Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Chiese di Roma.
Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino
Ripa - s Alessio 1050361.JPG
Roma, Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza Sant'Alessio, 23
00153 Roma (RM)
Telefono +39 06 5743446
Fax +39 06 5743446
Posta elettronica santalessiocrs@gmail.com
Sito web Sito ufficiale
Proprietà Chierici Regolari di Somasca (Somaschi), Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano)
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione San Bonifacio di Tarso
Sant'Alessio di Roma
Sigla Ordine qualificante C.R.S.
Sigla Ordine reggente C.R.S.
Data fondazione V secolo, fine
Architetti Giovanni Battista Nolli (progetto di ampliamento del complesso)
Tommaso De Marchis (esecuzione dell'ampliamento del complesso e nuova facciata della basilica)
Stile architettonico romanico, rinascimentale, neoclassico
Inizio della costruzione 1217
Completamento 1860
Pianta Croce commissa
Altezza Massima 19 m
Larghezza Massima 23 m
Lunghezza Massima 50 m
Coordinate geografiche
41°53′01″N 12°28′44″E / 41.883647, 12.478847 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Basilica dei SS. Bonifacio e Alessio
Basilica dei SS. Bonifacio e Alessio
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Basilica di Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino è una chiesa di Roma, che sorge sulla piazza omonima, situata nel centro storico della città, nel rione Ripa.

Storia

Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino (interno)

Chiesa primitiva

La chiesa, edificata probabilmente alla fine del V secolo, era originariamente dedicata al solo san Bonifacio di Tarso.

Il Liber Pontificalis attesta che la chiesa era divenuta diaconia già nell'VIII secolo, sotto il pontificato di Leone III (795 - 816).

Nel 936, i religiosi, che officiavano la chiesa, ottennero da Alberico II di Spoleto (912 ca. – 954), governatore di Roma dal 930 al 954, alcune case adiacenti che, riadattate, formarono il primo nucleo del monastero posto sotto la cura di sant'Oddone di Cluny (878 ca.–942), ispiratore della riforma cluniacense.

Nel 977 la chiesa fu affidata, con l'annesso cenobio, da papa Benedetto VII (974-983) a una comunità di monaci basiliani, rifugiatisi a Roma insieme all'arcivescovo Sergio di Damasco, costretto dai Saraceni a fuggire dalla sua città. "Domicilio di santi" viene definito, da un grande storico, il monastero che s'impose ben presto come centro propulsore di vita cristiana per l'evangelizzazione dell'Europa orientale. Vi dimorò, tra gli altri, anche sant'Adalberto (956 - 997), vescovo di Praga.

Nel 986 l'edificio venne dichiarato basilica[1] e intitolato anche a sant'Alessio, sulla cui casa paterna, secondo la trazione, era stata costruito.

Nell'XI secolo, con lo Scisma d'Oriente, e la rottura dei rapporti tra chiese orientali e occidentali, i monaci di rito bizantino abbandonarono il monastero e furono sostituiti dai benedettini dell'Ordine cluniacense, i quali nel XII secolo restaurarono il cenobio grazie al contributo della famiglia Crescenzi.

Basilica onoriana

Nel 1217, la basilica fu completamente ricostruita per volontà di papa Onorio III (1216-1227), il quale fece porre sotto l'altare maggiore le spoglie dei due santi che vi rimasero fino al 1680. La chiesa onoriana si presentava con tre navate di uguale altezza, separate da muri con finte gallerie e da arcate poggianti su otto colonne per parte.

Nel 1426 il complesso monastico fu affidato agli Eremiti di San Girolamo dell'Osservanza (detti Gerolimini), che lo reggeranno per oltre quattro secoli, ai quali si devono i restauri del 1431.

Nel 1582, i religiosi ristrutturarono ulteriormente la basilica e il chiostro intorno al quale si sviluppa il monastero. Alcuni anni dopo papa Sisto V (1585-1590) elevò la chiesa a titolo cardinalizio

Nella prima metà del XVII secolo, per volontà del cardinale Gianfrancesco Guidi di Bagno (15781641), la basilica fu restaurata e arricchita di preziosi arredi.

