Basilica di Sant'Antonio da Padova a Via Merulana (Roma)
Basilica di Sant'Antonio da Padova a Via Merulana | |
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Roma, Basilica di Sant'Antonio da Padova a Via Merulana | |
Altre denominazioni | Basilica di Sant'Antonio al Laterano, Basilica di Sant'Antonio da Padova all'Esquilino |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Merulana, 124 00185 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 70373416; +39 06 70373420 |
Posta elettronica | basilica@antonianum.eu |
Sito web | |
Proprietà | Ordine dei Frati Minori |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Sant'Antonio di Padova |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. |
Fondatore | Ordine dei Frati Minori |
Data fondazione | 1884 |
Architetto |
Luca Carimini (progetto ed esecuzione dei lavori) |
Stile architettonico | Neorinascimentale, neoclassico |
Inizio della costruzione | 1884 |
Completamento | 1887 |
Data di consacrazione | 4 dicembre 1887 |
Consacrato da | Lucido Maria Parocchi |
Titolo | Sant'Antonio da Padova a Via Merulana (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Villa Giustiniani |
Pianta | basilicale |
Materiali | laterizi a vista, travertino |
Iscrizioni | SS. TRINITATE IN MEMORIAM S. ANTONII AD MDCCCLXXXVI. |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di Sant'Antonio da Padova a Via Merulana, detta anche Basilica di Sant'Antonio al Laterano o Basilica di Sant'Antonio da Padova all'Esquilino, è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, lungo via Merulana, nel rione Esquilino.
Storia
Dalla fondazione ad oggi
La basilica, insieme all'annesso convento, venne edificata, tra il 1884 ed il 1887, da Luca Carimini (1830 – 1890) per l'Ordine dei Frati Minori, che qui trovarono la loro nuova sede dopo che erano stati espropriati del convento presso Santa Maria in Ara Coeli per consentire la costruzione del Vittoriano (o Altare della Patria).
La cerimonia di posa della prima pietra della basilica avvenne il 16 aprile 1884 alla presenza del ministro generale Bernardino da Portogruaro (1822 – 1895); fu consacrata il 4 dicembre 1887 dal cardinale vicario Lucido Maria Parocchi, insieme ad altri otto vescovi francescani.
L'apparato decorativo della chiesa fu eseguito, tra il 1889 e il 1890, da Bonaventura Loffredo da Alghero (1830 - 1903).
Il 21 luglio 1931 papa Pio XI, in occasione del settimo centenario della morte di sant'Antonio di Padova (1195 - 1231), l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[1]
Nel 1950, quando la sede della Casa Generalizia venne spostata a Santa Maria Mediatrice, fu progettato un generale rinnovamento degli interni, solo parzialmente realizzato.
La basilica attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro al Laterano.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Sant'Antonio da Padova a Via Merulana, istituito da papa Giovanni XXIII, il 12 marzo 1960: l'attuale titolare è il cardinale Cláudio Hummes.
Descrizione
Esterno
Facciata e portico
La facciata a salienti della basilica, ultimata già nel 1886, è costruita in laterizi a vista con elementi architettonici in travertino e si eleva su un'alta scalinata a doppia rampa che conduce ad un ampio portico a cinque arcate di ordine dorico, in stile neorinascimentale, al centro del quale è collocata una statua raffigurante:
- Sant'Antonio da Padova con Gesù Bambino (fine XIX secolo), in bronzo.
Sotto il portico, si aprono tre portali d'accesso alla chiesa, due laterali sormontati da un timpano triangolare ed uno centrale, affiancato da lesene con decorazioni fitomorfe e con capitelli a mensola: sopra un arco a tutto sesto, ornato da acroteri con palmette e rosette, è situato, all'interno della lunetta, un rilievo raffigurante:
- Sant'Antonio da Padova in gloria tra angeli.
Sopra al portico sono poste cinque finestre centinate tra sei medaglioni con sculture a rilievo, opera di Cesare Giuliani, raffiguranti:
- al centro, Agnello di Dio e Sacro Cuore di Gesù;
- ai lati, Simboli degli Evangelisti.
Un grande timpano triangolare sormontato da una croce conclude la facciata, sotto al quale si aprono due finestre separate da un oculo. Sulla la cornice del frontone, alla base del timpano, si legge l'iscrizione dedicatoria:
« | SS. TRINITATE IN MEMORIAM S. ANTONII AD MDCCCLXXXVI. » |
Campanile
Sul lato settentrionale, sorge il campanile a cella ottagona, con cuspide in maioliche policrome e dorate.
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), presenta una pianta basilicale con cinque cappelle per lato, che si articola su due piani ed è suddivisa da dodici colonne in granito in tre navate; quella centrale è più ampia rispetto alle laterali sulle quali s'imposta il matroneo, che serve per il coro della comunità religiosa. Il colonnato si presenta a due ordini sovrapposti: le dodici colonne di granito rosa, dell'ordine inferiore, sei per parte, hanno il capitello ionico, mentre le dodici dell'ordine superiore, anch'esse di granito rosa, presentano il capitello corinzio. Il matroneo prosegue anche sulla controfacciata, di sopra e di sotto, come nelle antiche Basiliche di Sant'Agnese e di San Lorenzo fuori le mura, con le finestre delle pareti superiori che illuminano tutta l'aula liturgica.
Lungo le navate laterali sono collocati pregevoli bassorilievi raffiguranti:
- Stazioni della Via Crucis (1940), in marmo, eseguite dalla ditta Gazzeri.
