Filippo Archinto

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Filippo Archinto
Arcivescovo
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battezzato
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Tiziano Vecellio, Filippo Archinto, arcivescovo di Milano, metà del XVI secolo, Metropolitan Museum of Art, New York, Stati Uniti.
Stefano Camaiti copia del XX secolo, Palazzo Vescovile di Sansepolcro
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 57 anni
Nascita Milano
3 luglio 1500
Morte Bergamo
21 giugno 1558
Sepoltura Duomo di Milano
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
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Filippo Archinto (Milano, 3 luglio 1500; † Bergamo, 21 giugno 1558) è stato un arcivescovo e nunzio apostolico italiano.

Biografia

Nascita

Filippo Archinto nacque a Milano il 3 luglio 1500 da Cristoforo[2] e da Maddalena Torriani. Ebbe quattro fratelli, Ne, Alessandro, Margherita e Giambattista[3]. Conseguì la laurea in utroque iure all'Università degli studi di Pavia nel 1529, dopo aver frequentato anche l'Università di Bologna e aver coltivato interessi in filosofia e astronomia.

Primi anni

Nel 1519 figurava tra i Dodici del Tribunale di provvisione[4] e poco dopo fu iscritto al Collegio dei Giureconsulti[5] svolgendo dal 1526 per alcuni anni la professione di avvocato per la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano[6].

Nel 1527 fu incaricato dal Senato milanese in una missione presso la corte di Valladolid[7] guadagnandosi così la fiducia del governo spagnolo che al suo ritorno a Milano lo ricompensò con la funzione di uditore generale del governatore Antonio de Leyva[8]. Tornò alla corte di Carlo V a Barcellona nell'aprile 1529. Il 22 febbraio 1530, nel ruolo di oratore alla cerimonia, presenziò all'incoronazione di Carlo V a re d'Italia per mano di Papa Clemente VII nella Basilica di San Petronio a Bologna.

A causa della sua simpatia per gli spagnoli fu bandito da Milano dal duca Francesco II Sforza[9]. Per intervento di Francesco Taverna[10], il provvedimento fu revocato con le concrete motivazioni finalizzate alla capacità dell'Archinto di mantenere ottimi contatti tra il duca e gli Spagnoli.

Nel 1526 venne nominato ambasciatore presso Roma per la stipula della lega di Cognac[11] contro Carlo V e nel 1528 fu ambasciatore ducale alla corte di Francia.

Nella Curia romana

Nel 1536 entrò formalmente nella Curia romana, acquistando un ufficio di scrittore delle lettere apostoliche. Il 23 novembre 1536 ricevette da papa Paolo III la tonsura, che lo costituiva giuridicamente nello stato clericale, pur non assumendo ufficialmente alcun impegno di natura religiosa, e Governatore della città di Roma. Ricevette, inoltre, l'onorificenza di Protonotario apostolico.

In considerazione alla sua competenza giuridica, dalla fine del 1539 al 1555, ebbe l'incarico di Referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia.

L'amicizia dell'Archinto con Paolo III era consolidata, come testimonia il fatto che fu lui, nel novembre 1538, a pronunciare il discorso ufficiale al matrimonio di Ottavio Farnese[12], nipote del papa, con Margherita d'Austria[13].

Ministero episcopale e incarichi ecclesiastici

Non si conosce la data della sua ordinazione presbiterale né quella della consacrazione episcopale. Molto probabilmente ricevette però quest'ultima prima della fine del 1545, dato che nel novembre dello stesso anno consacrò vescovo il nuovo tesoriere pontificio Berardino Elvino[14].

Il 19 marzo 1539 formalmente segnò per l'Archinto la fine del suo ruolo civile per passare a quello ecclesiastico, venendo nominato vescovo di San Sepolcro e Vicario della Santa Sede per il Plebanato sistino interrompendo, nello stesso tempo, il suo incarico di Governatore di Roma. Trascurò volutamente l'impegno pastorale della piccola diocesi toscana per proseguire i suoi impegni politici quando, nel 1540 papa Paolo III, lo mise al comando delle truppe pontificie inviate nel Ducato di Camerino per regolare le dispute sulla reggenza[15] e per riammettervi il nipote Ottavio Farnese[12] quale feudatario.

Ottenne anche notevoli benefici ecclesiastici come quello di deputato della Fabbrica di San Pietro e protettore dell'Università La Sapienza di Roma. Nel 1539 ricevette in commenda l'Abbazia di Vertemate (nella diocesi di Como) e l'abbazia di San Bartolomeo a Pavia.

Il 3 novembre 1542 assunse l'incarico di Vicarius generalis in spiritualibus succedendo al cardinale Pomponio Cesi[16].

Il 19 ottobre 1546 ottenne, rimanendo vicario, l'incarico vescovile alla Diocesi di Saluzzo nella quale fu ben poco attivo.

