San Pierre-Julien Eymard

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San Pierre-Julien Eymard, S.S.S.
Presbitero
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al secolo
battezzato
Santo
Fondatore
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 57 anni
Nascita La Mure
4 febbraio 1811
Morte La Mure
1º agosto 1868
Sepoltura
Appartenenza
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 1834
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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al pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 11 agosto 1908, da Pio X
Beatificazione 1925, da Pio XI
Canonizzazione 9 dicembre 1962, da Giovanni XXIII
Ricorrenza 2 agosto
Altre ricorrenze nel Rito Ambrosiano il 3 agosto
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Madre {{{madre}}}
Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 2 agosto, n. 2 (nel Rito Ambrosiano il 3 agosto):
« San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote, che, dapprima appartenente al clero diocesano e poi membro della Società di Maria, fu insigne cultore del mistero eucaristico e istituì due nuove Congregazioni, l'una maschile e l'altra femminile, per promuovere e diffondere la devozione verso il Santissimo Sacramento. Morì nel villaggio di La Mure presso Grenoble in Francia, dove era nato. »

San Pierre-Julien Eymard (Pietro Giuliano) (La Mure, 4 febbraio 1811; † La Mure, 1º agosto 1868) è stato un sacerdote e fondatore francese della Congregazione del Santissimo Sacramento (Sacramentini) e delle Ancelle del Santissimo Sacramento.

Biografia

Nacque il 4 febbraio del 1811 a La Mure, nella diocesi di Grenoble (Isère), da un fabbricante di olio di noci. Fin dall'infanzia crebbe con un forte sentimento religioso, merito principalmente di Maria Anna, sua sorellastra e madrina di battesimo. Le scriverà nel 1841:

« I miei sentimenti di figlioccio rimarranno anche nel cielo perché vi devo molto, soprattutto di avermi tenuto lontano dalle occasioni del male nella mia giovinezza »

Quando fece la prima comunione (1823), egli disse a Gesù:

« Io sarò sacerdote, tè lo prometto! »

Durante un pellegrinaggio a Laus, il padre Touche, che lo confessò, intuendo la bellezza dell'anima di lui, gli disse:

« Tu non sei al posto in cui Dio ti vuole; devi farti prete! »

Giuliano comprò una grammatica latina e per tre anni la studiò da solo perché il padre, che in meno di cinque anni aveva perduto sette dei suoi figli, non voleva che entrasse in seminario.

Nel 1829 gli Oblati di Maria Immacolata fondati nel 1816 ad Aix in Provenza da san Carlo Eugenio de Mazenod, predicarono a La Mure un ritiro. Il superiore, padre Joseph Hippolyte Guibert, futuro cardinale e arcivescovo di Parigi, conosciuta la dolorosa storia della sua vocazione, gli facilitò l'entrata nel noviziato degli Oblati a Marsiglia. Per problemi di salute però, dopo sei mesi, fu costretto a ritornare in famiglia.

Nel 1831 morì il padre e rimessosi in salute, poté terminare gli studi teologici nel seminario di Grenoble, con la raccomandazione di padre de Mazenod, incontrato per caso all'uscita di una chiesa della città.

Fu ordinato sacerdote nel 1834 e il vescovo lo mandò viceparroco a Chatte dove i suoi prediletti furono i fanciulli, i peccatori, i malati e i poveri. Siccome ad essi dava quanto possedeva, i parrocchiani cominciarono a chiamarlo "il paniere bucato". Nel 1837 fu nominato parroco di Monteyrand. Egli fu instancabile, nel catechismo, nella predicazione, nell'amministrazione dei sacramenti. Gli uomini andavano volentieri a confessarsi da lui. Egli spesso diceva

« Venite di giorno, venite di notte, fateci lavorare, stancateci fino ad opprimerci, dovessimo anche morirne. »

Un giorno capitò a predicare a Monteynard padre Touche il quale non faticò a persuadersi che l'Eymard era chiamato ad entrare nella Società di Maria fondata nel 1816 a Belley (Ain) dal Venerabile Jean Claude Colin e nel 1839 iniziò il noviziato presso questa congregazione a Lione; egli divenne l'innamorato dell'Eucaristia e il beniamino della Madonna. Due volte la settimana saliva al Santuario di Notre-Dame de Fourvière per venerarla. Non ebbe però molto tempo da consacrare alla contemplazione, perché il fondatore lo nominò direttore spirituale del collegio-seminario di Belley nel 1840, che versava in tristi condizioni. Pur non apprezzando molto questo ministero lo prese ugualmente a cuore e con l'esempio di tutte le virtù, le esortazioni dal pulpito e dal confessionale all'amore dell'Eucaristia e di Maria Santissima, seppe in breve acquistarsi talmente la simpatia dei professori e degli alunni da essere chiamato da tutti "il buon Padre".

Nel 1844 fu richiamato a Lione per occupare la carica di Provinciale e quindi di Assistente e Visitatore generale. Padre Eymard si affrettò a salire al santuario di Fourvière per confidare a Maria la sua angoscia. Egli non aveva che trentatré anni e si sentiva vergognato di occupare il primo posto dopo il Superiore Generale. Negli anni che rimase a Lione bruciò dal desiderio di trarre anime a Dio.

L'arcivescovo gli affidò delicate missioni presso le comunità religiose perché aveva il dono di pacificare i cuori. Tanti sacerdoti, superiori, letterati e ufficiali ricercarono la sua direzione. Beneficiarono dei suoi consigli Paolina Jaricot, fondatrice dell'Pontificie Opere Missionarie e l'umile operaia Margherita Guillot, più tardi sua collaboratrice nella fondazione delle Ancelle del Santissimo Sacramento.

