Museo Diocesano d'Arte Sacra di Rossano
Museo Diocesano d'Arte Sacra di Rossano | |
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Frontespizio dei canoni: i quattro evangelisti, miniatura del Codex Purpureus Rossanensis (V - VI secolo) | |
Categoria | Musei diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Calabria |
Regione | Calabria |
Provincia | Cosenza |
Comune | Corigliano Rossano |
Diocesi | Arcidiocesi di Rossano-Cariati |
Indirizzo | Via Arcivescovado, 5 87067 Rossano (CS) |
Telefono | +39 0983 525263 |
Fax | +39 0983 525263 |
Posta elettronica | gstraface@libero.it neilos@tiscalinet.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Arcidiocesi di Rossano-Cariati |
Tipologia | arte sacra, archeologico |
Contenuti | arredi sacri, codici miniati, dipinti, grafica e disegni, lapidi, manoscritti, metalli, monete, medaglie, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, didattica, fototeca, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Musei della Calabria in Rete, Sistema Museale della provincia di Cosenza |
Sede Museo | Palazzo Arcivescovile |
Fondatori | mons. Giovanni Rizzo |
Data di fondazione | 1952 |
Il Museo Diocesano d'Arte Sacra di Rossano (Cosenza), allestito in un'ala del Palazzo Arcivescovile, attiguo al Duomo, è stato istituito nel 1952 per volere dell'arcivescovo Giovanni Rizzo (1949 - 1971), per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico ed archeologico, proveniente dalla Cattedrale di Maria Santissima Achiropita e dal territorio diocesano.
Storia
Il Museo nel 1952 fu il primo istituito in Calabria ed era allestito in due sale, ottenute ristrutturando i locali della sagrestia della Cattedrale, dove vennero raccolte testimonianze artistiche, suppellettile ecclesiastica, insieme ad altro materiale documentario di varia epoca, compreso il celebre e prezioso testo sacro del Codex Purpureus Rossanensis.
Nel 1977 il Museo subì un importante intervento strutturale, ad opera dell'arcivescovo Antonio Cantisani (1971 - 1980).
Nel 1985 - 1986, l'arcivescovo Serafino Sprovieri (1980 - 1986) avviò la ristrutturazione di un'ala del Palazzo Arcivescovile da destinare a Museo. Dopo anni di lavori, il 9 dicembre 2000, la nuova sede espositiva venne inaugurata dall'arcivescovo Andrea Cassone (1992 - 2006).
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale, articolato in dieci sale, si sviluppa in sette sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal V secolo a.C. al XXI secolo
Sezione I - Argenti
La sezione conserva la suppellettile liturgica, tra cui si segnalano:
- Ostensorio detto Sfera Greca (XV secolo), in argento, opera attribuita a bottega romana, commissionato dal cardinale Bernardino Lopez de Carvajal (1508 - 1511). L'opera presenta la Madonna con Gesù Bambino, san Pietro, sant'Elena e sant'Andrea.
- Campanello d'altare (secondo quarto del XVII secolo), in argento fuso e inciso, proveniente dalla Cattedrale, commissionato dall'arcivescovo Pietro Antonio Spinelli (1629 - 1645).
- Coperta dell'Achiropita (1640 ca.), in argento inciso e cesellato con pietre ornamentali, attribuita all'argentiere napoletano Orazio Scoppa, proveniente dalla Cattedrale, commissionata dall'arcivescovo Pietro Antonio Spinelli.
- Servizio di cartegloria (seconda metà del XVII secolo), in argento, attribuito al napoletano Aniello Treglia.
- Turibolo (fine XVII - inizio XVIII secolo), in argento fuso, sbalzato e cesellato, attribuito alla bottega di Biagio Guariniello, proveniente dalla Cattedrale: questo ha un gemello, sempre custodito nel Museo; entrambi sono decorati da alcune figure a rilievo: Madonna e angeli, tra san Nilo, San Bartolomeo e tre santi.
- Croce d'altare (1702), in argento sbalzato, cesellato e inciso, opera dell'argentiere Antonio Torrone, proveniente dalla Cattedrale, su commissione dell'arcivescovo Andrea Adeodati (1697 - 1713).
- Ostensorio con Allegorie delle Virtù teologali (1855), in argento, di bottega napoletana, donata alla Vergine Maria, come ex voto per la scampata minaccia del colera.
- Pisside (1859), in argento dorato, proveniente dalla Cattedrale, commissionata dall'arcivescovo Pietro Cilento (1844 - 1877): l'opera presenta, alla base, Tre angeli con simboli della Passione di Gesù Cristo (croce, corona di spine e scala).
Sezione II - Codex Purpureus Rossanensis
Nella sezione è presentato un capolavoro dell'arte cristiana, il celebre:
- Codex Purpureus Rossanensis (V - VI secolo) è un raro evangeliario greco miniato, che contiene:
- l'intero Vangelo di Matteo;
- quasi tutto il Vangelo di Marco, del quale mancano solo i versetti 15 - 20;
- una parte della Lettera di di Eusebio a Carpiano sulla tabella di concordanza da lui escogitata per consultare i Vangeli.
Il Codex è costituito da 188 fogli di pergamena lavorata e tinta a porpora (colore riservato all'imperatore). Il testo è scritto in caratteri onciali o nella "maiuscola biblica", in lettere d'argento su doppia colonna di 20 righe ciascuna, le prime tre righe dell'inizio dei due Vangeli sono in oro; venne redatto con ogni probabilità ad Antiochia (Siria), e portato a Rossano forse da un gruppo di monaci greco-orientali nel VII secolo, per salvarlo dalla devastante ondata di iconoclastia che colpiva il Medio Oriente in quel periodo. La narrazione dei Vangeli è intervallata da quindici splendide miniature raffiguranti:
- Frontespizio dei canoni: i quattro evangelisti (IX).
- San Marco evangelista (XV).
- Dodici scene della vita e della Passione Gesù Cristo:
- Risurrezione di Lazzaro (I);
- Ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme (II);
- Gesù a colloquio con i sacerdoti e la cacciata dei mercanti dal Tempio (III);
- Parabola delle dieci vergini (IV);
- Ultima cena e lavanda dei piedi (V);
- Comunione degli Apostoli: distribuzione del pane e del vino (VI - VII);
- Gesù Cristo nell'orto del Getsemani (VIII);
- Guarigione del cieco nato (XI);
- Parabola del buon samaritano (XII);
- Gesù Cristo davanti a Ponzio Pilato, pentimento e morte di Giuda Iscariota (XIII);
- Scelta fra Gesù Cristo e Barabba davanti al tribunale di Ponzio Pilato (XIV).
Sezione III - Dipinti
La sezione presenta i dipinti, fra cui spiccano per valore ed interesse culturale:
- Pietà (fine XV secolo), tavola su fondo oro, opera di Andrea Pavias, donata dall'arcivescovo Giovanni Battista Lagni (1493 - 1505).
- Pace con Nozze mistiche di santa Caterina d'Alessandria cui assiste un pontefice (fine XVI - inizio XVII secolo), tavola, di bottega toscana, proveniente Duomo.
- Gesù Cristo crocifisso (XVII secolo), olio su rame: il dipinto è racchiuso in una cornice in ebano.
- San Girolamo in preghiera (inizio del XVII secolo), olio su tela, attribuita alla scuola napoletana.
- San Nilo da Rossano (fine del XVII secolo), olio su tela, di anonimo pittore calabrese, proveniente dalla Cattedrale.
- Storia dell'icona bizantina della Madonna Achiropita (terzo quarto del XVIII secolo), olio su tela, commissionata dall'arcivescovo Guglielmo Camaldari (1762 - 1778).
- San Bruno (1842), olio su tela, di Venanzio Pisani, commissionata dall'arcivescovo Bruno Tedeschi (1835 - 1843).
Sezione IV - Manoscritti
Nella sezione si conservano i manoscritti, tra i quali si possono ammirare:
- Antifonario santorale (XVI secolo), di autore anonimo, è composto da 134 fogli.
- Due antifonari temporali (1540 - 1541), manoscritti realizzati da frate Giovanni Pandorfo di Mesoraca, provenienti dalla Cattedrale.
- Graduale santorale (1614), manoscritto di autore anonimo, costituito da 68 fogli, presenta tre grandi illustrazioni miniate a tutta pagina:
- Gesù Cristo flagellato;
- Gesù Cristo cade sotto la croce;
- Crocifissione.
Sezione V - Paramenti sacri
La sezione si articola in due sale dedicate ai paramenti liturgici, tra i quali si notano:
- Pianeta e dalmatica rossa (seconda metà del XIX secolo), in seta con ricami floreali e galloni in fili d'oro, realizzata durante l'episcopato di Pietro Cilento (1844 - 1889).
Sezione VI - Sculture
Il patrimonio del Museo è costituto, inoltre, da un consistente numero di sculture, tra i quali meritano attenzione:
- Lastra romana (I secolo a.C. - I secolo d.C.), in marmo, riutilizzata nel XVII secolo dalla famiglia Cito come pietra tombale nella Chiesa di San Bernardino. In essa compare:
- sul verso, la figura scolpita in bassorilievo di San Paolo;
- sul recto, iscrizione romana.
- Anello abbaziale detto di San Nilo (XIII secolo), in bronzo con castone in pasta vitrea, proveniente dal Monastero di Santa Maria del Patire e, probabilmente, appartenne ad un abate che probabilmente lo usava come sigillo. Sulla pasta vitrea è raffigurata:
- Madonna Odigitria bizantina con iscrizione greca "MR" (ossia Madre).
- San Lazzaro (inizio del XVII secolo), in legno scolpito e dorato, proveniente dalla Cattedrale.
- Angelo (XVIII secolo), in legno, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Assunta di Longobucco.
- Busto della Madonna Achiropita (1768), in argento, realizzata da Costanzo Mellino, su commissione dei canonici Michele Romano e Domenico Rogani, a ricordo dello scampato pericolo della città dalla generale carestia.
- San Nilo da Rossano (inizio del XIX secolo), in legno scolpito e dipinto.
- San Francesco di Paola (prima metà del XIX secolo), in legno scolpito e dipinto, attribuito a Vincenzo Zaffino.
- Madonna assunta (1835), in legno scolpito e dipinto, di Vincenzo Zaffino, proveniente dall' altare maggiore della Cattedrale commissionata dall'arcivescovo Bruno Tedeschi.
Sezione VII - Arredi sacri
Tra gli arredi sacri esposti, nella sezione, meritano attenzione:
- Tabernacolo architettonico a tempio (1648), in legno, rivestito in ebano e bronzo dorato, attribuito a bottega napoletana, fu donato alla Chiesa di San Pietro dal duca Agostino Saluzzi.
- Paliotto con San Francesco d'Assisi che riceve le stimmate (1722), in legno intagliato ed intarsiato, realizzato da un anonimo intagliatore cappuccino, proveniente dall'altare maggiore della Chiesa dei Cappuccini.
Sezione VIII - Archeologia
La sezione presenta reperti archeologici di particolare pregio ed interesse culturale, fra i quali si segnalano:
- Specchio magno-greco (V secolo a.C.).
- Vasi di ceramica magno-graca.
- Lastra opistografa, proveniente dal sito di Copia-Thurii.
Galleria fotografica
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