San Zeno

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San Zeno
Vescovo
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Ambito veronese, San Zeno in cattedra (prima metà del XIV secolo), affresco; Verona, Basilica di San Zeno Maggiore
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Mauretania
300
Morte Verona
12 aprile 371
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 12 aprile
Altre ricorrenze 21 maggio (Diocesi di Verona)
Santuario principale Basilica di San Zeno Maggiore (Verona)
Attributi Baculo pastorale, mitria, pesce, strumenti per la pesca
Devozioni particolari Invocato contro le inondazioni e per far parlare e camminare i bambini
Patrono di Verona, pescatori
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 12 aprile, n. 3:
« A Verona, san Zeno, vescovo, dalle cui fatiche e dalla cui predicazione la città fu condotta al battesimo di Cristo. »

San Zeno, o Zenone (Mauretania, 300; † Verona, 12 aprile 371), è stato un vescovo latino. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, fu l'ottavo vescovo di Verona[1].

Biografia

Statua di San Zeno; Verona, Basilica di San Zeno Maggiore

Fonti

La maggior parte della sua vita è avvolta nella leggenda, ma pare fosse originario della Mauretania o che, comunque, fosse scuro di pelle: per questo vi si fa spesso ancora riferimento come a "il Vescovo Moro". Fu vescovo di Verona dal 362 al 371 o 372 o 380, anno della sua morte.

Entrò nel martirologio della Chiesa Romana come martire dell'epoca di Gallieno.

Probabilmente fu a capo della Chiesa di Verona tra il 362 e il 380. Verona gli ha dedicato la basilica di san Zeno, ma da lui prendono il nome anche una trentina di altre chiese e cappelle.

Nella basilica veronese, in zona absidale, spicca una sua grande statua portante le insegne episcopali.

Il suo volto con un'iscrizione dedicatoria è ritratto su antiche monete in uso a quel tempo.

La translazione del corpo fu commemorata il 21 maggio e il 6 dicembre.

Il De viris illustribus di San Girolamo e San Gennadio non menziona Zeno, ma sant'Ambrogio[2] ne parla come di un episcopus sanctae memoriae ("vescovo ricordato come santo"), e san Gregorio Magno[3] narra il miracolo avvenuto nella chiesa di san Zeno.

Mabillone[4] pubblicò un poema anonimo, De landibus Veronae, tratto dagli scritti di Raterio, vescovo di Verona († 974), rinvenuto nell'abbazia di Lobbes in Belgio[5], nella cui lista di vescovi veronesi Zenone figura all'ottavo posto.

Nel Monastero di Classe a Ravenna è stato trovato una pianeta (casula diptycha) recante i nomi e le icone di trentacinque vescovi veronesi sul fronte e sul retro: san Zeno è tra questi. Questo elenco fu accettato da Gams nella sue Series episcoparum[6].

Che san Zeno fosse anche autore di scritti si seppe solo nel 1508, quando due domenicani, Alberto Castellano e Giacomo di Leuco, curarono l'edizione veneziana di 105 sermoni trovati nella libreria episcopale cinquant'anni prima.

Nel 1739 i fratelli Ballerini pubblicarono il S. Zenonis episcopi Veronae sermones con dei complessi prolegomeni. Da essi sembra che san Zeno fosse originario dell'Africa ed ottavo vescovo di Verona (362-380), noto per la sua eloquenza nonché implacabile campione del Cristianesimo nelle dispute contro i pagani e nell'affermazione dell'ortodossia contro gli ariani.

