Ottaviano Raverta

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Ottaviano Raverta
Vescovo
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battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 46 anni
Nascita Milano
1515 ca.
Morte Madrid
12 ottobre 1561
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Incarichi ricoperti
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Ottaviano Raverta, ricordato anche come della Raverta o della Rovere (Milano, 1515 ca.; † Madrid, 12 ottobre 1561), è stato un vescovo e nunzio apostolico italiano.

Cenni biografici

Nacque probabilmente a Milano attorno al 1515 da Ippolita Mantegazza e Pietro Agostino.

Il legame dei Raverta con la dinastia sforzesca spiega perché la prima notizia certa sul giovane Ottaviano sia la sua nomina a vescovo coadiutore con diritto di successione alla diocesi di Terracina, che lo zio Ottaviano Maria Sforza[1] aveva ottenuto da Paolo III nel novembre del 1540. Si ipotizza che Raverta ricevette un'educazione umanistica, vivendo al seguito dello zio, ritiratosi a Venezia.

Nel novembre del 1545 Raverta divenne a 29 anni vescovo di Terracina, diocesi di cui non prese mai possesso. Il 12 ottobre dell'anno seguente, giunse a Trento per partecipare al Concilio. Vi rimase sino al 20 novembre allorché se ne partì dopo essere stato accusato dal vescovo Dionisio Zannettini[2], O.F.M. di essere un luterano. Infatti il prelato milanese, il 19 novembre, aveva tenuto un discorso in cui aveva affermato che le opere ad probandam iustificationem sunt, non augendam, affermazione peraltro non eretica: infatti, anche per la teologia cattolica non sono le opere a salvare, ma la grazia[3].

Papa Giulio III, il 25 novembre 1551, nominò Raverta nunzio e commissario apostolico per lo Stato di Milano. Il soggiorno del vescovo a Milano non fu solo dedicato a questioni politiche e fiscali. Personaggio graecis et latinis litteris eruditum, nel 1553, egli fu accolto nell'Accademia dei Fenici con tre orazioni di Marco Antonio Maioragio; da queste e altre testimonianze risulta che egli fu in stretto contatto con alcuni letterati del vivace ambiente culturale milanese.

Nel dicembre del 1554 Raverta fu incaricato dal Papa di recarsi a Baden alla riunione della Dieta dei tredici Cantoni elvetici. Il clima di tensione fra cattolici e riformati, nonché tra filofrancesi e filoimperiali, era altissimo: il nunzio tenne un discorso, presentato anche per iscritto, con cui a nome del Papa esortava alla concordia i confederati, offrendo l'aiuto della Santa Sede.

Raverta dovette occuparsi anche del problema della comunità riformata di Locarno, a cui, su sua pressione, fu dato un termine entro cui abiurare, pena l'espulsione. Nel gennaio del 1555 si recò a Locarno, mostrando un atteggiamento oscillante fra repressione e persuasione nei confronti della comunità riformata. Ordinò al clero secolare e regolare della città di non impartire l'assoluzione ai convertiti senza sua espressa licenza e esortò i riformati alla conversione promettendo comprensione e clemenza.

Il neoeletto papa Paolo IV lo volle nuovamente nunzio nello Stato di Milano, presso gli svizzeri, le Leghe Grigie e nel Principato di Piemonte. Il 23 giugno 1555 era a Milano, da dove avrebbe mantenuto un fitto carteggio con i nipoti del papa Carlo e Giovanni Carafa, conte di Montorio. Nella nuova missione diplomatica, oltre alle tensioni religiose, il nunzio dovette affrontare il problema delle alleanze degli svizzeri, legate alla fornitura di soldati al re di Francia e alla casa d'Asburgo.

Nel dicembre del 1557 Raverta lasciò definitivamente la missione presso gli svizzeri per accompagnare il cardinale Carafa nella sua legazione di pace alla corte di Filippo II a Bruxelles. A gennaio Raverta tornò a Roma per sottoporre a voce alcune questioni. Dopo aver discusso con Paolo IV e i cardinali dell'Inquisizione circa il processo a Giovanni Morone e la posizione del cardinale Reginald Pole, ripartì per Bruxelles.

Dopo essersi fermato a Milano, Raverta tornò a Roma. I servigi resi ai Carafa spiegano perché, nel corso del 1558, circolasse a Roma la voce di una sua prossima nomina cardinalizia. Subito dopo la morte di Paolo IV, nell'agosto del 1559, il camerlengo a nome del Sacro Collegio, lo nominò governatore generale di Borgo San Pietro.

Raverta riuscì nella difficilissima impresa di entrare al servizio di un pontefice che rappresentò, sotto molti aspetti, l'antitesi della linea politica di Paolo IV, proprio mentre si profilava la caduta in disgrazia dei Carafa che egli aveva fedelmente servito.

Nel marzo del 1560 il Papa lo designò suo primo nunzio alla corte di Filippo II. Stando alle istruzioni impartite, la missione di Raverta aveva una serie di obiettivi: convincere il re della necessità della riapertura del Concilio di Trento, sollecitare il rispetto della giurisdizione ecclesiastica nei regni iberici e delle disposizioni papali in tema di benefici e spogli, comunicare la decisione di smantellare le fortificazioni di Paliano e, infine, trovare la compensazione ai Carafa per la restituzione di tale feudo ai Colonna. A novembre Raverta fu richiamato a Roma.

La sua posizione si fece difficile dopo l'arresto di Carlo e Giovanni Carafa, avvenuta per ordine di Pio IV ai primi di giugno del 1560. Il mese successivo giunse infatti a Toledo Prospero Santacroce, in viaggio per assumere la nunziatura in Portogallo, con il compito di informare Filippo II dell'arresto dei Carafa e dell'annullamento delle richieste papali a loro favore. Nel novembre di quel medesimo anno, Raverta fu richiamato a Roma ma la sua sostituzione non fu ben accolta da Filippo che ne ottenne il ritorno di nuovo come nunzio nel maggio del 1561.

Morì improvvisamente a Madrid il 12 ottobre 1561.

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Terracina-Latina, Priverno e Sezze Successore: Bishopcoa.png
Ottaviano Maria Sforza ch 27 novembre 1545 - 12 ottobre 1561 Francesco Beltramini ch I
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con
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Ottaviano Maria Sforza ch {{{data}}} Francesco Beltramini ch
Predecessore: Nunzio apostolico per la Svizzera Successore: Emblem Holy See.svg
Paolo Odescalchi 1553 - 1560 Giovanni Antonio Volpe I
II
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con
con
Paolo Odescalchi {{{data}}} Giovanni Antonio Volpe
Predecessore: Nunzio apostolico per la Spagna Successore: Emblem Holy See.svg
Leonardo Marini, O.P. marzo 1560- 12 ottobre 1561 Alessandro Crivelli I
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Leonardo Marini, O.P. {{{data}}} Alessandro Crivelli
Note
  1. cfr. Patriarch Ottaviano Maria Sforza † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 07-02-2021
  2. cfr. Bishop Dionisio Zannettini, O.F.M. Obs. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 07-02-2021
  3. Si veda il Decreto sulla giustificazione del Concilio di Trento - Sessione VI - del 13 gennaio 1547: molto chiaro è il Canone 1[1][2][3]
Bibliografia