Palatini

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Sono chiamati Palatini alcuni alti funzionari nella corte papale. Nel Medioevo, i giudici palatini erano i più alti ufficiali amministrativi della Santa Sede. Con la crescita del potere temporale dei papi acquistarono grande importanza.

I Conti Palatini (in (LA) Comes Palatii[1]) o Conti del Sacro Palazzo furono, presso i Franchi, i più alti dignitari della corte, il termine in seguito designò anche questa tipologia di funzionari in Italia e presso la Corte pontificia a partire dal IX secolo[2].

Giudici palatini erano: il primicerius notariorum e il secundarius notariorum, i due soprintendenti del notariato pontificio, che sovrintendevano la preparazione di documenti ufficiali, svolgevano indagini giudiziarie e esercitavano anche la giurisdizione su questioni legali presentate volontariamente dalle parti interessate al giudizio del pontefice. Erano i più alti ufficiali della cancelleria papale e degli archivi del palazzo del Laterano.

Altri dignitari palatini erano: il nomenculator detto anche adminiculator (originariamente forse due funzionari distinti), che si occupava delle petizioni indirizzate al papa: - il nomencolator fu soppiantato nel corso del IX secolo dal protoscriniarius o sovrintendente delle scuole pubbliche romane per gli avvocati; - gli arcarius e i saccellarius, alti ufficiali finanziari, custodi del tesoro del Palazzo Laterano, che avevano l'amministrazione degli incassi ed esborsi dello stato della Chiesa.

Il primicerio e il secundicerius defensorum, era giudici difensori con l'incarico di proteggere vedove, orfani, prigionieri e altre persone bisognose, con la supervisione sugli istituzioni di carità.

Queste varie cariche si sono sviluppati dalla fine del IV secolo, con la formazione della famiglia papale. Le loro funzioni coprivano l'intera amministrazione centrale del papato, sia a Roma che nei possedimenti periferici del "patrimonio". I giudici palatini erano anche utilizzati come messi papali. Come rimasto per molti secoli nella tradizione della Corte romana, ad essi erano assegnati posti precisi nelle processioni solenni e in tutte le grandi cerimonie in cui il papa era presente. La loro autorità continuò fino alla metà del XI secolo, quando le riforme dell'amministrazione pontificia, introdotte dopo i problemi del X secolo, misero i cardinali a capo dell'amministrazione e del governo della Chiesa, al posto dei giudici palatini.

In epoche successive il termine palatini rimase per designare alcuni cardinali, la cui funzione poneva in costante relazione con il papa, e alcuni alti prelati incaricati dell'assistenza personale del papa. Fino a tempi molto recenti i cardinali palatini erano: il cardinale responsabile della Dataria apostolica, il cardinale Segretario di Stato, il cardinale segretario di Brievi e il cardinale segretario dei Memoriali. Con Pio X furono abolite le due ultime cariche.

I prelati palatini erano: il Maggiordomo di Sua Santità, il Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici, l'Uditore del Papa e il teologo del papa detto Maestro di Camera del Papa, questa carica fu sempre ricoperta da un frate doemicano.

Note
  1. Da Palatii deriva la parola palatino, che non ha nulla quindi a che fare con i colle di Roma
  2. Ludovico Antonio Muratori, Dissertazione VII - De' Conti del Sacro Palazzo in Dissertazioni sopra le antichità italiane, Volume 1 su books.google.com. URL consultato il 1º ottobre 2009
Bibliografia

(EN) Voce, in Charles George Herbermann (a cura di), Catholic Encyclopedia, 15 voll., Robert Appleton Company, New York 1907-1914