Sede titolare di Grado

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Grado
Sede patriarcale titolare
Patriarchatus Gradensis
Chiesa latina
[[Immagine:|290px|Sede titolare di Grado]]
Interno della Basilica di Sant'Eufemia a Grado
Vescovo titolare: {{{vescovo}}}
Arcivescovo titolare: Diego Causero
Sede vacante
Suffraganea
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  • Parametro: suffraganeadi

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Istituita: {{{istituita}}}
Soppressa: {{{sedetitolaresoppressa}}}
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Stato bandiera Italia
Regione: Friuli-Venezia Giulia
Località: Grado
collocazione
geografica:
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Diocesi soppressa di Grado
Diocesi suffraganee: diocesi della Repubblica di Venezia e dell'Istria
Eretta: 607
Soppressa: 8 ottobre 1457
originato da un ramo del Patriarcato di Aquileia, dopo la soppressione, il titolo è stato trasferito al Patriarcato di Venezia
Collegamenti esterni

Dati online ( ch )

Elenco delle sedi titolari della Chiesa cattolica
Tutte le sedi titolari
Coordinate geografiche
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La Sede titolare di Grado (in latino: Patriarchatus Gradensis) è un Patriarcato soppresso della Chiesa cattolica.

Storia

Nel 553 si ha lo scisma dei tre capitoli, le tre tesi dei vescovi Teodoro di Mopsuetia, Teodoreto di Ciro ed Eba di Edessa, contro la definizione di Maria quale madre di Dio. A questo scisma dalla chiesa di Roma nel 558 aderì, con il Concilio di Aquileia (558), anche Paolino arcivescovo di Aquileia e Grado. Papa Pelagio I lo scomunicò e la Chiesa di Aquileia si staccò da Roma.

Nel 568 i Longobardi invasero il Friuli prendendo possesso di tutta l'Italia settentrionale, sottraendola alla dominazione bizantina. L'Impero romano d'Oriente conservò comunque il controllo dei territori costieri, tra i quali Grado, antico porto di Aquileia. Qui Paolino, in contrasto con Roma, trasferì la sede episcopale e fu proclamato patriarca.

Nel 579 papa Pelagio II concesse al patriarca Elia la metropolia sulla Venezia e sull'Istria. Lo stesso patriarca avviò nel 580 la riedificazione della basilica di Sant'Eufemia.

Nel 607, alla morte dello scismatico Severo, si giunse ad una duplicazione del patriarcato di Aquileia con l'elezione di un metropolita a Grado (Candidiano di Rimini, in comunione con la chiesa di Roma e appoggiato dall'esarca bizantino Smaragdo) e di uno ad Aquileia (Giovanni, scismatico e sostenuto dal duca longobardo del Friuli Gisulfo II). I due patriarcati (Aquileia e Grado) non vennero più riuniti, per opportunità politica, neppure dopo la risoluzione dello scisma, avvenuto con il Concilio di Pavia (699).

Nel 717 il Patriarcato gradense di Aquileia divenne definitivamente Patriarcato di Grado e nel 731 fu definita la separazione canonica tra le due diocesi: i vescovi dell'Istria e delle diocesi dell'area veneto-bizantina (Torcello, Olivolo, Eraclea, Caorle, Malamocco) erano suffraganee del Patriarca di Grado, tuttavia anche in campo religioso il prestigio di Venezia aumenta progressivamente tanto più da quando, nel 828, i mercanti veneziani riescono a trafugare da Alessandria d'Egitto il corpo dell'evangelista san Marco e a trasportarlo a Venezia, che divenne di fatto, sotto tutti gli aspetti, il centro più importante di tutto l'Adriatico.

L'importanza religiosa ed economica di Grado andò via via scemando. I patriarchi gradesi vennero scelti sempre più frequentemente fra i membri del patriziato veneziano ed essi tendevano a risiedere a Venezia per periodi sempre più lunghi, finché nel 1018 il patriarca Vitale Sanudo portò definitivamente la sede patriarcale a Venezia.

Al degrado della sede patriarcale gradese contribuirono anche le sempre più frequenti incursioni contro l'isola: nel 720 e 730 la invase il duca Liutprando, con l'aiuto del patriarca di Aquileia Callisto.

Nel 802 fu assaltata dai veneziani che uccidono il patriarca Giovanni, ritenuto troppo amico dei Franchi. Con il concilio locale di Altino, tenutosi in quello stesso anno, il patriarca di Aquileia Paolino chiese l'intervento di Carlo Magno contro i soprusi veneziani ma l'intervento non fu necessario, dato che l'opposizione dei patrizi veneziani contro il doge Giovanni e il figlio li costrinsero all'esilio.

Nel IX secolo fu devastata, oltre che dalle milizie di Pipino nel 810, a più riprese dai Saraceni e dagli Slavi. Nel 877 fu assalita anche dal patriarca di Aquileia Walperto. Nel X e XI secolo fu ancora oggetto di violenze e saccheggi da parte dei patriarchi di Aquileia Walperto e Poppone.

Nel Concilio di Mantova (826) papa Eugenio II tentò inutilmente di riunificare i patriarcati di Grado e Aquileia.

Il 24 aprile 1198 papa Innocenzo III incaricò il Patriarca di Aquileia, Pellegrino II, di mediare e risolvere la lite tra Ecelo II il Monaco, della famiglia degli Ezzelini, e il Patriarca di Grado, dopo aver assolto Ecelo dalla scomunica emessa da quest'ultimo.

Nel 1440, per volontà del veneziano papa Gregorio XII, alla titolarità di Grado era incorporata la soppressa diocesi di Eraclea.

Nel 1448 al patriarca di Grado fu data in commendam la diocesi di Cittanova.

Il 9 ottobre 1451 però, con la bolla Regis aeterni di papa Niccolò V, la diocesi gradense venne soppressa e il titolo patriarcale venne trasferito al nuovo patriarcato di Venezia, costituito dai territori dell'antico patriarcato di Grado e della diocesi di Castello, anch'essa soppressa con la medesima bolla.

Oggi Grado sopravvive come sede arcivescovile titolare. Dal 2001 arcivescovo titolare è Diego Causero, già nunzio apostolico in Svizzera e Liechtenstein.

Cronotassi dei patriarchi

Patriarchi di Aquileia con sede a Grado

Patriarchi di Grado

Cronotassi degli arcivescovi titolari

Note
  1. Dopo Severo, il Dandolo inserisce un vescovo Marciano, che avrebbe governato tre anni, e conseguentemente pone la data d'inizio dello scisma nel 610; Marciano tuttavia non è menzionato da Paolo Diacono e nemmeno da Cappelletti.
  2. Tentò di riunire Grado e Aquileia sotto la fede dei Tre Capitoli. Costretto alla fuga a Cormons dopo un breve episcopato, di lui non si hanno altre notizie.
  3. Giorno in cui ricevette il pallio; cfr. Daniela Rando, v. Fortunato, nel Dizionario Biografico degli Italiani.
Bibliografia
Collegamenti esterni
  • Storia di Grado, dal sito algraisan.it, online