Chiesa di San Marcello al Corso (Roma)

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Chiesa di San Marcello al Corso
Roma Ch.S.MarcelloCorso.png
Roma, Chiesa di San Marcello al Corso
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza San Marcello, 5
00187 Roma (RM)
Telefono +39 06 6793910
Posta elettronica sanmarcelloalcorso@gmail.com
Sito web Sito ufficiale
Proprietà Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano)
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione rettoria
Dedicazione San Marcello I
Sigla Ordine qualificante O.S.M.
Sigla Ordine reggente O.S.M.
Fondatore papa Marcello I
Data fondazione IV secolo
Architetti Jacopo Sansovino
Antonio da Sangallo il Giovane
Giovanni Mangone
Nanni di Baccio Bigio
Annibale Lippi
Carlo Fontana (facciata)
Virginio Vespignani (restauro del XIX secolo)
Stile architettonico Rinascimentale, barocco
Inizio della costruzione IV secolo, fine
Completamento XVII secolo
Materiali travertino
Marcatura stemma di monsignor Carlo Antonio Boncompagni Cataldi
Coordinate geografiche
41°53′56″N 12°28′54″E / 41.89879, 12.48161 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa di S. Marcello
Chiesa di S. Marcello
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Chiesa di San Marcello al Corso è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, sulla piazza omonima che si apre lungo via del Corso, nel rione Trevi.

Storia

Dalle origini al Quattrocento

Il primo cenno storico della sua esistenza risale al 29 dicembre 418, dopo la morte di papa Zosimo (417-418), in una lettera con la quale il prefetto di Roma, Simmaco, informava l'imperatore Onorio (384-423) della contemporanea elezione, avvenuta il giorno prima, di papa Bonifacio I (418-422), nella chiesa di Marcello e dell'antipapa Eulalio (†423), nella basilica lateranense. Il fondatore del titulus fu, secondo il Liber Pontificalis e la Passio Marcelli, papa Marcello I (308-309), perseguitato da Massenzio (278-312) e condannato a compiere i lavori più umili nelle stalle del catabulum (ossia, la sede del servizio postale dell'Impero romano) fino alla morte avvenuta per sfinimento.

La chiesa, caduta in rovina, fu riedificata una prima volta alla fine dell'VIII secolo da papa Adriano I (772-795).

Nel IX secolo vi furono traslate le spoglie di san Marcello I dalla Catacomba di Priscilla e, tumulate sotto l'altare maggiore, dove ancora oggi sono collocate.

Completamente ricostruita una seconda volta nel XII secolo: l'edificio, a pianta basilicale, aveva però un orientamento opposto a quello attuale, con l'ingresso a oriente (verso il Quirinale) tramite un atrio a quadriportico e l'abside a occidente sulla via Lata (l'attuale via del Corso).[1]

Nel XIV secolo fu teatro di due importanti avvenimenti storici: il primo, risalente al 1323, quando fu affissa sulla porta della chiesa la sentenza di papa Giovanni XXII (1316-1334) contro Lodovico il Bavaro (1282-1347); il secondo, l'8 ottobre 1354, quando sulla piazza antistante rimase appeso per due giorni e due notti il corpo di Cola di Rienzo (1313-1354), trucidato dalla folla.

Nel 1369 papa Urbano V (1362-1370) la affidò all'Ordine dei Servi di Maria che tuttora la officiano.

Dal Cinquecento a oggi

Nella notte tra il 22 e il 23 maggio 1519, la chiesa fu quasi completamente distrutta da un incendio; nel rogo si salvò miracolosamente il solo Crocifisso ligneo del XIV secolo, collocato sull'altare maggiore, che da quel momento divenne, ed è tuttora, oggetto di grande venerazione.[2] L'8 ottobre dello stesso anno papa Leone X (1513-1521) ne ordinò la riedificazione affidandone i lavori a Jacopo Sansovino (1486-1570): fu in questa occasione che l'orientamento venne capovolto e la chiesa assunse l'assetto attuale. Nel 1527 la direzione dei lavori passò ad Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546) e successivamente a Giovanni Mangone (fine XV secolo - 1543), a Nanni di Baccio Bigio (†1568) e a suo figlio Annibale Lippi (seconda metà del XVI secolo); completata nel 1592, ebbe aggiunta da Carlo Fontana (1638-1714) la facciata costruita tra il 1682 e il 1686, mentre l'apparato decorativo interno fu completato solo nel XVIII secolo.

