Pietro La Fontaine
Servo di Dio Pietro La Fontaine Cardinale | |
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Servo di Dio | |
Età alla morte | 74 anni |
Nascita | Viterbo 29 novembre 1860 |
Morte | Paderno del Grappa 9 luglio 1935 |
Appartenenza | Diocesi di Viterbo |
Ordinazione presbiterale | Duomo di Viterbo, 22 dicembre 1883 dal vescovo Giovanni Battista Paolucci |
Nominato vescovo | 6 dicembre 1906 da Pio X |
Consacrazione vescovile | Cappella dell'Almo collegio Capranica, 23 dicembre 1906 dal card. arc. Pietro Respighi |
Elevazione a Patriarca | 5 marzo 1915 da Papa Benedetto XV |
Creato Cardinale |
4 dicembre 1916 da Benedetto XV (vedi) |
Cardinale per | 18 anni, 7 mesi e 5 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Servo di Dio Pietro La Fontaine (Viterbo, 29 novembre 1860; † Paderno del Grappa, 9 luglio 1935) è stato un cardinale italiano consacrato da papa Benedetto XV e un patriarca di Venezia dal 5 marzo 1915 alla morte.
Biografia
Nacque a Viterbo secondogenito dei cinque figli di Francesco e Maria Bianchini. Il padre di origine ginevrina, aveva servito lo Stato Pontificio come guardia svizzera. La madre era figlia di Giuseppe, nobile di Albano e amministratore generale delle proprietà dei principi Doria Pamphili Landi.
Formazione e ministero sacerdotale
La sua formazione culturale iniziò presso i Fratelli delle Scuole Cristiane, chiamati popolarmente Carissimi, e proseguì nel Ginnasio dei Gesuiti.
Nel 1874 entrò nel seminario diocesano e fu ordinato presbitero il 22 dicembre 1883 dal vescovo di Viterbo Giovanni Battista Paolucci; per oltre vent'anni rimase a Viterbo nel locale seminario diocesano come docente e direttore spirituale, divenne canonico del capitolo della cattedrale di Viterbo e cappellano del carcere di Santa Maria in Gradi.
Ministero episcopale
Il 13 settembre 1906 fu consacrato vescovo di Cassano all'Jonio, in Calabria, dal cardinale Pietro Respighi. Il 28 dicembre 1908 un terribile terremoto distrusse le città di Reggio Calabria e Messina con oltre 100.000 morti. Mons. La Fontaine aprì le porte del palazzo vescovile per accogliere 50 piccoli orfani della tragedia che vi rimasero per due mesi, poi la popolazione fece a gara per soccorrere i bambini.
Il 1º aprile 1910 fu nominato vescovo della sede titolare di Caristo, si trasferì a Roma dove fu nominato vicario del cardinale arciprete della basilica lateranense e segretario della congregazione dei Riti, ufficio che lo portò a prendere parte alle riforme volute da Papa Pio X in ambito liturgico, in particolare alla riforma del Breviario Romano. Il 5 marzo 1915 Papa Benedetto XV lo promosse patriarca di Venezia e il 4 dicembre 1916 lo nominò cardinale con il titolo dei Santi Nereo e Achilleo (titolo cardinalizio).
Durante la prima guerra mondiale mantenne una condotta riservata, sostenendo gli interventi papali a favore della pace e impegnando la Chiesa veneziana nell'assistenza religiosa e materiale nei confronti della popolazione, soprattutto dopo che la drammatica ritirata dell'Esercito italiano seguita alla sconfitta di Caporetto rese parte del territorio diocesano teatro diretto delle operazioni belliche. Proprio per cercare di ovviare alle gravi difficoltà economiche in cui si venne a trovare il territorio veneziano, il Patriarca nel primo dopoguerra intervenne ripetutamente presso le autorità pubbliche cittadine e i governi per ottenere interventi per il rilancio dell'occupazione, la regolamentazione dei prezzi degli affitti, la costruzione di case popolari e la riduzione delle tasse. Contemporaneamente, sviluppando una peculiare predisposizione all'impegno caritativo, sollecitò le diocesi del Veneto ad aiutare i meno abbienti e a tale fine destinò gran parte delle proprie rendite.
Partecipò al conclave del 1922, dove ottenne numerosi voti come candidato di compromesso, per la stima che godeva e per la sua bontà d'animo e ai grandi sacrifici che si era imposto durante e dopo la Prima Guerra Mondiale per aiutare le persone bisognose. Il 6 febbraio, vista l'impossibilità di uscire dalla situazione di stallo, gli elettori di La Fontaine fecero confluire i propri voti sul cardinale Achille Ratti, che venne eletto Papa e assunse il nome di Pio XI.
Dopo l'avvento del fascismo, nei cui confronti non nascose alcune simpatie, convinto che il regime mussoliniano potesse favorire un'adesione piena al cattolicesimo, il La Fontaine assunse una linea di collaborazione con le pubbliche autorità. Non rinunciò tuttavia a denunciare in via riservata, ma con forza, i maggiori episodi di violenza fascista contro esponenti e sedi dell'associazionismo cattolico veneziano negli anni Venti e si premurò di pubblicare integralmente nel 1931 l'enciclica Non abbiamo bisogno, emanata da Pio XI nel contesto della crisi che investì l'Azione cattolica nell'ambito del contrasto sorto fra la Chiesa e il regime. Assertore della necessità di giungere a una rapida soluzione della questione romana, per la quale si era attivato in diverse occasioni favorendo, tra l'altro, un incontro tra don Luigi Sturzo e il duce nel giugno 1921, accolse con soddisfazione i Patti lateranensi dell'11 febbraio 1929.
Negli ultimi anni di vita il cardinale mostrò un graduale affiorare di crescenti perplessità nei confronti del fascismo, specie per l'indisponibilità da questo manifestata a sostenere quella evoluzione in chiave cattolica della società italiana per la quale, in sintonia con Pio XI e l'episcopato italiano, aveva operato costantemente.
Morte
Negli ultimi tempi le sue condizioni fisiche, aggravate dal diabete, peggiorarono rapidamente. Morì nel seminario minore di Fietta di Paderno del Grappa, Treviso, il 9 luglio 1935. I solenni funerali si svolsero il 12 luglio nella Basilica di San Marco.
Il 22 febbraio 1960 il patriarca di Venezia card. Giovanni Urbani ne aprì la causa di beatificazione.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Marcantonio Colonna juniore
- Cardinale Hyacinthe Sigismond Gerdil
- Cardinale Giulio Maria della Somaglia
- Cardinale Carlo Odescalchi, S.J.
- Cardinale Costantino Patrizi Naro
- Cardinale Lucido Maria Parocchi
- Cardinale Pietro Respighi
- Cardinale Pietro La Fontaine
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Cassano all'Jonio | Successore: | |
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Antonio Maria Bonito | 6 dicembre 1906-1º aprile 1910 | Giuseppe Rovetta |
Predecessore: | Vescovo titolare di Caristo | Successore: | |
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Pacificio Fiorani | 1º aprile 1910-5 marzo 1915 | Paul-Gaston Laperrine d'Hautpoul |
Predecessore: | Segretario della Congregazione dei Riti | Successore: | |
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Diomede Panici | 1º aprile 1910-5 marzo 1915 | Alessandro Verde |
Predecessore: | Patriarca di Venezia | Successore: | |
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Aristide Cavallari | 5 marzo 1915-9 luglio 1935 | Adeodato Giovanni Piazza |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo | Successore: | |
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Anton Hubert Fischer | 7 dicembre 1916-7 marzo 1921 | Dennis Joseph Dougherty |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi XII Apostoli | Successore: | |
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José Sebastião d'Almeida Neto | 7 marzo 1921-9 luglio 1935 | Ignace Gabriel I Tappouni |
Collegamenti esterni | |
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