Reliquiario

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
(Reindirizzamento da Stauroteca)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Bottega senese, Reliquiario a croce (XIV secolo), argento dorato e smalti traslucidi; Museo Diocesano di Sarzana

Il reliquiario è una custodia di forma e materiale diverso, generalmente prezioso, per conservare ed esporre le reliquie. Il termine deriva dal latino tardo reliquarium, che a sua volta trae origine dal latino classico reliqua, il quale significa avanzo, resto. Infatti, le reliquie sono i resti mortali dei santi o anche gli oggetti a loro collegati, come strumenti di martirio, abiti, utensili, compreso tutto ciò che la tradizione cristiana riferisce a Maria Vergine o alla vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo.

Storia

L'uso di conservare e venerare le reliquie nacque con le origini del Cristianesimo e derivò dal culto dei martiri, a sua volta connesso alle onoranze prestate ai defunti.

Nella Summa Theologiae san Tommaso d'Aquino scriveva:[1].

« Se si ama una persona si onora dopo la sua morte anche quello che rimane, non solo il corpo o parti di esso, ma anche le cose esterne come gli abiti o altri oggetti consimili »
Reliquiario di Santa Fede (985); Conques (Francia),

A maggior ragione erano da venerare i resti dei santi e dei martiri portatori di Cristo, come le definiva Tertulliano,[2] e quindi intercessori presso Dio. Inoltre, ancora san Tommaso affermava che le reliquie dei santi "e principalmente i loro corpi che sono stati templi e strumenti dello Spirito Santo, il quale e operava e abitava in essi", erano degni di venerazione in quanto "Dio stesso onora convenientemente tali reliquie, compiendo miracoli per mezzo di esse".

Dalle origini al Medioevo

I primi reliquiari furono gli altari che sorsero sulle tombe racchiudenti i resti mortali dei martiri, dei santi, degli Apostoli, o anche sui luoghi sacri dove si era svolta la terrena di Cristo. Nei primi secoli, infatti, la Chiesa, contraria alla manomissione e traslazione dei corpi, rispondeva alle richieste di chi desiderava un elemento tangibile cui rivolgere la propria devozione, inviando reliquie ex contactu, cioè oggetti messi a contatto delle tombe venerate.

Una prima notizia su una cappella esclusivamente destinata al culto delle reliquie è nel Liber Pontificalis, dove si ricorda come papa Gregorio III l'avesse fatta edificare nella Basilica di San Pietro a Roma. Al tempo di Leone III, invece, venne raccolto un gruppo di reliquie che fu custodito nella cappella di San Lorenzo al Laterano, entro uno scrigno di cipresso (oggi conservato ai Musei Vaticani); ma già in precedenza, il culto delle reliquie era diffuso in molte parti d'Italia come provano le capselle[3] argentee (V - VI secolo) ritrovate sotto l'altare maggiore del Duomo di Grado.

Nel corso del primo millennio l'evoluzione del culto per le reliquie determinò di conseguenza anche l'evoluzione dei loro contenitori. La rinascita delle arte orafa in età preromanica determinò la realizzazione di reliquiari di grande pregio. Infatti, la ricchezza e lo splendore dei materiali aveva lo scopo non solo di proteggere e onorare le reliquie, ma anche di rendere manifesta la loro presenza. Quindi, accanto ai contenitori a teca caratterizzati solo tramite simboli ed elementi iconografici, si diffusero i reliquiari antropomorfi o topici, la cui forma alludeva al contenuto e che meglio rispondeva alle esigenze della spiritualità medievali e al desiderio dei fedeli di avere un segno tangibile da riferire al titolare della reliquia. La particolare devozione dell'epoca arrivò a creare anche statue-reliquiario, dette maestà, la più famosa di queste è:

Queste sculture-reliquiario erano generalmente ottenute rivestendo di lamina metallica un nucleo di legno, scolpito e contenente la teca con le reliquie.

Chiese e abbazie si arricchirono d'importanti tesori d'arte orafa di cui spesso i reliquiari costituivano il gruppo più numeroso fra le suppellettili liturgiche.

Ugolino di Vieri, Reliquiario del Corporale (1337 - 1338), oro, argento e smalti; Orvieto, Cattedrale di Santa Maria Assunta

Durante il Medioevo, col progresso della lavorazione del vetro, la forma andò sempre più assimilandosi a quella del contenitore per l'esposizione eucaristica; le reliquie erano di solito visibili, racchiuse dietro a sportelli di cristallo, in fiale o in teche trasparenti, a loro volta inserite in strutture di tipo architettonico soprattutto in età gotica. Celebre manufatto d'arte gotica è:

All'inizio del XV secolo, il papa Martino V emanò una serie di disposizioni a proposito della degna esposizione delle reliquie.

