Barabba




Barabba Personaggio del Nuovo Testamento | |
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Non costui, ma Barabba!. Illustrazione da The Bible and its Story Taught by One Thousand Picture Lessons, 1910 | |
Morte | I secolo |
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Barabba († I secolo) è il criminale di cui i giudei chiesero a Pilato la scarcerazione, ottenendo la crocifissione di Gesù (Mt 27,15-26; Mc 15,6-15; Lc 23,13-25; Gv 18,39-40).
Il nome, che è aramaico, significa "figlio del padre" o "figlio del maestro"[1]. L'ortografia nel testo greco dei Vangeli è incerta.
I dati evangelici
Barabba era in carcere al tempo della Pasqua ed era considerato un "carcerato famoso" (Mt 27,16); Marco specifica il motivo della detenzione: apparteneva al gruppo dei "ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio" (15,7).
L'usanza giudaica (Gv 18,39) di rilasciare un prigioniero in occasione della Pasqua ebraica, accennata da Pilato, non è nota da altre fonti sacre o israelite. Lc 23,17 sembra alludere a un privilegio concesso dai romani che, come i greci, avevano simili usi. Il fatto che Pilato ricorre come ultimo espediente a contrapporre Gesù a Barabba per ottenere la liberazione del primo testimonia la qualità abietta del secondo. Ma l'intento fallì (At 3,14: Barabba fu graziato, su richiesta del popolo istigato dai sadducei e dagli anziani, e continuò forse la sua vita torbida, entrando in una cornice di leggenda, divulgata da qualche testo apocrifo.
Il nome: Barabba o Gesù Barabba?
In pochi codici evangelici di scarsa autorità e nelle versioni armena e georgiana il personaggio è chiamato "Gesù (il) Barabba" in Mt 27,16-17. Secondo tale variante, già nota a Origene, e attestata dal codice maiuscolo Q, da un gruppo di minuscoli, f1 e 700, e da una versione siriaca, "Barabba" sarebbe un soprannome del nome Gesù, peraltro comunissimo all'epoca.
La lezione "Gesù (il) Barabba" è ritenuta più difficile di quella che legge semplicemente "Barabba"[2], e quindi andrebbe preferita in base ai criteri usuali della critica testuale.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |