Luigi Nazari di Calabiana
Luigi Nazari di Calabiana Arcivescovo | |
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Ognun mi sente | |
Età alla morte | 85 anni |
Nascita | Savigliano 27 luglio 1808 |
Morte | Milano 23 ottobre 1893 |
Ordinazione presbiterale | 29 maggio 1831 |
Nominato vescovo | 12 aprile 1847 |
Consacrazione vescovile | Roma, 6 giugno 1847 dal card. Ugo Pietro Spinola |
Elevazione ad Arcivescovo | 27 marzo 1867 |
Incarichi ricoperti | |
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Luigi Nazari di Calabiana (Savigliano, 27 luglio 1808; † Milano, 23 ottobre 1893) è stato un arcivescovo e politico italiano.
Cenni biografici
Nacque il 27 luglio 1808 a Savigliano, figlio di Filippo e Sofia Toesca dei conti di Castellazzo.
Dopo aver studiato nel seminario di Bra, dal 1826 frequentò come chierico esterno l’Università di Torino, avendo tra i suoi maestri l'abate Vincenzo Gioberti. Terminati gli studi fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1831, e celebrò la sua prima messa nella collegiata di sant'Andrea in Savigliano.
Dopo aver rifiutato per due volte l'episcopato propostogli da Carlo Alberto, il 12 aprile 1847 accettò la sede di Casale Monferrato. L'ordinazione episcopale avvenne a Roma il 6 giugno 1847 per imposizione delle mani di Ugo Pietro Spinola cardinale presbitero dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, e il 22 agosto fece il suo ingresso nella cattedrale di Casale.
Con Casa Savoia intrattenne sempre ottimi rapporti. Re Carlo Alberto lo nominò suo elemosiniere nel 1847 e il 20 gennaio 1848 consigliere di Stato straordinario, quindi senatore il 3 maggio dello stesso anno. La stessa stima ebbero per lui Vittorio Emanuele II, che lo volle precettore dell'erede al trono Umberto I. Fu anche insignito di varie onorificenze sabaude. Lo stesso re Umberto I lo avrebbe visitato nell'ottobre 1893, sul letto di morte.
Nel 1855 fu al centro di quella che fu detta la crisi Calabiana, che si aprì quando la legge di soppressione degli ordini religiosi giunse in Senato[1].
La sua nomina ad arcivescovo di Milano risolse la difficile crisi sorta con la nomina, da parte di papa Pio IX, di Paolo Angelo Ballerini il 20 giugno 1859 su indicazione dell'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria. La sede era vacante dal 7 maggio, quando era morto l'arcivescovo Bartolomeo Carlo Romilli. La nomina, però, non fu mai riconosciuta dal governo italiano, che considerò la sede vacante, mentre il papa la giudicava impedita.
Nel 1865 iniziarono laboriose trattative fra la Santa Sede e il governo italiano per la nomina alle molte sedi episcopali vacanti e inizialmente si fece il nome di Nazari come arcivescovo di Torino. Nel 1866 i negoziati furono ripresi dal consigliere di Stato Michelangelo Tonello e con la discreta mediazione di Giovanni Bosco, si poterono ricoprire almeno le sedi episcopali più importanti. Mons. Ballerini fu promosso patriarca di Alessandria d'Egitto e mons. Nazari gli succedette nella conduzione dell'arcidiocesi milanese. Tuttavia la nomina di un vescovo apprezzato da Casa Savoia lasciò conseguenze nei suoi rapporti con la Santa Sede perché, contro una secolare tradizione, mons. Nazari non ottenne la porpora cardinalizia.
Nel concilio Vaticano I fu tra i pochi vescovi che il 18 luglio 1870 non votò per il dogma dell'infallibilità, presa di posizione che gli attirò il disprezzo di molti prelati intransigenti. In realtà, non lo fece per rispetto del suo clero, poiché nel seminario di Milano, come in tutti quelli lombardi e piemontesi, la questione dell'infallibilità, per scelta del corpo accademico, non veniva trattata e mons. Nazari ritenne quindi doveroso rispettare le scelte culturali ed educative del clero della sua diocesi, la quale comunque si distingueva per la fedeltà al pontefice.
Nel suo impegno di pacificazione e di rinnovamento, favorì gli oratori, la tipica realtà educativa della diocesi di Milano, che volle fossero centri di formazione spirituale e culturale, custodi della fede e aperti al mondo. Con lo stesso spirito sostenne i molti ordini religiosi sorti nell'Ottocento e impegnati nel mondo della carità.
Molte furono anche le umiliazioni e le delusioni, fra cui nel 1888 la decisione di Leone XIII di scorporare dalla diocesi di Milano le tre valli svizzere del Canton Ticino: Riviera, Leventina, Blennio per fondare la diocesi di Lugano. Dovette inoltre subire le continue critiche e gli attacchi lanciati da L'Osservatore cattolico e dal suo direttore Davide Albertario, non di rado con l'appoggio di ambienti romani.
Morì a Milano il 22 ottobre 1893 e fu sepolto inizialmente nel piccolo cimitero di Groppello d'Adda, ove era la residenza estiva dell'arcivescovo, perché il governo italiano, ufficialmente per motivi igienici, non permise la sepoltura nel duomo di Milano come fu per i suoi predecessori. Il 14 novembre 1912 la salma fu finalmente traslata nel duomo, grazie alla tenacia del suo successore mons. Andrea Carlo Ferrari.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri Degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Cardinale Enrique Enríquez
- Arcivescovo Manuel Quintano Bonifaz
- Cardinale Francisco Antonio de Lorenzana y Butrón
- Cardinale Giuseppe Maria Spina
- Cardinale Ugo Pietro Spinola
- Cardinale Luigi Giuseppe Nazari di Calabiana
Onorificenze
Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata | |
— 7 giugno 1887 |
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro | |
— 28 luglio 1858 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro | |
— 29 marzo 1881 |
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia | |
— 22 aprile 1868 |
Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta | |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Casale Monferrato | Successore: | |
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Francesco Icheri di Malabaila | 1847 - 1867 | Pietro Maria Ferré |
Predecessore: | Arcivescovo di Milano | Successore: | |
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Paolo Angelo Ballerini | 1867 - 1893 | Andrea Carlo Ferrari |
Note | |
Bibliografia | |
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