Epoca moderna e contemporanea

La continuità del culto per le reliquie nel XVI e XVII secolo è provata da molte fonti letterarie, come ad esempio i Tesori nascosti della città di Roma (1625) di Ottavio Panciroli.

Alla devozione delle reliquie corrisponde in parallelo la produzione di contenitori che offrivano spunti all'enfatica e teatrale religiosità dell'epoca. La quantità delle reliquie determinò in molte chiese l'allestimento delle cosiddette cappelle delle reliquie alle cui pareti erano addossate teche racchiudenti reliquiari di varie forme.

In età barocca si andò definendo un modello, diffuso sempre più nel corso del XVII e XVIII secolo che, riprendendo la forma dell'ostensorio eucaristico (una teca su fusto e piede), fu riproposto ovunque con infinite varianti decorative.

Il reliquiario ad ostensorio è ancora riscontrabile con grande frequenza nel corso del XIX secolo quando, diminuito il fervore verso queste manifestazioni di culto, anche i reliquiari assunsero forme più semplici col prevalere del repertorio decorativo neoclassico.

Tipologie

In base alla loro forma i reliquiari sono distinti nelle seguenti tipologie:

Reliquiario a capsula

Bottega della Sicilia occidentale, Reliquiario ad ostensorio di san Giuseppe (prima metà del XVIII secolo), argento sbalzato e cesellato; Museo Diocesano di Palermo

Piccolo contenitore in cui le reliquie sono poste tra due valve uguali e coincidenti, oppure sono racchiuse entro una montatura più o meno preziosa. Questo è solitamente destinato al culto privato e portato appeso al collo.[4]

Il reliquiario a capsula viene anche detta con termine improprio, ma comunque non preferibile all'altro, "encolpio".

In base alla forma e alla funzione del reliquiario a capsula si possono distinguere le seguenti tipologie:

  • Reliquiario a libretto[5]: reliquiario a forma di piccolo libro con fermature che, aperto, diventa un piccolo trittico i cui scomparti sono teche contenenti reliquie e immagini sacre.
  • Reliquiario a medaglione[6]: reliquiario con teca generalmente circolare od ovale racchiusa entro una montatura con anello di sospensione. Questo viene anche detto con termine improprio, ma comunque non preferibile all'altro, "medaglione-reliquiario".
  • Reliquiario a pendente[7]: reliquiario, simile ad un medaglione, ma di forma più ricercata, in materiale prezioso e assimilabile agli analoghi gioielli d'uso comune. Questo viene anche detto con termine improprio, ma comunque non preferibile all'altro, "pendente-reliquiario".

Reliquiario a castone

La reliquia, a vista, è incastonata entro una montatura metallica, più o meno lavorata e preziosa. I reliquiari a castone di piccole dimensioni possono essere muniti d'anello per essere portati al collo; come la tipologia precedente sono destinati al culto privato.

Reliquiario a fiala

Contenitore per reliquie consistente in una fiala, boccetta o piccola ampolla in vetro, cristallo o cristallo di rocca, con chiusura metallica.

Reliquiario ad ostensorio

Contenitore con reliquia a vista, la cui forma è simile a quella dell'ostensorio eucaristico. [8] Si tratta di una tipologia di reliquiario che si sviluppa nel Medioevo, grazie al progresso e alla diffusione della lavorazione del vetro.

Reliquiario a pisside

Giovanni di Bartolo, Reliquiario a busto di Sant'Agata (1376), argento sbalzato, cesellato, inciso e dorato, e smalto; Catania, Cattedrale di Sant'Agata

Recipiente per reliquie la cui forma è simile alla pisside. Questi reliquiari, realizzati in metallo (argento o rame), sono costituiti da una teca cilindrica o poligonale poggianti su un fusto e un piede.

Reliquiario fitomorfo

Contenitore per reliquie la cui forma è simili a quella del reliquiario ad ostensorio, dal quale differenzia però per la particolarità di riprodurre un albero stilizzato che si riferisce iconograficamente all'albero della vita. La struttura del reliquiario è costituita da un fusto, da cui partono i rami, disposti simmetricamente, al termine dei quali si trovano le teche con le reliquie.

