Museo dell'Opera del Duomo di Prato
Museo dell'Opera del Duomo di Prato | |
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Chiostro romanico (XII secolo) | |
Categoria | Musei diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Prato |
Comune | Prato |
Diocesi | Diocesi di Prato |
Indirizzo | Piazza Duomo, 49 59100 Prato (PO) |
Telefono | +39 0574 29339 |
Fax | +39 0574 445084 |
Posta elettronica | musei.diocesani@diocesiprato.it |
Proprietà | Diocesi di Prato |
Tipologia | archeologico, architettura, arte sacra |
Contenuti | ceramiche, codici miniati, dipinti, manoscritti, metalli, monete, mosaici, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica, tessuti, vetri |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, didattica, fototeca, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale Pratese |
Sede Museo | Palazzo Vescovile |
Datazione sede | XII secolo, seconda metà |
Data di fondazione | 1967 |
Il Museo dell'Opera del Duomo di Prato collocato nel Palazzo Vescovile, venne istituito nel 1967, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di Santo Stefano e dal territorio diocesano.
Storia
Il Museo è stato fondato nel 1967 in alcuni ambienti del Palazzo Vescovile ed ampliato nel 1976.
Nel 1980 vennero collegate al Museo le "Volte" sotto il transetto della Cattedrale, e altri ambienti si aggiunsero tra il 1993 ed il 1996. Successivamente sono stati avviati anche i lavori per ricollegare le varie sezioni in un unico e suggestivo percorso che attraversa alcune sale dell'antico Palazzo dei Proposti (poi Palazzo Vescovile), intorno al chiostro romanico, per concludersi nelle "Volte" sotto il Duomo.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in sei sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XII al XX secolo, completato da una sezione archeologica, il chiostro romanico, l'Antiquarium e le "Volte".
I - Sala del Duecento e Trecento
La sala, un tempo Biblioteca del Palazzo dei Proposti, ospita opere, databili dal XIII agli inizi del XV secolo, di provenienza pratese, e suppellettile sacra coeva. Di particolare interesse:
- Testa di Gesù Cristo (1220 - 1230), parte di un imponente Crocifissione, in legno policromo, di anonimo scultore aretino.
- Altorilievo raffigurante Madonna in trono fra i san Michele arcangelo, san Pietro e san Paolo, con il committente l'abate Benvenuto (1262 ca.), in arenaria, di Giroldo da Como, proveniente dalla Badia vallombrosana di Santa Maria a Montepiano di Vernio.
- Antifonario miniato (1270 - 1280).
- Statua della Madonna con Gesù Bambino (1310 - 1330), in legno, di anonimo artista toscano.
- Madonna del parto detta anche Madonna della stella (1320 ca.), tempera su tavola, di anonimo pittore fiorentino, proveniente dalla Pieve di Santo Stefano.[1]
- Gesù Cristo nel sepolcro tra Madonna e san Giovanni evangelista (1345 ca.), affresco, di Bonaccorso di Cino. Nel dipinto murale, ubicato su uno dei pilastri delle "Volte" della Cattedrale, è riprodotto un doppio porticato.
- Madonna con Gesù Bambino (1365 ca.), tempera su tavola, del cosiddetto Maestro di San Lucchese, proveniente dalla Chiesa di San Paolo a Carteano.[2]
- San Giacomo e san Giovanni Battista (1370 ca.), tempera su tavola, di Giovanni Bonsi.[3]
- Buon Pastore tra san Niccolò e san Francesco d'Assisi (1390 - 1400), affresco, di Francesco di Michele, proveniente cappella Vinaccesi in Duomo. Il dipinto fu staccato nel 1872 da Alessandro Franchi, prima di eseguire la nuova decorazione dell'ambiente.
- Calice (seconda metà del XIV secolo), in rame sbalzato e cesellato e smalti, di bottega fiorentina, proveniente dalla Chiesa di San Leonardo in Collina di Vaiano.
- Calice (seconda metà del XIV secolo), in rame sbalzato e cesellato e smalti, di bottega fiorentina, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Narnali.
- Annunciazione (1410 ca.), tempera su tavola, attribuita a Lorenzo di Niccolò, proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo a Pizzidimonte di Prato e commissionato dal notaio Antonio de’ Toffi.
- Due scomparti di polittico con San Matteo e san Giovanni; San Giacomo e sant'Antonio abate), 1415 ca., tempera su tavola, di Giovanni Toscani: lo scomparto centrale è oggi conservato al Museum of Art di Philadelphia (USA).
- Graduale miniato (1429 - 1430), cartapecora, realizzato da Rossello Franchi per la Cattedrale.
