Melchior Cano
Melchior Cano, O.P. Vescovo | |
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Età alla morte | 51 anni |
Nascita | Tarancón 1509 |
Morte | Toledo 30 settembre 1560 |
Professione religiosa | Convento si Santo Stefano (Salamanca), 12 agosto 1524 |
Nominato vescovo | 30 luglio 1552 da Giulio III |
Consacrazione vescovile | Cattedrale di Segovia, 30 luglio 1553 dal vescovo Gaspar Zúñiga y Avellaneda |
Incarichi ricoperti | Vescovo delle Isole Canarie |
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Melchior Cano, conosciuto anche come Melchor (Tarancón, 1509; † Toledo, 30 settembre 1560), è stato un vescovo, teologo e filosofo spagnolo, appartenente all'Ordine dei Frati Predicatori.
Biografia
Nacque a Tarancón nella Diocesi di Cuenca in Spagna nel 1509. Suo padre, Ferdinand Cano, un dotto giurista, lo mandò in tenera età all'Università di Salamanca. Lì nel 1523 entrò nell'Ordine dei Frati Predicatori dove fece la professione di fede il 12 agosto 1524 nel Convento di Santo Stefano (Salamanca). Dal 1527 al 1531 frequentò la facoltà di Teologia, in seguito frequentò il Collegio di San Gregorio[1] di Valladolid seguendo le lezioni del teologo Bartolomé Carranza[2], vescovo di Toledo.
Dopo aver insegnato filosofia per un certo periodo, nel 1536 fu promosso alla seconda cattedra di teologia. A Roma, nello stesso anno, gli fu conferito il diploma di maturità dal Capitolo generale dei Domenicani. Nel 1542 fu nominato maestro di teologia sacra e al suo ritorno in Spagna ottenne la prima cattedra all'Univesità di Alcalá. Dopo la morte di Francisco de Vitoria, prima cattedra all'Università di Salamanca, il 17 agosto 1546 Cano la ottenne mantenendone il titolo fino al 1552.
All'inizio del 1551 fu inviato dall'imperatore al Concilio di Trento accompagnato da Domingo de Soto[3]. Come altri membri dell'ordine, grazie alla sua erudizione, partecipò attivamente alle discussioni sull'Eucaristia e sulla penitenza contribuendo nelle deliberazioni e nei risultati del Concilio. Cano si oppose fermamente all'influenza del suo collega Bartolome Bartolomé Carranza, che accusava di luteranesimo.
L'anno successivo Carlo V lo propose come vescovo delle Isole Canarie. Nominato da Giulio III, un mese dopo si dimise. Ricevette la consacrazione vescovile il 30 luglio 1553 nella Cattedrale di Segovia dal vescovo di Segovia Gaspar Zúñiga y Avellaneda assistito dai co-consacratori Francisco Lerma, vescovo emerito di Sulmona-Valva e Rodrigo Vázquez, vescovo titolare di Troas. Nello stesso anno tornò al Collegio di San Gregorio a Valladolid con l'incarico di rettore, ottenendo anche quello di professore attivo. Nel 1557, dopo essere stato eletto priore di Santo Stefano a Salamanca, fu nominato provinciale dell'Ordine. Questa elezione fu contestata, e tra coloro che si opposero a Cano vi fu anche Bartolomé Carranza, che era diventato arcivescovo di Toledo e primate di Spagna. Un altro Capitolo provinciale rinnovò e confermò i lavori del primo capitolo, ma la sua rielezione del 1557 fu annullata da papa Paolo IV, in quanto Cano sostenne il re di Spagna Filippo II in alcuni disaccordi con la Santa Sede. Alla morte del pontefice, Cano ritornò a Roma nel 1559, dove ottenne infine l'approvazione della sua elezione dal nuovo papa Pio IV. Tornato a Toledo nella primavera del 1560 vi morì lo stesso anno.
Opere principali
La sua reputazione di teologo si basa sulla De locis theologicis (Luoghi teologici, pubblicato postumo a Salamanca nel 1563), un'analisi del valore scientifico delle affermazioni teologiche, che lo ha portato a valutare le fonti della teologia. Scrisse anche commenti alle Epistole paoline.
Stabilì i dieci loci teologici (fonti) da cui partire per una dimostrazione teologica:
- la Sacra Scrittura,
- la Tradizione Apostolica,
- l'autorità della Chiesa cattolica,
- l'autorità dei Concili ecumenici,
- l'autorità del Sommo Pontefice,
- la dottrina dei Padri della Chiesa,
- la dottrina dei dottori scolastici e dei canonisti,
- la verità razionale umana,
- la dottrina dei filosofi,
- la storia.
Successivamente attribuisce il primato fra i loci teologici alla Tradizione Apostolica, per quattro ragioni:
- la Chiesa è più antica della Scrittura e dunque la fede e la religione possono esistere senza la Scrittura;
- non tutta la dottrina cristiana, compresa quella contenuta nella Sacra Scrittura, è stata formulata con chiarezza;
- molte cose che appartengono alla dottrina cristiana non si trovano né in maniera chiara né oscura nella Sacra Scrittura[4];
- gli Apostoli trasmisero alcune cose per scritto e altre a voce.[5]
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo delle Isole Canarie | Successore: | |
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Diego Deza Tello (30 marzo 1554 – 26 aprile 1566) |
12 settembre 1552 – 1554 | Francisco de la Cerda Córdoba, O.P. (19 gennaio 1551 - 14 novembre 1551) |
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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