Diomede Carafa




Diomede Carafa Cardinale | |
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Età alla morte | 68 anni |
Nascita | Ariano Irpino 7 gennaio 1492 |
Morte | Roma 12 agosto 1560 |
Sepoltura | Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti (Roma) |
Nominato vescovo | 9 aprile 1511 da papa Giulio II |
Consacrazione vescovile | in data sconosciuta |
Creato Cardinale |
20 dicembre 1555 da Paolo IV (vedi) |
Cardinale per | 4 anni, 7 mesi e 23 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Diomede Carafa (Ariano Irpino, 7 gennaio 1492; † Roma, 12 agosto 1560) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Cenni biografici
Nato ad Ariano Irpino, nobile napoletano. Secondo dei quattro figli di Giovanni Francesco Carafa, duca di Ariano, e Francesca Orsini, dei duchi di Ravina. Gli altri fratelli furono Alberico (duca di Ariano), Federico e Giovanni Vincenzo. Parente di Papa Paolo IV. Il suo cognome è indicato anche come Caraffa e come Carrafa. Altri cardinali della famiglia furono Filippo Carafa (1378); Oliviero Carafa (1467); Gianvincenzo Carafa (1527); Carlo Carafa (1555); Alfonso Carafa (1557); Antonio Carafa (1568); Decio Carafa (1611); Pier Luigi Carafa seniore (1645), Carlo Carafa della Spina (1664); Fortunato Ilario Carafa della Spina (1686); Pier Luigi Carafa juniore (1728); Francesco Carafa della Spina (1773); Marino Carafa di Belvedere (1801) e Domenico Carafa della Spina (1844).
Formazione
Studi di diritto civile. Era molto istruito ed esperto di letteratura.
Chierico di Napoli. Ha lavorato nei tribunali romani.
Episcopato
Eletto vescovo di Ariano il 9 aprile 1511, con dispensa per non aver ancora raggiunto l'età canonica e non aver ricevuto gli ordini sacri. Consacrato (nessuna informazione trovata). Governò la sua diocesi con grande zelo e cura. Restaurò la facciata della cattedrale, il palazzo vescovile e la chiesa di Sant'Arcangelo ad Ariano. Costruì anche una cappella dedicata a San Michele arcangelo nella chiesa dei Servi di Santa Maria del Parto a Mergellina, Napoli. Fu promosso cardinale perché papa Paolo IV, suo parente, volle favorire i membri della sua famiglia.
Cardinalato
Creato cardinale presbitero nel concistoro del 20 dicembre 1555, ricevette la berretta rossa e il titolo dei Santi Silvestro e Martino ai Monti il 13 gennaio 1556. Dopo la sua promozione, continuò a condurre una vita appartata, essendo totalmente estraneo alle manovre e agli intrighi politici della sua famiglia, sebbene fosse, insieme ad Alfonso Carafa, Gianbernardino Scotti, Virgilio Rosario, Clemente d'Olera e Giovanni Battista Consiglieri, nel gruppo dei cardinali più vicini al papa, il cui compito è quello di consigliarlo e assisterlo nei problemi ecclesiastici. Dal settembre 1557 il suo nome compare tra quelli dei cardinali deputati dell'Inquisizione. A causa della sua condotta discreta, il cardinale Diomede fu l'unico membro della famiglia che non fu obbligato a lasciare Roma nel gennaio del 1559 quando l'ira di papa Paolo IV si abbatté sui suoi parenti, colpevoli di atrocità e abusi; ma nell'aprile del 1559 la crisi si aggravò ulteriormente, e anche lui cadde in disgrazia, sembra abbastanza ingiustamente.
Ha partecipato al conclave del 1559 che elesse papa Pio IV. Una testimonianza dell'integrità di vita e della sostanziale buona fede che il popolo romano aveva per il cardinale Diomede, è che durante i moti anti-Carafa che seguirono la morte di papa Paolo IV, le uniche insegne che furono risparmiate dalla distruzione furono le sue. Quando dopo la morte di Paolo IV i Carafa si trovarono nella necessità di ottenere l'appoggio incondizionato del futuro pontefice per risanare il loro credito, il cardinale Diomede si schierò in aiuto della famiglia, sostenendo con forza la candidatura del cardinale Giovanni Angelo de' Medici. Il cardinale d'Medici, però, una volta eletto papa Pio IV, deluse le attese dei suoi sostenitori, perseguendo una politica di ostilità verso l'illustre casata napoletana, che coinvolse anche il cardinale Diomede. Il rapporto tra i due divenne aspro, fino a quando non si ruppe definitivamente durante il processo intentato dal papa contro Carlo e Giovanni Carafa.
Il cardinale Diomede tentò invano in tutti i modi di salvare la vita dei suoi parenti, appellandosi direttamente a papa Pio IV per avere una revisione del processo: il papa ha lasciato che i due fossero giustiziati. Indignato e offeso, il cardinale Diomede lasciò Roma e si stabilì a Taranto per qualche tempo. Combatté di nuovo contro la decisione del papa di sciogliere l'Ordine dei Teatini, fondato da papa Paolo IV nel 1524, mobilitò molte personalità a favore della congregazione. Restaurò a sue spese diverse Chiese romaniche, tra cui quella dei Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, la sua chiesa titolare. Fu intimo della poetessa Laura Terracina, che gli dedicò un sonetto in occasione della sua nomina a cardinale (Le Seste Rime, Lucca 1558).
Morte
Morto il 12 agosto 1560, nella casa di S. Martino ai Monti, suo titolo, a Roma. Sepolto davanti all'altare maggiore della sua chiesa titolare.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Ariano | Successore: | ![]() |
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Nicola Ippoliti | 9 aprile 1511 - 12 agosto 1560 | Ottaviano Preconio, O.F.M.Conv. |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Silvestro e Martino ai Monti | Successore: | ![]() |
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Girolamo Verallo | 13 gennaio 1556 - 12 agosto 1560 | Carlo Borromeo |
Collegamenti esterni | |
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Voci correlate | |
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