Chiesa di Dio Padre Misericordioso (Roma)

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Chiesa di Dio Padre Misericordioso
Chiesa dio padre misericordioso 01.jpg
Roma, Chiesa di Dio Padre Misericordioso (1998-2003)
Altre denominazioni Dives in Misericordia
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Largo Terzo Millennio, 8
00155 Roma (RM)
Telefono +39 06 2315833
Sito web Sito ufficiale
Proprietà Pontificia Opera per la Preservazione della Fede e la Provvista di nuove Chiese in Roma
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione parrocchiale
Dedicazione Dio Padre
Fondatore Ugo Poletti
Data fondazione 20 ottobre 1989
Architetto Richard Meier
Stile architettonico Postmoderno
Inizio della costruzione 1998
Completamento 2003
Data di consacrazione 26 ottobre 2003
Pianta basilicale
Materiali calcestruzzo armato, acciaio, vetro
Altezza Massima 26 m
Iscrizioni MISERICORDIARUM PATRI DICATUM / A.D. MMIII PONTIFICATUS XXV
Coordinate geografiche
41°52′57″N 12°35′08″E / 41.882414, 12.585449 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa di Dio Padre Misericordioso
Chiesa di Dio Padre Misericordioso
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Chiesa di Dio Padre Misericordioso, detta anche Dives in Misericordia, è un edificio di culto di Roma, situato nella periferia orientale della città, nel quartiere Alessandrino .

Storia

Dalla fondazione ad oggi

La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 20 ottobre 1989 con decreto del cardinale vicario Ugo Poletti (1914-1997), intitolata a san Silvestro papa e affidata al clero diocesano di Roma. Successivamente per volontà di papa Giovanni Paolo II (1978-2005) prese il nome dal titolo della sua seconda enciclica Dives in Misericordia del 30 novembre 1980, per questo con un ulteriore decreto del cardinale vicario Camillo Ruini (n. 1931) del 6 luglio 1996 la denominazione venne rettificata in Dio Padre Misericordioso.

Nell'ambito del programma "50 Chiese per Roma 2000" e in vista del Giubileo, la Diocesi di Roma bandì nel 1995 per l'area di Tor Tre Teste - compresa tra il Raccordo Anulare, la via Prenestina Vecchia e il quartiere Alessandrino - un concorso internazionale a inviti, che richiedeva l'elaborazione di un progetto di chiesa parrocchiale capace sia di esprimere la spiritualità del nuovo millennio, sia di immettere valore architettonico e urbano nell'edificato convenzionale del quartiere romano. Tra i sei progetti presentati da celebri architetti, di nazionalità e culti diversi (Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank Gehry e Richard Meier), fu scelto quello dello statunitense Richard Meier (n. 1934).

Il progetto vincitore propose un'interessante struttura, che riunisce spazio liturgico e spazio parrocchiale, pur distinguendoli attraverso le forme. Infatti, lo spazio sacro, che si trova sulla sinistra, è scandito da tre gusci bianchi, che proteggono la chiesa come tre vele gonfiate da un vento proveniente da nord. Al centro dell'edificio, un grande muro verticale divide l'aula liturgica dagli spazi dedicati alla parrocchia, questi ultimi dalle forme scavate e squadrate. Si tratta ancora una volta del simbolismo spesso usato dagli architetti per gli edifici sacri: porzioni di cerchio, che simboleggia il divino, si affiancano a forme squadrate, dove il quadrato richiama la dimensione umana. In questo caso, cerchio e quadrato non si fondono insieme, bensì il cerchio accoglie la chiesa e il quadrato gli ambienti parrocchiali.

Il 1° marzo 1998 iniziarono i lavori con la posa della prima pietra.

La chiesa fu solennemente consacrata il 26 ottobre 2003, in coincidenza con il 25º anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II.

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Dio Padre misericordioso, istituito da papa Giovanni Paolo II il 21 febbraio 2001: l'attuale titolare è il cardinale Crescenzio Sepe.

Descrizione

Esterno

Forma e prospetto

La forma della chiesa riprende l'idea di una barca - la "barca di Pietro" - che nella tradizione cristiana ha sempre rappresentato la Chiesa come "popolo di Dio" guidata dal Papa, quale successore di san Pietro.