La navata centrale, coperta da uno splendido tetto a capriate lignee, si conclude con un abside semicircolare dove sono collocati tre ordini di stalli per il coro e al centro, l'organo.
Lungo la navata si segnala:
Lungo la navata sinistra si aprono cinque cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a santa Chiara d'Assisi, si nota:
- all'altare, Santa Chiara d'Assisi respinge i saraceni con l'ostensorio (1891), tela applicata su tavola di Giuseppe Bravi.
- nella seconda cappella, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, si conserva:
- all'altare, Trittico con Sacro Cuore di Gesù tra san Luigi dei Francesi e santa Elisabetta d'Ungheria (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di ambito romano.
- nella terza cappella, dedicata ai santi martiri del Giappone, è custodito:
- all'altare, Santi martiri francescani in Giappone (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di Cesare Mariani.
- nella quarta cappella, dedicata a san Francesco d'Assisi, è collocata:
- all'altare, Trittico con San Francesco d'Assisi tra san Pietro d'Alcantara e san Pasquale Baylon (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di Franz De Rhoden.
- nella quinta cappella, dedicata a san Ludovico di Tolosa, è visibile:
- all'altare, Trittico con San Ludovico di Tolosa tra san Diego d'Alcalá e san Francesco Solano (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di Eugenia Pignet: la figura del santo vescovo francese s'ispira a quella dipinta nel 1482-1485 da Pinturicchio nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli.
Presbiterio e abside
Al centro del presbiterio, rialzato di alcuni gradini, è ubicato l'altare maggiore che presenta un paliotto decorato a bassorilievo raffigurante:
- Ultima Cena (1889-1890), in marmo di Luca Carimini.
Dietro l'altare, si apre l'abside semicircolare, che presenta sulla parete un pregevole dipinto murale raffigurante:
- Apoteosi dell'Ordine francescano (1889 - 1890), affresco di Bonaventura Loffredo da Alghero.
Cappelle del SS. Sacramento e di S. Antonio da Padova
Ai lati del presbiterio, in fondo alle due navate laterali, si aprono due cappelle:
- a sinistra, Cappella del Santissimo Sacramento per la custodia dell'Eucarestia;
- a destra, Cappella di Sant'Antonio da Padova, dove sono collocati due dipinti raffiguranti:
- Sant'Antonio da Padova predica ai pesci e Sant'Antonio da Padova e il miracolo della mula (1987), olio su tela di De Meo.
Lungo la navata destra si aprono cinque cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Giuseppe, è visibile:
- all'altare, Morte di san Giuseppe (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di Giuseppe Maria Rossi.
- nella seconda cappella, dedicata all'Immacolata Concezione, si nota:
- all'altare, Trittico con Immacolata Concezione con Gesù Bambino tra san Giovanni evangelista e santa Margherita da Cortona (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di Francesco Szoldaticz.
- nella terza cappella, dedicata ai santi Martiri di Gorcum, si conserva:
- all'altare, Santi Martiri di Gorcum (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di ambito romano: l'opera è una copia del celebre dipinto eseguito nel 1867 da Cesare Fracassini, conservato nei Musei Vaticani.
- nella quarta cappella, dedicata a san Bonaventura da Bagnoregio, è custodito:
- all'altare, Trittico con San Bonaventura da Bagnoregio in cattedra tra san Michele arcangelo e san Raffaele arcangelo (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di ambito romano.
- nella quinta cappella, dedicata a san Bernardino da Siena, è collocata:
- all'altare, Trittico con San Bernardino da Siena tra san Giovanni da Capestrano e san Giacomo della Marca (fine del XIX secolo), tela applicata su tavola di Michelangelo Cianti: la figura del santo s'ispira a quella dipinta nel 1482-1485 da Pinturicchio nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli al Campidoglio.
Sacrestie
Dalle navate laterali si accede a due sacrestie minori destinate alle confessioni e da queste, diagonalmente, si passa alla grande sacrestia posta dietro l'abside.
Cripta
La cripta, vera e propria chiesa inferiore, al livello di via Merulana alla quale si accede direttamente attraverso una porta che si apre tra le due rampe di accesso alla superiore, occupa un vano della grandezza complessiva della basilica: è a tre navate divise da colonne binate di travertino, con abside e deambulatorio che serve da sacrestia.
Convento
Il convento fu costruito, insieme alla basilica, per l'Ordine dei Frati Minori, sull'area precedentemente occupata dalla Villa Giustiniani, a seguito dell'espulsione dei religiosi dalla loro storica sede dell'Aracoeli per consentire la costruzione del monumento a Vittorio Emanuele II.
Il progetto del complesso religioso di via Merulana fu affidato all'architetto Luca Carimini, che lo realizzò tra il 1884 ed il 1887, anche se poi le modifiche effettuate ai lati dell'edificio conferirono un rilievo minore a tutto il complesso rispetto a quello elaborato originariamente: per le aumentate esigenze dell'Ordine, infatti, tra il 1930 ed il 1955 la costruzione aumentò notevolmente, prima con tre ali nell'area del giardino verso viale Manzoni ad opera dell'ingegnere Enrico Campa, come sede del Pontificia Università Antonianum, ed in seguito con l'aula magna, la biblioteca e le nuove aule, su progetto di Mario Paniconi e Giulio Pediconi.
Note | |
Bibliografia | |
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