II - Sala dei Parati
Nella sala si conservano:
- Quattro graduali miniati:
- Corale D (1429 - 1430) con miature eseguite da Rossello di Jacopo Franchi e Matteo Torelli;
- Corale C (1435) miniato da Meo di Frosino, proveniente dalla Badia di San Fabiano;
- Corali B e A (1501) opera di Attavante Attavanti.
- Lavabo da sagrestia (1487), in pietra serena, opera di Lorenzo di Salvadore forse su disegno di Giuliano da Sangallo), proveniente dalla cappella della Cintola.
- Parato liturgico di santo Stefano (1590 ca.), costituito da 3 pezzi (paliotto, piviale e pianeta), in velluto rosso decorato con ricami figurati su fondo di teletta d’oro, di manifattura fiorentina, proveniente dalla Cattedrale, al quale fu donato dal cardinale Alessandro de' Medici (futuro papa Leone XI).
III - Sala della Sacra Cintola
La sala è dedicata alle opere legate al culto della preziosa reliquia mariana, la Sacra Cintola, venerata a Prato dal XII secolo:
- Formella a rilievo per pulpito esterno (1358 - 1360), in marmo bianco, opera del senese Niccolò del Mercia, destinato all'ostensione della reliquia della Sacra Cintola. Esse raffigurano:
- Maria Vergine assunta in cielo che dona la cintola a san Tommaso apostolo;
- San Tommaso che consegna la Cintola ad un sacerdote
- Formella con Dormitio Virginis (1358 - 1360), in marmo bianco, opera del senese Niccolò del Mercia: questo è simile al precedente, ma di maggior espressività, il rilievo costituiva forse il parapetto di un secondo pulpito, interno alla chiesa, o il dossale per un altare.
- Veste per la statua della Madonna della Cintola (XVIII secolo), ricamato in oro con pietre dure, opera di manifattura fiorentina.
- Modello di paliotto con Dormitio Virginis (1983), in gesso, di Emilio Greco per l'altare della Cintola, dopo il furto del paliotto settecentesco.
Area di scavo - Sezione Archeologica
Dalla Sala della Sacra Cintola si scende nella zona seminterrata, raggiungendo l’area archeologica, realizzata per collegare la prima sezione del Museo con le sale lungo il chiostro.
Lo scavo ha consentito il recupero di vari reperti archeologici, che attestano la frequentazione della zona dal periodo etrusco alla formazione del nucleo abitato longobardo. Di grande interesse storico:
- Frammenti ceramici etruschi (IV secolo a.C.), in particolare olle, catini e boccali.
- Sepoltura femminile (IX secolo).
- Due fornaci, forse per il pane (IX - X secolo).
IV - Sala del Rinascimento
Dall'area archeologica si risale in un ambiente di struttura quattrocentesca, dove sono conservate opere del XV - XVI secolo. Di particolare interesse:
- Busto di san Lorenzo (1430 - 1440), in terracotta, di anonimo coroplasta fiorentino, proveniente dalla lunetta esterna del portale della Chiesa di San Lorenzo a Pizzidimonte (Prato).
- Trinità (1435 - 1440), tavola cuspidata a fondo oro, di Andrea di Giusto Manzini.
- Madonna con Gesù Bambino tra san Giusto e san Clemente (1449), tempera su tavola, del cosiddetto Maestro della Natività di Castello, proveniente dall'altare maggiore della Chiesa dei San Giusto e San Clemente a Faltugnano.[4]
- Pala d'altare con Esequie di san Girolamo (1453), tempera su tavola, di Filippo Lippi, commissionata da Geminiano Inghirami per un'altare la Cattedrale.
- Santa Lucia e Santa Lucia trascinata dai buoi (1480 ca.), tempera su tavola, attribuita a Filippino Lippi, proveniente dalla della Pieve di Santo Stefano.[5]
- Gesù Bambino benedicente con simboli della Passione (1486 - 1487), in marmo bianco, di Francesco di Simone Ferrucci, proveniente dalla Cattedrale.
- Dipinto bifacciale con Gesù Cristo crocifisso (1495 - 1505), tavola sagomata, della bottega di Sandro Botticelli, proveniente dal Monastero di San Vincenzo.
- Vetrata con Annunciazione (1509), di fra Paolo di Mariotto da Gambassi.
- Madonna con Gesù Bambino, san Giovannino e due angeli (1560 ca.), tempera grassa su tavola, di Tommaso Manzuoli detto Maso da San Friano, proveniente probabilmente dal Palazzo della Propositura (attuale Palazzo Vescovile).[6]
V - Sala del Pulpito
La sala prende il nome dal celebre Pulpito a balconata realizzato da Donatello sull'angolo esterno della facciata della Cattedrale per le ostensioni solenni della reliquia della Sacra Cintola:
- Formelle del parapetto del pulpito esterno della Cattedrale (1434 - 1438), in marmo, realizzato da Donatello e dalla sua bottega. Nel 1967 i rilievi vennero tolti dall'ubicazione originale per le cattive condizioni di conservazione, sostituendoli con calchi. Dopo un laborioso restauro (completato nel 1999), curato dall'Opificio delle pietre dure di Firenze, il complesso ha recuperato leggibilità e unità. Il parapetto, di grande suggestione, ripropone le forme di un tempietto circolare su pilastrini scanalati che lo dividono in sette riquadri, all'interno dei quali si intreccia la Danza di gruppi angelici festanti, dal ritmo incalzante, resi pittoricamente grazie allo stiacciato, ai complessi scorci prospettici e al mosaico dei fondi.
Inoltre, nella sala è conservata:
- Reliquiario a capsella della Sacra Cintola (1446- 1447), in rame dorato, osso e corno, eseguita dall'orafo Maso di Bartolomeo, allievo di Donatello, che fino al 1633 conservò la reliquia; nella capsella è rielaborato il motivo donatelliano della:
- Danza di angeli tra le colonne di un tempietto.
VI - Sala del Seicento
La sala accoglie interessanti opere d'arte e suppellettile liturgica, databile dal XVII al XIX secolo. Di rilievo:
- Croce d'altare (inizio del XVII secolo), in bronzo, realizzato da Antonio Susini, allievo del Giambologna.
- Santa Cecilia (1615 - 1620), dipinta da Matteo Rosselli.
- Maria Vergine che porge Gesù Bambino a san Francesco d'Assisi (1619 ca.), bozzetto di Jacopo Chimenti detto l'Empoli, proveniente dal soffitto del Duomo di Livorno;
- Calice (1635 ca.), argento fuso e sbalzato, rifinito a bulino e cesello, di Cosimo Merlini, proveniente dalla Chiesa di San Bartolomeo di Prato.
- Angelo custode (1675), olio su tela, di Carlo Dolci, proveniente dalla cappella dell'Assunta in Cattedrale e commissionata per dalla Congrega degli Angeli Custodi, formata da cento sacerdoti.[7]
- San Pietro d'Alcantara comunica santa Teresa d'Avila (1683), olio su tela, del pittore fiammingo Livio Mehus, proveniente dalla cappella Inghirami nella Cattedrale.[8]
- Croce d'altare (fine del XVII secolo), in bronzo, di ambito dell'Algardi.
- Ostensorio (1710 ca.), opera di Bernardo Holzmann, argento fuso, sbalzato e cesellato, rame dorato, proveniente dalla Chiesa di Sant’Antonio a Mercatale di Vernio.
- Ostensorio (1729 - 1730), eseguito da Lorenzo Loi, proveniente dal Duomo.
- Trasporto del corpo di santo Stefano (1865), olio su tela, dipinta da Alessandro Franchi.
Chiostro romanico
Dalla sala si accede al:
- Chiostro romanico (seconda metà del XII secolo), in marmo bianco e serpentino verde, caratterizzato da originali capitelli zoomorfi, opera del Maestro di Cabestany; la struttura, della quale si è conservato il solo lato orientale, è l'unico esempio superstite in territorio fiorentino di chiostri romanici a incrostazione marmorea.
Antiquarium e Volte
Dal chiostro si raggiunge:
- Cappella sepolcrale dei Migliorati (XII secolo).
- Antiquarium, dove sono esposte lastre tomabali, la frammentaria decorazione pavimentale a mosaico dell'antica pieve (XI - XII secolo), resti di capitelli e frammenti architettonici del chiostro.
Il corridoio prosegue uscendo sulle Volte, ambienti sotterranei ricavati sotto il transetto del Duomo, coperti da crociere, utilizzati dal 1326 alla fine del XVIII secolo per sepolture, delle quali restano vari stemmi (in pietra o dipinti) e insegne sepolcrali.
Contigua alle Volte è la Cappella di Santo Stefano (inizio XV secolo), decorata con dipinti realizzati ad affresco nel 1420 circa da di Pietro e Antonio di Miniato:
- sulle volte: Evangelisti e santi (inizio del XV secolo), affreschi, di un anonimo pittore toscano;
- nelle lunette: Lapidazione di santo Stefano e la Madonna con Gesù Bambino fra santo Stefano e san Lorenzo.
Nella cappella, inoltre, sono conservati importanti reliquiari provenienti dalla Cattedrale:
- Reliquiario a busto di sant'Anna (1490), in argento, realizzato da Antonio di Salvi.
- Reliquiario archietettonico della Croce (1590), in argento sbalzato e cesellato, vetro, di Egidio Leggi.
- Reliquiario di santo Stefano (XIX secolo), realizzato su disegno di Alessandro Franchi.
Galleria fotografica
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Note | |
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