Questa chiesa, nell'intenzione dell’architetto, doveva rappresentare la "barca della Chiesa" che solca i mari del Terzo millennio e, in maniera traslata, grazie alla sua posizione, la "barca della chiesa locale" (la parrocchia) che solca il quartiere. Le tre vele che sovrastano la navata e la cappella feriale simboleggiano la Trinità e la vela più grande vuole dare la sensazione della protezione di Dio sulla comunità cristiana. Infatti, pur essendo l'intera struttura coperta in modo consistente, sia verticalmente che orizzontalmente dai vetri, il sole non entra mai direttamente nell'edificio, tranne in un particolare momento del pomeriggio soprattutto in estate, quando, da una piccola finestra posta in alto alle spalle del presbiterio, la sua luce dall'esterno illumina il Crocifisso posto all'interno.

La chiesa ha uno schema volumetrico contraddistinto da tre gusci, dette "vele", in cemento bianco,[1] realizzati mediante l'assemblaggio di 365 conci prefabbricati, che, dal punto di vista architettonico, sono una costruzione del tutto innovativa. Si tratta, infatti, di strutture autoportanti, grazie ad una rete di cavi d'acciaio che collega al loro interno i pannelli prefabbricati che le compongono (detti "conci"), ciascuno del peso di 12 tonnellate.[2]

Sopra l'ingresso principale è posta l'iscrizione dedicatoria, a lettere metalliche a rilievo, nella quale si legge:

(LA) (IT)
« MISERICORDIARUM PATRI DICATUM / A.D. MMIII PONTIFICATUS XXV » « Dedicata a Dio Padre Misericordioso. Anno del Signore 2003, 25º di pontificato »

Campanile

Chiesa di Dio Padre Misericordioso (interno)

Sul lato destro della chiesa si eleva la torre campanaria, a pianta rettangolare, che ospita al suo interno le scale, nella quale sono inserite cinque campane fuse nella Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone, ciascuna caratterizzata da elementi locali e universali:

Sagrato

La chiesa è circondata da un grande sagrato pavimentato: nel disegno dell'architetto, esso doveva essere liberamente accessibile e aperto alla comunità circostante. Tuttavia, per volere della committenza, lo spazio è stato recintato e l'accesso regolato da cancelli, per problemi di sicurezza.

Interno

L'interno, a pianta basilicale, è scandito dalla successione dei lucernari in copertura, che si susseguono lungo l'asse longitudinale; ha sedute a battaglione e poli liturgici disposti su un'ampia area presbiterale.

La copertura e le ampie vetrate, in facciata e sul retro, inondano l'aula di luce naturale, che penetra anche attraverso la lunga fessura alla base della vela più esterna. Partecipando ad una liturgia si ha la sensazione di celebrare all'aperto direttamente al cospetto di Dio grazie al tetto della navata interamente vetrato e alle due facciate anteriore (est) e posteriore (ovest), anch'esse interamente vetrate.

Al di là della vetrata d'ingresso, una parete di cemento bianco delimita un'area destinata ad atrio e allo stesso tempo accoglie, quasi in sospensione, la cantoria e l'organo. La penitenzieria è situata in un volume che, sul lato sinistro, delimita la cappella feriale e dove è collocato il fonte battesimale.

Presbiterio

Ambito romano, Gesù Cristo crocifisso (XVII secolo), legno intagliato e cartapesta

Al centro dell'area presbiterale è collocato l'altare che nella sua forma riprende l'immagine della barca ed è posto ad occidente a differenza di quanto prevede in genere, o almeno prevedeva, la struttura del presbiterio. Questo perché nella simbologia cristiana il sole ha sempre indicato Gesù "luce del mondo" (Lc 2,32 ) e il posizionare l'altare ad oriente voleva mettere l'accento sul luogo dove Cristo viene ad essere presente (sorge) attraverso la celebrazione eucaristica, esattamente come ad oriente sorge il sole. Mentre in questa chiesa, ad oriente, è posta la facciata della navata, la prua della barca, per così dire, mentre l'altare si trova a "poppa" dove in genere si trova il motore di una nave. L'Eucarestia è il motore che muove la barca della Chiesa. All'interno dell'altare sono custodite le reliquie di alcuni santi: san Lorenzo, san Sebastiano, san Pio X, san Giovanni XXIII, san Cirillo, san Tommaso, sant'Agostino, santa Rita da Cascia, santa Faustina Kowalska, san Leopoldo Mandic, santa Maria Goretti e san Giovanni Bosco.