Dal Settecento ad oggi

La forma attuale della basilica e le dimensioni odierne dipendono essenzialmente dai grandi lavori avviati prima dell'anno giubilare del 1750, su progetto di Giovanni Battista Nolli (1701-1756), poi rielaborato da Tommaso De Marchis (1693-1759), che previdero l'ampliamento del monastero e la nuova facciata della chiesa, e che furono finanziati dal cardinale Angelo Maria Querini (1680-1755), vescovo di Brescia.

Ulteriori interventi di restauro furono compiuti tra il 1852 e il 1860, dopo l'arrivo, nel 1846, Chierici Regolari di Somasca (detti Somaschi), ai quali Pio IX (1846-1878) aveva donato la basilica e il monastero.

Nel 1873, la basilica fu espropriata e incamerata dal demanio[2]del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).

La chiesa è oggi luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Prisca.

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santi Bonifacio e Alessio, istituito da papa Sisto V, il 13 aprile 1587: l'attuale titolare è il cardinale Eusebio Oscar Scheid.

Descrizione

Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, pianta
Legenda: 1 - Portico; 2 - Statua di di papa Benedetto XIII; 3 - Ingresso al convento; 4 - Monumento funebre del card. Metello Bichi; 5 - Monumento funebre di Antonio Mancini; 6 - Cappella del SS. Crocifisso; 7 - Monumento funebre di Eleonora Boncompagni Borghese; 8 - Cappella di S. Alessio; 9 - Monumento funebre di Cesare Fanti ; 10 - Pozzo ottagonale; 11 - Monumento funebre di Domenico Savarè; 12 - Dipinto con S. Girolamo e S. Paola Romana 13 - Dipinto con S. Girolamo Emiliani in preghiera; 14 - Monumento funebre di Giuseppe Brivio; 15 - Ciborio; 16 - Tomba di Lope de Olmedo; 17 - Cappella di S. Girolamo Emiliani; 18 - Cappella della Madonna; 19 - Tomba di Pietro Savelli; 20 - Abside; 21 - Cripta.

Esterno

Facciata

La basilica è preceduta da un portico (1), che ricalca la struttura medioevale, che presenta sei colonne inserite nei pilastri ed è aperto da cinque archi a tutto sesto di cui quello centrale, leggermente più grande, è sormontato da un timpano. Il piano superiore è articolato da cinque finestre alternate da lesene con capitelli corinzi, sopra al quale corre una balaustra con vasi marmorei. Leggermente arretrata s'intravede la copertura a timpano della chiesa aperta al centro da un oculo e sormontata da una pregevole scultura raffigurante:

  • Croce (prima metà del XIII secolo), in pietra intagliata di ambito laziale:[3] l'opera presenta una decorazione a Motivi vegetali sul montante e la traversa, mentre alla base è raffigurato un Leone

All'interno del portico si notano:

  • al centro, Portale d'accesso alla basilica (1216-1227), in marmo e mosaico dei Cosmati: l'opera del tempo di Onorio III è decorata con Motivi geometrici e vegetali.[4]
  • a sinistra, Portale d'ingresso al convento (3)
  • a destra, Statua di papa Benedetto XIII (1752), in stucco di ambito romano (2): l'opera venne eretta per volontà del cardinale Angelo Maria Querini per celebrare il completamento dei lavori di restauro.

Campanile

A destra della basilica si eleva il campanile romanico, costruito per volontà di papa Onorio III, che si articola in cinque ordini, dei quali gli ultimi tre sono aperti da doppie bifore a colonnine. Alla base nel 2019 è stato rinvenuto, in un intercapedine, uno splendido dipinto murale raffigurante:

Interno

L'interno, cui si accede per un portale cosmatesco del XIII secolo, presenta una pianta a croce commissa divisa in tre navate da massici pilastri ornati da paraste binate corinzie, sui quali si imposta la copertura con volta a botte.

La decorazione della volta della navata centrale venne realizzata nel XIX secolo da Michele Ottaviani: quella dell'abside e dei pennacchi della crociera è di Carlo Gavardini (1811-1869).

