Innocenzo Ciocchi del Monte
Innocenzo Ciocchi del Monte Cardinale | |
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Età alla morte | 45 anni |
Nascita | Borgo San Donnino 1532 |
Morte | Roma 3 novembre 1577 |
Sepoltura | Cappella di famiglia, nella Chiesa di San Pietro in Montorio (Roma) |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Consacrazione vescovile | mai consacrato |
Creato Cardinale |
30 maggio 1550 da Giulio III (vedi) |
Cardinale per | 27 anni, 5 mesi e 4 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Innocenzo Ciocchi del Monte (Borgo San Donnino, 1532; † Roma, 3 novembre 1577) è stato un cardinale e abate italiano. È stato al centro di numerosi scandali per la sua condotta morale.
Cenni biografici
Nacque a Borgo San Donnino (attuale Fidenza), il nome di battesimo era Santino, figlio di Angelino, servitore in casa Ciocchi del Monte. Incontrò la sua fortuna nel periodo in cui il padre era al servizio del cardinale Giovanni Maria Ciocchi del Monte, quando questi era legato di Parma e Piacenza. Il cardinale lo volle costantemente al suo fianco, intrattenendo una relazione di tipo omosessuale. Fu con lui all'apertura del Concilio di Trento nel 1545. Fu in seguito adottato dal fratello del futuro papa Giulio III, Baldovino Ciocchi del Monte, prendendo il nome di Innocenzo Ciocchi del Monte. Il cardinale volle anche che fosse curata la sua istruzione; suo precettore fu Onorato Fascitello.
Il comportamento protettivo del cardinale si accentuò con la elezione al pontificato (Giulio III), avvenuta il 7 febbraio 1550, quando appena diciottenne lo volle nominare cardinale diacono nel concistoro del 30 maggio, con il titolo di Sant'Onofrio. Non mancarono meraviglia e proteste per la nomina del favorito soprannominato il Prevostino. Forti furono le proteste di vari porporati fa cui quelle di Reginald Pole e Gian Pietro Carafa.
Con una bolla papale del 13 maggio 1552 il papa legittimò la nomina a cardinale di Innocenzo, eliminando così la possibilità di annullamento della nomina per la sua nascita illegittima. Il pontefice investì Innocenzo di ricche rendite e numerosi benefici; tra questi le abbazie di San Michele in Normandia, di san Saba e di Miramondo, nell'estate 1550, di san Zeno, presso Verona, nel marzo 1551. Fu poi amministratore apostolico di Mirepoix nel settembre 1553, che detenne fino al 1555, e ottenne nel 1554 l'abbazia di Grottaferrata. Fu inoltre legato apostolico a Bologna dal 3 giugno 1552 al 23 maggio 1554.
Partecipò al primo e al secondo conclave del 1555 con le elezioni dei papi Marcello II e Paolo IV. Nel 1559 uccise due uomini, padre e figlio, durante il viaggio da Venezia a Roma per partecipare al conclave. Dopo la nomina di papa Pio IV fu incarcerato a Castel Sant'Angelo il 27 maggio 1560 fino al 23 settembre 1561, poi fu trasferito all'abbazia di Montecassino e messo in isolamento. Su intervento di Cosimo de' Medici, duca di Firenze, e dei cardinali Giovanni Ricci e Giovanni Battista Cicada, Innocenzo fu rilasciato nell'autunno del 1561, con promessa di cambiare vita e dopo aver pagato una notevole multa e rinunciato a molti dei suoi benefici.
Visse segregato a Tivoli, seguito da due padri gesuiti fino alla fine del pontificato di papa Pio IV. Optò per il titolo di san Callisto il 4 maggio 1562, e dal 17 novembre 1564 per la diaconia di Santa Maria in Portico Octaviae. Partecipò al conclave del 1565-1566, che elesse papa Pio V. Durante il conclave fu scoperto intrattenere corrispondenza proibita con l'esterno.
Nel gennaio 1568 fu protagonista di uno scandalo a Siena, dove aveva rapito due donne di umili condizioni di Rapolano e le aveva tenute vari giorni nella sua casa. La Santa Sede volle indagare sull'avvenuto ma Cosimo I intervenne personalmente in difesa del cardinale, che se la cavò con una severa ammonizione e poté rimanere in Toscana.
Innocenzo tornò a Roma verso la fine del 1568 ma gli fu proibito di tornare nuovamente a Firenze. Visse confinato in una stanza in Vaticano con due teatini per la sua istruzione. Il 3 dicembre di quell'anno optò per la diaconia di Santa Maria in Via Lata. Nel maggio 1569 Innocenzo fu di nuovo processato. Nella sua carrozza erano state scoperte due prostitute e si appurò che esse avevano frequentato la casa dei cardinale per tutta la quaresima e la settimana santa. La commissione di cardinali creata per giudicarlo si mostrò effettivamente benevola e lo condannò a rimanere chiuso nel monastero di Montecassino, con pochi servitori e sorvegliato da due padri gesuiti. Nel luglio l'abate testimoniò il suo ravvedimento e Innocenzo fu fatto trasferire a Bergamo. Per precedente disposizione di Pio V non poté prendere parte al conclave del 1572.
Morte
Il nuovo papa Gregorio XIII lo volle riabilitare e lo richiamò a Roma. Qui morì il 2 novembre o il 3 novembre 1577.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Abate commendatario di Saint-Michel du Tréport | Successore: | |
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Philippe de la Chambre | 21 febbraio 1550 - 1º gennaio 1573 | Alexandre Salvagien |
Predecessore: | Cardinale diacono di Sant'Onofrio | Successore: | |
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Jean de Lorraine | 2 giugno 1550 - 4 maggio 1562 | Ludovico Madruzzo |
Predecessore: | Legato pontificio di Bologna | Successore: | |
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Giovanni Domenico de Cupis | 3 giugno 1552 - 3 febbraio 1554 | Giovanni Ricci |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Mirepoix | Successore: | |
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François de la Guiche (vescovo) |
3 aprile 1553 - 16 settembre 1555 | Jean Suau (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Callisto | Successore: | |
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Ludovico Madruzzo | 4 maggio 1562 - 17 novembre 1564 | Angelo Nicolini |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Portico Octaviae | Successore: | |
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Vitellozzo Vitelli | 17 novembre 1564 - 3 dicembre 1568 | Francesco Alciati |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata | Successore: | |
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Vitellozzo Vitelli | 3 dicembre 1568 - 2 novembre 1577 | Antonio Carafa |
Predecessore: | Cardinale protodiacono | Successore: | |
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Giulio della Rovere | 3 dicembre 1568 - 3 novembre 1577 | Antonio Carafa |
Note | |
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Bibliografia | |
Collegamenti esterni | |
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