Papa Gelasio I

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San Gelasio I
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Santo
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Bergognone, Papa Gelasio I (1514-1518), affresco; Milano, Chiesa di Santa Maria della Passione
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte anni
Nascita Cabilia
V secolo
Morte 21 novembre 496
Sepoltura Città del Vaticano, Basilica di San Pietro
Appartenenza
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Ordinato diacono
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prima dell'elezione
Eletto Antipapa {{{antipapa}}}
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Scomunicato da
Riammesso da da
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
49° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
1º marzo 492
Consacrazione
Fine del
pontificato
21 novembre 496
(per decesso)
Durata del
pontificato
4 anni, 8 mesi e 20 giorni
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore Felice III
Successore Anastasio II
Extra Anni di pontificato


Cardinali 40 creazioni in 4 concistori
Proclamazioni
Antipapi
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza 21 novembre
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di {{{patrono di}}}
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Dinastia {{{dinastia}}}
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 21 novembre, n. 5:
« A Roma presso san Pietro, san Gelasio I, papa, che, insigne per dottrina e santità, onde evitare che l'autorità imperiale nuocesse all'unità della Chiesa, illustrò con vera profondità di analisi le prerogative dei due poteri, temporale e spirituale, sostenendo l'esigenza di una mutua libertà; spinto dalla sua grande carità e dai bisogni degli indigenti, per soccorrere i poveri morì egli stesso poverissimo. »

San Gelasio I (Cabilia, V secolo; † 21 novembre 496) è stato il 49º vescovo di Roma e Papa latino dal 1º marzo 492 alla sua morte. È venerato dalla Chiesa come santo.

Biografia

Gelasio, come egli stesso dichiarava in una lettera all'imperatore Anastasio I di Bisanzio (Epistola XII, n. 1), era Romanus natus. Tuttavia, il Liber Pontificalis riporta che era natione Afer, quindi, a volte, viene indicato come persona di colore. Per afer, tuttavia, si intendeva un nativo della provincia d'Africa, pertanto, papa Gelasio, nativo della Cabilià (Algeria), la cui popolazione indigena, i berberi, è di pelle bianca, poteva anche non essere di colore. Prima della sua elevazione al soglio di Pietro, Gelasio era stato spesso impiegato dal suo predecessore Felice III, soprattutto nella stesura di documenti ecclesiastici e la sua elezione, il 1º marzo 492, fu un gesto di continuità. Tale questione ha portato alcuni studiosi a confondere gli scritti dei due pontefici.

Questione acaciana e il primato della Santa Sede

Alla sua elezione al papato, Gelasio immediatamente mostrò la forza del suo carattere e l'alta concezione che aveva della sua posizione attraverso la fermezza con la quale trattò i seguaci di Acacio Patriarca di Costantinopoli. Malgrado tutti gli sforzi dell'ortodosso Patriarca Eufemio di Costantinopoli e le minacce dell'imperatore Anastasio, che provarono a ottenere il riconoscimento da parte della Sede Apostolica, Gelasio, sebbene pressato dalle difficoltà domestiche, non volle stipulare alcuna pace che potesse compromettere anche minimamente i privilegi e gli onori della sede petrina, pretendendo l'eliminazione del nome di Acacio dal dittico. La separazione dall'imperatore e dal patriarca di Costantinopoli, a questo punto, fu inevitabile, poiché questi avevano abbracciato l'idea di un'unica natura divina (Monofisita) di Cristo, che il partito papale vedeva come un'eresia. Il libro di Gelasio De duabus in Christo naturis ("Della natura duale di Cristo") delineava il punto di vista occidentale. La costanza con la quale combatté le pretese, laiche ed ecclesiastiche, della nuova Roma; la risolutezza con la quale rifiutò di permettere che la preminenza civile o temporale di una città ne determinasse il relativo grado ecclesiastico; il coraggio con cui difese i privilegi della seconda e della terza sede, Alessandria d'Egitto ed Antiochia di Siria, sono alcune delle caratteristiche più notevoli di suo pontificato. Il pontificato di Gelasio, però, fu troppo breve per ottenere la completa sottomissione e riconciliazione dell'ambiziosa chiesa di Bisanzio; lo scisma durò fino al pontificato di Papa Ormisda (514-523).

Separazione dei poteri

Guglielmo Salvini, Battente del portone con San Gelasio I e un contadino (1957), bronzo; Rapallo, Basilica dei Santi Gervasio e Protasio

A livello politico, la scomunica di Acacio da parte di Felice, aveva attaccato le fondamenta del potere dell'Imperatore. Gelasio si appoggiò ad Ambrogio e ad Agostino per formulare, nel 494, un fondamento politico per la Chiesa cattolica d'Occidente basato su una distinzione dei poteri derivata dal diritto romano. Gelasio definì i poteri separati di Chiesa e Stato che, da allora, hanno caratterizzato la cultura occidentale. Gelasio sosteneva con fermezza che Roma doveva il suo primato ecclesiastico non a uno Concilio Ecumenico né a tutta l'importanza temporale che potesse aver posseduto, ma alla Divina istituzione da parte di Cristo stesso, che conferì il primato sull'intera chiesa a Pietro e ai suoi successori (si vedano in particolar modo le sue lettere ai vescovi orientali e il decreto sui libri canonici e apocrifi). Nei suoi rapporti con l'imperatore si mise allo stesso livello dei grandi pontefici medioevali; Gelasio faceva notare che esistevano figure nella tradizione Biblica che erano sia Re che sacerdoti, come Melchisedec, ma dall'epoca di Cristo

« Due sono, Augusto Imperatore, quelle che reggono principalmente questo mondo: la sacra autorità dei vescovi e la potestà regale. Delle quali tanto più grave è la responsabilità dei sacerdoti in quanto devono rendere conto a Dio di tutti gli uomini, re compresi. »
« Se nell'ordine delle cose pubbliche i vescovi riconoscono la potestà che ti è stata data da Dio e obbediscono alle tue leggi senza voler andare contro le tue decisioni nelle cose del mondo; con quale affetto devi tu obbedire a coloro che sono incaricati di dispensare i sacri misteri? »

Basandosi sulla tradizione romana, il potere della chiesa era auctoritas, un potere legislativo, mentre l'autorità dell'Imperatore era potestas, un potere esecutivo. Nel diritto romano, che era supremo, l'auctoritas era superiore alla potestas. Il problema immediato di Gelasio era di tenere l'Imperatore al di fuori degli affari dottrinali, formulando un contrappeso alla contrastante teorie Bizantina del potere, generalmente caratterizzata come Cesaropapismo. Lo scisma prodotto da Felice e Gelasio si ricompose infine, ma non per sempre e la teoria gelasiana dei poteri di auctoritas e potestas rimase assopita fino a quando non fu risvegliata, in una forma radicalmente nuova, da Papa Gregorio VII, che domandò, non solo la separazione di Chiesa e Stato, ma la soggezione di tutti i Re e gli Imperatori all'autorità papale.

Soppressione dei riti pagani ed eretici

I problemi con le altre Chiese, tuttavia, non furono le uniche occasioni per mettere alla prova l'energia e la forza di Gelasio. Guardando più vicino a casa, il pontefice riuscì, dopo una lunga lotta, a sopprimere l'antica festa romana dei Lupercalia, che egli considerava un rimasuglio superstizioso e in qualche modo licenzioso di paganesimo. La lettera di Gelasio al senatore Andromaco, copriva le questioni principali della controversia e, incidentalmente, offre alcuni dettagli su questa festa, che combinava fertilità e purificazione, che altrimenti sarebbero andati perduti. I Lupercalia di febbraio vennero sostituiti da una festa che celebrava la purificazione e la fertilità della Vergine Maria.

Strenuo sostenitore delle vecchie tradizioni, Gelasio tuttavia sapeva quando fare eccezioni o modifiche: Gelasio stanò i manichei che, presenti a Roma in gran numero, cercavano di sviare l'attenzione dalla loro propaganda fingendo di essere Cattolici, decretando che l'eucaristia venisse ricevuta "nelle due forme", con il vino oltre che con il pane. Poiché i Manichei ritenevano il vino impuro ed essenzialmente peccaminoso, avrebbero rifiutato il calice e sarebbero stati quindi individuati. Successivamente, con i Manichei soppressi, ritornò in voga il vecchio metodo di ricevere la comunione solo in forma di pane.

Canone della Bibbia e il Messale

Connessa a queste spinte verso l'ortodossia fu la definizione di quali libri dovessero essere considerati canonici. La fissazione del Canone della Bibbia è stata tradizionalmente attribuita a Gelasio, anche se, probabilmente fu opera di Papa Damaso I. Gelasio pubblicò in un sinodo romano (494), il suo celebrato catalogo delle autentiche scritture dei Padri, assieme a una lista di lavori apocrifi e interpolati e a una lista di libri eretici proscritti (Epistola XLII). A questo catalogo era naturale premettere il Canone delle Scritture come era stato determinato dai precedenti Pontefici, così, nel corso del tempo, il Canone stesso fu attribuito a Gelasio. Nel suo zelo per la bellezza e la maestosità del servizio divino, Gelasio compose molti inni, prefazioni e collette e stilò un libro per la Messa. Il Messale che porta il suo nome Sacramentarium Gelasianum, fu, però, composto solo il secolo successivo. Quanto contenuto in questo manoscritto sia opera di Gelasio è questione dibattuta.

Usanze

A Gelasio si deve anche l'usanza delle ordinazioni nei giorni di magro (Epistola XV), così come l'applicazione della quadruplice divisione dei redditi ecclesiastici, sia redditi di proprietà che donazioni volontarie dei fedeli: una parte per i poveri, un'altra per il supporto delle chiese e l'arricchimento del servizio divino, una terza per il vescovo e la quarta per il clero minore. Sebbene alcuni autori attribuiscano l'origine di questa divisione dei fondi monetari della chiesa a Gelasio, tuttavia il pontefice parla di essa (Epistola XIV, n. 27) come dudum rationabiliter decretum, che era stato in vigore per un certo periodo. In realtà, già Papa Simplicio (475, Epistola I, n. 2) impose la restituzione ai poveri e alla chiesa a un vescovo che aveva contravvenuto a questo obbligo; conseguentemente deve essere considerare almeno come un'abitudine della chiesa. Non contento di una semplice enunciazione di questo dovere caritatevole, Gelasio lo inseriva frequentemente nei suoi scritti ai vescovi.

Conclusioni

Alla fine di un regno breve ma dinamico, la sua morte (o la sua inumazione) avvenne il 21 novembre 496. Oltre che per la sua intransigenza nei confronti di imperatori ed eretici, fu comunque noto per la benevolenza dimostrata nei confronti dei bisognosi. Il più bell'elogio dopo la sua morte fu quello di Dionigi il Piccolo:

« Morì povero dopo aver arricchito i poveri. »

Ebbe, inoltre, una profonda influenza sullo sviluppo della politica della chiesa, della liturgia e della disciplina ecclesiastica. Tantissimi suoi decreti sono stati, infatti, incorporati nel Diritto Canonico. Venne sepolto nel portico di San Pietro in Vaticano.

Le opere

Gelasio fu lo scrittore più prolifico tra i primi Papi. Una grande quantità di corrispondenza di Gelasio è sopravvissuta, quarantadue lettere e frammenti di altre quarantanove, archiviate attentamente in Vaticano, che spiegano incessantemente ai vescovi orientali il primato della sede di Roma. Esistono inoltre sei trattati e il decreto sui libri canonici e apocrifi.

Culto

La festa di Gelasio ricorre il 21 novembre.


Predecessore: Papa Successore: Emblem of the Papacy SE.svg
papa Felice III 1 marzo 492 - 21 novembre 496 papa Anastasio II I
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papa Felice III {{{data}}} papa Anastasio II
Fonti
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni