Luca Fieschi
Luca Fieschi Cardinale | |
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Giovanni di Balduccio da Pisa (scuola), Monumento funebre del cardinale Luca Fieschi, Museo Diocesano di Genova | |
Età alla morte | circa 66 anni |
Nascita | Genova 1270 ca. |
Morte | Avignone 31 gennaio 1336 |
Sepoltura | Cattedrale di San Lorenzo (Genova) |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Creato Cardinale |
2 marzo 1300 da Bonifacio VIII (vedi) |
Cardinale per | 35 anni, 10 mesi e 29 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Luca Fieschi (Genova, 1270 ca.; † Avignone, 31 gennaio 1336) è stato un cardinale italiano.
Cenni biografici
Luca Fieschi nacque a Genova attorno al 1270 il padre era Niccolò di Tedisio, apparteneva alla famiglia guelfa ligure dei conti di Lavagna, della madre Leonora, non se ne conosce la parentela. Luca era nipote del cardinale Ottobono Fieschi, che nel 1276 fu eletto papa con il nome di Adriano V, e pronipote di Sinibaldo di Ugo, papa Innocenzo IV. Il suo casato era legato alle principali famiglie genovesi (i Malaspina, i Grimaldi, i Malocelli) ma anche ai Savoia, dato che Beatrice Fieschi, sorella di Ottobono, si era sposata con Tommaso II di Savoia. Sembra che attraverso la madre avesse dei legami famigliari con la casa reale inglese dei Plantageneti.
Alla morte del fratello, Brancaleone ereditò la carica di canonico a Lichfield. Al tempo era già suddiacono e cappellano papale. Un anno dopo divenne canonico a Parigi.
Il 2 marzo 1300 fu creato cardinale diacono da papa Bonifacio VIII nel concistoro del 2 marzo 1300, ricevendo la diaconia di Santa Maria in Via Lata e in amministrazione le diaconie dei santi Cosma e Damiano e dei santi Marcellino e Pietro, tolte al cardinale Giacomo Colonna.
Sotto Benedetto XI ricevette un beneficio in Inghilterra, succedendo al cugino Leonardo Fieschi, e dei monasteri di Marola e Campagnola nel vescovado di Reggio Emilia.
Partecipò al conclave del 1304-1305 tenutosi a Perugia, nella fazione del defuto pontefice, ma la morte del suo leader Matteo Rosso Orsini costrinse Luca a schierarsi dalla parte di Clemente V e recarsi a Lione per la sua intronizzazione.
Partecipò all'incoronazione ad Aquisgrana il 6 gennaio 1309 di Enrico VII di Lussemburgo. Nel luglio del 1311 fu inviato da papa Clemente V, con Niccolò Alberti, e Leonardo Patrasso, presso il campo dell'imperatore che cingeva d'assedio Brescia, con il compito di accompagnarlo nel suo viaggio verso Roma per l'incoronazione imperiale. Il Fieschi seguì l'imperatore nei suoi successivi spostamenti. Da prima a Genova dove il corteo imperiale fece il suo ingresso trionfale nell'ottobre 1311. Nel marzo dell'anno seguente, l'imperatore si imbarcò alla volta di Pisa per raggiungere Roma a maggio. La città, compresa la basilica di San Pietro, era controllata da Roberto d'Angiò e delle sue truppe, mentre l'altra era dominata dai Colonna e dai ghibellini.
I tentativi di liberare la strada di accesso alla basilica si trasformarono in uno scontro cruento, tanto che la cerimonia di incoronazione dovette svolgersi nella basilica di San Giovanni in Laterano solo il 29 giugno, alla presenza del Fieschi e dei cardinali Arnaud de Faugères e Niccolò da Prato, O.P.. Il pontefice aveva previsto la presenza di cinque cardinali alla cerimonia ma i cardinali Leonardo Patrasso e Francesco Napoleone Orsini erano deceduti poco prima. Tre giorni dopo l'incoronazione, fu costretto a ritirarsi dalla città. La città che si lasciò alle spalle era nel caos, con molti dei suoi edifici pubblici, palazzi, case e aree fortificate in rovina.
In quel momento il cardinal Fieschi, che aveva abbandonato il seguito imperiale, era in buoni rapporti con i Fiorentini, e si trovava a Lucca dove Clemente V lo aveva incaricato di condurre, insieme con Niccolò da Prato, un'inchiesta sul tesoro pontificio che il cardinale Gentile da Montefiore stava trasferendo ad Avignone quando morì. I due cardinali depositarono il tesoro presso i domenicani di Lucca: qui venne depredato due anni più tardi da Uguccione Della Faggiuola.
Partecipazione al conclave del 1314-1316, che dopo grandi difficoltà riusci ad eleggere papa Giovanni XXII. Dopo l'elezione, in un primo momento il cardinal Fieschi fu in disgrazia, per la sua lunga assenza dalla curia papale, per la quale dovette giustificarsi per iscritto, fu privato delle rendite dei censi per l'anno 1316 e della sovvenzione accordata agli altri cardinali da Giovanni XXII in occasione della sua incoronazione a Lione.
Ma alla fine del 1316 i rapporti con il pontefice erano migliorati. Il papa gli affidò infatti una importante missione politica in Inghilterra, insieme con il cardinale Gaucelme de Jean suo nipote e cancelliere, al fine di riconciliare Edoardo III d'Inghilterra con Roberto I di Scozia, di chiedere a Edoardo di trasmettere agli ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme i beni dei templari e di risolvere alcune questioni di amministrazione ecclesiastica.
In giugno, gli inviati papali arrivarono a Dover, dove furono accolti da Edoardo II, visitarono Londra e partirono per la Scozia a luglio. A settembre, la missione fu assalita lungo la strada, i legati furono tenuti prigionieri per un breve periodo e diverse persone del seguito persero la vita. L'attacco fu organizzato da Tommaso di Lancaster, che espresse così la sua protesta al re.
All'Università di Oxford, i legati distribuirono lauree e cercarono di portare alla riconciliazione tra gli arcivescovi di Canterbury e York. Il 18 settembre 1318, gli inviati lasciarono Londra senza raggiungere il loro obiettivo principale, poiché Roberto I I di Scozia rifiutò di riconciliarsi con Edoardo e rimase scomunicato, e il suo regno sotto interdetto.
Nel 1319, Luca prestò al comune genovese 9500 fiorini d'oro, impegnando un vaso sacro, una reliquia della chiesa di San Lorenzo, che i suoi eredi restituirono nel 1340, dopo il rimborso del prestito.
Era in rapporti amichevoli con Roberto d'Angiò, quindi, insieme a Giovanni Caetani, fu nominato mediatore nel tentativo di riconciliare gli angioini con Giacomo II d'Aragona, che stava preparando la conquista della Sardegna.
Quando Filippo V propose al papa una nuova crociata, il cardinal Fieschi si espresse negativamente, affermando che la spedizione era destinata al fallimento e propose al papa di investire il denaro raccolto in iniziative più concrete.
Partecipò al conclave del 1334, che elesse papa Benedetto XII.
Morì ad Avignone il 31 gennaio 1336. Fu sepolto nella chiesa francescana di Avignone, poi i resti furono trasportati a Genova nella cattedrale di San Lorenzo. La lapide di Luca Fieschi è oggi conservata nel museo dell'arcidiocesi. Sono stati conservati un'ampia documentazione dei suoi affari economici, un inventario dettagliato delle proprietà e una biblioteca di centinaia di volumi.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata | Successore: | |
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Giacomo Colonna | 2 marzo 1300 - 1306 | Giacomo Colonna |
Predecessore: | Cardinale diacono dei Santi Cosma e Damiano | Successore: | |
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Guillaume Ruffat des Forges | 1306 - settembre 1313 | Leonardo Cybo |
Predecessore: | Cardinale diacono pro illa vice dei Santi Marcellino e Pietro in commendam | Successore: | |
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Jean Le Moine | settembre 1313 - 31 gennaio 1336 | Gauscelin Jean d'Euse |
Note | |
Bibliografia | |
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- Cardinali diaconi di Santa Maria in Via Lata
- Cardinali diaconi dei Santi Cosma e Damiano
- Cardinali diaconi dei Santi Marcellino e Pietro
- Concistoro 2 marzo 1300
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