Gioele
Gioele | |
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Michelangelo, Il profeta Gioele (1508 - 1512), affresco; Città del Vaticano, Cappella Sistina | |
Sigla biblica | Gl |
Lingua originale | ebraico |
Autore | Anonimo |
Datazione | 400 a.C. |
Il libro di Gioele, compreso tra i profeti minori si divide in due parti.
- Nella prima, un'invasione di cavallette che devasta Giuda provoca una liturgia di lutto e di supplica; JHWH risponde promettendo la fine del flagello e il ritorno dell’abbondanza (1,2-2,27).
- La seconda parte descrive, in uno stile apocalittico, il giudizio delle nazioni e la vittoria definitiva di JHWH e di Israele (34).
L’unità tra le due parti è assicurata dal riferimento al giorno di JHWH, che è propriamente il tema dei capitoli 3-4, ma che appare già in 1,15; 2,1-2.2,10-11. Le cavallette sono l’esercito di JHWH, lanciato per eseguire il suo giudizio: un giorno di JHWH, da cui si può essere salvati solo con la penitenza e la preghiera; il flagello diventa il tipo del grande giudizio finale, il giorno di JHWH che aprirà i tempi escatologici.
Non v’è possibilità di distinguere due autori né due epoche di composizione. Si è difesa, recentemente, una data alla fine dell’epoca monarchica. La maggioranza degli esegeti tuttavia opta per il periodo postesilico con i seguenti argomenti:
- l’assenza di riferimento a un re,
- le allusioni all’esilio ma anche al tempio ricostruito,
- i rapporti con il Deuteronomio e i profeti posteriori (Ezechiele, Sofonia, Malachia, Abdia citato in 3,5).
Il libro sarebbe stato composto verso il 400 a.C.. I suoi legami con il culto sono evidenti. I capitoli 1-2 hanno i caratteri di una liturgia penitenziale che termina con la promessa profetica del perdono divino. Si è dunque considerato Gioele come un profeta cultuale, addetto al servizio del tempio. Però, queste caratteristiche possono spiegarsi anche con l’imitazione letteraria di forme liturgiche. Il libro non è il resoconto di una predicazione nel tempio, è una composizione scritta, fatta per essere letta. Si è alla fine della corrente profetica.
L’effusione dello spirito profetico su tutto il popolo di Dio nell’era escatologica (3,1-5) risponde all’augurio di Mosè in Nm 11,29. Il Nuovo Testamento afferma che l’annunzio si è realizzato al momento della venuta dello Spirito sugli apostoli di Cristo; san Pietro citerà tutto questo passo (At 2,16-21): Gioele è il profeta della pentecoste.
È anche il profeta della penitenza: i suoi inviti al digiuno e alla preghiera, desunti dalle cerimonie del tempio o redatti sul loro modello, entreranno naturalmente nella liturgia cristiana della quaresima.
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