Papa Giulio III
Giulio III Papa | |
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al secolo Giovanni Maria Ciocchi del Monte | |
Ambito romano, Ritratto di papa Giulio III (metà del XVI secolo), affresco trasportato su tavola; Roma, Galleria Spada. | |
Età alla morte | 67 anni |
Nascita | Monte San Savino 10 settembre 1487 |
Morte | Roma 23 marzo 1555 |
Sepoltura | Città del Vaticano, Sacre Grotte Vaticane |
Ordinazione presbiterale | nessuna informazione |
Nominato arcivescovo | 18 marzo 1513 da Leone X |
Consacrazione vescovile | Perugia, 12 novembre 1514 dal card. arc. Antonio Maria Ciocchi del Monte |
Creato Cardinale |
22 dicembre 1536 da Paolo III (vedi) |
Cardinale per | 18 anni, 3 mesi e 1 giorno |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
221° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
7 febbraio 1550 Conclave del 1549-1550 |
Consacrazione | 22 febbraio 1550 |
Fine del pontificato |
23 marzo 1555 (per decesso) |
Durata del pontificato |
5 anni, 1 mese e 16 giorni |
Predecessore | papa Paolo III |
Successore | papa Marcello II |
Extra | Papa Giulio III Anni di pontificato |
Cardinali | 20 creazioni in 4 concistori |
Eventi | Giubileo del 1550 |
Collegamenti esterni | |
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Papa Giulio III, al secolo Giovanni Maria Ciocchi del Monte (Monte San Savino, 10 settembre 1487; † Roma, 23 marzo 1555) è stato il 221° vescovo di Roma e papa italiano a partire dal 1550 fino alla morte.
Biografia
Le origini e la carriera ecclesiastica
Ultimo dei pontefici dell'alto Rinascimento, era il secondogenito di un famoso giurista, Vincenzo Ciocchi del Monte, e di Cristofora Saracini. Fu educato, secondo i dettami dello zio cardinale Antonio Maria Ciocchi del Monte, in un prestigioso oratorio presso il Laterano, dove ebbe come tutore il noto umanista Raffaele Lippo. Seguendo le orme del padre, in seguito studiò giurisprudenza nelle Università di Perugia e di Siena. Quando, dopo la laurea, fu avviato alla carriera ecclesiastica, studiò teologia sotto il domenicano Ambrosius Catharinus e, nel 1513, succedette a suo zio come arcivescovo di Siponto (Manfredonia) in Puglia. Nel 1521 aggiunse anche la diocesi di Pavia. Durante il Sacco di Roma del 1527, fu uno degli ostaggi dati da Papa Clemente VII alle forze dell'imperatore Carlo V, e avrebbe potuto restare ucciso assieme agli altri a Campo de' Fiori, se non fosse stato liberato in segreto dal cardinale Pompeo Colonna.
Fu creato cardinale prete nel concistoro del 22 dicembre 1536 da Paolo III, il giorno successivo ricevette la berretta rossa e il 15 gennaio 1537 ricevette il titolo di San Vitale.
Nel 1540 divenne Legato pontificio della Romagna.
Nel 1545 fu inviato, insieme a Reginald Pole e a Marcello Cervini (il futuro papa Marcello II), come Legato Pontificio al Concilio di Trento, di cui aprì la prima sessione. Il loro compito era quello di scegliere gli argomenti di discussione e di sorvegliare i dibattiti. Al concilio fu il capo del partito pontificio in contrasto con quello imperiale. Nel 1547 fu l'artefice della decisione di trasferire il concilio a Bologna.
Il conclave
Nel conclave successivo alla morte di Paolo III (10 novembre 1549), tenutosi dal 29 novembre 1549 al 7 febbraio 1550, i 54 cardinali erano divisi in tre fazioni: gli Imperiali, i francesi, e i sostenitori dei Farnese. Entrarono in conclave 51 cardinali, ma due morirono prima della proclamazione. I cardinali francesi furono abili nel prevenire l'elezione di un candidato delle altre due fazioni, e il 7 febbraio 1550, dopo 10 settimane di conclave, venne eletto come candidato di compromesso il cardinale del Monte, anche se l'imperatore lo escluse espressamente dalla sua lista di candidati accettabili.
