Stola
La stola è un paramento liturgico usato da diaconi, presbiteri e vescovi. Al diacono e al presbitero vien consegnata nel rito di ordinazione.
In passato era detta anche "orario".
Sebbene il paramento sia lo stesso, viene diversamente portata:
- dai diaconi sulla spalla sinistra, a tracolla e annodata sotto il braccio destro;
- dai presbiteri e dai vescovi pendente dal collo[1];
Fattura
È una striscia di seta o altro tessuto lunga 200-250 cm. e larga 8-10 cm.
Le stole che prima della riforma liturgica si portavano sotto la pianeta avevano una croce in mezzo e in fondo a ciascun lembo[2], mentre quelle che si usavano sopra la cotta spesso erano più ornate e più ricche. I modelli recenti sono spesso molto semplici.
Per il colore segue le regole dei colori liturgici.
Storia
L'origine
L'origine della stola e del nome è ancora oscura[3] e proviene dal greco, più precisamente dalla denominazione usata in Gallia e derivata dal greco per designare non una veste femminile, ma una veste distintiva in senso scritturale (cfr. Ap 6,11; 7,9.14 ).
Il nome di orarium proviene dal latino os, "bocca", "volto".
- Quello dei diaconi, è fatto derivare dal Wilpert dalla "mappa" usata nel servire a tavola e portata sulla spalla sinistra; i diaconi erano ministri alla tavola eucaristica e agapica. I ministri dei sacrifici pagani come gli inservienti a tavola erano provvisti di una tale mappula. Essa diviene, mediante la contabulatio, una striscia o fascia.
- L'orario sacerdotale, un vero orario o sudario per proteggere il volto dal freddo nell'inverno e dal sudore nell'estate anch'essa passa dalla forma contabulata a quella d'una striscia.
Tutte queste spiegazioni ne lasciano però l'origine oscura, e si preferisce la derivazione del Duchesne[4] da un'insegna imperiale, come poi è stato sostenuto anche da Theodor Klauser[5].
In Oriente
La stola si trova in Oriente fin dal IV secolo[6] come insegna del clero di grado minore (Concilio di Laodicea). Il diacono porta la stola detta "orario" sulla spalla sinistra, visibile, cioè non sotto la veste superiore, e svolazzante; il sacerdote invece porta quella detta "epitrakelion" pendente dal collo; i gradi superiori portano il pallio.
Sia la stola che il pallio hanno la stessa origine: non sono di istituzione ecclesiastica, ma di privilegio imperiale; il pallio è fatto di lana, la stola di lino o seta.
In Occidente
In Occidente, fuori di Roma, in Spagna, la stola è propria dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi. I diaconi la portano sulla spalla sinistra pendente davanti e di dietro, sopra la dalmatica, sempre di colore bianco, in tela o lana; dal XII secolo a tracolla e a sciarpa, e dal XV del colore della dalmatica e sotto di essa. Nel rito ambrosiano è perdurato l'uso di portare la stola sopra la dalmatica.
I preti della Spagna portavano la stola attorno al collo come i vescovi, ma il Concilio di Praga (675) parla della stola incrociata sul petto; questo modo di portarla si introduce dappertutto dal XIV secolo, e venne prescritto per i presbiteri dal messale pianum.
In Gallia si trova la stola come insegna dei vescovi, detta "pallio" dallo pseudo Germano; la stola diaconale si portava sul camice; la stola sacerdotale è nell'XI secolo cosi propria dei preti che essi la portavano anche nei viaggi.
A Roma invece non era un'insegna speciale e la portavano anche i suddiaconi e gli accoliti sotto la pianeta; si diceva "orario", ed era più che altro un'insegna distintiva del clero dai laici.
Verso il X secolo, quando il suddiacono e l'accolito non portano più la pianeta, la stola diviene insegna propria del diacono, del presbitero e del vescovo. E da questo tempo l'uso e il significato della stola è uniforme nell'Occidente.
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|