Vi furono molte controversie riguardo san Zeno: una sul dubbio se al suo tempo fossero insediati nella diocesi due vescovi invece di uno solo, un altra sull'attribuzione dei sermoni. Discordanti le opinioni di diversi autori, tra i quali Sisto di Siena, Baronio, Ughelli, Dupin, Tillemont, Fabrizio. Dei 105 sermoni dapprima attribuitigli, dodici furono in seguito esclusi e attribuiti ad altri autori. Di quelli attribuiti al Santo, i maggiori per lunghezza sono 16, gli altri bozze o forse frammenti di originali andati perduti. Tutti contengono informazioni preziose sulla dottrina, la liturgia e la pratica cattolica del tempo; gli argomenti trattati sono: Dio, la creazione, la Beata Vergine, le Sacre Scritture, la Chiesa, i Sacramenti, e altri argomenti importanti, con ammonizioni contro i vizi del tempo. È anche noto il paragone che fece tra la vita di Giobbe e quella di Cristo.

Le fonti testimoniano che visse in austerità e semplicità, tanto che pescava egli stesso nell'Adige il pesce per il proprio pasto. Per questo è considerato protettore dei pescatori d'acqua dolce.

Era comunque persona colta ed erudita, formatosi alla scuola di retorica africana, i cui maggiori esponenti furono Apuleio di Madaura, Tertulliano, Cipriano e Lattanzio.

I miracoli

I miracoli che le leggende devozionali raccontano sono parecchi:

  • Uno riguarda una scommessa che san Zeno avrebbe fatto col Diavolo: con la vittoria in una partita a palla, giocata con la punta di una montagna, avrebbe ottenuto, come da scommessa, un battesimale in porfido (visibile all'entrata della chiesa) che il terribile rivale sarebbe stato costretto a portare sulle spalle fin da Roma.
  • Un altro narra di come san Zeno avrebbe guarito la figlia indemoniata del magistrato Gallieno di Rezia (da non confondere con l'imperatore omonimo), ricevendo in dono una preziosa corona.
  • La leggenda più straordinaria è riferita da papa Gregorio I ("Gregorio Magno"), e narra di un improvviso straripamento delle acque dell'Adige, che sommerse tutta la città fino ai tetti delle chiese, al tempo del re Longobardo Autari. Le acque arrivarono alla cattedrale dove il re aveva appena sposata la bella principessa Teodolinda, precisa il monaco Coronato, ma si sarebbe arrestata improvvisamente, in sospensione, sulla porta, tanto da poter essere bevuta, ma senza potere invadere l'interno. Ciò avrebbe determinato la salvezza dei veronesi, che, pur non potendo uscire, poterono resistere finché la piena non calò.Questo miracolo di San Zeno si diffuse; e i pistoiesi ogni anno invasi dalle acque del fiume Ombrone, attribuirono il miracolo a san Zeno elevandolo a patrono della loro cattedrale, quando le acque del fiume si aprirono un varco riversandosi nell'Arno.

Il culto

La sua festa è fissata nel martirologio al 12 aprile, ma la diocesi di Verona lo celebra il 21 maggio, giorno della traslazione del corpo, fatta dai santi Benigno e Caro, dalla temporanea sepoltura nella Cattedrale alla zona dell'attuale Basilica; ciò avvenne nell'807.

San Zenone è anche patrono di Lugagnano Val d'Arda (provincia di Piacenza) e San Zenone degli Ezzelini (provincia di Treviso), che lo celebrano il 9 dicembre, giorno della sua ordinazione.

A Verona

A lui i devoti veronesi dedicarono la loro basilica, capolavoro dell'arte romanica: sulle formelle in bronzo del portale, sui bassorilievi in pietra a sinistra e a destra della porta e in alto sul protiro è raffigurata la vita di San Zeno con i suoi miracoli.

Nel dipinto in alto san Zeno compare tra i milites (i cavalieri, a destra) e i pedites (fanti, a sinistra), simboli dell'aristocrazia e del popolo riuniti nella fede cristiana.

Zeno è anche ritratto in una grande statua di marmo policromo, sorridente e benedicente, e con il tipico pesciolino appeso al filo che pende dal pastorale, nell'absidiola a sinistra del presbiterio; è la statua di San Zen che ride, a cui tutti i veronesi sono molto affezionati.

Culto in provincia di Verona

Secondo la leggenda medioevale il vescovo di Verona nel IV secolo si recò nel pagus ("villaggio") a evangelizzare le comunità, e in alcune villae lasciò dei sacelli cristiani che diventarono importanti chiese romaniche: ciò avvenne a San Zeno, sul Menago, tra Asparetto e Cerea, dove il sacello venne poi trasformato nell'attuale chiesa romanica; in altre villae come quella di Minerva convertì gli abitanti al nuovo culto, e questi trasformarono il tempio nell'attuale pieve di San Zeno a San Zenone, mentre gli irriducibili fedeli alla Dea si trasferirono a due km più a Ovest dove fondarono l'attuale comune di Minerbe.

Nel 1923, durante i lavori di ampliamento che rivoluzionarono l'orientamento dell'antica pieve da Est-Ovest, girando la facciata a Est dell'attuale chiesa parrocchiale di San Zenone, emersero le fondamenta del tempio romano circolare e il pavimento musivo. L'allora parroco Don C. Balarotto segnalò il ritrovamento alla Sovrintendenza e consegnò al Museo Archeologico di Verona delle anfore romane che emersero dagli scavi.

San Zeno è il patrono del Comune di San Zeno di Montagna, situato a balcone sul Lago di Garda. A San Zeno Vescovo è dedicata l'artistica chiesa parrocchiale.

San Zeno è anche il patrono di Cerea, dove sono a lui dedicate l'antichissima chiesa romanica di San Zeno e la chiesa parrocchiale di San Zeno in Santa Maria Assunta.

San Zeno è inoltre il patrono della parrocchia di Fumane, dove è stata eretta a suo nome una chiesa, recentemente restaurata.

A San Zeno Vescovo è intitolata la parrocchia di Cellore.

Culto al di fuori della provincia di Verona

La dominazione veneta sulla città e provincia di Brescia ne hanno diffuso il culto, tanto che San Zeno (qui chiamato Zenone) è patrono in ben 17 parrocchie della diocesi, fra le quali spiccano San Zeno Naviglio e quella di Sale Marasino, situata sulla sponda bresciana del Lago d'Iseo.

Il culto del santo è presente anche in provincia di Milano, essendo compatrono della parrocchia centrale della città di Cassano d'Adda (diocesi di Cremona), dove il santo è venerato il 9 dicembre insieme all'Immacolata Concezione.

San Zeno è anche patrono della parrocchia di Bolbeno, piccolo paese delle Giudicarie in Trentino.

È anche venerato a Terni anche se con ogni probabilità si tratta di un personaggio religioso omonimo rispetto a quello di Verona.

Presente anche a Campione d'Italia dove la vecchia Chiesa barocca di San Zenone è stata sconsacrata e adibita a galleria civica. Terminata la costruzione della moderna e più capiente chiesa parrocchiale (inaugurata nel 1967) è stata sostituita dalla nuova Chiesa di San Zenone.

Nell'arte

Il santo viene rappresentato in abiti vescovili con mitria e baculo pastorale con uno o due pesci, o l'occorrente per la pesca.

Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che lo raffigurano, si ricorda:

Predecessore: Vescovo di Verona Successore: Bishopcoa.png
San Cricino 362 - 380 Lucio I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
San Cricino {{{data}}} Lucio
Note
  1. Diocesi di Verona
  2. Ep. V.
  3. Dial., III, 19.
  4. Vetera analecta, Parigi, 1675.
  5. PL, XI, 154, 225.
  6. Bigelmair, p. 27.
Bibliografia
  • Rosa Giorgi, Santi, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, p. 371 ISBN 9788843596744
  • G. P. Marchi, A. Orlando, M. Brenzoni, Il culto di San Zeno nel veronese, Banca Popolare di Verona, Verona, 1972
Voci correlate
Collegamenti esterni