Il 2 febbraio del 1851, a Fourvière, Maria Santissima gli si mostrò vestita di bianco e gli disse che voleva che si dedicasse a fare onorare il suo Divin Figlio nel mistero dell'Eucaristia con l'istituzione di una famiglia religiosa. Trascorsero però cinque anni per realizzare quel disegno. Prima fu nominato superiore della casa di La Seine-sur-Mer a Tolone, che in quel tempo attraversava una crisi assai grave. A prezzo di grandi sacrifici e di penosi sforzi in tutti i momenti della giornata riuscì a trasformare il collegio nel migliore istituto di educazione della Provenza.

Nella festa di san Giuseppe del 1853 il santo aveva avuto un colloquio intimo con il Signore.

« Egli mi domandò il sacrificio della mia vocazione. Dissi di sì a tutto e feci voto di dedicarmi fino alla morte a fondare una Congregazione di adoratori. Promisi a Dio che niente mi avrebbe trattenuto, avessi anche dovuto mangiar pietre e morire all'ospedale. Soprattutto domandai a Dio di lavorare in quest'opera senza umani conforti. »

Ne parlò con padre Colin che così gli rispose:

« Il pensiero è buono; credo che venga da Dio. Pregate, morite a voi stesso e forse un giorno Dio ne trarrà la sua gloria. »

Prima di riuscire nella sua missione dovette ancora molto soffrire. Padre Favre, per non perdere un religioso di tanto valore, cercò d'indirizzarlo prima verso il Terz'Ordine maschile della Riparazione dipendente dalla Congregazione, poi lo mise nella dura alternativa di rinunciare alla sua fondazione o di lasciare la Società di Maria.

Papa Pio IX, fatto interpellare dall'Eymard, riconobbe che quell'Opera Eucaristica veniva da Dio. Anche il santo Curato d'Ars lo aveva incoraggiato in quell'impresa. Perciò, dopo dodici giorni di ritiro, a costo di esporsi al disprezzo, alla povertà, alla crocifissione, chiese la dispensa dai voti e si trasferì con Raimondo Cuers, ordinato sacerdote da monsignor de Mazenod, arcivescovo di Marsiglia, a Parigi, in uno stabile dell'arcivescovado abitato dalla comunità del Sacro Cuore di Maria in via di estinzione.

Monsignor Marie Dominique Auguste Sibour, arcivescovo della città, lo protesse perché si proponeva di occuparsi, oltre che dell'adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, anche delle prime comunioni tardive.

L'Opera cominciò nella povertà più squallida di denaro e di persone. Nei primi tempi visse della carità delle Suore di San Tommaso di Villanova, abitanti nello stesso sobborgo di San Giacomo. Le vocazioni venivano e andavano. Come credere voluta da Dio un'opera che Dio non benediceva mandando vocazioni? Lo stesso primo compagno dell'Eymard ebbe una crisi di scoraggiamento. L'assassinio dell'arcivescovo Sibour nel 1857, privò l'opera nascente del suo sostenitore.

In mezzo a tutte queste angosce il fondatore conservò la serenità e la fiducia in Dio. Diceva:

« A noi non tocca suscitare delle vocazioni, ma riceverle dalla bontà divina. Chi invita è il Re e non il servo. Abbiamo la gioia di aver sempre con noi Gesù: che cosa ci potrebbe rendere più felici? »

A poco a poco la sua fondazione si affermò. Padre Cohen, gli portò dopo un anno una rilevante donazione di una carmelitana, che lo mise in condizione di comperarsi una casa in cui dedicarsi al suo specifico apostolato. Padre Eymard sentiva difatti il bisogno di appiccare il fuoco dell'amore eucaristico al mondo intero. È per questo che si diede alla predicazione specialmente dopo la fondazione della casa di Marsiglia nel 1859, di Angers nel 1862 e di Bruxelles 1866.

Oltre alla fondazione dei Sacerdoti del Santissimo Sacramento, approvati da Papa Pio IX nel 1862, le costituzioni dei quali completate nel 1864 che gli costarono "lacrime e sangue", padre Eymard fondò pure l'aggregazione del Santissimo Sacramento per i laici. L'associazione dei sacerdoti adoratori, diffuse la devozione a Nostra Signora del Santissimo Sacramento e sostenne Emilia Tamisier nella fondazione dell'Opera dei Congressi Eucaristici. Nel 1864 iniziò ad Angers la famiglia religiosa delle Ancelle del Santissimo Sacramento, coadiuvato dalla sua figlia spirituale, Margherita Guillot, che ne fu la prima superiora.

Padre Eymard lasciò alcune opere di pietà tra cui "l'Eucaristia" in 5 volumi. Prima di morire assaporò oltre le preoccupazioni e le perdite di denaro, gli scacchi, le contraddizioni, la sfiducia di alcuni suoi figli, anche l'abbandono di padre Cuers, che aveva avuto con lui più di un motivo di dissenso, a cui si aggiunse l'apparente abbandono di Dio. Sotto la croce si sentì schiacciato, travolto, annientato. Ma dinanzi ad ogni prova, egli concludeva:

« Ebbene, Dio mio, eccomi con Gesù nell'Orto degli Ulivi. Volete che tutti mi abbandonino, che tutti mi rinneghino? Che nessuno più mi riconosca, ch'io sia un peso, un ingombro, un'umiliazione? Eccomi, Signore, bruciate, tagliate, spogliate, umiliate. Datemi, oggi, il solo vostro amore e la grazia vostra, e domani la croce e la mancanza di tutto, alla sola condizione ch'io rimanga sgabello di Voi nell'ostia santa »

Padre Eymard morì di gotta e meningite a La Mure, dov'era andato per riposarsi, il 1º agosto del 1869.

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