La composizione del conclave
Il conclave era composto dai seguenti cardinali:
- Giovanni Domenico de Cupis, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali
- Giovanni Salviati, vescovo di Porto e Santa Rufina, vice decano del Sacro Collegio dei Cardinali
- Philippe de la Chambre, Ordine di San Benedetto, vescovo di Frascati
- Gian Pietro Carafa, vescovo di Sabina, arcivescovo di Napoli (Eletto Papa con il nome di Paolo IV nel 1555)
- Giovanni Maria Ciocchi del Monte, vescovo di Palestrina. (Eletto Papa con il nome di Giulio III)
- Ennio Filonardi, vescovo di Albano (morto il 9 dicembre 1549)
- Innocenzo Cybo, amministratore di Marsiglia, Francia
- Louis de Bourbon de Vendôme, vescovo di Laon, amministratore di Sens, Francia
- Nicolò Ridolfi, vescovo di Vicenza (Morto il 1º febbraio 1550)
- Francesco Pisani, vescovo di Padova
- Giovanni di Lorena, vescovo di Metz, Lorena, amministratore di Narbonne, Agen e Nantes, Francia
- Niccolò Gaddi
- Ercole Gonzaga, vescovo di Mantova
- Girolamo Doria, amministratore di Tarragona
- François de Tournon, arcivescovo di Auch, Francia
- Odet de Coligny de Châtillon, amministratore di Beauvais e Tolosa, Francia
- Alessandro Farnese il giovane, camerlengo di Santa Romana Chiesa, amministratore di Avignone e Tours, Francia; Viseu, Portogallo; Monreale, Sicilia
- Guidascanio Sforza, vescovo di Parma
- Jean du Bellay, vescovo di Parigi, amministratore di Bordeaux, Francia
- Rodolfo Pio di Carpi
- Reginald Pole, arcivescovo di Canterbury, Inghilterra.
- Niccolò Caetani di Sermoneta
- Juan Álvarez de Toledo, Ordine Domenicano, vescovo di Burgos, Spagna
- Robert de Lénoncourt, vescovo di Châlons, Francia
- Ippolito II d'Este, arcivescovo di Milano; amministratore di Lione e di Autun, Francia
- Antoine Sanguin de Meudon, vescovo di Orléans, Francia
- Marcello Cervini degli Spannocchi, vescovo di Gubbio (Eletto Papa con il nome di Marcello II nel 1555)
- Giacomo Savelli
- Miguel de Silva, vescovo di Massa Marittima
- Giovanni Girolamo Morone
- Marcello Crescenzi, amministratore di Conza
- Cristoforo Madruzzo (o Madruzzi), vescovo di Trento, Tirolo, vescovo di Bressanone, Austria
- Francisco Mendoza de Bobadilla, vescovo di Coria, Spagna
- Bartolomé de la Cueva de Albuquerque.
- Georges d'Armagnac, vescovo di Rodez, amministratore di Tours, Francia
- Otto Truchess von Waldburg, vescovo di Augusta, Germania
- Andrea Corner (Cornaro), vescovo di Brescia
- Francesco Sfondrati, vescovo di Cremona
- Federico Cesi
- Durante de Duranti, vescovo di Cassano
- Girolamo (Recanati) Capodiferro, vescovo di Saint-Jean de Maurienne, Savoia
- Tiberio Crispo, amministratore di Amalfi
- Pedro Pacheco de Villena, vescovo di Jaén, Spagna
- Georges II d'Amboise, arcivescovo di Rouen, Francia
- Ranuccio Farnese, gran penitenziere, arcivescovo di Ravenna
- Carlo di Lorena, arcivescovo di Reims, Francia
- Giulio Feltre della Rovere, amministratore di Urbino
- Charles de Bourbon de Vandôme, vescovo di Saintes, Francia
- Girolamo Verallo, arcivescovo di Rossano, vescovo di Capaccio
- Giovanni Angelo Medici, arcivescovo di Ragusa, Dalmazia (Eletto Papa con il nome di Pio IV nel 1559)
- Bernardino Maffei, arcivescovo di Chieti
I seguenti cardinali non parteciparono al conclave:
- Claude de Longuy de Givry, vescovo di Poitiers, amministratore di Langres, Francia
- Jacques d'Annebaut, vescovo di Lisieux, Francia
- Enrico di Portogallo, arcivescovo di Évora, Portogallo
Il pontificato
Gian Maria Ciocchi del Monte fu eletto Papa, con il nome di Giulio III, il 7 febbraio 1550 e fu incoronato nella basilica patriarcale vaticana il 22 febbraio dal cardinale Innocenzo Cybo, protodiacono di Santa Maria in Domnica.
Come ringraziamento per l'appoggio dei Farnese, Ottavio Farnese, Duca di Parma e nipote di Paolo III, venne immediatamente confermato come duca di Parma e suo fratello Orazio venne confermato nel Ducato di Castro. Entrambi conservarono le loro cariche, rispettivamente, di Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa e di prefetto di Roma. Il 24 febbraio 1550 inaugurò, con l'apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro, il X Giubileo, indetto da Paolo III con la Bolla Si pastores ovium, che si concluse il giorno dell'Epifania del 1551 . Per favorire i pellegrini, riportò in vigore le disposizioni sul blocco dei fitti e sulla regolazione del mercato alimentare. L'afflusso dei pellegrini fu seguito da San Filippo Neri e dalla Confraternita della Santa Trinità. Nel concistoro del 28 febbraio 1550, stabilì delle regole per combattere il nepotismo e gli abusi della Chiesa. In questo concistoro negò la berretta a Pietro Aretino , che si aspettava una nomina data per sicura e tramontata con la morte di Paolo III. Ma solo quattro mesi nominò cardinale il nipote adottivo Innocenzo del Monte (1532- 1577), che non si rivelò un buon cardinale e fu esiliato dai pontefici successivi. Il 21 luglio 1550 Giulio III diede una seconda definitiva approvazione alla fondazione della Compagnia di Gesù, con la bolla pontificia Exposcit debitum e, nel 1552, li incitò a fondare il Collegio Romano e il Collegio Germanico, destinato all'educazione dei giovani prelati tedeschi nella riforma della Chiesa in Germania.
Nel periodo dal 1551 al 1553 fece costruire sulla via Flaminia la Villa Giulia, alla quale lavorarono l'Ammannati, il Vignola e il Vasari. Il complesso della villa si articola su due cortili separati da un ninfeo, che originariamente era un vero e proprio teatro d'acque. Internamente la villa è riccamente decorata con affreschi, stucchi, marmi policromi e statue. Dopo la morte del Papa la villa fu ereditata dal fratello Baldovino ma, alla sua morte, avvenuta nel 1557, fu confiscata da Paolo IV.
Nominò inoltre Marcello Cervini, futuro Papa Marcello II, bibliotecario vaticano, Michelangelo Buonarroti, capo degli architetti della fabbrica di San Pietro e il compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina, maestro di cappella della basilica vaticana. Inoltre potenziò la Biblioteca Vaticana e l'Università La Sapienza di Roma.
Il Concilio di Trento
Per approfondire, vedi la voce Concilio di Trento |
Su richiesta dell'imperatore Carlo V, Giulio III fece riaprire il Concilio di Trento sospeso da Paolo III nel 1548. La Bolla di convocazione fu emanata 1l 14 novembre 1550 e il concilio fu aperto ufficialmente il 1º maggio 1551. Per rendere più comodo il viaggio dei prelati verso Trento, per la prima volta furono usate carrozze dotate di cinghie di cuoio con funzione di ammortizzatore. In questo periodo Giulio III si imbarcò anche nella Guerra di Parma, decisione per cui i prelati francesi non intervennero al concilio. Tuttavia erano presenti, per la Germania, gli arcivescovi elettori di Magonza, Treviri e Colonia. Vennero ripresi i lavori da dove erano stati abbandonati nel 1548 e vennero pubblicati i decreti sull'Eucaristia, sulla Penitenza, sull'Estrema Unzione e quelli riguardanti l'esercizio dell'autorità vescovile, i costumi del clero e la collazione dei benefici. Grazie all'intervento dell'Imperatore, dall'ottobre 1551 al marzo 1552 si presentarono anche alcuni inviati dei protestanti tedeschi: del principe elettore Gioacchino II di Brandeburgo, del duca Cristoforo del Wurttenberg, di sei importanti città imperiali della Germania Superiore e del principe elettore Maurizio di Sassonia. Tuttavia le trattative con loro non approdarono a nulla, perché furono poste condizioni inaccettabili, quali la sospensione e la ridiscussione di tutti i decreti già emanati, il rinnovamento dei decreti di Costanza e Basilea sulla superiorità del concilio sul Papa, e lo scioglimento dei membri del concilio dal giuramento di obbedienza al Papa. Il 28 aprile 1552, però, il concilio venne sospeso a causa dell'inasprirsi del conflitto tra Carlo V ed Enrico II di Francia, che minacciava di trasformarsi in una guerra generale. Sarebbe stato riaperto dieci anni dopo.
