Vincenzo Diedo
Vincenzo Diedo Patriarca | |
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Età alla morte | 60 anni |
Nascita | Venezia 1499 |
Morte | Venezia 8 ottobre 1559 |
Consacrazione vescovile | 28 febbraio 1555 |
Incarichi ricoperti | |
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Vincenzo Diedo (Venezia, 1499; † Venezia, 8 ottobre 1559) è stato un patriarca italiano.
Cenni biografici
Vincenzo Diedo nacque a Venezia nel 1499, figlio di Alvise di Francesco, che fu provveditore in Romagna e Elisabetta Priuli di Gerolamo di Nicolò.
La ricca e prestigiosa famiglia gli permise una rapida carriera politica presso la Serenissima. Nell'ottobre 1530 il Diedo fece parte di una legazione di ventotto nobili mandati a Chioggia a incontrare il duca di Milano. Fece quindi parte della Quarantia criminale e nel settembre 1540 divenne podestà di Bergamo.
Fu poi nominato podestà a Verona, dove rimase dal maggio 1545 al luglio dell'anno seguente, in una sede certo più tranquilla e prestigiosa rispetto al precedente rettorato. Nel 1548 entrò a far parte del collegio dei Venticinque tansadori; fu poi ancora savio di Terraferma nella seconda metà del 1549, ma non portò a termine il mandato, giacché in novembre accettò la luogotenenza della Patria del Friuli, dove rimase fino alla primavera del 1551.
Ebbe una carriera politica intensa e dispendiosa, segnata soprattutto da un fitto succedersi di incarichi interni. Nei dibattiti assembleari il Diedo manifestò sempre molta moderazione: la sua visione politica fu infatti ispirata al mantenimento della pace e ai buoni rapporti con la Santa Sede.
Si spiega forse in tal modo la comparsa del suo nome tra i candidati alla nomina a vescovo di Venezia, il 21 agosto 1554: dopo il lunghissimo e difficile patriarcato di Gerolamo Querini, O.P., (1524-1554), rigoroso assertore delle prerogative della sua Chiesa nei confronti dello Stato. Il Senato aveva deciso di preferire un laico a un religioso, quasi a voler sottolineare la dipendenza del patriarca dal potere temporale. La scelta cadde sul senatore Pietro Francesco Contarini, ma il Diedo fu secondo. Alla morte del Contarini avvenuto pochi mesi dopo, il Senato veneziano il 27 dicembre 1555 lo elesse patriarca con 179 voti favorevoli e 155 contrari. Il Diedo, che si trovava ancora a Padova, tornò subito a Venezia. Quasi a dimostrazione di buona volontà e di fiducia verso il neoeletto, due mesi dopo Papa Paolo IV gli inviava la conferma e il pallio.
Durante i suoi quattro anni di patriarcato si spese in particolare per vigilare e regolare la disciplina degli ecclesiastici e i criteri di ammissione agli ordini sacri. Nell'agosto 1556 emanò una costituzione con cui si proibiva, nelle elezioni ai benefici e ai titoli canonici, che la scelta cadesse sui parenti. Nel maggio 1557 emanò il divieto ai vescovi di promuovere agli Ordini i chierici veneziani, senza previa licenza del loro legittimo pastore. La Santa Sede appoggiò sempre la sua opera, al punto da sottrarre al nunzio, con breve del 20 dicembre 1557, l'esame dei piovani per conferirlo al patriarca. Su sua iniziativa si affidò a Andrea Palladio il progetto della nuova facciata della basilica di San Pietro di Castello. I lavori, ai quali fu dato inizio nei primi mesi del 1558, furono presto interrotti, probabilmente in seguito alla morte del Diedo, per cui la facciata attuale è opera successiva di Francesco Smeraldi.
Morì l'8 ottobre 1559. Venne sepolto in una tomba presso la porta maggiore della cattedrale di San Pietro di Castello.
Predecessore: | Patriarca di Venezia | Successore: | |
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Pietro Francesco Contarini | 27 dicembre 1555-8 ottobre 1559 | Giovanni Trevisan |
Predecessore: | Primate di Dalmazia | Successore: | |
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Pietro Francesco Contarini | 25 gennaio 1556-8 ottobre 1559 | Giovanni Trevisan |
Bibliografia | |
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