Francesco Cennini de' Salamandri
Francesco Cennini de' Salamandri (Sarteano, 21 novembre 1566; † Roma, 2 ottobre 1645) è stato un patriarca e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Sarteano, borgo del dominio senese, il 21 novembre 1566. Era secondogenito di Curzio, di antica famiglia del luogo, e della moglie Iacoma Franceschi. La famiglia fu imparentato con altri porporati: Girolamo Bernerio, O.P., Scipione Cobelluzzi e Desiderio Scaglia, O.P..
Formazione e carriera ecclesiastica
Si addottorò in utroque iure nello Studio di Siena. Fu avviato alla carriera ecclesiastica e fu ordinato presbitero nel 1591. In quell'anno gli fu attribuito dal vescovo di Chiusi mons. Ludovico Martelli (Ch) il beneficio della parrocchia di san Vittoria fuori le mura di Sarteano. La nomina fu oppugnata dal camaldolese Anselmo Venturi, che vide accolte le proprie ragioni dal tribunale romano della Sacra Rota. Fu quindi chiamato da mons. Martelli presso di sé, nominandolo arciprete della cattedrale di Chiusi e vicario generale della diocesi.
Fu poi a Roma, al servizio del cardinale Girolamo Bernieri in qualità di uditore, compiendo al suo fianco un lungo e proficuo tirocinio negli affari di Curia, specialmente dopo l'elezione al pontificato, nel 1605, di Camillo Borghese, Paolo V, del quale il Bernieri fu un assiduo collaboratore.
Il giovane prelato si guadagnò l'apprezzamento del pontefice e del cardinale Scipione Borghese che nel 1611, alla morte del Bernieri, lo chiamò a far parte della propria famiglia.
Episcopato
morto nel 1612 l'uditore del cardinale, il vescovo di Amelia, Antonio Maria Franceschini (Ch), gli procurò il vescovato rimasto vacante con bolla pontificia del 1º ottobre 1612. Venti giorni dopo, assieme al vescovo di Ariano e futuro cardinale Ottavio Ridolfi, fu consacrato nella chiesa di san Biagio a Montecitorio, dal cardinale Giovanni Garzia Millini, coadiuvato da mons. Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna e da mons. Lorenzo Landi (Ch), vescovo di Fossombrone.
Non risiedette mai nella sua diocesi a causa dei suoi numerosi impegni presso la Curia Romana. Inviato presso la corte di Spagna come nunzio apostolico nel 1618, venne nominato patriarca titolare di Gerusalemme, mantenendo comunque la conduzione di Amelia.
Cardinalato
Molto apprezzato dai Borghese per la sua brillante missione in Spagna, nel concistoro dell'11 gennaio 1621, uno degli ultimi atti di quel pontificato, papa Paolo V lo creò cardinale. Alla morte di questi si mise in viaggio alla volta di Roma per partecipare al conclave, ma dovette far ritorno alla corte di Madrid avendo ricevuto lungo la strada la notizia della già avvenuta elezione al pontificato del cardinale Alessandro Ludovisi, Gregorio XV. Dal nuovo pontefice il Cennini ricevette l'incarico di illustrare le valutazioni e le direttive della Curia in merito agli avvenimenti politici che precipitavano drammaticamente verso un generale conflitto europeo e soprattutto senza destare sospetti di connivenza tra il papa e i nemici della Spagna, come caldamente raccomandava al nunzio il nuovo cardinal nipote Ludovico Ludovisi. Fu l'ultimo compito diplomatico del prelato alla corte madrilena: a Roma infatti era stato già deciso il suo richiamo e la sua sostituzione col patriarca di Alessandria Alessandro di Sangro.
Rientrato a Roma il 19 aprile 1621 ricevette il titolo di cardinale presbitero di San Marcello. Fu tutto quello che egli poté ottenere dal pontefice, evidente manifestazione dell'animosità del nuovo pontefice nei riguardi delle creature del suo predecessore.
Nel conclave del 1623 seguito alla morte di Gregorio XV, il partito dei cardinali di Paolo V che facevano capo a Scipione Borghese sembrò inizialmente dominare la situazione. La candidatura Cennini fu più volte proposta, ma infine i legami con Scipione Borghese finirono per nuocergli. La netta opposizione dei cardinali di Gregorio XV finì per rendere necessaria una soluzione di compromesso, alla quale finalmente accedette lo stesso Scipione Borghese, accettando la candidatura del cardinale Maffeo Barberini. Più tardi lo stesso Urbano VIII dichiarò di aver ritenuto assai probabile l'elezione del Cennini e di aver egli stesso votato per lui numerose volte.
Questi lo reintegrò subito in funzioni di governo adeguate alla sua esperienza e alla sua capacità. Il 2 ottobre 1623 fu trasferito al vescovato di Faenza e il 20 novembre successivo lo nominò legato di Ferrara. Gli furono pure affidate le trattative con il duca di Urbino, Francesco Maria Della Rovere, per il riconoscimento dei diritti dello Stato pontificio sul ducato nel caso che il duca stesso, come sembrava probabile, morisse senza eredi.
