Deiparae Virginis Mariae

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Deiparae Virginis Mariae
Lettera enciclica di Pio XII
X di XL di questo papa
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Data 1º maggio 1946
(VIII di pontificato)
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Traduzione del titolo Maria Vergine Madre di Dio
Argomenti trattati proposta di definizione del dogma dell'Assunzione della Beata Vergine Maria.
Enciclica precedente Quemadmodum
Enciclica successiva Fulgens Radiatur

(IT) Testo integrale sul sito della Santa Sede.

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[..] Vi preghiamo caldamente a volerci informare quale sia la devozione del vostro clero e del vostro popolo - in proporzione della loro fede e della loro pietà - verso l'assunzione della beatissima Vergine Maria. In particolare desideriamo ardentemente di sapere se voi, venerabili fratelli, nella vostra dottrina e prudenza, riteniate che si possa proporre e definire come dogma di fede l'assunzione corporea della beatissima Vergine e se ciò sia desiderato anche dal vostro clero e dal vostro popolo.
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(dal corpo dell'enciclica)

Deiparae Virginis Mariae ("Della Vergine Maria Madre di Dio"[1]) è il titolo latino della decima Enciclica di papa Pio XII, pubblicata il 1º maggio 1946.

Con essa il pontefice promosse un'ampia consultazione, interpellando i Vescovi e, tramite loro, il clero e il popolo di Dio, sulla possibilità e l'opportunità di definire l'assunzione corporea di Maria come dogma di fede[2].

Genesi

Verso la metà del XVII secolo si incominciò a chiedere alla Santa Sede la definizione dogmatica dell'assunzione[3]. Nel 1849, il cardinal Engelbert Sterckx, arcivescovo di Malines e mons. Gregorio Sánchez Rubio, vescovo di Osma in Spagna, rispondendo all'enciclica Ubi Primum in cui Pio IX aveva chiesto il parere dell'episcopato sulla definibilità dell'Immacolata Concezione, esprimevano anche il voto per la definizione del dogma dell'Assunzione; rimasero però voti isolati.

Nel 1863 la regina Isabella di Spagna, stimolata dal Beato Antonio Maria Claret, pregò Pio IX di voler "pubblicare come dogma" anche il mistero dell'Assunzione. Da allora in poi sorse un vero movimento in favore della definizione e crebbe sempre più, accompagnato da molti studi sulla definibilità del singolare privilegio di Maria.

Quando Pio XII giunse a pubblicare l'enciclica Deiparae Virginis Mariae erano giunte a lui le richieste di 113 cardinali, 2523 patriarchi, arcivescovi e vescovi, 82.000 presbiteri e oltre otto milioni di fedeli[3].

Contenuto

Il Papa Pio XII, autore dell'enciclica

Il Santo Padre inizia ricordando che è sempre esistito tra il popolo cristiano il culto della Beata Vergine Maria, Madre di Dio, con amore e devozione sempre crescenti; tanto che sono pervenute alla Santa Sede numerosissime istanze, da parte del Clero e dei fedeli, perché "sia definita e proclamata, come dogma di fede, l'Assunzione corporea della Beata Vergine Maria in Cielo". Tali richieste, sparse negli anni dal 1849 al 1940, sono state raccolte in due volumi e stampate. La stessa richiesta, ricorda il Papa, venne fatta dai padri del Concilio Vaticano I (1868-1870).

Il papa afferma che egli stesso si chiese, fin dall'inizio del suo pontificato, "se fosse lecito, conveniente e utile incoraggiare, con la Nostra autorità, le suddette istanze"; chiese "insistenti preghiere a Dio" di manifestargli la sua volontà al riguardo.

Il Pontefice chiede quindi a tutto il Clero di unirsi alla sua preghiera e di comunicargli quanto più sollecitamente possibile la situazione della devozione del popolo alla Beata Vergine Maria; domanda quindi in maniera più esplicita che gli si comunichi se "riteniate che si possa proporre e definire come dogma di fede l'assunzione corporea della beatissima Vergine e se ciò sia desiderato anche dal vostro clero e dal vostro popolo". In ciò il papa segue il metodo usato da Pio IX quando si trattava di definire il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria.

La risposta all'enciclica

Il riscontro ricevuto all'enciclica fu ampiamente positivo: solo sei risposte su 1181 manifestavano qualche riserva sul carattere rivelato della verità dell'assunzione di Maria[2].

Di tale risposta al documento parla lo stesso Pio XII nella Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus (1º novembre 1950) con cui proclamò la definizione del dogma dell'Assunzione di Maria:

« Ma poiché si trattava di cosa di tanta importanza e gravità, ritenemmo opportuno chiedere direttamente e in forma ufficiale a tutti i venerabili fratelli nell'episcopato che Ci esprimessero apertamente il loro pensiero. Perciò il 1º maggio 1946 indirizzammo loro la lettera enciclica Deiparae Virginis Mariae, in cui chiedevamo: "Se voi, venerabili fratelli, nella vostra esimia sapienza e prudenza ritenete che l'assunzione corporea della beatissima Vergine si possa proporre e definire come dogma di fede e se col vostro clero e il vostro popolo lo desiderate".

E coloro che "lo Spirito Santo ha costituito vescovi per pascere la chiesa di Dio" (At 20,28 ) hanno dato all'una e all'altra domanda una risposta pressoché unanimemente affermativa. Questo "singolare consenso, dell'episcopato cattolico e dei fedeli"[4], nel ritenere definibile, come dogma di fede, l'assunzione corporea al cielo della Madre di Dio, presentandoci il concorde insegnamento del magistero ordinario della chiesa e la fede concorde del popolo cristiano [..]. »

Note
  1. La frase completa con cui inizia il documento è:
    « Poiché il popolo cristiano non ha mai cessato di invocare e di sperimentare l'aiuto della santissima Vergine Madre di Dio, così l'ha in ogni tempo venerata con cresciente devozione»
  2. 2,0 2,1 Giovanni Paolo II, Udienza generale di mercoledì 2 luglio 1997, n. 3.
  3. 3,0 3,1 Gabriele Maria Roschini, Assunzione, in Pio Paschini (a cura di), Enciclopedia Cattolica, Ente per l'Enciclopedia Cattolica e per il Libro Cattolico, Città del Vaticano, 12 voll., 1948-1954, vol. II, 1949, c. 202-203.
  4. Bolla Ineffabilis Deus: Acta Pii IX, pars I, vol. 1, p. 615; EE 2/app.
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 22 marzo 2012 da Don Paolo Benvenuto, baccelliere in Teologia.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.