Navata sinistra

Andrea Bergondi, Mostra d'altare con Statua giacente e scala di sant'Alessio (terzo quarto del XVIII secolo), stucco e legno

Lungo la navata sinistra, di notevole interesse storico-artistico, si notano:

« O caro Giuseppe Brivio, che sempre hai amato la poesia, accogli ora questi versi degni della tua tomba. Tu che ti sei esercitato negli studi sacri hai ottenuto insigni riconoscimenti. Per questo motivo intendo insistere su altre tue lodi, queste: il fatto che sempre, fin dai più teneri anni, hai conservato il dono, mai scalfito, della tua castità e non hai seguito quei falsi valori che solo costituiscono il pascolo dei mortali. Ma ora più di questo desidero che tu riposi in una placida pace, quella vera e buona che sola giova ai defunti e che da te, mentre vivevi, sempre fu desiderata: la vita, pace e riposo. E quando qualcuno leggerà questi versi, preghi allora per te, perché Dio sia clemente alla tua anima. Morto a Roma il 22 agosto nell'Anno del Signore 1457. Visse 79 anni. »

Cappella di San Girolamo Emiliani

Nel terminale del transetto sinistro è posta la Cappella di San Girolamo Emiliani (17), che nel XVII secolo era la cappella della famiglia Guidi di Bagno, fatta realizzare dal cardinale Gianfrancesco, restaurata nel XVIII secolo da Carlo Murena, e soltanto nel 1850 dedicata al Santo fondatore dei Somaschi. All'interno è visibile:

Presbiterio e abside

Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, presbiterio

Nel presbiterio, sopraelevato di alcuni gradini, si possono ammirare:

« + Iacobus Laurentii fecit has decem et novem columnas cum capitellis suis. »

Cappella della Madonna

Ambito romano, Madonna avvocata detta anche Madonna dell'Intercessione o di sant'Alessio (XIII secolo), tempera su tela applicata su una tavola

Nel terminale del transetto destro è posta la Cappella della Madonna (18), detta anche Cappella di Carlo IV, perché il re di Spagna la fece decorare nel 1814 durante il periodo di permanenza nel convento all'epoca del suo esilio romano. Nell'ambiente, costruito dall'abate Angelo Porro nel 1674, è custodita:

  • all'altare, Madonna avvocata detta anche Madonna dell'Intercessione o di sant'Alessio (XIII secolo), tempera su tela applicata su una tavola di ambito romano:[11] l'opera si riteneva che fosse la stessa che il santo aveva venerato già ad Edessa dove si era recato per abbandonare le ricchezze della casa paterna e vivere in povertà. L'icona, secondo la tradizione, sarebbe stata dipinta a Bisanzio e poi trasportata a Roma nell'XI secolo dall'arcivescovo Sergio di Damasco, mentre gli studiosi ritengono che fu eseguita da un pittore romano nel XIII secolo.

Sul pavimento antistante la cappella è inserita:

Navata destra

Lungo la navata sinistra, di notevole interesse storico-artistico, si notano:

Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, cripta

Cripta

Per due scale, poste ai lati del presbiterio, si accede alla sottostante cripta romanica (21), risalente all'XI secolo, con un altare a baldacchino che contiene le reliquie di san Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, e con le pareti decorate con dipinti murali ad affresco, di ambito romano, raffiguranti:

Note
  1. Basiliche minori in Italia
  2. Legge 19 giugno 1873, n. 1402
  3. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 23.02.2021
  4. Ibidem . URL consultato il 23.02.2021
  5. Eccezionale a Roma, spunta affresco medievale intatto su ansa.it. URL consultato il 29-06-2019
  6. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 24.02.2021
  7. Ibidem . URL consultato il 23.02.2021
  8. Ibidem . URL consultato il 24.02.2021
  9. La provenienza delle due colonne è molto discussa: infatti, secondo alcuni studiosi, risalgono alla ricostruzione onoriana, mentre per altri esse sarebbero state prelevate dalla non lontana Basilica di San Bartolomeo all'Isola e portate qui alla fine del XVIII secolo.
  10. Le due colonne racchiudono un'iscrizione del XIII secolo che illustra le reliquie dei santi Bonifacio e Alessio custodite nella chiesa.
  11. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 24.02.2021
  12. Ibidem . URL consultato il 24.02.2021
  13. Ibidem . URL consultato il 24.02.2021
Bibliografia
  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, 1891, pp. 585-587
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese, conventi, chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 250
  • Oliva Muratore, Maria Richiello, Paolo Barbato, La storia e il restauro del complesso conventuale dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, De Rosa, Roma, 2004, ISBN 9788873690580
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, pp. 55-56, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, p. 502, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 25 febbraio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.