Giacomo Giustiniani
Giacomo Giustiniani Cardinale | |
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Età alla morte | 73 anni |
Nascita | Roma 20 dicembre 1769 |
Morte | Roma 24 febbraio 1843 |
Sepoltura | Basilica di Santa Maria sopra Minerva (Roma) |
Ordinazione presbiterale | 21 dicembre 1816 |
Nominato arcivescovo | 14 aprile 1817 da Pio VII |
Consacrazione vescovile | basilica di San Pietro in Vaticano, 20 aprile 1817 dal card. Alessandro Mattei |
Creato Cardinale |
2 ottobre 1826 da Leone XII (vedi) |
Cardinale per | 16 anni, 4 mesi e 22 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Giacomo Giustiniani (Roma, 20 dicembre 1769; † Roma, 24 febbraio 1843) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque a Roma dal principe Benedetto e dalla contessa Cecilia Carlotta Mahony di Newburgh e Kinnaird. La famiglia paterna godeva del titolo principesco a Genova e a Roma, mentre quella materna aveva titolo comitale e tra gli antenati vantava parlamentari, diplomatici e generali al servizio della Gran Bretagna.
Formazione e attività
Dopo gli studi nel Pontificia Università Urbaniana "de Propaganda Fide", prese gli ordini minori e frequentò la La Sapienza, addottorandosi in utroque iure (diritto canonico e civile) il 20 dicembre 1792.
Entrò quindi nella prelatura romana divenendo protonotario apostolico de numero paticipantium nel 1792. Nel 1793 divenne referendario dei tribunali della Segnatura Apostolica di Grazia e Giustizia e fu vice-legato in Romagna, facendo il suo ingresso a Ravenna, sede della legazione, il 14 dicembre. Nel dicembre 1795 fu nominato Protonotario della Sacra Congregazione dei Riti.
Espulso da Ravenna il 25 luglio 1796 per ordine del generale francese Augerau; tornò a Roma il 3 luglio 1797. Nel giugno 1796 tornò a Roma per l'occupazione francese della Legazione di Romagna, il 30 marzo 1797 fu inviato come governatore a Perugia, ma dovette riparare nuovamente a Roma per l'avanzata delle truppe francesi. Durante la Repubblica Romana, per motivi non chiari, fu arrestato e subì una breve detenzione; condusse poi vita ritirata fino alla caduta della Repubblica nel settembre 1799.
Quando la capitale fu occupata dalle truppe napoletane, fece parte della Giunta provvisoria nominata dal generale Diego Naselli, con l'incarico di inseguire i partigiani della Repubblica Romana. Lasciata la prelatura, visse da laico e percorse l'Italia e l'Europa dal 1798 al 1814. Dopo la restaurazione pontificia al Congresso di Vienna, tornò a Roma e riassunse nella Commissione di Stato le proprie funzioni. Fu governatore provvisorio di Roma dal 23 settembre 1814, venendo nominato il giorno successivo al rango di vice-governatore. Dal 1º ottobre fu reintegrato nella prelatura romana col titolo di prelato domestico e fu nominato coadiutore di Pietro Maria Negroni, giudice della curia capitolina, il 19 novembre 1814. Durante l'esilio di papa Pio VII a Genova fu membro della Giunta di Stato presieduta dal cardinale Giulio Maria Della Somaglia. Il 6 luglio 1815 fu nominato delegato apostolico a Bologna, ove curò la restaurazione completa del governo pontificio.
Nel 1816 tornò a Roma per ricevere gli ordini maggiori e il 21 dicembre fu ordinato presbitero.
Episcopato
Il 14 aprile 1817 fu nominato arcivescovo di Tiro in partibus infidelium e nunzio apostolico per la Spagna. Fu consacrato nella basilica di San Pietro in Vaticano il 20 aprile dal cardinal Alessandro Mattei, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio cardinalizio, coadiuvato da mons. Giovanni Francesco Guerrieri, arcivescovo titolare di Atene e da mons. Candido Maria Frattini ([1]), arcivescovo titolare di Filippi.
I dieci anni di nunziatura a Madrid furono i più significativi della carriera curiale e diplomatica del Giustiniani e influirono sulle sue vicende successive di carriera e di vita. Espulso dalla Spagna dalla rivoluzione liberale, risiedette a Bordeaux da gennaio a settembre 1823; in seguito rientrò alla corte del re Fernando VII di Spagna, che era stato riportato al trono dall'esercito francese. Trasferito alla sede di Imola, con titolo personale di arcivescovo, il 13 maggio 1826. Lasciò la Spagna l'anno successivo.
