Chiesa Cattolica in Tanzania
Anno | 2009 |
Cristiani | 30% |
Cattolici | 11 milioni |
Mussulmani sunniti | 35% (a Zanzibar il 99% sono musulmani) |
Animisti | 35% |
Popolazione | 49'639'138 (stime del Lug.2014[1]) |
Presidente della Conferenza Episcopale | Polycarp Pengo |
Nunzio apostolico | Francisco Montecillo Padilla |
Codice | TZ |
classifica |
La Chiesa Cattolica in Tanzania è parte dell'Universale Chiesa Cattolica universale, in comunione con il vescovo di Roma, il papa, riconosciuto come suprema guida spirituale.
Storia
La prima evangelizzazione cattolica in Tanzania è stata operata dai missionari agostiniani portoghesi arrivati con Vasco da Gama nel 1499 a Zanzibar. Qui fondarono un convento limitandosi però all'assistenza religiosa dei cristiani europei. La missione non durò a lungo a causa dell'opposizione araba musulmana e terminò nel 1698 con la conquista dell'isola da parte degli arabi dell'Oman.
La seconda evangelizzazione ebbe più successo e fu lanciata da tre congregazioni religiose: i Padri dello Spirito Santo, i Padri Bianchi e i monaci benedettini.
I Padri dello Spirito Santo, sotto la guida di padre Antoine Horner, sono stati i primi ad arrivare a Zanzibar nel 1863, e poi si diressero nella Tanzania continentale, a Bagamoyo, dove nel 1868 aprirono villaggi di schiavi liberati dagli inglesi dalle mani degli schiavisti arabi. Gli Spiritani si spinsero, nella loro opera di evangelizzazione, a nord fino alle pendici del monte Kilimanjaro. Nel 1862 è eretta la prefettura apostolica di Zanzibar.
I Missionari d'Africa (Padri Bianchi), guidati da padre Livinhac, arrivarono nel 1878 in due gruppi distinti: uno si diresse verso il lago Tanganica e l'altro verso le rive del lago Vittoria. La missione dei grandi laghi portò all'evangelizzazione di tutto l'occidente della Tanzania insieme con i paesi limitrofi di Ruanda, Burundi, Uganda e Congo orientale. Nel 1887 è eretta la prefettura apostolica di Zanzibar Meridionale.
I monaci benedettini della congregazione di Sant'Ottilia sbarcarono a Dar es Salaam nel 1887. Da lì si diressero verso sud per evangelizzare la zona dal fiume Ruvuma fino al confine con il Mozambico. I loro due monasteri di Ndanda e Peramiho divennero centri di sviluppo e civiltà moderna nel sud della Tanzania.
Dopo la prima guerra mondiale altre congregazioni missionarie sono giunte nel Paese: i Cappuccini, i Missionari della Consolata, i Passionisti e i Pallottini; e più tardi i missionari di Maryknoll, dei Rosminiani e i Salvatoriani. A tutti Propaganda Fide ha assegnato un territorio da evangelizzare.
Nel 1953 fu istituita la gerarchia ecclesiastica in Tanzania con due sedi metropolitane a Dar es Salaam e Tabora.
Nel settembre 1990 la Chiesa cattolica del Paese ha ricevuto la visita apostolica di papa Giovanni Paolo II.
Organizzazione ecclesiastica
Nel 2010 la Chiesa cattolica è presente sul territorio con 5 sedi metropolitane e 28 diocesi suffraganee:
- l'arcidiocesi di Arusha, da cui dipendono le diocesi di: Mbulu, Moshi e Same;
- l'arcidiocesi di Dar-es-Salaam, da cui dipendono le diocesi di: Kondoa, Mahenge, Morogoro, Tanga e Tanga;
- l'Arcidiocesi di Dodoma;
- l'arcidiocesi di Mwanza, da cui dipendono le diocesi di: Bukoba, Bunda, Geita, Kayanga, Musoma, Rulenge-Ngara e Shinyanga;
- l'arcidiocesi di Songea, da cui dipendono le diocesi di: Iringa, Lindi, Mbeya, Mbinga, Mtwara, Njombe e Tunduru-Masasi;
- l'arcidiocesi di Tabora, da cui dipendono le diocesi di: Kahama, Kigoma, Mpanda, Singida e Sumbawanga.
Nunziatura apostolica
Per approfondire, vedi la voce Nunziatura apostolica in Tanzania |
La nunziatura apostolica in Tanzania è stata istituita l'11 aprile 1968 con il breve Quantum grata di papa Paolo VI.
Conferenza episcopale
L'episcopato locale è riunito nella Conferenza Episcopale della Tanzania (Tanzania Episcopal Conference, TEC). Fondata nel 1956, la Conferenza Episcopale è stata riconosciuta ufficialmente dal governo nel 1957. Essa comprende tutti i vescovi cattolici del Paese, ordinari, emeriti e ausiliari. La sua sede è nella capitale Dar es Salaam. Gli statuti della Conferenza sono stati approvati dalla Santa Sede l'8 gennaio 1980.
La TEC è membro della Association of Member Episcopal Conferences in Eastern Africa (AMECEA) e del Symposium of Episcopal Conferences of Africa and Madagascar (SECAM).
La TEC si compone dei seguenti organismi: l'Assemblea plenaria, il Consiglio permanente, la Segreteria generale, otto Dipartimenti, tre Unità, otto Commissioni. L'autorità e la responsabilità della gestione delle attività della TEC sono conferiti all'Assemblea Plenaria, composta da tutti i membri, che si riunisce una volta all'anno ed è presieduta dal Presidente della Conferenza. La gestione ordinaria della TEC è invece affidata al Consiglio Permanente, assistito dal Segretariato generale. Il Consiglio Permanente è formato dal Presidente della TEC e dal vescovo presidente dei Dipartimenti della TEC. Compiti della Segreteria generale è di organizzare il lavoro dell'Assemblea Plenaria, di attuarne le decisioni, di tenere i collegamenti fra le diocesi del Paese.
La TEC è poi composta di otto Dipartimenti (finanza, pastorale, salute, caritas, comunicazioni, apostolato dei laici, educazione e seminari, liturgia), tre Unità (tra cui quella incaricata dell'edilizia ecclesiastica) e otto Commissioni (Forze armate e carceri, Migranti, Teologia, Diritto canonico, Giustizia e Pace, Ecumenismo, Vita consacrata).
Elenco dei Presidenti:
- 1969-1970: Placidus Gervasius Nkalanga, vescovo di Bukoba
- 1970-1976: James Dominic Sangu, vescovo di Mbeya
- 1976-1982: Mario Epifanio Abdallah Mgulunde, vescovo di Iringa
- 1982-1988: Anthony Mayala, vescovo di Musoma
- 1988-1994: Josaphat Louis Lebulu, vescovo di Same
- 1994-2000: Justin Tetmu Samba, vescovo di Musoma
- 2000-2006: Severine Niwemugizi, vescovo di Rulenge-Ngara
- 2006-... - Juda Thadaeus Ruwa'ichi, Arcivescovo di Mwanza
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Collegamenti esterni | |
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