Governò su Ferrara senza particolari difficoltà sino al marzo 1627, allorché fu sostituito dal cardinale Giulio Sacchetti. Da allora il Cennini visse per circa tre lustri a Roma, impegnato nelle attività delle congregazioni, governando da lontano il suo vescovato di Faenza per mezzo di vicari, fino a che Urbano VIII, il 25 febbraio 1641, lo trasferì alla sede suburbicaria di Sabina.
Alla morte di Urbano VIII, nel lungo conclave che ne seguì, la candidatura del Cennini trovò inizialmente larghi consensi, ma la sua tarda età non lo favorì. Sembra che il Cennini, che raccolse sino a ventotto voti, fu sostenuto decisamente dal partito spagnolo ostile al cardinale Antonio Barberini, cardinale protettore di Francia. Fu proprio il delinearsi di un suo possibile successo a indurre Antonio Barberini, contro il mandato ricevuto dal Mazzarino e senza aver modo di informare il potente ministro, ad appoggiare la candidatura di Giovan Battista Pamphili, determinandone l'elezione.
Questi gli attribuì la carica, di cui egli stesso era stato titolare sino alla elezione al pontificato, di prefetto della Congregazione del Concilio e il Cennini, malgrado la sua tarda età, sorprese i suoi collaboratori e gli altri cardinali componenti della Congregazione con l'ancora grande capacità di lavoro. Pochi mesi prima della sua morte fu trasferito alla sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina, come competeva alla sua qualità di vicedecano del Collegio dei cardinali.
Morte
Morì a Roma il 2 ottobre 1645. Secondo il suo stesso desiderio, ultimo omaggio alla memoria del suo grande protettore, volle essere seppellito nella cappella Paolina della basilica romana di santa Maria Maggiore, ai piedi della tomba di Paolo V.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinal Giovanni Antonio Serbelloni
- Cardinal Carlo Borromeo
- Cardinal Gabriele Paleotti
- Cardinal Ludovico de Torres
- Cardinal Giovanni Garzia Mellini
- Cardinal Francesco Cennini de' Salamandri
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Amelia | Successore: | |
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Antonio Maria Franceschini (Ch) | 1º ottobre 1612 - 2 ottobre 1623 | Domenico Pichi (Ch) |
Predecessore: | Nunzio apostolico per la Spagna | Successore: | |
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Antonio Caetani juniore | 17 luglio 1618 - 2 aprile 1621 | Alessandro di Sangro |
Predecessore: | Patriarca titolare di Gerusalemme | Successore: | |
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Fabio Biondi | 17 dicembre 1618 - 2 ottobre 1645 | Diofebo Farnese (Ch) |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Marcello | Successore: | |
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François d'Escoubleau de Sourdis | 19 aprile 1621 - 25 febbraio 1641 | Pierdonato Cesi |
Predecessore: | Vescovo di Faenza Titolo personale di Patriarca |
Successore: | |
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Marco Antonio Gozzadini | 2 ottobre 1623 - 4 maggio 1643 | Carlo Rossetti |
Predecessore: | Legato pontificio di Ferrara | Successore: | |
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Giacomo Serra | 12 novembre 1623 - 5 aprile 1627 | Antonio Barberini, O.S.Io.Hieros. |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Sabina | Successore: | |
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Felice Centini O.F.M.Conv. | 25 febbraio 1641 - 6 marzo 1645 | Carlo di Ferdinando de' Medici |
Predecessore: | Prefetto della Sacra Congregazione del concilio | Successore: | |
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Giovanni Battista Pamphilj | gennaio settembre 1644 Appointed - 2 ottobre 1645 | Pier Luigi Carafa seniore) |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione delle Acque | Successore: | |
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Ottavio Bandini | 15 settembre 1644 - 2 ottobre 1645 | Flavio Chigi seniore |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | |
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Pier Paolo Crescenzi | 6 marzo - 2 ottobre 1645 | Giulio Roma |
Predecessore: | Sottodecano del Collegio cardinalizio | Successore: | |
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Pier Paolo Crescenzi | 6 marzo - 2 ottobre 1645 | Giulio Roma |
Bibliografia | |
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- Vescovi di Amelia
- Nunzi apostolici per la Spagna
- Patriarchi di Gerusalemme
- Cardinali presbiteri di San Marcello
- Vescovi di Faenza
- Legati pontifici di Ferrara
- Cardinali vescovi di Sabina-Poggio Mirteto
- Prefetti della Sacra Congregazione del concilio
- Prefetti della Congregazione delle acque
- Cardinali vescovi di Porto-Santa Rufina
- Decani del Collegio cardinalizio
- Presbiteri ordinati nel 1591
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Vescovi consacrati nel 1612
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- Concistoro 11 gennaio 1621
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