Diocesi di Girona

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Diocesi di Girona
Dioecesis Gerundensis
Chiesa latina
Catedral Girona from Montjuic.JPG
Vescovo Octavi Vilà Mayo, O.Cist.
Sede Girona
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Tarragona
Escudo de la Diócesis de Gerona.svg
Stemma
Diócesis de Girona.svg
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Spagna
Parrocchie 393 (4 zone pastorali, divise in 12 vicariati )
Sacerdoti 147 di cui 127 secolari e 20 regolari
4.673 battezzati per sacerdote
48 religiosi 321 religiose 13 diaconi
881.061 abitanti in 4.660 km²
687.000 battezzati (78,0% del totale)
Eretta IV secolo
Rito romano
Cattedrale Assunzione di Maria Vergine.
Indirizzo
Plaça del Vi 2, 17004 Girona, España
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2021 (gc ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
Confini diocesi nel X secolo
La basilica minore di Santa Maria a Castellón de Ampurias.

La Diocesi di Girona (spagnolo: Gerona; catalano: Girona; latino: Dioecesis Gerundensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Tarragona.

Territorio

La diocesi comprende parte della provincia di Gerona nell'estremo nord-est della Spagna, al confine con la Francia.

Sede vescovile è la città di Gerona, dove si trova la cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine. Nel territorio sorgono anche due basiliche minori: la basilica di San Felice a Gerona e la basilica di Santa Maria a Castellón de Ampurias.

Il territorio si estende su 4.660 km². I confini del vescovato rispondono all'orografia: con Alberes a nord, Collsacabra, Guilleries e Montseny a ovest. Comprende l'intera regione di Alt e Baix Empordà, La Garrotxa, Gironès, Pla de l'Estany; gran parte di La Selva, il nord del Maresme e alcune parrocchie di Ripollès.

Storia

Incerte sono le origini della diocesi di Gerona, che fin dagli inizi faceva parte della provincia ecclesiastica di Tarragona. La presenza cristiana a Gerona si fa risalire alla fine del III secolo e l'agiografia menziona due vescovi vissuti agli inizi del IV secolo, i santi Ponzio e Narciso.

Nel 517 Gerona fu sede di un concilio a cui presero parte 7 vescovi della provincia ecclesiastica di Tarragona: Giovanni di Tarragona, Frontiniano di Gerona, Paolo di Empúries, Agripio (o Agrizio) di Barcellona, Cinidio di Ausona, Nebridio di Egara e Oronzo di Lerida.

In epoca visigotica la cattedrale era la chiesa di San Felice[1] e che è uno dei principali santi venerati nella diocesi.

Nell'VIII secolo, a causa dell'invasione araba, Gerona fu occupata dal 713 al 785 e per questo periodo non si conosce nulla della diocesi. In seguito alle conquiste di Carlo Magno e di Ludovico il Pio la diocesi entrò nell'orbita carolingia ed entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Narbona. I primi vescovi dopo la rifondazione giunsero dalla Francia e in particolare dalla Le Puy e nei secoli successivi tra i capitoli della cattedrale di Gerona e Le Puy si mantenne una hermandad (fratellanza) che il vescovo di Gerona sciolse nel 1883.[2]

L'antica città romana di Empúries fu distrutta durante l'invasione araba della penisola iberica e con essa scomparve anche la diocesi. Quando la regione fu riconquistata dai cristiani, la sede episcopale non fu più ristabilita e il suo antico territorio entrò a far parte della diocesi di Gerona.

Nel 1017 Gerona cedette una parte del suo territorio per l'erezione della diocesi di Besalú, la cui esistenza fu effimera; già nel 1020 fu soppressa e il suo territorio ritornò a Gerona.

Nel 1068 a Gerona si tenne un sinodo locale presieduto dal legato pontificio Ugo il bianco, inviato da papa Alessandro II in Spagna con l'obbiettivo di sostituire il rito mozarabico con quello romano, ma a Gerona, che fu riconquistata dai Franchi, il rito vigente era già quello romano. I 14 canoni del concilio riguardano vari temi, come la tregua di Dio e la vita dei chierici.

Dall'XI secolo è documentata la suddivisione della diocesi in arcidiaconati; già dal IX secolo gli arcidiaconi erano collaboratori del vescovo, senza però una documentata suddivisione territoriale della diocesi.

L'antica cattedrale, trasformata in moschea dagli arabi, fu ricostruita in stile romanico e consacrata il 1038. Questa chiesa fu nuovamente trasformata in stile gotico nel corso del XIV secolo. Nel XII secolo il vescovo Guillermo de Peratallada (1161-1168) iniziò la costruzione del palazzo episcopale.

