Ercole Consalvi
Ercole Consalvi (Roma, 8 giugno 1757; † Roma, 24 gennaio 1824) è stato un cardinale e politico italiano e mecenate.
Cenni biografici
Nacque a Roma l'8 giugno 1757, maggiore dei cinque figli di Mario Giuseppe Consalvi, marchese di Toscanella e la contessa Claudia Carandini di Modena. Il nonno di Ercole, di cognome Brunacci, era stato adottato dai marchesi Consalvi e la famiglia ne prese il nome.
Rimase orfano di padre a sei anni, fu affidato al cardinale Andrea Negroni, il quale lo inviò a Urbino a studiare grammatica, umanità e retorica nel collegio degli scolopi. Proseguì gli studi presso il seminario diocesano di Frascati, senza prendere gli ordini sacri.
Dotato di notevoli qualità personali, fece rapidamente carriera nella Curia Romana. Nell'agosto 1786 divenne ponente della Congregazione del Buon Governo, ossia relatore sulle richieste delle Comunità locali (città, terre e castelli) dello Stato della Chiesa. Nel 1793 divenne Cameriere segreto, l'anno successivo prese parte alle trattative tra Roma e l'Inghilterra. Giudice del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e uditore di Rota, nel 1797 fu incaricato degli affari militari.
Alla morte in esilio in Francia di Pio VI il 29 agosto 1799), Consalvi fu scelto quale pro-segretario del conclave che si aprì il 1º dicembre a Venezia nel monastero di San Giorgio Maggiore. Fu per sua iniziativa che il conclave veneziano uscì da una prolungata situazione di stallo. Questa era stata creata dall'opposizione della candidatura di Carlo Bellisomi, appoggiata da Romoaldo Braschi-Onesti, cardinale nipote del deceduto pontefice, alla candidatura Alessandro Mattei appoggiata dall'Austria[1] e sostenuta dal cardinale Leonardo Antonelli. In quell'occasione il Consalvi comprese che all'Antonelli occorreva concedere la soddisfazione di apparire lui il proponente del candidato di riserva del partito di Braschi, il romagnolo Barnaba Chiaramonti. In tal modo si pervenne, il 14 marzo 1800, all'elezione di Pio VII. Il giorno seguente il nuovo pontefice nominò Consalvi pro segretario di stato e rientrato a Roma, nel suo primo concistoro, tenuto l'11 agosto, lo elesse cardinale e segretario di stato.
Da allora il Consalvi, salvo un breve periodo, diresse e dominò la politica papale. Compresa la necessità di non mettersi contro i tempi, tentò subito alcune temperate riforme nell'amministrazione, che trovarono forti opposizioni tra i reazionari. Dopo lunghe e drammatiche trattative, concluse col Primo Console, ottenne il Concordato del 15 luglio 1801, nel quale si cercò un modus vivendi tra i principi nuovi della Rivoluzione e la tradizione romana.
Dopo il 1805 cadde in disgrazia dell'imperatore Bonaparte e il 17 giugno 1806 dovette abbandonare la segreteria di stato. Fu il capo e l'animatore dei cosiddetti "cardinali neri", che non vollero assistere nel 1810 alle nozze di Napoleone con Maria Luisa.[2] Mandato in esilio a Parigi, a Reims, a Mézières, il Consalvi fu di nuovo accanto a Pio VII per indurlo a sconfessare il pericoloso concordato di Fontainebleau.
Liberato nell'aprile del 1814, venne incaricato dal papa di trattare con le grandi potenze per la restituzione integrale degli stati romani. Accolto a Parigi e a Londra, fu a Vienna negoziatore abilissimo, riuscendo pienamente nel suo compito in mezzo a gravi difficoltà.
Nel 1814 tornò a dirigere la segreteria di stato e governò con fermezza il paese. È sua opera il motu proprio Quando per ammirabile disposizione del 6 luglio 1816, con il quale mirò a un riordinamento generale dell'amministrazione dello stato pontificio, ispirandosi a idee di tolleranza e di conciliazione, cercando di adattare ai tempi il restaurato governo pontificio. Ricondusse l'ordine e la sicurezza in Roma e nelle provincie; accolse nella capitale i napoleonidi; attuò una politica indipendente nei riguardi dell'Austria. Nel 1817 mutò titolo in quello di cardinale diacono di santa Maria ad Martyres. Consalvi non prese mai gli ordini maggiori.
La sua politica non piacque agli elementi più conservatori della Chiesa, che trionfarono alla morte di Pio VII il 20 agosto 1823, con l'elezione di papa Leone XII. Questi gli tolse la segreteria di stato a favore del conservatore Giulio Maria della Somaglia, nominandolo prefetto di Propaganda Fide. Ma ormai logoro e stanco, sopravvisse per poco al nuovo pontefice.
Morì a Roma il 24 gennaio 1824, fu sepolto nella chiesa romana di San Marcello al Corso.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Pro-Segretario di Stato di Sua Santità | Successore: | |
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Giuseppe Maria Doria Pamphilj (Segretario di Stato) |
15 marzo - 11 agosto 1800 | se stesso come Segretario di Stato |
Predecessore: | Cardinale diacono di Sant'Agata alla Suburra | Successore: | |
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Ludovico Flangini | 20 ottobre 1800 - 28 luglio 1817 | Agostino Rivarola |
Predecessore: | Cardinale Segretario di Stato di Sua Santità | Successore: | |
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se stesso come pro-Segretario di Stato | 11 agosto 1800 - 17 giugno 1806 | Filippo Casoni | I |
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Giulio Gabrielli il Giovane | 17 maggio 1814 - 20 agosto 1823 | Giulio Maria della Somaglia | II |
Predecessore: | Pro-Bibliotecario di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Francesco Saverio de Zelada (Bibliotecario) |
19 dicembre 1801 - 17 giugno 1806 | Luigi Valenti Gonzaga (Bibliotecario) |
Predecessore: | Pro-prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica | Successore: | |
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Leonardo Antonelli | 26 dicembre 1801 - 6 settembre 1805 | se stesso come prefetto |
Predecessore: | Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica | Successore: | |
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se stesso come pro-prefetto | 6 settembre 1805 - 10 maggio 1817 | Antonio Dugnani |
Predecessore: | Bibliotecario di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Luigi Valenti Gonzaga | 17 maggio 1814 - 20 settembre 1823 | Giulio Maria della Somaglia |
Predecessore: | Segretario dei Brevi Apostolici | Successore: | |
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Giulio Gabrielli il Giovane | 10 maggio 1817 - 24 gennaio 1824 | Giuseppe Albani |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria ad Martyres | Successore: | |
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Romoaldo Braschi-Onesti | 28 luglio 1817 - 24 gennaio 1824 | Stanislao Sanseverino |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Fabrizio Dionigi Ruffo | 20 febbraio 1820 - 8 gennaio 1821 | Giuseppe Albani |
Predecessore: | Pro-prefetto della Congregazione di Propaganda Fide | Successore: | |
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Francesco Luigi Fontana, B. | 23 marzo 1822 - 13 gennaio 1824 | se stesso come prefetto |
Predecessore: | Pro-prefetto della Congregazione sopra la Correzione dei Libri della Chiesa Orientale | Successore: | |
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Francesco Luigi Fontana, B. (prefetto) |
23 marzo 1822 - 13 gennaio 1824 | se stesso come prefetto |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione di Propaganda Fide | Successore: | |
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se stesso come pro-prefetto | 13 gennaio - 24 gennaio 1824 | Giulio Maria della Somaglia (pro-prefetto) |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione sopra la Correzione dei Libri della Chiesa Orientale | Successore: | |
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se stesso come pro-prefetto | 13 gennaio - 24 gennaio 1824 | Giulio Maria della Somaglia (pro-prefetto) |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Prefetti della Congregazione della Consulta
- Cardinali diaconi di Sant'Agata alla Suburra
- Bibliotecari di Santa Romana Chiesa
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- Segretari dei Brevi Apostolici
- Cardinali diaconi di Santa Maria ad Martyres
- Cardinali Camerlenghi
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- Prefetti della Congregazione sopra la correzione dei libri della Chiesa orientale
- Concistoro 11 agosto 1800
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