Partecipò attivamente al Concilio di Trento in qualità di vicario del Papa tra il 22 novembre 1546 e il 1548. Intervenne in qualità di esperto in Diritto canonico e come promotore della causa dei gesuiti, intervento che permise a Ignazio da Loyola di ottenere da Paolo III le prime concessioni a favore della Compagnia. Tenne anche una stretta corrispondenza col cardinal-nipote Farnese. Dopo il lungo periodo conciliare si trasferì a Bologna e infine tornò a Roma a marzo 1548.

Il 26 giugno 1554 lascò gli incarichi romani e fu inviato a Venezia da papa Giulio III come Nunzio apostolico. Mantenne questo incarico sino al 1556, quando al soglio pontificio era già stato eletto papa Paolo IV. Per questo periodo non si hanno notizie di un suo interessamento per le diocesi di cui era titolare.

Arcivescovo eletto di Milano

Il 16 dicembre 1556, su proposta di Filippo II, fu eletto da Paolo IV Arcivescovo di Milano. Non poté prendere possesso della sede metropolitana a causa dell'ostilità di alcuni ambienti ecclesiastici milanesi allarmati dalla sua fama di riformatore che si era acquistata durante il suo vicariato a Roma. La nomina dell'arcivescovo, inoltre, coincise anche con il dissidio tra il pontefice e la Spagna che sfociò nella Guerra del sale[17]. Sebbene l'aristocrazia milanese, con riluttanza, non rifiutò la sua nomina, Archinto sì vide costretto all'esilio nella Diocesi di Bergamo dove visse gli ultimi anni esercitando le sue funzioni di metropolita. Il vescovo locale Vittore Soranzo[18], infatti, si era rifugiato a Venezia perché sotto processo per eresia.

La morte

Morì, in esilio a Bergamo, il 21 giugno del 1558. Le sue spoglie furono traslate per volere del suo successore Carlo Borromeo, nella Cattedrale di Santa Maria Nascente (Milano).

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Sansepolcro Successore: BishopCoA PioM.svg
Leonardo Tornabuoni 1539-1546 Alfonso Tornabuoni I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Leonardo Tornabuoni {{{data}}} Alfonso Tornabuoni
Predecessore: Vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa Successore: Coat of arms of the Vatican City.svg
Galeotto Franciotti della Rovere 1542 - 1546 Pietro Antonio de Angelis Ch I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Galeotto Franciotti della Rovere {{{data}}} Pietro Antonio de Angelis Ch
Predecessore: Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma Successore: Flag of the Papal States (pre 1808).svg
Pomponio Cesi 1542-1546 Ludovico Beccadelli I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pomponio Cesi {{{data}}} Ludovico Beccadelli
Predecessore: Vescovo di Saluzzo Successore: BishopCoA PioM.svg
Alfonso Tornabuoni 1546-1556 Cristoforo Archinto I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Alfonso Tornabuoni {{{data}}} Cristoforo Archinto
Predecessore: Nunzio apostolico per la Repubblica di Venezia Successore: Flag of the Vatican City.svg
Luigi Beccatelli 1553-1556 Antonio Trivulzio juniore I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Luigi Beccatelli {{{data}}} Antonio Trivulzio juniore
Predecessore: Arcivescovo metropolita eletto di Milano Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Giovannangelo Arcimboldi 1556-1558 Giovanni Angelo Medici I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giovannangelo Arcimboldi {{{data}}} Giovanni Angelo Medici
Note
  1. Molto probabilmente fu consacrato prima della fine del 1545, dato che nel novembre dello stesso anno consacrò vescovo il nuovo tesoriere pontificio Berardino Elvino
  2. Cristoforo Archinto, patrizio milanese , morto nel 1515, membro del Consiglio Segreto di Gian Galeazzo Maria Sforza, deputato alla tratta dei Gualdi a Voghera nel 1481, ricco mercante.
  3. Filippo Archinto su gw.geneanet.org. URL consultato il 04-03-2025
  4. Tribunale di Provvisione, istituito a Milano nel 1277 dall'arcivescovo Ottone Visconti, a seguito della sua vittoria contro la famiglia Della Torre nella battaglia di Desio. La creazione di questa istituzione rispondeva alla necessità di consolidare il potere visconteo attraverso un organismo amministrativo capace di gestire le finanze, il commercio e l'approvvigionamento della città, nonché di sovrintendere alla politica fiscale e alla regolamentazione delle attività economiche.
  5. Collegio dei Giureconsulti, organo di governo dello Stato di Milano che fu operativo dal XV secolo sino allo scioglimento al termine della dominazione austriaca nel 1795. Esso aveva sede presso il Palazzo dei Giureconsulti di Milano, edificio cinquecentesco di stile manierista, che si trova a Milano in piazza Mercanti, all'angolo con piazza del Duomo.
  6. Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano è la fabbriceria della Cattedrale di Milano. Dal 1387, anno della sua fondazione, si è occupata della sua costruzione, del reperimento dei fondi e dell'amministrazione. Si adopera nella conservazione e nel restauro della cattedrale, nell'attività di custodia, di servizio all'attività liturgica, nella valorizzazione e promozione del monumento, provvedendo al reperimento delle risorse necessarie al suo mantenimento.
  7. Valladolid, città della Spagna nordoccidentale, capoluogo dell'omonima provincia e, de facto (non essendone ufficialmente designato uno), capoluogo della comunità autonoma di Castiglia e León. Tra il XVI e il XVIII secolo era la capitale della parte spagnola dell'impero di Carlo I di Spagna e V di Germania.
  8. Antonio de Leyva, (Leiva, 11 luglio 1480 – Aix-en-Provence, 15 settembre 1536), condottiero e nobile spagnolo, fu il primo governatore del ducato di Milano durante la dominazione spagnola per conto dell'imperatore Carlo V.
  9. Francesco II Sforza (Milano, 4 febbraio 1495 – Vigevano, 24 ottobre 1535), nono e ultimo Duca di Milano indipendente dal 1521 al 1535. Duca di Bari, principe di Rossano e conte di Borrello, Longobucco e Rosarno dal 1497 alla morte. Era il figlio minore di Ludovico il Moro, e di Beatrice d'Este.
  10. Francesco Taverna, I conte di Landriano (Milano, 1488 – Milano, 14 agosto 1560), politico e diplomatico italiano. Landriano è un comune della provincia di Pavia in Lombardia.
  11. Lega di Cognac, nata su iniziativa di papa Clemente VII per contrastare Carlo V e comprendeva lo Stato di Venezia, Firenze, Genova, il duca di Milano Francesco II Sforza e il re d’Inghilterra Enrico VIII. Gli stati italiani, nel timore di un'eccessiva egemonia asburgica in seguito alla sconfitta dei francesi, papa Clemente VII della famiglia de Medici, anch'egli allarmato per la grande ascesa della potenza di Carlo V, si fa dunque promotore della Lega di Cognac. Nel 1527 Carlo V d'Asburgo inviò in Italia un'armata di Lanzichenecchi, fanti mercenari tedeschi, per contrastare la lega di Cognac.
  12. 12,0 12,1 Ottavio Farnese (Valentano, 9 ottobre 1524 – Piacenza, 18 settembre 1586), secondo duca di Parma, Piacenza e Castro, nipote di papa Paolo III.
  13. Margherita d'Astria, nota anche come Margherita d'Asburgo (Oudenaarde, 5 luglio 1522 – Ortona, 18 gennaio 1586), nobildonna di origini fiamminghe, tedesche e spagnole, figlia naturale dell'imperatore Carlo V d'Asburgo e della sua amante Giovanna van der Gheynst. Conosciuta all'epoca come "la Madama", fu politicamente attiva durante la sua vita, viaggiò per l'Europa ed ebbe il titolo personale di governatrice dei Paesi Bassi spagnoli, oltre a essere signora di una serie di feudi italiani. Per matrimonio ottenne, tra gli altri, i titoli di duchessa consorte di Firenze grazie al primo marito, Alessandro de' Medici, e di duchessa di Parma e Piacenza in quanto moglie di Ottavio Farnese.
  14. Berardino Elvino o Bernardino Elvino, detto Tintinatico (Alvito, 20 maggio 1504 – Roma, 11 luglio 1548), vescovo di Tursi e tesoriere pontificio italiano Vescovo Bernardino Elvino su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 05-03-2025.
  15. Camerino, comune italiano della provincia di Macerata nelle Marche, sede dell'Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche. Il Ducato di Camerino (già signoria dal 1259 ca. al 1515) fu un piccolo Stato indipendente, enclave nello Stato Pontificio, governato per quasi trecento anni dalla famiglia Da Varano, originaria del longobardo ducato di Spoleto. Nel 1515 l'ultimo signore, Giovanni Maria, fu creato duca dal papa Leone X, ma il nuovo rango durò effettivamente solo fino al 1539.
  16. Pomponio Cesi (o Pomponio Cecci o Pomponio Ceci) (Roma, 1500 ca. – Roma, 4 agosto 1542), cardinale e vescovo italiano. Pomponio Cesi su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 05-03-2025
  17. Guerra del sale o guerra di Campagna, combattuta tra lo Stato Pontificio, sotto papa Paolo IV, e la Spagna, dal 1556 al 1557. Terminò con il trattato di Cave o pace di Cave, firmato il 14 settembre 1557 nella città di Cave. Paolo IV apparteneva al partito filofrancese; considerava quindi la Spagna un regno ostile. Nel 1555 strinse un'alleanza segreta con il re di Francia Enrico II allo scopo di liberare il Sud Italia dal predominio spagnolo.
  18. Vittore Soranzo (Venezia, 26 luglio 1500 – Venezia, 13 maggio 1558), vescovo italiano, processato per eresia nel 1551, Giulio III impose la sua assoluzione al Sant'Uffizio dopo averne raccolto un'abiura segreta. Con l'avvento di Paolo IV, il vescovo di Bergamo fu nuovamente processato e condannato in contumacia, poche settimane prima della morte.
Collegamenti esterni
  • Giuseppe Alberigo, Filippo Archinto su treccani.it in Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 3. (1961). URL consultato il 04-03-2025