La chiesa, tra il 1861 il 1867, fu sottoposta a un importante restauro diretto da Virginio Vespignani, durante il quale furono rifatti l'altare maggiore e la decorazione dell'abside, venne ridipinto il soffitto a cassettoni lignei del 1592-1597 ed eliminati molti ornamenti, sostituiti da dipinti di Siverio Capparoni e Giovanni Battista Polenzani; un ulteriore restauro si ebbe nel 1923. Nel 1873, la chiesa fu espropriata e incamerata dal demanio[3]del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).

La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Santi Dodici Apostoli.

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di San Marcello, istituito da papa Marcello I nel 304: l'attuale titolare è il cardinale Giuseppe Betori.

Descrizione

Esterno

La facciata, costruita nel 1681-1687 da Carlo Fontana, ad andamento leggermente concavo, interamente in travertino, è suddivisa in due ordini: l'inferiore, partito da sei colonne corinzie al centro e due paraste corinzie laterali, presenta un portale, sormontato da un timpano semicircolare spezzato in mezzo al quale si trova un'edicola vuota, che avrebbe dovuto contenere un bassorilievo; il superiore, scandito da quattro lesene corinzie al centro e due colonne corinzie laterali, è raccordato ai fianchi da fasci di palme che sostituiscono le rinascimentali volute e termina con un timpano triangolare con al centro lo stemma di monsignor Carlo Antonio Boncompagni Cataldi, finanziatore della facciata. L'apparato plastico-decorativo è completato da alcune pregevoli sculture raffiguranti:

Interno

Chiesa di San Marcello al Corso (interno)

La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), si presenta a navata unica con cinque cappelle per lato, aperte da arcate a tutto sesto tra paraste corinzie sorreggenti il cornicione sopra il quale sono altrettante finestre rettangolari, che danno luce all'ampia aula liturgica. Nella navata, inoltre, coperta da uno splendido soffitto a lacunari lignei realizzato nel 1592-1594 su disegno di Carlo Lambardi su commissione di monsignor Giulio Vitelli, si nota:

Lato sinistro

Lungo il lato sinistro si aprono cinque pregevoli cappelle:

Ambito romano, Gesù Cristo crocifisso (XV secolo), legno intagliato

Presbiterio e abside

Nel presbiterio absidato sono conservati:

Lato destro

Lungo il lato destro si aprono cinque pregevoli cappelle:

Controfacciata

La controfacciata presenta di particolare interesse storico-artistico:

Note
  1. Con il termine Via Lata si indica quel tratto della via Flaminia che in Roma andava dalla Porta Fontinalis delle Mura serviane, alla Porta Flaminia delle Mura aureliane, nome attestato anche in alcune iscrizioni latine, che dal 1466 è nota come via del Corso.
  2. La circostanza portò a ritenere miracoloso l'accaduto e venne così fondata la Compagnia dei disciplinati intitolata al Santissimo Crocifisso, alla cui cura venne affidato. Tre anni dopo, nel 1522, la città fu colpita dalla peste, per questo l'allora cardinale titolare della chiesa, Guillén-Ramón de Vich y de Vallterra (1460-1525), organizzò una processione penitenziale che si protrasse per per ben sedici giorni, dal 4 al 20 agosto, con il santissimo Crocifisso portato a spalla attraverso tutti i rioni di Roma, fino alla Basilica di San Pietro. Partecipò tutto il popolo, di tutte le età e condizioni, oltre ai nobili e ai religiosi, che scalzi e con il capo cosparso di cenere gridavano misericordia. E dove passava, l'epidemia si fermava. La processione del Crocifisso continuò così a essere ripetuta per secoli, il Giovedì Santo, lungo l'itinerario che dalla Chiesa di San Marcello conduce a San Pietro. La Compagnia, divenuta Arciconfraternita, si è trasferita nel 1568 nel vicino Oratorio del SS. Crocifisso.[1]
  3. Legge 19 giugno 1873, n. 1402
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 05.01.2020
  5. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  6. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  7. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  8. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  9. SIbidem . URL consultato il 05.01.2020
  10. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  11. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  12. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  13. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  14. Il Papa prega per la fine della pandemia: Dio, non lasciarci in balia della tempesta su vaticannews.va. 27 marzo 2020. URL consultato il 07-04-2021
  15. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  16. Ibidem . URL consultato il 05.01.2020
  17. Ibidem . URL consultato il 06.01.2020
  18. Ibidem . URL consultato il 06.01.2020
  19. Ibidem . URL consultato il 06.01.2020
  20. Ibidem . URL consultato il 06.01.2020
Bibliografia
  • Laura Gigli, San Marcello al Corso, col. "Le chiese di Roma illustrate", Istituto Nazionale di Studi Romani-Palombi, Roma, 1996
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 83
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, p. 198, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, pp. 257-259, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 7 aprile 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.