Con una bolla del 6 novembre 1097, papa Urbano II ristabilì la sede metropolitana di Tarragona, di cui Gerona era una delle suffraganee. Ma a causa dell'opposizione dei metropoliti di Narbona l'applicazione di questa disposizione non fu facile; ancora nel 1117, il concilio provinciale celebrato a Gerona, era presieduto dal metropolita di Narbona Richard de Millau, legato pontificio e amministratore di Tarragona, in quel momento sede vacante. Solo successivamente gli arcivescovi di Tarragona poterono esercitare effettivamente i loro diritti metropolitici sui vescovati di Aragona e Catalogna.[3]

Fino al 1292 l'elezione del vescovo era riservata al capitolo, che sceglieva il vescovo fra i suoi canonici. A partire da quell'anno si registra il primo intervento pontificio, a cui in seguito si aggiungeranno gli interventi del re d'Aragona. Nel 1457 i canonici eleggeranno il vescovo per l'ultima volta. Questi interventi esterni alla diocesi avranno per conseguenza la nomina di vescovi assenti per lunghi periodi dalla loro sede nei secoli dal XIV al XVI. Era comunque un problema comune a tutte le diocesi fino al Concilio di Trento, che impose ai vescovi l'effettiva residenza nella propria sede.

Il seminario diocesano di Gerona.

Il seminario diocesano fu fondato nel 1573 e fu uno dei primi istituiti in Spagna; fu confermato nel 1599. Dopo la soppressione dei Compagnia di Gesù, il seminario ne occupò la sede.

La basilica minore di San Felice a Gerona.

Nel 1835 i tradizionali arcidiaconati sono stati aboliti ed è stata istituita la divisione in arcipresbiterati.

Nell'Ottocento i dati statistici della diocesi mostrano un alto numero di sacerdoti diocesani, ben oltre la media nazionale. Alla fine degli anni 1860 a Gerona c'era un prete ogni 110 abitanti; nella località di Baño c'erano 16 preti per 5.000 abitanti.[4]

Durante la guerra civile spagnola la Chiesa locale subì persecuzione. Il vescovo mons. Josep Cartañà i Inglés(ch), grazie all'intervento del ministro della cultura della Generalitat della Catalogna, Ventura Gassol, suo ex studente, poté recarsi a Barcellona e imbarcarsi per la Francia. Nel febbraio 1939 rientrò in diocesi e negli anni successivi, dovette affrontare grandi lavori di ripristino delle chiese locali, del seminario diocesano e della facciata della cattedrale.

La Chiesa ha elevato agli altari nel pontificato di papa Benedetto XVI, le Beate María del Carmen, María Rosa e Magdalena Fradera Ferragutcasas,[5] C.M.F., beatificate nel gruppo di 498 Martiri Spagnoli a Roma il 28 ottobre del 2007.

Il 6 giugno 1957, facendo seguito al concordato del 1953 che stabiliva di far coincidere i limiti delle diocesi con quelli delle province civili, la diocesi perse 6 parrocchie, 5 cedute alla diocesi di Vic (Camprodon, Setcases, Vinalonga, Llanas, Molió e Tragura) e 1 alla diocesi di Barcellona (Arenys de Mar); e contestualmente acquisì da Barcellona la parrocchia di Riells de Montseny.[6]

Il 10 aprile 1992 la diocesi adotta ufficialmente la denominazione Girona, in lingua catalana, al posto della precedente denominazione Gerona, in lingua castigliana.

Il 5 settembre 2015, nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Gerona, il cardinal Angelo Amato come inviato del Santo Padre celebrò il rito di beatificazione delle martiri spagnole Suore di San Giuseppe di Gerona, suor Faconda (Catalina) Margenat Roura R.S.J.G., uccisa in odio alla Fede il 26 agosto 1936 a Barcellona e le consorelle madre Fidelia (Dolores) Oller Angelats, R.S.J.G., e suor Josefa Monrabal Montaner, R.S.J.G., uccise a Xeresa il 30 agosto dello stesso anno.

Il 6 maggio 2017 sempre nella cattedrale diocesana, si tenne la cerimonia di beatificazione dei sette martiri catalani Missionari del Sacro Cuore di Gesù[7], presieduta dal cardinal Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato del Santo Padre. Uccisi sulla strada verso Seriñá, sul ponte del fiume Ser il 29 settembre 1936.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati:

Statistiche

Note
  1. Martirologio Romano feata 1º agosto: A Gerona nella Spagna settentrionale, san Felice, martire nella persecuzione dell’imperatore Diocleziano, martire africano morto a Gerona
  2. (FR) Les rapports de l'église du Puy avec la ville de Girone en Espagne et le ... su books.google.ch. 28-9-2022
  3. «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XX, coll. 1028-1034.
  4. «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XX, col. 1018.
  5. Beate Maria del Monte Carmelo, Rosa e Maddalena Fradera Ferragutcasas su santiebeati.it. URL consultato il 19-06-2022
  6. (LA) Decreto Initis inter Sanctam Sedem, AAS 49 (1957), pp. 864-865.
  7. Emilia Flocchini, Beati Martiri Spagnoli Missionari del Sacro Cuore di Gesù su santiebeati.it. URL consultato il 19-06-2022
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni