Paolo Angelo Ballerini

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Servo di Dio Paolo Angelo Ballerini
Patriarca
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Nascita Milano
14 settembre 1814
Morte Seregno
27 marzo 1897
Sepoltura Basilica collegiata di San Giuseppe (Seregno)
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Appartenenza Arcidiocesi di Milano
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Ordinazione presbiterale luglio 1837
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Consacrazione vescovile 8 dicembre 1860 dal vescovo Carlo Caccia Dominioni
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Elevazione a Patriarca 27 marzo 1867 da Pio IX
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Ordinazioni

Cardinali creazioni
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Onorificenze
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Persona mite e assai colta, sacerdote esemplare del clero ambrosiano.
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Il Servo di Dio Paolo Angelo Ballerini (Milano, 14 settembre 1814; † Seregno, 27 marzo 1897) è stato un arcivescovo, patriarca e fondatore italiano. Non riuscì mai ad insediarsi alla cattedra di Milano a causa del dissenso governativo del Regno Sabaudo. Vittima sacrificale del laicismo risorgimentale, ma allo stesso tempo arcivescovo prediletto di Francesco Giuseppe imperatore d'Austria e di Pio IX per la sua difesa del papato e del primato petrino.

Biografia

La formazione e il ministero sacerdotale

Paolo Angelo Ballerini nacque a Milano il 14 settembre 1814 nella Contrada de' ratti, nell'attuale via Cesare Cantù, da una modesta famiglia di artigiani originari di Inveruno. Orfano di padre, frequenta le scuole pubbliche di Sant'Alessandro e il Seminario arcivescovile di Monza. Vestì l'abito talare nel 1828. Nel 1829 con la madre e il fratello si trasferì nella canonica della parrocchia di San Michele a Cantù e completò gli studi di filosofia e teologia presso il Seminario arcivescovile di Milano fino all'ordinazione presbiterale avvenuta nel 1837. Fu inviato al Frintaneum[1] di Vienna, dove perfezionò il suo apprendimento della teologia e la conoscenza della lingua tedesca e dove conseguì la laurea. Rientrato in patria nel 1840 fu inserito nel corpo insegnanti del Seminario di Milano.

Nel 1850 divenne redattore responsabile del periodico L'Amico Cattolico. Molto vicino all'arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli, sul periodico ecclesiastico diede vita a una rubrica intitolata Cronaca Religiosa. Dalle colonne del periodico ambrosiano saluterà con favore i moti del 1848 e delle Cinque Giornate di Milano difendendo le istanze del riscatto italiano dalle potenze straniere, schierandosi e rivendicando ai sacerdoti il diritto di opinione. Solo pochi mesi dopo, sarà ferma la sua presa di distanza dalla «questione italiana» perché in contrasto con la sua strenua difesa del potere temporale del Papa e l'integrità della religione.

La sua carriera era in ascesa: nel 1855 divenne Pro-vicario e due anni dopo Vicario generale. Ma le sue prese di posizione contro l'operato del Governo austriaco gli costarono la candidatura a vescovo nelle sedi di Bergamo, Como e Pavia.

Il ministero episcopale

Quando l'arcivescovo Romilli fu colpito da grave malattia, Pio IX prese in pectore il successore Ballerini e nel 1859 lo nominò prelato domestico. Dopo la morte di Romilli, in forza del Concordato in vigore in Lombardia, il Papa prese in considerazione la designazione dell'imperatore Francesco Giuseppe (7 giugno 1859) e con motu proprio, nel Concistoro del 20 giugno 1859, annunciò la nomina di Ballerini Arcivescovo di Milano.

I milanesi, contrariati per questa ingerenza austriaca e il Regno sabaudo, che pose il veto all'insediamento, indussero Ballerini ad allontanarsi dalla città dopo la battaglia di Magenta (4 giugno 1859). Non prese mai possesso dell'arcidiocesi ambrosiana per il netto rifiuto del Regno di Sardegna, appena insediatosi in Lombardia nel 1859 dopo la Seconda guerra di indipendenza.

Ritiratosi a Cantù, il 1º agosto, presentò le dimissioni al cardinale Giacomo Antonelli, colui che sarà l'ultimo Segretario di Stato dello Stato Pontificio. Ciò aprì un duro scontro tra Pio IX e il Regno, tanto che il papa le respinse le dimissioni. La consacrazione dell'Arcivescovo avvenne segretamente nella Certosa di Pavia nella notte tra l'8 e il 9 dicembre 1860.

In quel periodo l'arcidiocesi venne retta da monsignor Carlo Caccia Dominioni, Vicario capitolare di fronte allo Stato italiano e Vicario generale di fronte alla Santa Sede. Solo nel 1867 Pio IX accettò le reiterate dimissioni da Arcivescovo di Milano di Ballerini, in esilio a Vighizzolo di Cantù, nominandolo Patriarca di Rito latino di Alessandria d'Egitto in partibus infidelium[2].

Il Pontefice, in seguito, lo chiamò a Roma, dove l'8 dicembre 1869 Ballerini fu presente alla cerimonia d'apertura del Concilio Vaticano nei banchi riservati ai Patriarchi posti alla sinistra del Papa.

