San Papia di Gerapoli
San Papia di Gerapoli Vescovo | |
---|---|
Santo | |
Padre della Chiesa | |
Miniatura da manoscritto irlandese del VIII secolo | |
Età alla morte | circa 60 anni |
Nascita | Asia Minore 70 ca. |
Morte | Ierapoli dopo il 130 |
Consacrazione vescovile | I secolo |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Gerapoli di Frigia |
Venerato da | Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa |
Ricorrenza | 22 febbraio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 22 febbraio, n. 2:
|
San Papia di Gerapoli (Asia Minore, 70 ca.; † Ierapoli, dopo il 130) è stato un vescovo e teologo greco. Discepolo di Giovanni il Presbitero e amico di Policarpo fu vescovo di Ierapoli di Frigia detta anche Gerapoli o Hierapoli, nell'attuale Turchia. La Chiesa lo annovera tra i suoi Padri Apostolici.
Secondo la tradizione cristiana, Papia fu vescovo di Hierapolis Gerapoli o Ierapoli di Frigia (attuale Pamukkale, in Turchia) a pochi chilometri da Laodicea, in Frigia (Asia Minore - da non confondersi con Hierapolis Bambyce in Siria). È venerato come santo dalla Chiesa cattolica che ne celebra la festa il 22 febbraio.
Poco si conosce di questo vescovo delle origini della Chiesa. È ricordato per la sua poderosa opera in cinque libri, Esegesi delle parole del Signore, di cui sono arrivati fino a noi solo pochi frammenti, che provengono da varie fonti e traduzioni e che non da tutti sono ritenuti autentici:
- Il primo riferimento a Papia è riportato da Ireneo di Lione (fine II secolo), che fa risalire a Papia le parole che Gesù avrebbe detto circa la straordinaria fertilità della vite nel nuovo Regno.
- Eusebio di Cesarea (275 circa - 30 maggio 339), che lo riporta nella sua Storia della chiesa, non ne aveva una grande stima e lo cita come ideatore del pensiero millenarista: si tratta dell'idea che prima del Giudizio Universale vi sarebbero stati mille anni di Paradiso in terra, senza più dolore per l'umanità. Forse, secondo moderni critici, confondendolo con un omonimo autore ebreo.
Papia fornisce nella sua opera informazioni sugli evangelisti Marco e Matteo.
Da quanto riportato nella Storia Ecclesiastica (3.39.3-4) di Eusebio, Papia così si esprimeva:
« | [3]Non esiterò ad aggiungere alle mie interpretazioni anche ciò che sono venuto a sapere un tempo dai presbiteri, e che ricordo bene, sicuro che hanno detto il vero. Perché io non mi sono divertito, come la maggior parte, ad ascoltare chi parla tanto, ma chi insegna il vero; non chi cita comandamenti di altri, ma chi nomina quelli dati alla fede dal Signore e provenienti dalla verità stessa.[4] E se da qualche parte veniva qualcuno che era stato seguace dei presbiteri, io lo interrogavo sulle loro parole, su ciò che dissero Andrea e Pietro e Filippo e Tommaso e Giacomo e Giovanni e Matteo e altri dei discepoli del Signore, e su ciò che ancora dicevano Aristione e il presbitero Giovanni, discepoli del Signore. Non credevo, infatti, che le notizie dei libri mi sarebbero state utili quanto quelle che mi venivano da una voce viva e ferma » |
Egli cercò di raccogliere, nella sua opera, quelle testimonianze che venivano direttamente da discepoli di Cristo e che oralmente erano state trasmesse ai loro successori in un momento in cui la Chiesa si lasciava alle spalle non solo la generazione di chi aveva direttamente conosciuto e seguito Gesù, ma anche quella degli immediati successori.
Fu amico e compagno di San Policarpo e discepolo di Giovanni il presbitero ed Aristione.
Collegamenti esterni | |
|