Etienne-Alexandre-Jean-Baptiste-Marie Bernier

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Etienne-Alexandre-Jean-Baptiste-Marie Bernier
Arcivescovo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 43 anni
Nascita Daon
31 ottobre 1762
Morte Parigi
1º ottobre 1806
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale 1786
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Consacrazione vescovile Parigi, 11 aprile 1802 dal cardinale Giovanni Battista Caprara Montecuccoli
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Etienne-Alexandre-Jean-Baptiste-Marie Bernier (Daon, 31 ottobre 1762; † Parigi, 1º ottobre 1806) è stato un vescovo e arcivescovo francese, capo della rivolta di Vandea detto l'apostolo della Vandea e poi vescovo di Orléans.

Cenni biografici

Nacque a Daon, diocesi di Laval, il 31 ottobre 1762. Non si hanno dati sulla sua famiglia e sui suoi primi anni di vita.

Studiò teologia presso il collegio di Angers. Molto giovane fu ordinato sacerdote divenendo curato della parrocchia di Saint-Laud ad Angers. Con la rivoluzione francese, il 12 luglio 1790, l'Assemblea approvò la Costituzione civile del clero. Le diocesi francesi furono ridotte da 130 a 83, facendole coincidere con i dipartimenti, parroci e vescovi divennero a tutti gli effetti funzionari pubblici stipendiati dallo stato e, in quanto tali, tenuti a prestare giuramento alla costituzione. Il curato Bernier non volle prestare giuramento alla repubblica, diventando così, come molti altri presbiteri francesi un "prete refrattario". In tutta la Francia giurarono solo sette vescovi e circa la metà dei parroci francesi. Il 10 marzo 1791 papa Pio VI si pronunciò contro la costituzione civile con il breve apostolico Quod aliquandum e il mese successivo, con il Charitas quae, sospese a divinis tutti i sacerdoti e vescovi "costituzionali", cieè coloro che avevano giurato fedeltà alla costituzione, e tutti quei vescovi consacrati dagli stessi.[1] Talleyrand, che dei primi sette "vescovi giurati" era stato il principale sostenitore della Costituzione civile del clero e che aveva ordinato i primi due vescovi "costituzionali" (i cosiddetti "talleyrandistes"), venne quindi scomunicato e dimesso dallo stato clericale. In questo contesto l'Assemblea legislativa approvò nel novembre 1791 e il 27 maggio 1792, due decreti repressivi nei confronti dei preti refrattari. Nel primo si proibì l'esercizio del proprio ministero, nel secondo venne prevista la deportazione dalla Francia di qualsiasi sacerdote refrattario, purché fosse supportata dalla domanda di almeno venti cittadini.[2]

Con lo scoppio della guerra di Vandea nel mese di marzo 1793, il curato Bernier raggiunse l'esercito di Anjou, forte di quarantamila uomini e posizionato est del fiume Sèvre nantaise e dopo i primi successi dei Vandeani venne formato un consiglio superiore Conseil supérieur des armées vendéennes che aveva il compito di amministrare e di mantenere l'ordine nel paese. Bernier ne fece parte.

L' "abbé Bernier", come era chiamato dai vandeani, divenne presto una figura carismatica per l'esercito cattolico e reale: dava buoni consigli ai generali, assoggettandosi allo spirito militare senza mancare ai suoi doveri di sacerdote. Dopo la Virée de Galerne Bernier mostrò sempre molta costanza e fermezza: continuando a sostenere i soldati infondendo loro coraggio. Ma dopo la drammatica sconfitta di Savenay l'esercito venne distrutto e Bernier fu costretto a vivere in clandestinità. Più tardi tornò nel Poitou, dove prese contatto dapprima con il generale François Charette e poi con Jean Nicolas Stofflet, di cui divenne consigliere. Da questo momento l'"abbé Bernier" divenne il vero capo dell'armata d'Anjou; Stofflet si atteneva ai suoi consigli, i proclami erano redatti dal presbitero ed era lui che corrispondeva con gli emigrati e le potenze straniere. Quando i capi vandeani credettero opportuno concludere con i repubblicani una pace che non fu ne lunga né sincera, fu l'"abbé Bernier" che negoziò le condizioni.

Le ostilità proseguirono ma la discordia tra l'armata di Stofflet e quella di Charette e le pesanti sconfitte costrinsero Stofflet a accettare i termini della pace nel traité de Saint-Florent-le-Vieil firmato il 2 maggio 1797.

Ma poco dopo il generale Charette ruppe la pace riprendendo le ostilità, Stofflet inizialmente invece vi rimase fedele. Stofflet e Bernier si incontrarono con Lazare Hoche. L'abilità del curato seppe convincere il generale repubblicano di proporre al governo di utilizzare Stofflet e il curato di Saint-Laud come pacificatori nel paese.

Nonostante queste promesse, nel mese di gennaio 1796, con le promesse delle case regnanti di Borboni e d'Inghilterra, le istanze degli emigrati e più ancora il timore di essere giocati dalla politica del generale Hoche, determinarono "abbé Bernier" a riprendere la guerra nell'Anjou. Non fu lunga, oramai il controllo repubblicano non permise a Stofflet di riunire che pochi soldati e presto fu costretto alla fuga, come il curato di Saint-Laud, ancor più ricercato del generale.

Alla fine di febbraio il generale Stofflet fu catturato ed ucciso. Il curato di Saint-Laudde ne fu ritenuto da vandeani in parte responsabile, ma nonostante questo conservò la sua influenza presso i capi. Rimase al fianco di Charles Marie de Beaumont d'Autichamp, successore di Stofflet alla guida dell'esercito vandeano. Fu quindi nominato agente generale delle armate cattoliche presso le potenze straniere. Si rifiutò di partire per l'Inghilterra e rimase presso i suoi combattenti, ma resosi conto che la causa vandeana era oramai persa chiese al generale Hoche un lasciapassare per la Svizzera, documento che gli fu concesso. Ma il curato non lasciò e visse nascosto in Vandea, mentre le autorità francesi lo credevano in Svizzera.

Poco tempo dopo Bonaparte prese il potere e il curato ebbe qualche ruolo negli sforzi di riappacificazione della regione. Napoleone volendo riallacciare i rapporti con la Chiesa scelse Bernier come negoziatore. Papa Pio VII mandò in Francia mons. Giuseppe Maria Spina e il teologo padre Carlo Francesco Caselli O.S.M. per trattare con il Primo Console e con Bernier. I negoziati con i rappresentanti pontifici si aprirono nel novembre del 1800, e nel giugno dell'anno seguente raggiunse la delegazione pontificia anche il Cardinale Segretario di Stato Ercole Consalvi. Il negoziato si concluse con la firma il 5 luglio del Concordato del 1801 con il quale si ripristinarono, almeno nella forma, i diritti della Chiesa, persi con la Costituzione civile del clero.

La Chiesa dovette quindi riorganizzare le diocesi francesi: a causa dello scisma molte erano rimaste senza sacerdoti e vescovi, o perché questi erano stati scomunicati o perché erano stati uccisi. Tra i nuovi vescovi nominati da Pio VII vi fu anche Bernier, nominato vescovo della diocesi di Orléans nel 1802. L'11 aprile fu consacrato a Parigi dal cardinal Giovanni Battista Caprara Montecuccoli assistito dal mons. Michel-François de Couët du Vivier de Lorry (Ch), vescovo di La Rochelle) e da mons. Jean-Baptiste-Marie de Maillé de la Tour-Landry (Ch), vescovo di Rennes.

Durante un viaggio a Parigi si ammalò di febbre biliosa e morì il 1º ottobre 1806. Bernier riposa oggi giorno nel piccolo Cimitero del Calvaire.

Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Orléans Successore: BishopCoA PioM.svg
Louis-François-Alexandre de Jarente de Senas d'Orgeval (Ch)
(1788-1793)
9 aprile 1802 - 1º ottobre 1806 Claude-Louis Rousseau (Ch) I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Louis-François-Alexandre de Jarente de Senas d'Orgeval (Ch)
(1788-1793)
{{{data}}} Claude-Louis Rousseau (Ch)
Note
  1. (FR) Jean Massicot La période révolutionnaire pp. 32 ss online
  2. (FR) Jean Massicot La période révolutionnaire pp. 288 ss online
Bibliografia
  • (FR) Revue des documents historiques, Vol. 3-5, online