Annibaldo di Ceccano

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Annibaldo di Ceccano
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte anni
Nascita Ceccano
seconda metà del XIII secolo
Morte castello di S. Giorgio, vicino a Montecassino
17 luglio 1350
Sepoltura Cappella dei santi Lorenzo e Giorgio nella basilica Vaticana
Conversione
Appartenenza
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Eventi
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Annibaldo di Ceccano o Caetani (Ceccano seconda metà del XIII secolo; † castello di S. Giorgio, vicino a Montecassino, 17 luglio 1350) è stato un cardinale e arcivescovo francese.

Cenni biografici

Nacque attorno al 1280 nel castello di Ceccano, diocesi di Aqui, il padre era il conte Berardo II de Ceccano e la madre Perna nata Caetani-Stefaneschi sorella del cardinale Giacomo Caetani Stefaneschi. Suoi fratelli furono: Giacomo (1299-1363), Niccolò (1299-1363), Tommaso, Iacobella, Francesca e Ceccanese.

Formazione e ministero sacerdotale

Studiò teologia all'Università di Parigi dove ottenne un dottorato in teologia e diritto canonico.

Ottenne un beneficio ecclesiastico nella sua diocesi il 25 dicembre 1296. Prevosto della chiesa di san Pietro di Foresta, diocesi di Pontecorvo. Fu quindi canonico den l capitolo cattedrale di Ferentino e Veroli. Ottenne la chiesa campestre di san Nicola di Gandulphis, diocesi di Terracina. In seguito fu canonico dei capitoli della cattedrale di Braga e Viseu. Canonico del capitolo della cattedrale di Arras, con dispensa di residenza ottenuta dallo zio cardinale; nel 1318 ne divenne arcidiacono. Attorno al 1316 fu pure canonico a Reims e Parigi. Ricevette il diaconato nel 1318. Nel 1323 divenne canonico del capitolo della patriarcale basilica vaticana di Roma. Nel 1326 fu nominato canonico e arcidiacono di Beaune.

Ministero episcopale

Fu eletto arcivescovo di Napoli nel 1326; lo stesso giorno, papa Giovanni XXII informò Roberto, re di Napoli, e il clero della nomina; occupò la sede fino al 23 dicembre 1327, quando gli succedette il parente Giovanni Orsini. Fu ordinato sacerdote e consacrato vescovo prima del 1º giugno 1326. Risiedette nella sua sede fino alla fine del 1327, quando fu chiamato ad Avignone.

Cardinalato

Nel concistoro del 18 dicembre 1327 fu creato cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina divenendo cardinale protopresbitero alla corte di Pilfort de Rabastens nel 1228. Nel 1331, fu arbitro nel conflitto tra il vescovo di Parigi mons. Guillaume de Chanac[1] e l'università La Sorbona. Nel 1333 optò per l'ordine dei cardinali vescovi e la sede suburbicaria di Frascati.

Controversia teologica

In qualità di maestro in teologia Annibaldo partecipò alle controversie teologiche che caratterizzarono gli ultimi anni del pontificato di Giovanni XXII, svolgendo un ruolo importante soprattutto nelle discussioni sulla questione della visione beatifica delle anime in paradiso[2]. Questa verità di fede, enunciata nella Sacra Scrittura e confermata nei secoli dalla Tradizione, è un dogma irreformabile della Chiesa cattolica.

Giovanni XXII entrò in contrasto con la tradizione della Chiesa su questo punto di primaria importanza. In tre sermoni pronunciati nella cattedrale di Avignone tra il 1º novembre 1331 e il 5 gennaio 1332, egli sostenne l'opinione secondo cui le anime dei giusti, anche dopo la loro perfetta purificazione in purgatorio, non godono la visione beatifica di Dio. Solo dopo la risurrezione della carne e il giudizio finale sarebbero elevate da Dio alla visione della divinità.

Il cardinale Annibaldo inizialmente sostenne l'opinione del pontefice, ma la risoluta opposizione di stimati teologi, man mano che passava il tempo, indussero il pontefici e la Curia a rivedere le proprie opinioni. Alla vigilia della morte, Giovanni XXII affermò di essersi pronunciato solo come teologo privato, senza impegnare il magistero che deteneva.

Il cardinale Annibaldo partecipò al conclave del 1334, che elesse papa Benedetto XII. Il nuovo pontefice volle chiudere la questione teologica sollevata dal suo predecessore con una definizione dogmatica, la costituzione Benedictus Deus del 29 gennaio 1336, che così si esprime:

« Con la nostra apostolica autorità definiamo che, per disposizione generale di Dio, le anime di tutti i Santi… anche prima della riassunzione dei loro corpi e del giudizio finale, furono, sono e saranno in cielo… e che queste anime hanno visto e vedono l’essenza divina con una visione intuitiva e, più ancora, faccia a faccia, senza la mediazione di alcuna creatura »

[3]. L'articolo di fede fu ripreso il 6 luglio 1439 dalla bolla Laetentur coeli[4] del concilio di Firenze[5].