La Guerra di Parma
Poco prima dell'apertura dei lavori conciliari, Giulio III si fece trascinare dall'Imperatore in una guerra contro i Farnese che, nonostante fossero sempre stati leali servitori dei pontefici, vedendo il territorio di Parma invaso dalle truppe di don Ferrante I Gonzaga, si erano alleati con la Francia. Il risultato fu che casa Farnese uscì dall'orbita imperiale e papale per entrare in quella francese. Don Ferrante I Gonzaga, governatore di Milano per conto dell'imperatore, occupò Brescello, zona d'influenza del cardinale Ippolito II d'Este, filofrancese, e si preparò ad assediare Parma. Orazio Farnese, aiutato anche dalle truppe francesi, fu battuto nei pressi di Mirandola, per cui Enrico II ordinò al generale Brissac di invadere il Piemonte. Questa manovra costrinse il Gonzaga ad alleggerire la pressione sul Ducato di Parma (settembre 1551) e fece ricadere sul pontefice il peso maggiore della guerra.
Nel 1551 Giulio III inviò il nipote Gian Battista Del Monte ad assediare Mirandola, tenuta da un piccolo nucleo di francesi comandati da Piero Strozzi, ma l'assedio terminò il Venerdì Santo del 1552 con la morte del nipote.[1].
Giulio III cercò allora di riavvicinarsi alla Francia, ma le trattative furono interrotte a causa delle eccessive pretese di Enrico II. Tuttavia, quando il Papa si accorse che l'imperatore era in gravissime difficoltà, i negoziati furono ripresi e, il 29 aprile 1552, si arrivò a un accordo. Tale accordo stabiliva una tregua di due anni - trascorsi i quali Ottavio Farnese avrebbe potuto accordarsi col Papa come meglio avrebbe creduto - e la restituzione del ducato di Castro ai due cardinali Farnese. All'imperatore vennero concessi 11 giorni per accettare l'accordo. Carlo V ratificò l'accordo il 10 maggio.
Ultimi provvedimenti e morte
Nel 1555 Giulio III accettò la richiesta di Maria I d'Inghilterra - alla quale aveva inviato come legato il cardinale Reginaldo Pole - di abrogare l'Atto di Supremazia inglese. In questo modo l'Inghilterra riabbracciò la fede cattolica, ma fu solo una tregua. Con l'ascesa al trono di Elisabetta I Stuart, infatti, il distacco della Chiesa inglese da Roma divenne definitivo.
Giulio III, che soffriva di gotta da molto tempo, morì a Roma il 23 marzo 1555. È sepolto nelle Grotte Vaticane.
