Santa Maria di Gesù Crocifisso

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Santa Maria di Gesù Crocifisso, O.C.D.
Religiosa
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al secolo Mirjam Baouardy
battezzata
Santa
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 32 anni
Nascita Abellin
5 gennaio 1846
Morte Betlemme
26 agosto 1878
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa 21 novembre, 1871 [[]]
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 13 novembre 1983, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione 17 maggio 2015, da Francesco
Ricorrenza 26 agosto
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 26 agosto, n. 9:
« Nella città di Betlemme in Terra Santa, beata Maria di Gesù Crocifisso (Maria) Baouardy, vergine dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, che, ricca di mistici doni, unì la vita contemplativa a una straordinaria carità. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Santa Maria di Gesù Crocifisso, al secolo Mirjam Baouardy (Abellin, 5 gennaio 1846; † Betlemme, 26 agosto 1878) è stata una religiosa e mistica palestinese.

Biografia

Nacque ad Abellin (Cheffa-Amar), tra Nazaret e Haifa, il 5 gennaio 1846, da Georg Baouardy e Mariam Chahyn lavoratori di rito greco-melchita cattolico. I genitori, dopo aver perso dodici figli in tenera età, fecero a piedi un pellegrinaggio di 170 km fino alla grotta di Betlemme, per chiedere a Gesù Bambino il dono d'una figlia alla quale avrebbero dato il nome della Vergine. E così al battesimo, insieme al quale secondo il rito orientale ricevette anche la cresima, la piccola venne chiamata Mirjam.

A poco più di due anni, rimase orfana del padre e della madre, morti a distanza di pochi giorni. Adottata dello zio paterno insieme al fratello Boulos, nato dopo di lei, crebbe ben educata nella sua casa. Verso gli otto anni, ricevette la Prima Comunione, ottenuta dopo ripetute richieste. Nel 1854 lo zio si trasferì ad Alessandria di Egitto e portò con se la piccola Mirjam che non ricevette una educazione scolastica, solo più tardi imparò a leggere e scrivere stentatamente.

A dodici anni a sua insaputa, lo zio la fidanzò al fratello della moglie, un giovane del Cairo. Mirjam, saputolo, dichiarò apertamente di non volersi sposare. E poco prima delle nozze, manifestando chiaramente che aveva fatto un'altra scelta, si recise la capigliatura, esponendosi cosi a una vera tortura, fisica e morale, da parte degli zii. In questa situazione di sofferenza Mirjam si rivolse al fratello ancora a Nazareth. Questi, saputo del martirio che attraversava, l'invitò a passare all'Islam, la risposta della sorella fu:

« Sono figlia della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana. Con la grazia di Dio spero di perseverare sino alla morte nella mia religione, l'unica vera. »

La reazione fu un calcio violento, dopo il quale venne colpita gravemente alla gola con la scimitarra. Poi fu avvolta esanime in un lenzuolo e deposta in una stradina oscura. Quando Mirjam riprese vita, si trovava in una grotta, assistita da una religiosa vestita di azzurro, Mirjam ebbe la convinzione che fosse la Madonna e perciò celebrava sempre con solennità la festa della Natività della Beata Vergine in ricordo di quell'8 settembre.

Guarita con l'aiuto di un frate francescano, ancora tredicenne iniziò il lavoro di domestica presso alcune famiglie prima ad Alessandria poi a Gerusalemme dove, al Santo Sepolcro, emise il voto di castità perpetua. In seguito si trasferì sempre come inserviente a Beirut, questi cambiamenti furono anche dovuti al fatto che Mirjam era sempre pronta a lasciare la migliore famiglia per servirne un'altra che si trovava nella miseria, fino a farsi mendicante per essa.

Nel 1863 la famiglia Naggiar, presso la quale serviva a Beirut, si trasferì con la giovane serva dal Libano a Marsiglia in Francia. Qui Mirjam avvertì sempre di più la chiamata alla vita consacrata. Non essendo stata accolta dalle Figlie della Carità a motivo dell'intervento della sua padrona che non voleva perderla, nel 1865 riuscì a entrare quale postulante tra le suore di San Giuseppe dell'Apparizione, da dove venne dimessa nel 1867 a causa di alcuni fatti straordinari della sua vita spirituale, a motivo dei quali era giudicata più idonea alla vita contemplativa. Mirjam riteneva questi fatti straordinari di rapimenti e visioni come una malattia. Il 29 marzo 1867 si aggiunsero per la prima volta le stimmate.

11 14 giugno 1867 Mirjam entrò nel Carmelo di Pau (Bassi Pirenei) con Veronica della Passione, già sua maestra a San Giuseppe dell'Apparizione e il 27 luglio 1867 prese l'abito col nome di Maria di Gesù Crocifisso. Non sapendo né leggere, né scrivere, aveva sognato di essere conversa, volendo solo servire, ma fu deciso che fosse ammessa come corista e la obbligarono a imparare a leggere e a scrivere, però senza troppo successo. Perciò, nel 1871, poté ritornare conversa, assicurando che questo conveniva a lei.

Il 21 agosto 1870, fu inviata in India con altre carmelitane per la fondazione del primo Carmelo a Mangalore, ove lo stesso Vicario Apostolico divenne suo direttore spirituale e il 21 novembre 1871 fece la professione religiosa. Fu la prima professione di una carmelitana in India. Anche qui condusse la stessa vita di dedizione nel servizio più semplice e questo anche dal mercoledì sera al venerdì mattina, giorni in cui, dal 1871, le stimmate incominciavano a sanguinare piuttosto forte. Cercava di nascondere tutto, ma l'infermità, come essa la chiamava, ritenendola contagiosa, comprometteva l'agilità del suo lavoro.

In seguito ad alcune manifestazioni paranormali che sfuggivano a ogni spiegazione, lo stesso direttore spirituale la giudicò posseduta dal diavolo e perciò nel settembre 1872 dovette tornare al Carmelo di Pau in Francia, sua comunità d'origine. Fu per lei una prova di estrema obbedienza, Mirjam si inserì però con serenità e gioia nel servizio sul nuovo e vecchio, campo di lavoro.

Nello stesso anno 1872 confidò ai superiori che il Signore voleva un Carmelo a Betlemme, in Terra Santa, assicurandogli che sarebbe stato eretto nonostante tutte le varie difficoltà. Infatti, con la collaborazione generosa di Berta Dartigaux e con intervento diretto di Papa Pio IX, nell'agosto 1875 Mirjam, dopo una visita a Lourdes, salpò con altre otto consorelle per la Palestina. Il 6 settembre era a Gerusalemme e l'11 settembre giunse a Betlemme, ove fu fondato il primo monastero carmelitano costruito a forma di torre sulla Collina di Davide secondo un progetto ideato dalla stessa Mirjam che diresse anche i lavori di costruzione. Il monastero fu inaugurato il 24 settembre 1876 e il 21 novembre dello stesso anno le suore vi entrarono mentre era ancora in costruzione.

In quell'umile casa visse gli ultimi anni della sua esistenza, assorbita dall'amore di Dio. Qui la sua vita si svolse all'insegna dello straordinario: estasi, visioni, levitazioni, bilocazioni, stimmate, orrende vessazioni e forme ossessive.

Mirjam progettò anche la fondazione di un Carmelo a Nazareth, dove si recò nel 1878 per vedere il posto del futuro convento. In quell'occasione andò pellegrina pure ad Ain Karem, ad Emmaus, al monte Carmelo e ad Abellin, senza perdere il contatto con la presenza di Dio un solo istante. Così confidò a padre Etchécopar, dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Bétharram, la Congregazione che ottenne l'approvazione delle sue costituzioni dalla Santa Sede, con intervento decisivo della beata. I padri di Bétharram, fondati da san Michele Garicoïts, che Mirjam riuscì a portare in Terra Santa, riconoscono in lei la più insigne benefattrice. Infatti, umile e illetterata, seppe dare consigli e spiegazioni teologiche d'una chiarezza cristallina, frutto della comunione ininterrotta col Signore e di un dialogo continuo con lo Spirito Santo, di cui percepì in maniera straordinaria la missione di santificazione, di unità e di pace nella Chiesa, diventando messaggera della devozione verso di lui.

« È trascurata la devozione allo Spirito Santo.  »

In un'estasi disse:

« Per questo c'è l'errore, la divisione e mancano la pace e la luce»

Era lo Spirito Santo che dilatava il suo cuore ai confini della Chiesa, dandole una comunione mistica particolare, specialmente col suo Papa Pio IX, alla cui morte, il 7 febbraio 1878, partecipò in estasi, come partecipò in estasi al conclave dell'elezione di Papa Leone XIII.

Non è però lo straordinario che porta alla santità, ma l'umiltà:

« La santità non consiste nella preghiera, ne nelle visioni o rivelazioni, ne nell'arte del ben parlare, ne nei cilici o penitenze: e l'umiltà... L'umiltà e la pace e l'animaumile e serena e sempre felice. È l'orgoglio che porta il turbamento. »

Nell'agosto 1878, mentre portava due vasi d'acqua, cadde, fratturandosi gravemente un braccio. È finita mormorò. E infatti, nelle prime ore del 26 agosto, fu udita sospirare, col Salmo 41:

« Come il cervo anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio. »

E poi, verso le cinque, santamente morì nel nuovo Carmelo di Betlemme all'età di trentadue anni.

La sua tomba, meta di pellegrinaggio da parte di cristiani e musulmani, si trova nella chiesa del Carmelo di Betlemme.

Culto

Beatificata da san Giovanni Paolo II il 13 novembre 1983, è stata canonizzata da papa Francesco a Roma il 17 maggio 2015.

Nel calendario della Chiesa universale è ricordata il 26 agosto, mentre in quello dell'Ordine Carmelitano la sua memoria liturgica cade il 25 agosto.

Collegamenti esterni