Missioni diplomatiche

Annibaldo fu nominato legato pontificio con l'incarico di riconciliare la regina Giovanna I di Napoli e Luigi I d'Ungheria, che si era recato a Napoli per vendicare l'assassinio di suo fratello, Endre, marito di quella regina.

Fu tra i conclavisti anche nel successivo conclave del 1342, che elesse papa Clemente VI. Questi lo nominò in quell'anno arciprete della Basilica Vaticana. Fu nominato legato, con il cardinale Pierre des Prés, per promuovere la pace tra i re di Francia e Inghilterra; lasciò Avignone il 1º luglio 1342. Nel 1347, fu inviato come legato in Germania, davanti a Carlo IV di Lussemburgo, re dei Romani, che era stato eletto imperatore al posto di Ludovico il Bavaro.

Partì come legato per la Lombardia il 15 gennaio 1349. Si recò a Benevento per determinare i confini di quel ducato con lo Stato Pontificio. Governò Roma, con ampie facoltà, durante il Giubileo del 1350. Il giubileo attirò a Roma una folla immensa e ciò pose immediatamente al rappresentante papale dei gravi problemi. Dal momento che diveniva sempre più difficile poter alloggiare i pellegrini, per i prezzi esorbitanti. Il legato pontificio ridusse ad otto giorni, ed in alcuni casi addirittura ad uno solo, il soggiorno dei pellegrini, suscitando così la reazione dei romani, già in urto nei suoi confronti per la sua origine campana. Scoppiarono degli incidenti e mentre Annibaldo si recava da San Pietro a San Paolo per ottenere egli stesso l'indulgenza rimase vittima di un'attentato. Fu aperta immediatamente una inchiesta che tuttavia non portò a risultati precisi: si pensò che la responsabilità fosse di Cola di Rienzo che cercava in quel momento di rientrare a Roma, con l'aiuto del re di Boemia. Vennero prese allora misure ancor più rigorose nei suoi confronti, per impedire la sua riapparizione in città.

Poco dopo l'Annibaldo lasciò Roma, sia perché ormai non era più sicuro in città, sia perché doveva recarsi nel suo arcivescovado di Napoli e nelle Puglie per condurre un'inchiesta sulla desolante situazione di quella regione.

Morte

Morì a castello di san Giorgio, vicino a Montecassino, poco dopo la sua partenza da Roma, il 17 luglio 1350, l'improvviso decesso fece sospettare un avvelenamento. Il suo corpo, vestito con abito francescano e imbalsamato, fu trasferito a Roma e sepolto nella tomba dello zio cardinale, nella cappella dei Ss. Lorenzo e Giorgio nel patriarcale basilica vaticana.

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo di Napoli Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Bertoldo Orsini [6] 5 maggio 1326 - 23 dicembre 1327 Giovanni Orsini [7] I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Bertoldo Orsini [6] {{{data}}} Giovanni Orsini [7]
Predecessore: Cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso Successore: Kardinalpallium.png
Matteo d'Acquasparta, O.F.M. 18 dicembre 1327 - 1333 Hugues Roger, O.S.B. I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Matteo d'Acquasparta, O.F.M. {{{data}}} Hugues Roger, O.S.B.
Predecessore: Cardinale protopresbitero Successore: CardinalCoA PioM.svg
Pilfort de Rabastens 1328-1330 Jacques Fournier, O.Cist. I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pilfort de Rabastens {{{data}}} Jacques Fournier, O.Cist.
Predecessore: Cardinale vescovo di Frascati Successore: CardinalCoA PioM.svg
Bernard de la Tour 1333 - 17 dicembre 1350 Guillaume Court, O.Cist. I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Bernard de la Tour {{{data}}} Guillaume Court, O.Cist.
Predecessore: Arciprete della Basilica Vaticana Successore: ApostolicProtonotaryCoA PioM.svg
Napoleone Orsini 1342 - 17 luglio 1350 Guillaume de La Jugie I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Napoleone Orsini {{{data}}} Guillaume de La Jugie
Note
  1. cfr. (EN) Patriarch Guillaume de Chanac † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  2. Nuovo Catechismo n. 1023: Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono così come egli è (Gv 3,2 ) faccia a faccia (1Cor 13,12 ).
  3. cfr. (LA) Benedictus Deus su vatican.va. URL consultato il 16-06-2023
  4. cfr. Laetentur coeli su vatican.va. URL consultato il 16-06-2023
  5. cfr. Roberto de Mattei, Un Papa che cadde nell’eresia Giovanni XXII e la visione beatifica dei giusti dopo la morte su corrispondenzaromana.it. URL consultato il 16-06-2023
  6. cfr. (EN) Archbishop Bertoldo Orsini † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  7. cfr. (EN) Archbishop Giovanni Orsini † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
Bibliografia