Museo Capitolare di Atri
Museo Capitolare di Atri | |
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Chiostro (sede del Museo) | |
Categoria | Musei della Cattedrale |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Teramo |
Comune | Atri |
Diocesi | Diocesi di Teramo-Atri |
Indirizzo | Via dei Musei 64032 Atri (TE) |
Telefono | +39 085 8798140 |
Fax | +39 085 8798825 |
Posta elettronica | museo@museocapitolareatri.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Capitolo della Cattedrale |
Tipologia | arte sacra, arte sacra contemporanea |
Contenuti | arredi sacri, ceramiche, codici miniati, dipinti, incunaboli, libri antichi a stampa, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, guardaroba, visite guidate |
Sede Museo | Monastero cistercense, chiostro, piano superiore |
Datazione sede | XII secolo |
Fondatori | mons. Raffaele Tini |
Data di fondazione | 1912 |
Il Museo Capitolare di Atri (Teramo) è allestito al piano superiore del chiostro dell'antico Monastero cistercense (XII secolo), divenuto nel XV secolo residenza dei canonici e situato a ridosso del Duomo. Il Museo venne istituito nel 1912, per volere di mons. Raffaele Tini, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Concattedrale di Santa Maria Assunta e dal territorio atriano.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale si sviluppa in otto sezioni espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XIII al XX secolo ed ordinate per tipologia.
Sezione I - Arredi sacri
La sezione conserva alcuni arredi, provenienti dal Duomo. Di rilievo:
- Armadi da sacrestia decorati sulle ante con Santi martiri e le Virtù teologali (1690 - 1692), in legno intagliato, di Carlo Riccioni.
Sezione II - Codici ed incunaboli
La sezione ospita i codici miniati e gli incunaboli, provenienti sia dall'Archivio capitolare, sia dal Palazzo Acquaviva, tra i quali si segnala:
- Messale dei Frati Minori (seconda metà del XIII secolo), tempera, inchiostro su pergamena, opera di miniatori abruzzesi.
- Messale dei Duchi Acquaviva (prima metà del XV secolo) con miniature d'ispirazione gotica, realizzati a tempera e inchiostro su pergamena.[1]
- Decretali di Bonifacio VIII commentati da Giovanni d'Andrea, con l'aggiunta in uno di essi, dell'Incunabolo B 1 con il testo Super arboribus consanguinitatis et affinitatis (1470), dello stesso Giovanni d'Andrea, stampati a Magonza nella tipografia di Giovanni Faust e Peter Schöffer, socio di Gutemherg.
Sezione III - Paramenti e tessuti
La sezione presenta alcuni paramenti sacri e tessuti di notevole pregio, tra i quali spiccano:
- Tappeto rosso (fine XVII - inizio XVIII secolo), in tela di lana ricamata in seta, argento e oro, di manifattura inglese, donato da Anna Stuart, regina d'Inghilterra, al cardinale Troiano Acquaviva nel 1732.
- Parato liturgico (1735 - 1740), composto da 12 pezzi (mitria, piviale, pianeta, due tonacelle, due stole, tre manipoli, velo da calice e borsa per corporale), in lampasso liseré, broccato in seta ed argento, di manifattura francese.
Sezione IV - Dipinti e sculture
La sezione conserva interessanti opere databili dal XIII al XVII secolo. Di rilievo:
- Statua della Madonna con Gesù Bambino (XIII secolo), in legno (in origine policroma), di anonimo scultore umbro-abruzzese.
- Polittico con San Giacomo e storie della sua vita (primo quarto del XV secolo), tempera su tavola e legno intagliato policromo, dipinto e dorato, della bottega dei Moranzon, proveniente dalla Concattedrale. Nella predella, attribuita a Jacobello del Fiore, sono raffigurati:
- Polittico con Madonna con Gesù Bambino in trono, san Giovanni Battista, san Pietro, san Paolo e san Giovanni evangelista (fine XV secolo), in legno scolpito intagliato policromo e dorato, di anonimo scultore abruzzese, proveniente dalla Concattedrale.[3]
- Due dipinti con Natività di Gesù e Flagellazione (inizio XVI secolo), tempera su tavola, attribuiti a Fernando Yanez de la Almedina, provenienti dal Monastero di San Pietro, demolito agli inizi degli anni Sessanta.[4]
- San Francesco d'Assisi e san Leonardo (fine XVI secolo), attribuita a Ippolito Borghesi, proveniente dalla distrutta Chiesa San Leonardo.
- Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Biagio, san Francesco d'Assisi, sant'Antonio da Padova, santa Caterina da Siena, san Bernardino da Siena e santa Reparata (primo quarto XVI secolo), tempera su tavola, di ambito di Antonio Solario detto Lo Zingaro, proveniente dal Convento di Sant'Antonio dei Minori Riformati.
- Madonna con Gesù Bambino tra san Benedetto da Norcia e san Bernardo (1615 - 1620), olio su tela, attribuito a Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino.
Sezione V - Ceramica
La sezione ospita la collezione di ceramiche abruzzesi, prodotte sia a Castelli (XVI - XIX secolo), sia in altre località (Bussi, Lanciano, Atri e Torre de Passeri). Sono 160 i pezzi esposti, alcuni realizzati dalle più famose botteghe ceramiste castellane: Grue, Cappelletti, Fuina e Gentili. Fra questi si segnalano:
- Madonna con Gesù Bambino (fine XV secolo), in terracotta invetriata bicolore, di Luca della Robbia.[5][6]
- Vaso da farmacia con Ermete (XVII secolo), in ceramica, attribuito alla bottega dei Pompei.
- Piatto con Sant'Antonio abate (fine XVII - inizio XVIII secolo), in ceramica, di Carlo Antonio Grue.
- Piatto con Tentazione di Gesù (prima metà del XVIII secolo), in ceramica, di Francesco Antonio Saverio Grue.
- Albarello con Adorazione dei Magi (prima metà del XVIII secolo), in ceramica, di Francesco Antonio Saverio Grue.
- Due ciotole con Cacciata dei mercanti dal Tempio e Fuga in Egitto, (prima metà del XVIII secolo), in ceramica lumeggiata in oro, di Aurelio Grue.
- Mattonella con Marina, rovine, torre fortificata e figure (prima metà del XVIII secolo), in ceramica, di Anastasio Grue.
- Mattonella con San Filippo Neri (XVIII secolo), in ceramica, di Liborio Grue.
Sezione VI - Coroplastica
La sezione, dedicata alle terrecotte, è collegata con la precedente e presenta opere, databili dal XIII al XVI secolo. Di particolare pregio:
- Frammento di ambone con Aquila e serpente (XIII secolo), in pietra scolpita, policroma e dorata, proveniente dalla Concattedrale.
- Statua della Madonna con Gesù Bambino (XV secolo), in terracotta policroma, attribuita a Carlo Dell'Aquila, proveniente dalla Chiesa di San Leonardo, abbattuta agli inizi degli anni Sessanta.[7]
- Statua di Giuseppe di Arimatea (XVI secolo), in terracotta policroma, proveniente dalla Chiesa di Sant'Agostino.
Sezione VII - Oreficeria ed argenteria
Nella sezione espone oltre un centinaio di oggetti liturgici, databili dal XIII al XX secolo, provenienti per la maggior parte dalla Concattedrale, ma anche da altre chiese del territorio. Di rilievo:
- Reliquiario a croce con miniature raffiguranti Gesù Cristo, Maria Vergine, san Giovanni evangelista, san Francesco d'Assisi e quattro angeli adoranti (fine XIII secolo), in cristallo di rocca, argento dorato, di bottega veneziana, proveniente dalla Concattedrale.[8]
- Custodia del reliquiario a croce (fine XIII secolo), in legno dipinto e sagomato, di bottega veneziana, proveniente dalla Concattedrale. Sulle due ante dipinte della fronte della custodia sono raffigurati:
- a sinistra, Figura maschile forse Costantino;
- a destra, Sant'Elena.
- Baculo pastorale (fine XIII secolo), in avorio intagliato e dipinto, di bottega dell'Italia centrale.
- Baculo pastorale (fine XIV secolo), in argento sbalzato e cesellato, di bottega senese, proveniente dalla Concattedrale.[9]
- Busto di santa Reparata (1603), in argento sbalzato, cesellato e dorato, opera dei fratelli Valerio e Teodosio Ronci, proveniente dalla Concattedrale.
- Busto di san Gabriele dell'Addolorata (prima metà del XX secolo), in argento sbalzato, opera dell'argentiere Chiodini.
Sezione VIII - Collezione Illuminati
La sezione inaugurata nel 1994 è costituita da alcuni opere dello scultore atriano Tommaso Illuminati (1883 - 1972), donate al Museo nel 1988 dai figli dell'artista. Tra queste si si possono ammirare:
- Egloga (1911), in bronzo.
- Contadino umbro (1922), in bronzo.
- Annunciazione (1926), in legno di noce scolpito.
- Madonna con Gesù Bambino (1928), in legno di sorbo scolpito.
Vi sono, inoltre, esposti due dipinti realizzati intorno al 1930:
- Gesù Cristo crocifisso (effetto giorno), olio su tavola;
- Gesù Cristo crocifisso (effetto notte), olio su tavola.
Galleria fotografica
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