Basilica di Santa Maria Nova (Roma)
Basilica di Santa Maria Nova | |
Roma, Basilica di Santa Maria Nova | |
Altre denominazioni | Basilica di Santa Francesca Romana al Palatino |
---|---|
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Piazza di Santa Francesca Romana, 4 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 6795528 |
Posta elettronica | monastero@abbaziasantamarianova.it |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione |
Maria Vergine Santa Francesca Romana |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. Oliv. |
Sigla Ordine reggente | O.S.B. Oliv. |
Data fondazione | IX secolo |
Architetto | Carlo Lambardi (facciata) |
Stile architettonico | romanico, barocco |
Inizio della costruzione | IX secolo |
Completamento | 1615 |
Strutture preesistenti | Chiesa dei Santi Pietro e Paolo |
Pianta | basilicale |
Materiali | laterizi |
Iscrizioni |
VIRG[ini] MARIAE AC S[anctae] FRANCISCAE; PAULO V BURGHESIO ROMANO P[ontifice] M[aximo] SEDENTE, OLIVETANA CONGREGATIO SUIS ET MONASTERII SUMPTIBUS, TEMPLUM HOC IN HANC FORMAM CONSTRUXIT ET ORNAVIT, ANNO DOMINI MDCXV |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di Santa Maria Nova, detta anche Basilica di Santa Francesca Romana al Palatino, è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, nel rione Campitelli.
Storia
Dalle origini al Medioevo
Gli Atti di Pietro, apocrifi, narrano che Simon Mago sfidò san Pietro e san Paolo con la dimostrazione dei propri poteri soprannaturali volando in cielo dall'altura della Velia alla presenza dell'imperatore Nerone (37 - 68 d.C.), ma la preghiera di san Pietro vanificò la sua magia e questi precipitò, morendo. Sulla pietra sarebbero rimaste le impronte delle ginocchia dell'Apostolo in preghiera: i silices apostolici. In ricordo dell'evento miracoloso il papa Paolo I (757-767), attorno al 760, volle costruire un oratorio dedicato ai Santi Pietro e Paolo, dove furono collocati i silices. L'edificio sorgeva sul basolato della via Sacra, presso le rovine del Tempio di Venere e Roma (II secolo d.C.), in posizione tale da dominare il panorama dei Fori.
Verso la metà del IX secolo, su una cella del Tempio papa Leone IV (847-855) eresse una nuova chiesa che incorporò l'antico oratorio e che, arricchita e ampliata, assunse la denominazione di Santa Maria Nova, dopo che Gregorio V (996-999) vi ebbe trasferito il culto e il titolo di diaconia dalla sede di Santa Maria Antiqua, ormai in abbandono. Allo stesso pontificato risale anche la traslazione dalla Catacomba di Aproniano dei corpi dei martiri Nemesio, Esuperia, Simpronio, Olimpio, Lucilla e Teodulo.
Nella seconda metà del X secolo la chiesa venne ampliata e vi fu in seguito annesso un monastero, affidato nel 1061 ai Canonici Regolari di San Frediano di Lucca, che vi rimasero fino al 1119, quando furono sostituiti dai Canonici Lateranensi, i quali vi dimorarono fino al 1351.
Un complessivo restauro della basilica si ebbe attorno alla metà del XII secolo con interventi riguardanti soprattutto l'abside che venne decorato con uno splendido mosaico, oltre all'edificazione dell'imponente campanile e del chiostro; promotore dei lavori fu papa Alessandro III (1159-1181) che nel 1161 riconsacrò la chiesa.
Dopo un devastante incendio, il tetto venne ricostruito nel 1216 per volere di Onorio III (1216-1227).
Nel 1352, per volontà del cardinale Pierre Roger de Beaufort (1329-1378), la chiesa fu affidata ai Benedettini di Monte Oliveto, che tuttora la officiano; e fu proprio l'alto prelato, una volta divenuto papa con il nome di Gregorio XI, a dotare nel 1371 il monastero di un nuovo chiostro.
Fin dagli inizi del XV secolo Santa Maria Nova divenne il punto di riferimento dell'esperienza religiosa di santa Francesca Romana (1384-1440), tanto che qui nel 1425, insieme a nove giovani compagne consacrò la sua vita a Dio, costituendo la Congregazione delle Oblate. Quando nel 1440 la Santa morì, fu sepolta nella cripta della chiesa che per tale motivo fu titolata anche a lei.
Dal Cinquecento a oggi
Nel 1615, durante il pontificato di Paolo V (1605-1621) a opera dell'architetto Carlo Lambardi (1545-1619), fu realizzata la nuova facciata della chiesa.
Nel 1873 la basilica fu espropriata e incamerata dal demanio del Regno d'Italia,[1] successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC). Anche l'adiacente convento, parzialmente demolito e riedificato tra il 1816 e il 1829 da Giuseppe Valadier, venne requisito dallo Stato italiano e oggi ospita la Soprintendenza Archeologica di Roma e l'Antiquarium del Foro.
La chiesa, attualmente, è luogo sussidiario di culto della parrocchia di San Marco Evangelista al Campidoglio.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Maria Nuova, istituito da Leone XIII il 13 marzo 1887: l'attuale titolare è il cardinale Angelo Sodano.
Descrizione
Esterno
Facciata
La facciata, in travertino, eretta nel 1615 da Carlo Lambardi, è suddivisa in due ordini, raccordati da volute e segnati da due coppie di paraste corinzie giganti su alti plinti: l'inferiore, presenta un portico a tre arcate di ordine tuscanico sotto il quale si apre l'ingresso; il superiore, al centro, è aperto da un grande finestrone balaustrato, sormontato da un timpano semicircolare, al disotto del quale è posta l'iscrizione commemorativa:
« | PAULO V BURGHESIO ROMANO P[ontifice] M[aximo] SEDENTE, OLIVETANA CONGREGATIO SUIS ET MONASTERII SUMPTIBUS, TEMPLUM HOC IN HANC FORMAM CONSTRUXIT ET ORNAVIT, ANNO DOMINI MDCXV. » |
Un grande timpano triangolare, sormontato da tre statue, conclude la facciata, alla base del quale si legge l'iscrizione dedicatoria:
« | VIRG[ini] MARIAE AC S[anctae] FRANCISCAE » |
Campanile
Sul lato settentrionale della basilica sorge il maestoso campanile quadrangolare, edificato nella prima metà del XII secolo e restaurato nel 1916-1917, articolato in cinque ordini, con bacini in maiolica e croci in porfido; i tre piani superiori sono aperti da doppie bifore.
Interno
L'interno, a navata unica con cappelle laterali, presenta un pavimento rifatto nel 1952, ma che conserva frammenti di opera cosmatesca nell'area corrispondente all'antica schola cantorum e nel transetto, e un soffitto a cassettoni, realizzato nel 1612 su disegno di Carlo Lambardi.
Sul pavimento, entro una cornice marmorea lungo la quale corre l'iscrizione sepolcrale, è situata la lastra tombale del cardinale Francesco Uguccione Brandi (1327-1412).
Lato sinistro
Lungo il lato sinistro si aprono quattro pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata alla Natività, si conservano:
- all'altare, pala con Natività di Gesù (seconda metà del XVII secolo), olio su tela di Carlo Maratta
- alla parete sinistra, San Bernardo Tolomei e il diavolo (terzo quarto del XVII secolo), olio su tela, attribuito a Domenico Maria Canuti.
- nella seconda cappella, dedicata a san Gregorio Magno, si nota:
- all'altare, pala con San Gregorio Magno (1631), olio su tela di Angelo Caroselli.[2]
- nella terza cappella, dedicata alla Madonna Addolorata, dove è collocata:
- all'altare, pala con Sant'Emidio (ultimo quarto del XVIII secolo), olio su tela di Pietro Tedeschi, proveniente dal monastero olivetano di Sant'Angelo Magno ad Ascoli Piceno.
- nella quarta cappella, dedicata a san Bernardo Tolomei, è collocata:
- all'altare, pala con San Bernardo Tolomei assiste gli appestati (ultimo quarto del XVIII secolo - primo quarto del XIX secolo), olio su tela di Giuseppe Pirovani.
Transetto sinistro
Nel terminale del transetto sinistro si notano:
- al centro, Tabernacolo a tempietto (terzo quarto del XV secolo), in marmo di Mino da Fiesole.[3]
- alla parete sinistra, Ascensione di Gesù Cristo (seconda metà del XVI secolo), olio su tela di Jacopo Zucchi.[4]
- alla parete destra, San Bernardo Tolomei assiste gli appestati (1739 - 1740 ca.), olio su tela di Stefano Pozzi.[5]
Presbiterio e abside
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, e nell'abside semicircolare si possono ammirare:
- all'altare maggiore, Madonna con Gesù Bambino (XIII secolo), tavola di ambito romano:[6] l'opera, restaurata nel 1949 ha rivelato, sotto la pittura duecentesca, un più antico dipinto a encausto, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Antiqua, raffigurante la Madonna Glycophilousa (fine del VI secolo) che, staccato e trasferito su tavola, attualmente è conservato nella sagrestia.
- nel catino absidale, Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Giacomo, san Giovanni, san Pietro e sant'Andrea (1160-1170), mosaico di maestranze romane:[7] la splendida opera rivela elementi comuni ai mosaici di San Clemente e di Santa Maria in Trastevere.
- alle pareti, Martirio di san Nemesio e compagni (1684), affreschi di Domenico Maria Canuti.[8][9]
- sulla fronte dell'arco trionfale, Mosè e Davide (1870), affreschi di Cesare Maccari.
Altare della confessione e cripta
Al termine della navata, sotto il presbiterio, è posto l'altare della confessione, progettato nel 1644-1648 da Gian Lorenzo Bernini, dove entro un'edicola con quattro colonne di diaspro siciliano è collocato un gruppo scultoreo raffigurante:
- Santa Francesca Romana e l'angelo (1866 ca.), in marmo di Giosuè Meli.[10]
Sotto il transetto e il presbiterio, alle spalle della confessione, si dispone la cripta, dove sono collocati:
- all'altare, Tomba di santa Francesca Romana sistemata nel 1868 da Andrea Busiri Vici.
- di fronte all'altare, bassorilievo ovale con Santa Francesca Romana e l'angelo (XVII secolo), in marmo di scuola berniniana.
Transetto destro
Nel terminale del transetto destro si possono ammirare:
- al centro, dietro una grata, Silices Apostolici, pietre di basalto con le impronte delle ginocchia di san Pietro, impresse secondo la tradizione quando il Santo pregò il Signore di far fallire il volo di Simon Mago, che, difatti, cadde e morì poco distante. Originariamente erano un'unica pietra, infissa sopra un altare da dove, spezzatasi accidentalmente nel 1899, venne divisa e trasferita nel luogo attuale.
- alla parete sinistra, Monumento funebre di papa Gregorio XI (1584), in marmo di Pier Paolo Olivieri.[11]
- alla parete destra, Madonna con Gesù Bambino in gloria e san Michele arcangelo (XVII secolo), olio su tela di ambito romano.[12]
Lato destro
Lungo il lato destro si aprono tre pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso, si conservano:
- nella volta, Colomba dello Spirito Santo e angeli, Sant'Agostino, San Girolamo, San Gregorio Magno, Sant'Ambrogio (seconda metà del XV secolo), affresco di Melozzo da Forlì.[13]
- alla parete destra, San Bernardo Tolomei in preghiera (1672-1674), olio su tela di Domenico Maria Canuti.[14]
- nel vestibolo dell'ingresso laterale, che occupa lo spazio di una cappella, sono collocati:
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Antonio da Rio (1470 ca.), in marmo di Mino da Fiesole.[15]
- alla parete destra, Monumento funebre del cardinale Marino Vulcano (1394), in marmo, attribuito a Paolo Taccone: l'opera è un raro esempio di scultura tardogotica a Roma.
- nella seconda cappella, dedicata a san Benedetto da Norcia, si nota:
- all'altare, pala con San Benedetto da Norcia in cattedra tra santa Francesca Romana e sant'Enrico II (1937), olio su tela di Augusto Orlandi.
- alla parete sinistra, San Bernardo Tolomei libera un ossesso (XVII secolo), olio su tela di ambito romano.
- nella terza cappella, dedicata a santa Francesca Romana, ristrutturata nel 1729 da Francesco Ferrari è visibile:
- all'altare, pala con Visione di santa Francesca Romana (prima metà del XVIII secolo), olio su tela di ambito romano.
Sacrestia
Dal transetto sinistro si accede alla sacrestia, dove sono conservati preziosi dipinti, tra i quali si notano:
- Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del Conforto o Madonna Glycophilousa (fine del VI secolo), encausto su tela incollata su tavola di ambito romano: l'icona, tra le più antiche esistenti, era nella Chiesa di Santa Maria Antiqua fino al terremoto dell'847, quando venne trasferita nella Basilica di Santa Maria Nova.[16]
- Gesù Cristo benedicente tra angeli (metà del XIII secolo), affresco staccato di ambito romano.[17]
- Madonna con Gesù Bambino in trono e santi (metà del XIII secolo), affresco staccato di ambito romano.[18]
- Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Benedetto da Norcia e santa Francesca Romana (1474 - 1475 ca.), tavola di Girolamo da Cremona.[19]
- Madonna con Gesù Bambino leggente in trono, san Secondo, san Giovanni Battista, san Benedetto da Norcia e san Sebastiano (1524), tavola di Sinibaldo Ibi.[20]
- Ritratto di papa Paolo III e il cardinale Reginald Pole (1538-1539), olio su tavola di Jacopino Del Conte.[21]
- Trinità e san Bernardo Tolomei (1680-1691), olio su tela di Giacinto Brandi.[22]
- Miracolo di san Benedetto da Norcia (1744), olio su tela di Pierre Subleyras.
Feste e tradizioni
Il 9 marzo, di ogni anno, nel giorno dedicato a santa Francesca Romana, patrona degli automobilisti, si svolge dal 1928 presso la basilica il raduno e la benedizione delle automobili e, in generale, di tutti i veicoli a motore, sia istituzionali che di privati cittadini.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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