Cardinalato
Nel concistoro del 2 ottobre 1826 papa Leone XII lo elevò al rango di cardinale con dispensa per avere già un nipote nel Sacro Collegio dei Cardinali. Ricevette la berretta cardinalizia il 5 luglio 1827 e il 17 settembre successivo il titolo dei santi Pietro e Marcellino.
Prese parte al conclave del 1829 che elesse papa Pio VIII e in seguito a quello del 1830 -1831. Durante questo conclave fu a lungo uno dei papabili, ma il cardinal Juan Francisco Marco y Catalán, portavoce del re di Spagna, esercitò nei suoi confronti il diritto di veto. Preso atto dell'esclusiva con un abile discorso, nel quale ringraziò il re per gli onori ottenuti durante la missione diplomatica e per averlo sollevato dall'onere del pontificato, che sentiva superiore alle sue forze, il Giustiniani divenne il capo del partito avverso al Pacca. Con un prestigio rafforzato dalla clamorosa esclusione patita, appoggiò la candidatura del Cappellari, a cui lo avvicinavano il comune rigido conservatorismo e l'assoluta chiusura verso il mondo liberale, che il 2 febbraio fu eletto assumendo il nome di Gregorio XVI.
Molto stimato da quest'ultimo, nel 1831 fu nominato abate commendatario dell'abbazia di Farfa e pro-segretario dei Memoriali. Per motivi di salute (la rottura di un femore per una caduta) dovette rinunciare alla commenda dell'abbazia di Farfa.
Il 16 dicembre 1832 rassegnò le dimissioni da arcivescovo di Imola. Proseguì il suo servizio in Curia dove fu prefetto della Sacra Congregazione dell'Indice dal 21 novembre 1834. Nel 1837 fu nominato arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano e prefetto della Sacra Congregazione della Reverenda Fabbrica di San Pietro. Fu Camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 2 ottobre 1837 sino alla morte. Il 22 novembre 1839 optò per il titolo di cardinali vescovi della sede suburbicaria di Albano. Dal 24 gennaio 1842 al 27 gennaio 1843 fu Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali.
Morte
Morì il 24 febbraio 1843. I funerali si tennero nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva con la partecipazione del pontefice e fu sepolto nella tomba di famiglia nella stessa chiesa.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
- Cardinale Giacomo Giustiniani
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Tiro | Successore: | |
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Annibale della Genga | 1817-1826 | Carlo Giuseppe d'Argenteau |
Predecessore: | Nunzio apostolico per il Regno di Spagna | Successore: | |
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Pietro Gravina | 1817-1826 | Francesco Tiberi Contigliano |
Predecessore: | Vescovo di Imola (titolo personale di arcivescovo) |
Successore: | |
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Antonio Lamberto Rusconi | 1826-1832 | Beato Giovanni Maria Mastai Ferretti |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Marcellino e Pietro | Successore: | |
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Nicola Riganti | 1827-1839 | Giovanni Maria Mastai Ferretti |
Predecessore: | Pro-segretario dei Memoriali | Successore: | |
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Carlo Maria Pedicini | 1831 - 1837 | Castruccio Castracane degli Antelminelli |
Predecessore: | Presidente della Fabbrica di San Pietro | Successore: | |
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? | 1837-1843 | Mario Mattei |
Predecessore: | Arciprete della Basilica di San Pietro | Successore: | |
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Pietro Francesco Galleffi | 1837-1843 | Mario Mattei |
Predecessore: | Camerlengo di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Pietro Francesco Galleffi 1824-1837 |
1837-1843 | Tommaso Riario Sforza 1843-1857 |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | |
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Gianfrancesco Falzacappa | 1839-1843 | Pietro Ostini |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Antonio Domenico Gamberini | 1842-1843 | Vincenzo Macchi |
Bibliografia | |
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- Vescovi di Tiro
- Vescovi di Imola
- Cardinali presbiteri dei Santi Marcellino e Pietro
- Segretari dei Memoriali
- Cardinali vescovi di Albano
- Nunzi apostolici per il Regno di Spagna
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- Arcipreti della Basilica di San Pietro
- Cardinali Camerlenghi
- Presbiteri ordinati nel 1816
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