Il presbiterio è completato da una parete, trattata in forma scultorea, caratterizzata in alto da una finestra strombata e da una mensola su cui poggia una scultura raffigurante:

Controfacciata

Nella controfacciata, anche questa trattata in forma scultorea, è collocato sulla cantoria, sopra l'ingresso principale:

  • Organo a canne (2003), costruito dall'Organaria Romana e costituito da una consolle elettronica Viscount Vivace 90 con registri campionati, privo di cassa e con mostra composta da canne di principale. I registri reali sono nove, distribuiti sulla seconda e sulla terza tastiera della consolle elettronica.

Sacrestia

Alle spalle del presbiterio un volume rettangolare accoglie la sacrestia.

Note
  1. Il colore bianco, come affermato da Richard Meier:
    « Il più bello in assoluto, perché dentro di esso si possono vedere tutti i colori dell'arcobaleno. Il biancore del bianco non è mai solo bianco; è sempre trasformato almeno dalla luce e da ciò che sta cambiando; il cielo, le nuvole, il sole e la luna. »
    Il colore è qui preservato con l'impiego di un conglomerato speciale di polveri di marmo di Carrara e additivi di ossido di titanio, contribuisce ad accrescere le valenze simboliche dell'edificio, interpretate dal modo di diffondere la luce naturale all'interno dell'aula liturgica, poiché come sottolinea l'architetto:
    « La luce è il mezzo che ci permette di percepire e vivere ciò che noi chiamiamo sacro. La luce è all'origine di questo edificio. »
    La realizzazione di tre diverse porzioni di calotte sferiche: tre grandi vele gonfie di vento per una Chiesa che, come una nave, dovrà condurre l'umanità attraverso il Terzo millennio. Un'architettura, come la definisce, lo stesso Meier, che connette ciò che è tangibile con ciò che è intangibile.
  2. Il montaggio dei conci, diversi per misura e curvatura, tanto che ne sono stati prodotti 38 tipologie, ha richiesto per il posizionamento e l'impilaggio il progetto e la realizzazione di una macchina speciale scorrevole, detta "carroponte" alta 38 metri, poiché ogni pannello doveva essere accostato agli altri, fino ad un'altezza massima di 26 metri, con la precisione richiesta dal rispetto della geometria della vela e, con precisione assoluta, essere movimentato per permettere l'interconnessione delle barre, tornare alla posizione ideale e rimanere immobile durante le prime fasi di realizzazione del giunto, in una porzione di spazio predeterminato, evitando ogni oscillazione e movimento. Tutto ciò senza che sulla verticale del suo baricentro potesse essere agganciato un qualsiasi mezzo di sollevamento o di sostegno.
Bibliografia
  • Laura Borroni, Meier e la chiesa di Tor Tre Teste, in "AR, Bimestrale dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia", nº XXXVIII, marzo/aprile 2003, pp. 8-13 6-19
  • Antonella Falzetti, La chiesa Dio Padre Misericordioso. Roma, Clear, Roma, 2003
  • Claudia Lamberti, Anna Minelli, La chiesa «Dives in Misericordia» di Richard Meier: ideazione, realizzazione, significato, in "Bollettino degli Ingegneri", nº 3, 4 maggio 2006, pp. 3-10
  • Stefano Mavilio, Guida all'architettura sacra. Roma, 1945-2005, col. "Luoghi e architetture", Mondadori-Electa, Milano, 2006, pp. 116-117, ISBN 9788837041410
  • Franco Purini, Richard Meier. La Chiesa di Roma, in "Casabella", nº 715, ottobre 2005, pp. 6-19
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, p. 89, ISBN 9788854188358
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 29 maggio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.