Cardinali creati da Giulio III
Concistoro del 30 maggio 1550
- 1. Innocenzo Ciocchi del Monte, nipote adottivo di Sua Santità + 3 novembre 1577
Concistoro del 12 ottobre 1551
- 1. Giorgio Martinuzzi, O.S.P.P.E., vescovo di Gran Varadino + 17 dicembre 1551
Concistoro del 20 novembre 1551
- 1. Cristoforo Guidalotti Ciocchi Del Monte, cugino di Sua Santità, vescovo di Marsiglia + 27 ottobre 1564
- 2. Fulvio Giulio della Corgna, Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, vescovo di Perugia + 4 marzo 1583
- 3. Giovanni Michele Saraceni, arcivescovo di Matera, governatore di Roma, vicecamerlengo di Santa Romana Chiesa + 27 aprile 1568
- 4. Giovanni Ricci, vescovo di Chiusi + 3 maggio 1574
- 5. Giovanni Andrea Mercurio, arcivescovo di Messina + 2 febbraio 1561
- 6. Giacomo Puteo, arcivescovo di Bari + 26 aprile 1563
- 7. Alessandro Campeggi, vescovo di Bologna + 21 settembre 1554
- 8. Pietro Bertani, O.P., vescovo di Fano + 8 marzo 1558
- 9. Fabio Mignanelli, vescovo di Grosseto + 10 agosto 1557
- 10. Giovanni Poggio, vescovo di Tropea + 12 febbraio 1556
- 11. Giovanni Battista Cicala, vescovo di Albenga + 7 aprile 1570
- 12. Girolamo Dandini, vescovo di Imola + 4 dicembre 1559
- 13. Luigi Cornaro, gran commendatore di Cipro + 10 maggio 1584
- 14. Sebastiano Antonio Pighini, arcivescovo di Manfredonia + 23 novembre 1553 (In pectore, pubblicato il 30 maggio 1552)
Concistoro del 22 dicembre 1553
- 1. Pietro Tagliavia d'Aragona, arcivescovo di Palermo + 5 agosto 1558
- 2. Louis I de Guise, vescovo di Albi + 28 marzo 1578
- 3. Roberto de' Nobili, pronipote di Sua Santità, chierico di Arezzo + 18 gennaio 1559
- 4. Girolamo Simoncelli, pronipote di Sua Santità, chierico di Orvieto + 22 febbraio 1605
Incarichi ricoperti
- Apertura del Concilio Laterano quinto il 16 febbraio 1513.
- Arcivescovo di Siponto (Manfredonia), dal 18 marzo 1513 (sede lasciatagli dallo zio Antonio Maria Ciocchi del Monte) al 25 giugno 1544.
- Vice legato di Perugia dal 1513 al 1517.
- Governatore di Perugia nel 1517.
- Arcivescovo di Pavia dal 13 marzo 1521 al 3 giugno 1530.
- Due volte prefetto di Roma sotto Clemente VII.
- Presidente della legazione di Romagna nel 1528
- Vice legato di Bologna nel 1534.
- Legato in Romagna, Parma e Piacenza nel 1534.
- Creato cardinale prete nel concistoro del 22 dicembre 1536.
- Titolare di San Vitale dal 15 gennaio 1537 al 10 ottobre 1542.
- Amministratore della sede di Polignano dal 14 giugno 1540 al 28 novembre 1541.
- legato a latere Provincia Romandiolae dal 24 settembre 1540.
- Incaricato della preparazione del concilio di Trento nel 1542.
- Titolare di Santa Prassede dall'11 ottobre 1542 al 4 ottobre 1543
- Membro della commissione per la riforma della Chiesa dal 5 gennaio 1543 al 12 dicembre 1545.
- Cardinale vescovo e titolare della sede suburbicaria di Palestrina dal 5 ottobre 1543.
- Cardinale arcivescovo di Pavia dal 4 giugno 1544 al [[]]
- Membro della commissione per la stesura dell'agenda conciliare dal 2 novembre 1544 al 12 dicembre 1545.
- Presidente dei padri conciliari dal 13 dicembre 1545 al 2 marzo 1547.
- Legato di Bologna nel 1548.
- Papa dal 7 febbraio 1550.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo | |
Genealogia episcopale
- Vescovo Tito Veltri de Viterbo
- Cardinale Antonio Maria Ciocchi del Monte
- Papa Giulio III
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo di Manfredonia | Successore: | |
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Antonio Maria Ciocchi del Monte | 1513-1544 | Giovanni Riccio |
Predecessore: | Vescovo di Pavia Titolo personale di Arcivescovo |
Successore: | |
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Antonio Maria Ciocchi del Monte | 1521-1530 | ? |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio | Successore: | |
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Gasparo Contarini | 1537-1542 | Giovanni Girolamo Morone |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Polignano | Successore: | |
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Giacomo Frammarino (vescovo) |
14 giugno 1540-28 novembre 1541 | Rosmano Casamassima (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Prassede | Successore: | |
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Gasparo Contarini | 1542-1543 | Miguel de Silva |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Palestrina | Successore: | |
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Francesco Cornaro seniore | 1543-1550 | Luigi II di Borbone-Vendôme |
Predecessore: | Legato apostolico di Bologna | Successore: | |
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Giovanni Gerolamo Morone | 13 luglio 1548 - 7 febbraio 1550 | Marcello Crescenzi |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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papa Paolo III | 7 febbraio 1550 - 23 marzo 1555 | papa Marcello II |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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