Reliquiario monumentale

Contenitore per reliquie di tipologia varia, che si evidenzia essenzialmente per le grandi dimensioni e spesso fornito di sostegni per poter essere portati in processione. Tra questi si ricorda in particolare:

Reliquiario vasiforme

Gruppo di reliquiari molto ampio e vario, in cui sono compresi i reliquiari costituiti da vasi (ampolle, anfore, brocche...) o da recipienti simili a quelli per bere (bicchieri, boccali, calici, coppe...). Sono reliquiari solitamente in vetro, cristallo o cristallo di rocca, ma anche in ceramica o metallo (argento, rame, bronzo...), eventualmente inseriti in montatura metallica, poggianti su fusto e piede o su una semplice base.

Reliquiario zoomorfo

Contenitore per reliquie a forma d'animali legati alla simbologia cristiana: agnello, cervo, colomba, fenice, gallo, leone, leone, pellicano, pesce, ecc.

Reliquiario a croce

Stauroteca (XV secolo), pietre preziose e filigrana; Museo d'Arte Sacra di Castignano

Contenitore per reliquie a forma di croce.[9] Le reliquie contenute in esso possono essere di diversa natura: qualora si tratti di frammenti della vera Croce, il reliquiario viene chiamato stauroteca e viene anche detto con termine improprio, ma comunque non preferibile all'altro, "croce-reliquiario".

In base alle dimensioni del reliquiario a croce si possono distinguere le seguenti tipologie:

  • Stauroteca: è un reliquiario generalmente a forma di croce destinato a contenere le reliquie della vera Croce. Si tratta generalmente di oggetti molto preziosi, sia per il materiale impiegato, sia per la decorazione. Va, comunque, precisato che non sempre le stauroteche sono cruciformi o caratterizzate da una teca con questa forma.
  • Encolpio cruciforme: piccolo reliquiario a croce che era portato appesa al collo. È normalmente formata da due valve con cerniera, decorata generalmente con le immagini della Madonna o di Gesù Cristo. Le reliquie sono poste in minuscoli contenitori, collocati all'interno o su una delle facce e chiusi da dischetti di vetro. Gli encolpi sono spesso prodotti "di massa" realizzati prevalentemente per i pellegrini, ma non mancano le eccezioni particolarmente preziose.

Reliquiario a tabella

Paolo di Giovanni Sogliani, Reliquiario del Libretto (1500 - 1501), oro, smalti, perle e rubini; Museo dell'Opera del Duomo di Firenze

Contenitore per una o più reliquie costituito da una tabella [10], con struttura lignea o metallica, di forma quadrangolare, poligonale o tonda, posta di taglio su un supporto. Se le reliquie contenute sono numerose, esse sono conservate entro piccole teche quadrangolari o tonde, chiuse da vetri, disposti in modo regolare sulla superficie del reliquiario. In questa categoria rientrano i reliquiari costituiti da una vetrina, all'interno del quale sono appese piccole teche. Il reliquiario a tabella viene anche detta con termine improprio, ma comunque non preferibile all'altro, "tabella-reliquiario".

Tipologie particolari di questo gruppo sono:

  • Legatura reliquiario: legatura di libro liturgico in cui sono ricavate piccole teche contenti reliquie, chiuse da un vetro o nascoste da un rilievo.
  • Reliquiario a dittico, trittico o polittico: reliquiario a tabella formato da due, tre o più valve fisse o incernierate tra loro: in base a questo si definiscono a dittico, a trittico o a polittico con scomparti mobili o fissi. Le teche per le reliquie sono ricavati nella parte interna dei piatti. Un esempio è conservato presso il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, è il celebre:
    • Reliquiario del Libretto (1500 - 1501), in oro, smalti, perle e rubini, opera di Paolo di Giovanni Sogliani, il quale ospita un libretto del XIV secolo: questo si caratterizza come reliquiario a polittico, che consta di una tabella centrale sulla quale si ripiegano tre valve per parte.

Reliquiario a teca

Contenitore per reliquia a vista e non, di varia forma e dimensioni, sempre chiusi da un coperchio, eventualmente con uno o più lati trasparenti. Si tratta di una delle più antiche tipologie di reliquiari, realizzati in metallo, legno, avorio, pietra, ecc. Le fonti antiche definiscono genericamente questo reliquiario come capsae o capsellae. [11]

Reliquiario a borsa del dente di san Giovanni Battista (VIII - IX secolo), oro, gemme e perle; Museo e Tesoro del Duomo di Monza

Nella catalogazione questi reliquiari a teca sono ulteriormente suddivisi nel modo seguente:

  • Reliquiario a borsa [12]: contenitore per reliquie di medie e piccole dimensioni a forma di borsa (alcune volte dotata di tracolla) che era realizzato prevalentemente in metallo, tessuto o paglia. Questa è una tipologia molto antica e diffusa in tutta l'Europa. In Italia n'esistono vari esemplari, ma il più celebre è conservato presso il Museo e Tesoro del Duomo di Monza:
  • Reliquiario a cassa[13]: contenitore di grandi dimensioni, a forma di parallelepipedo, con copertura a doppio spiovente o semicilindrica.
  • Reliquiario a cassetta[14]: contenitore di medie e piccole dimensioni, a forma di parallelepipedo, poligonale e cilindrica e chiuso con un coperchio piatto; realizzato in metallo, legno o avorio.
Girolamo Salvini, Reliquiario ad urna di san Felice (1778), oro, argento e lapislazzuli; Museo Civico e Diocesano di Spello
  • Reliquiario a cofano[15]e a cofanetto[16]: contenitore a forma di parallelepipedo e chiuso con un coperchio a doppio spiovente o semicilindrico realizzato in metallo, legno o avorio. In Italia gli esemplari più celebri sono:
  • Reliquiario a lanterna: si presenta come un contenitore a struttura metallica a pianta quadrata, cilindrica o poligonale, qualche volta con copertura a cupola e pareti costituite da piccole lastre traslucide (vetro, pergamena, ecc.)
  • Reliquiario a sarcofago [17]: contenitore di grandi dimensioni, idoneo a contenere il corpo del santo, con la forma simile a quella del vero e proprio sarcofago; si presenta a pianta rettangolare o trapezoidale con coperchio a doppio spiovente o piramidale. A differenza del successivo reliquiario ad urna, questo non possiede lati trasparenti, mentre, come quello, può essere collocato sotto la mensa d'altare.
  • Reliquiario ad urna[18]: contenitore a pianta quadrangolare e lati rettangolari o trapezoidali, normalmente con coperchio piramidale e dotato di almeno un lato trasparente, così da rendere visibili le reliquie contenute. Le dimensioni sono variabili e a volte tali da contenere l'intero corpo del santo, come il reliquiario a sarcofago. In questo caso è collocato a vista sotto la mensa d'altare. Il reliquiario ad urna è solitamente realizzato in metallo.

Reliquiario tipologia composita

Con quest'espressione generica s'indicano i contenitori per reliquie la cui forma, molto elaborata, comprende tipologie diverse.

Reliquiario antropomorfo

Contenitore per reliquie, solitamente non a vista, la cui forma riproduce quella parte del corpo costituente la reliquia stessa.[19] I reliquiari antropomorfi ebbero origine, secondo le fonti, verso il IX secolo e si diffusero immediatamente rispondendo più di altri, alle esigenze della devozione popolare, nonché alla fede cristiana nella resurrezione della carne. Sopratutto per questo la religione cattolica considera i corpi dei santi o parti di essi (teste, braccia, piedi, costole, ecc.) degni di venerazione.

I reliquiari antropomorfi sono classificati in base alle forme, fra questi i più diffusi sono:

  • Reliquiario a braccio[20]: tipologia di contenitore per reliquie, a forma del braccio con la mano, molto diffuso sia Italia, sia Europa. La mano può essere aperta, oppure in atto di benedire, o di tenere la palma del martirio o un oggetto simbolico, attributo del santo a cui si riferisce. Il braccio è in genere con raffigurato con una manica o con un bracciale d'armatura, nel caso di santi cavalieri.
  • Reliquiario a busto[21] : questo contenitore è l'evoluzione del reliquiario a testa, con il completamento dell'intero busto fino alla vita, o di parte di questo fino alle spalle; può essere realizzato in legno, in metallo o cartapesta. Il santo è raffigurato a mezza figura e completato con i tipici attributi. La reliquia è inserita all'interno della testa o, in epoca più recente, in una piccola teca posta sulla parte anteriore. Questo reliquiario viene anche detto con termine improprio, o comunque non preferibile, "busto-reliquiario".
  • Reliquiario a costola[22]: la forma è quella di una mezzaluna trasparente, collocata su un supporto in metallo.
  • Reliquiario a dito [23]: tipologia poco comune, ma testimoniata da alcuni esemplari conservati sia in Italia, sia Europa.
  • Reliquiario a coscia [24]: reliquiario la cui forma riflette la specifica parte del corpo (coscia) che costituisce la reliquia contenuta.
  • Reliquiario a gamba[25]: tipologia rara, con la forma di una gamba raffigurata fino al ginocchio, nuda o con il piede calzato con i sandali. La reliquia è inserita all'interno di una piccola teca posta sulla parte anteriore.
  • Reliquiario a ginocchio [26]: reliquiario la cui forma riflette la specifica parte del corpo (coscia) che costituisce la reliquia contenuta
  • Reliquiario a mano[27]: è la tipologia più antica di reliquiario antropomorfo, diffuso già alla fine dell'VIII secolo. Il reliquiario è modellato a forma di mano aperta, con la teca per le reliquie posta nel dorso o nel palmo, poggiante su una base.
  • Reliquiario a piede[28]: è costituito da un contenitore, a forma di piede nudo o calzato con un sandalo, eventualmente poggiante su un supporto.
Benvenuto Cellini, Reliquiario del piede di Santa Maria Maddalena (1640), oro, argento, bronzo e vetro; Museo d'Arte Sacra San Giovanni de' Fiorentini di Roma
  • Reliquiario a statua e statuetta[29]: contenitore a forma di statua a tutto tondo. La teca della reliquia è ricavata nel corpo della statua (o statuetta), oppure nel basamento; altre volte, invece, è costituita da un contenitore di forma varia sorretto dalla stessa immagine. Il reliquiario a statua viene anche detta con termine improprio, ma comunque non preferibile all'altro, "statua-reliquiario".
  • Reliquiario a gruppo scultoreo[30]: gruppo scultoreo costituito da due o più statue (Madonna con Gesù Bambino, Sacra Famiglia, ecc.) poggianti su una base e contenente uno o più scomparti dove si conservano le reliquie che possono essere poste nel corpo delle figure, nel basamento o in un contenitore di varia foggia sorretto dalle figure. Il reliquiario a gruppo scultoreo viene anche detto con termine improprio, ma comunque non preferibile all'altro, "gruppo scultoreo-reliquiario".
  • Reliquiario a testa[31]: è una semplificazione del reliquiario a busto ed è formato della sola testa poggiante su una base. La reliquia consisteva spesso nell'intero cranio, rivestito di metallo, o in frammenti introdotti in una teca posta sul fondo o sulla parte superiore del reliquiario.
  • Reliquiario del cranio[32]: reliquiario la cui teca è formata da una o da due calotte incernierate.

Reliquiario architettonico

Contenitori per le reliquie la cui forma si configura su modelli architettonici o il cui ricettacolo è inserito in una montatura di tipo architettonico. Fra questi rientrano i reliquiari costituiti da un vero e proprio edificio in miniatura o anche quelli che propongono solo il prospetto di un edificio. Come il celebre e già ricordato, Reliquiario del Corporale di Orvieto.

Reliquiario di adattamento

Contenitore per reliquie fatti con oggetti non creati come reliquiari, ma adattati a questo scopo. Può trattarsi sia d'oggetti liturgici (calici, pissidi, ostensori, ecc.), sia d'oggetti profani (scatole, cofanetti...). In questo gruppo sono compresi anche altri oggetti considerati reliquie, perché appartenuti a personaggi venerati come, ad esempio:

Reliquiario improprio

Con questa definizione s'indica un contenitore destinato alla conservazione non di vere e proprie reliquie, ma di materiali (granelli di sabbia della Terra Santa, l'olio che bruciava sulle tombe dei martiri, ecc.

Reliquiario topico

Contenitore la cui forma allude ad un santo o alla natura della reliquia che contiene, fra queste si ricordano il reliquiario a chiodo, a corona, ecc.

Esemplari significativi

Fra gli esempi di maggior rilievo storico-artistico, conservati in Italia, si ricordano:

Galleria fotografica

Note
  1. III, q. 25, art. 6.
  2. De Pudicitia, II, 979-1030, 22.
  3. Le capselle sono contenitori per le reliquie, generalmente realizzati in materiali preziosi. Sono a forma di cassetta e in esse vi sono conservati porzioni di ossa, fazzoletti o bende appartenute ai Martiri. Tra il IV e l'VIII secolo le capselle venivano deposte sotto l'altare o in una cavità ricavata in esso.
  4. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  5. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  6. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  7. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  8. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  9. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  10. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  11. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  12. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  13. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  14. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  15. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  16. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  17. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  18. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  19. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  20. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  21. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  22. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  23. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  24. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  25. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  26. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  27. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  28. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  29. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  30. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  31. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  32. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
Bibliografia
  • Luigi Grassi et al., Dizionario di Antiquariato, A. Vallardi - Garzanti Editori, Milano 1992, pp. 929 - 930 ISBN 9788811917014
  • Benedetta Montevecchi, I vasi sacri, in Suppellettile ecclesiastica. 1, Centro Di Editore, Firenze 1988, pp. 157 - 205 ISBN 88703816412
Voci correlate
Collegamenti esterni
Firma documento.png

Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 16 gennaio 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.