Schuster aveva scritto all'ambasciatore tedesco chiedendo che i cadaveri fossero rimossi.

Il 2 agosto 1951 fu incaricato come Legato pontificio al Congresso Eucaristico Nazionale ad Assisi. Dal 1952 al 1953 fu il primo presidente della C.E.I., nata a Firenze l'8 gennaio 1952.

Morte

Anziano e malato, si ritirò nel dopoguerra nel seminario di Venegono, dove si spense il 30 agosto 1954.

La memoria

L'urna del beato nel Duomo di Milano

Nel Duomo di Milano, dalla porta meridionale, percorrendo il breve tratto che va dal transetto alla navata vi è un altare laterale in cui è raffigurata la Vergine in atto di donare il Bambino a un fedele con la scritta: Sic adsis Maria (sii presente così, o Maria); è il luogo sotto il quale riposano le spoglie del beato Alfredo Ildefonso Schuster.

Il processo diocesano di canonizzazione venne aperto il 30 agosto 1957, dopo appena tre anni dal decesso del cardinale, promosso dall'allora Arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini e si concluse il 31 ottobre 1963. All'apertura della tomba del cardinale Schuster il 28 gennaio 1985, il suo corpo venne ritrovato intatto. Fu beatificato il 12 maggio 1996 da Giovanni Paolo II.

Nel 2006 l'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) ha intitolato una borsa di studio in suo onore; anche il parco antistante la Basilica di San Paolo fuori le Mura (Roma) porta il suo nome. A Milano, in via Feltre 100, dal 1954 vi è il Centro Giovanile Cardinale Schuster, fondato dal padre gesuita Ludovico Morell.

Nel Santuario della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano, in una teca all'ingresso sono esposti dei paramenti del Cardinale e il calco, fatto alla morte, del viso e della mano, effettuato dallo scultore don Marco Melzi dell'Istituto Beato Angelico di Milano.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Onorificenze

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Successione degli incarichi

Predecessore: Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Successore: Mitra heráldica.svg
Titolo inesistente 1952 - 1953 Adeodato Giovanni Piazza I
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Titolo inesistente {{{data}}} Adeodato Giovanni Piazza
Predecessore: Rettore del Pontificio Istituto Orientale Successore: Pontificio Istituto Orientale.jpg
Antoine Delpuch, M. Afr. 7 ottobre 1919-4 luglio 1922 Michel-Joseph Bourguignon d'Herbigny, S.J. I
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Antoine Delpuch, M. Afr. {{{data}}} Michel-Joseph Bourguignon d'Herbigny, S.J.
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Giovanni del Papa 1918 - 1929 Ildebrando Vannucci I
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Giovanni del Papa {{{data}}} Ildebrando Vannucci
Predecessore: Arcivescovo di Milano Successore: Arcbishoppallium.png
Eugenio Tosi 26 giugno 1929-30 agosto 1954 Giovanni Battista Montini I
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Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi Silvestro e Martino ai Monti Successore: Kardinalcoa.png
Eugenio Tosi 1929 - 1954 Giovanni Battista Montini
(dal 1958)
vacante dal 1954 al 1958
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(dal 1958)
vacante dal 1954 al 1958
Note
  1. Comune italiano della provincia di Varese in Lombardia Arcidiocesi di Milano, sede di uno dei tre Seminari arcivescovili di Milano.
  2. Giacinto Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia, 2009, pp. 24-29
  3. Comune italiano della provincia di Monza e Brianza di Rito Ambrosiano.
  4. Cfr. Stephen J. Lee, European Dictatorships. 1918-1945, Routledge, New York 2000
  5. Citato in Giacomo Biffi, Memorie e digressioni di un italiano cardinale, Cantagalli, 2007, p. 359.
  6. Ingegnere e antifascista italiano, medaglia di bronzo al valore militare e medaglia d'oro del comune di Milano.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni