Roberto Busa
Roberto Busa, S.J. Presbitero | |
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P. Roberto Busa nel 2006. Sullo sfondo l'Index Thomisticus | |
Età alla morte | 97 anni |
Nascita | Vicenza 28 novembre 1913 |
Morte | Gallarate 9 agosto 2011 |
Ordinazione presbiterale | 30 maggio 1940 |
Roberto Busa (Vicenza, 28 novembre 1913; † Gallarate, 9 agosto 2011) è stato un prete informatico, linguista e filosofo italiano. È considerato l'inventore della linguistica informatica. Ha realizzato il monumentale Index Thomisticus.
Biografia
I genitori erano originari di Lusiana, sull'altopiano di Asiago, e più precisamente della contrada Busa. Il padre era capostazione. Secondo di cinque figli, durante la sua infanzia la famiglia si trasferì varie volte: Genova, Bolzano, Verona. Nel 1928 giunse a Belluno, e lì Roberto entrò in seminario, dove fu compagno di classe di Albino Luciani. Di modi molto spigliati, mentre i suoi compagni si preparavano leggeva al mattino le opere devozionali di Jean Croiset, gesuita francese del XVII secolo, e le commedie di Carlo Goldoni.
Nel 1933 entrò nella Compagnia di Gesù, e studiò filosofia (conseguì la laurea nel 1937) e teologia.
Venne ordinato presbitero il 30 maggio 1940, e nel 1946 si laureò in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana con una tesi su La terminologia tomistica dell'interiorità; la tesi venne pubblicata poco dopo per i tipi della Editrice Bocca di Milano (1949). Fu subito mandato alla Gregoriana per una libera docenza su San Tommaso d'Aquino.
Oltre all'italiano, parlava anche in latino, greco, ebraico, francese, inglese, spagnolo, tedesco.
Nel 1949 volle analizzare l'opera omnia di san Tommaso, consistente in nove milioni di parole[1]. Aveva già compilato a mano diecimila schede solo per inventariare la preposizione in, che egli giudicava portante dal punto di vista filosofico. Cercava, senza trovarlo, un modo per mettere in connessione i singoli frammenti del pensiero dell'Aquinate e per confrontarli con altre fonti.
Effettuando in quel tempo un viaggio negli Stati Uniti, chiese di essere ricevuto da Thomas Watson, fondatore dell'IBM, il colosso dell'informatica di allora. Il magnate lo ricevette nel suo ufficio di New York. P. Busa gli espose le sue inquietudini, ma Watson gli rispose: "Non è possibile far eseguire alle macchine quello che mi sta chiedendo. Lei pretende d'essere più americano di noi". Il gesuita allora estrasse dalla tasca un cartellino trovato su una scrivania, recante il motto della multinazionale coniato dal boss; recava la parola Think, "pensa", e la frase "Il difficile lo facciamo subito, l’impossibile richiede un po’ più di tempo". Lo restituì a Watson con un moto di delusione. Il presidente dell'IBM ribatté: "E va bene, padre. Ci proveremo. Ma a una condizione: mi prometta che lei non cambierà IBM, acronimo di International Business Machines, in International Busa Machines". Ciò portò alla nascita dell'ipertesto, insieme strutturato di informazioni unite fra loro da collegamenti dinamici consultabili sul computer con un colpo di mouse: Il termine hypertext fu coniato infatti da Ted Nelson nel 1965 per ipotizzare un sistema software in grado di memorizzare i percorsi compiuti da un lettore; ma, come questi ammise, l'idea risaliva a prima dell'invenzione del computer, e, come ha ben documentato Antonio Zoppetti, esperto di linguistica e informatica, chi davvero operò sull'ipertesto, con almeno quindici anni d'anticipo su Nelson, fu proprio il Busa.
Busa fu per lungo tempo docente alla Pontificia Università Gregoriana e all'Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché, dal 1995 al 2000, al Politecnico di Milano, dove teneva corsi di intelligenza artificiale e robotica. La sua ricerca gli valse l'istituzione del Roberto Busa Award, massima onorificenza del settore.
Morì alle ore 22 di martedì 9 agosto 2011 all'Aloisianum, l'istituto dei gesuiti di Gallarate (Varese), dove viveva dagli anni '60.
Opere
La sua opera principale è l'Index Thomisticus. Sancti Thomae Aquinatis operum omnium indices et concordantiae, pubblicata da Frommann Holzboog a Stoccarda negli anni 1974-1980: si tratta di cinquantasei volumi di circa mille pagine ciascuno, che contengono l’indicizzazione completa di tutte le occorrenze di ogni singola parola usata da san Tommaso nelle sue opere[2].
Le altre opere:
- Totius Latinitatis Lemmata, Istituto Lombardo, Accademia di Scienze e Lettere, Milano 1988
- Fondamenti di informatica linguistica, Vita e Pensiero, Milano 1987
- Inquisitiones lexicologicae in Indicem Thomisticum, Edizioni Cael, Gallarate-Milano 1994
- Il libro dei metodi, Edizioni Cael, Gallarate-Milano 1996
- Quodlibet. Briciole del mio mulino, Spirali, Milano 1999
- Dal computer agli angeli, Itaca, Castel Bolognese 2000
- Rovesciando Babele, ossia tornare alle radici di ogni lingua, Spirali, Milano 2006
Note | |
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Bibliografia | |
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