Nel 1878 la Santa Sede lo inviò in missione a Verrès, Arnaz e Antey, per riferire di alcune situazioni anomale. Venne anche indicato dal Pontefice come arbitro de L'Osservatore Cattolico, per risolvere le diatribe sorte tra il giornale e alcuni vescovi lombardi.

Ballerini si mise a disposizione degli arcivescovi di Milano Luigi Nazari di Calabiana, subentratogli nel 1867, e di Andrea Carlo Ferrari, supplendoli nelle ordinazioni e nell'amministrazione della Cresima nella diocesi ambrosiana e in quelle limitrofe[3].

A Seregno, dove visse il resto della sua vita, fondò il monastero della Perpetua Adorazione retto dalle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento.

Elevò a sede patriarcale la chiesa prepositurale di San Giuseppe a Seregno, da lui consacrata il 21 settembre 1881. Questo tempio fu in seguito promosso al rango di Collegiata da Pio XI e a Basilica Romana Minore da Giovanni Paolo II.

Morte

Ballerini rese l'anima a Dio il 27 marzo 1897 dopo diciassette ore di agonia. I funerali furono celebrati a Seregno dal Cardinal Ferrari alla presenza di cinque vescovi e trecento sacerdoti. Il suo corpo, inizialmente tumulato presso il Cimitero cittadino, dal 1908 riposa nella Basilica Prepositurale. È l'unico arcivescovo di Milano che non è sepolto nel Duomo. Dal 1995 è in corso il processo diocesano per la causa di beatificazione.

Lapide commemorativa sulla casa natale del patriarca Ballerini a Milano in via Cesare Cantù.
Statua di Paolo Angelo Ballerini collocata a destra del sagrato della Basilica collegiata di San Giuseppe (Seregno)

La devozione

Nel 1989 fu inaugurata una statua bronzea del Patriarca sulla piazza antistante la Basilica prepositurale di San Giuseppe. In quell'occasione Don Cattaneo disse:

« Ai promotori della statua del Patriarca va indubbiamente la riconoscenza degli Ambrosiani tutti perché non si è più abituati a pensare con metodo e costanza la storia: presi come si è dall'assillo del quotidiano, sfumano sino a dissolversi le memorie e si corre il rischio di sentirsi quasi senza radici e senza prospettive. Per questo è sempre opportuno raccontare e ricordare. »

La grande devozione che sopravvive in Brianza lo appella ancora oggi come il nostro patriarca santo. Dall'11 al 14 settembre 2014, nel bicentenario della nascita, Seregno lo ricordò con un articolato programma di iniziative e celebrazioni, che culminarono nella visita del cardinale Angelo Scola: l'arcivescovo presiedette la Santa Messa nella Basilica di San Giuseppe, che ha segnato anche la nascita della Comunità pastorale San Giovanni Paolo II.

Citazioni su Paolo Angelo Ballerini

A duecento anni dalla sua nascita rimangono certamente attuali il suo spessore intellettuale e la sua azione caritativa come raccontano le memorie del suo tempo riguardo la sua imperturbabilità di fronte al Calvario subito, come ha ben scritto un noto storico gesuita:

« Capace, sempre di difendere la libertà della Chiesa contro le reiterate croniche ingerenze governative dei regimi, assoluti o liberali che fossero, pronto per questo ad affrontare sacrifici, e, se necessario, anche l'esilio »
« Fu apostolo di conciliazione e di pace interna »
« Persona mite e assai colta, sacerdote esemplare del clero ambrosiano»

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo di Milano Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Carlo Bartolomeo Romilli 25 giugno 1859 - 27 marzo 1867
Con vicario Carlo Caccia Dominioni sino al 1866
Con vicario Filippo Carcano dal 1866 al 1867
Luigi Nazari di Calabiana I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Carlo Bartolomeo Romilli {{{data}}} Luigi Nazari di Calabiana
Predecessore: Patriarca titolare di Alessandria dei Latini Successore: PatriarchNonCardinal PioM.svg
Daulo Augusto Foscolo 27 marzo 1867 - 27 marzo 1897 Domenico Marinangeli I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Daulo Augusto Foscolo {{{data}}} Domenico Marinangeli
Note
  1. Prestigioso Istituto superiore di studi religiosi.
  2. L'espressione è riferita a quei vescovi che lasciavano, o erano costretti a lasciare, le loro sedi di fronte alla conquista musulmana. Erano accolti da altre diocesi, ma conservavano il titolo di quelle lasciate. Erano quindi vescovi di diocesi ormai in partibus infidelium.
  3. Alla morte dell'Arcivescovo Nazari di Calabiana (1893) Mons. Ballerini celebrò i solenni funerali e fu lui ad accogliere a Milano il successore: il Card. Andrea Carlo Ferrari il quale nutrì sempre per il Patriarca un affetto quasi filiale.
Bibliografia
  • La Chiesa di Milano
  • Filippo Rizzi, Avvenire, L'arcivescovo BALLERINI e l'esilio ambrosiano, 29 ottobre 2014
  • Franco Cajani, L'attività di Paolo Angelo Ballerini dalla nomina a Patriarca di Alessandria d'Egitto fino alla morte in Seregno (1867-1897), GR Edizioni, 2002
Bibliografia