Beato Andrea Carlo Ferrari
Beato Andrea Carlo Ferrari, T.O.F. Cardinale | |
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Beato | |
Tu fortitudo mea | |
Cardinal Ferrari | |
Età alla morte | 70 anni |
Nascita | Lalatta di Palanzano 13 agosto 1850 |
Morte | Milano 2 febbraio 1921 |
Sepoltura | Duomo di Milano |
Appartenenza | Diocesi di Parma |
Ordinato diacono | 15 dicembre 1872 |
Ordinazione presbiterale | Parma, 20 dicembre 1873 da Mons. Domenico Villa |
Nominato vescovo | 23 giugno 1890 da Leone XIII |
Consacrazione vescovile | Roma, 29 giugno 1890 |
Elevazione ad Arcivescovo | Milano 21 maggio 1894 |
Creato Cardinale |
18 maggio 1894 da Leone XIII (vedi) |
Cardinale per | 26 anni, 8 mesi e 15 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 10 maggio 1987, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 2 febbraio |
Altre ricorrenze | La Chiesa di Milano e quella di Reggio Emilia lo celebrano il 1º febbraio con grado di memoria |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su gcatholic.org (EN) Scheda su catholic-hierarchy.org (EN) Scheda su Salvador Miranda Scheda su santiebeati.it |
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Nel Martirologio Romano, 2 febbraio, n. 13 (La Chiesa di Milano e quella di Reggio Emilia lo celebrano il 1º febbraio con grado di memoria[1]):
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Beato Andrea Carlo Ferrari (Lalatta di Palanzano, 13 agosto 1850; † Milano, 2 febbraio 1921) è stato un arcivescovo e cardinale italiano. Arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921, fu proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 10 maggio 1987.
Biografia
Nacque a Lalatta, località nel comune di Palanzano diocesi di Parma, primogenito dei quattro figli di Giuseppe Ferrari, umile calzolaio e di Maddalena Longarini. Fu battezzato il giorno seguente con il nome di Andrea. Creduto in fin di vita, la madre lo portò al Santuario mariano di Fontanellato e ottenne la guarigione del piccolo infermo, che si rivelò dotato di grandi doni spirituali. Da sacerdote e da vescovo il beato vi ritornerà due volte all'anno con vivi sentimenti di gratitudine.
Formazione e ministero sacerdotale
Andrea apprese i primi rudimenti del sapere dal parroco, Don Giovanni Agostini, che lo ammise alla prima comunione nel 1860.
Accolto presso il seminario di Parma fu ordinato diacono il 15 dicembre 1872 e presbitero il 20 dicembre 1873 da Mons. Domenico Villa([1]), vescovo di Parma; l'anno dopo venne nominato parroco, successivamente vice-rettore al seminario di Parma. Nel 1878 fu nominato professore di teologia dogmatica, nel 1879 fu promosso canonico ordinario. In seguito divenne rettore dello stesso istituto.
Ministero episcopale e cardinalato
Il 23 giugno 1890 fu nominato vescovo di Guastalla da papa Leone XIII. Fu consacrato il 29 giugno di quello stesso anno nella Chiesa delle religiose del Sacro Cuore di Gesù a Villa Lante a Roma, a opera del cardinale Lucido Maria Parocchi, vescovo di Albano e vicario generale di Roma, assistito da Vincenzo Leone Sallua([2]), arcivescovo titolare di Calcedonia, commissario generale del tribunale dell'inquisizione e da Giovanni Maria Majoli([3]), vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado. Prese possesso ufficiale della diocesi di Guastalla il 3 ottobre 1890 facendo il suo ingresso nella cattedrale.
Un anno dopo, il 29 maggio 1891, divenne vescovo di Como. Anche qui intraprese una intensa attività di visite pastorali. In data 19 febbraio 1894 il corrispondente del Corriere della Sera così scrisse del santo pastore:
« | Mons. Ferrari è soprattutto un operoso. Nei tre anni che ha diretto la diocesi di Como non si è dato pace per lui stesso e non ne ha data al suo clero. Credo che sia stato il solo vescovo di quella diocesi che ne abbia visitata ogni parrocchia, ogni borgata o chiesa, fra monti e burroni; andando a cavallo o a piedi, dove il cavallo non poteva arrampicarsi; non lasciandosi vincere da stanchezza; dormendo alle volte malamente nella casa sguarnita di un povero curato; mangiando con lui alla meglio e levandosi la mattina di buon'ora per riprendere l'apostolico cammino. E dappertutto visite minuziose alle chiese... consigli e ammonizioni secondo il caso... Il suo debole è la predicazione.
Discorre bene, con buona voce, senza enfasi e senza abbandonarsi alle volgarità dei predicatori comuni. Fa fino a quattro prediche al giorno, torna a casa stanco da non poterne più, eppure il giorno dopo riprende la stessa vita. E non ha salute da vendere perché egli non è robusto, né copioso di forme, ma è piccolo, piuttosto magro e di color terreo, dagli occhi vivi e neri e dall'insieme ascetico di chi soffre privazioni di sonno e forse anche di cibo. » | |
(Guido Pettinati, I santi canonizzati del giorno, vol.2, Udine, ed.Segno)
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Dopo tre anni a Como, improvvise gli giunsero, da parte di papa Leone XIII, la nomina a cardinale e la promozione alla sede arcivescovile di Milano, succedendo allo scomparso Luigi Nazari di Calabiana.
Fu creato cardinale nel concistoro del 18 maggio 1894 e ricevette il cappello rosso e il titolo di Sant'Anastasia il 21 maggio 1894. Elevato alla sede metropolitana di Milano il 21 maggio 1894, lo stesso giorno ricevette il pallio prendendo Carlo come secondo nome in onore di San Carlo Borromeo, cardinale arcivescovo di Milano.
A Milano fu preoccupato, sulla scia di San Carlo Borromeo, di "conservare la fede" attraverso la predicazione, ma soprattutto attraverso la catechesi. Sotto la sua guida si arrivò, nel 1896, alla preparazione del testo unico di catechismo dell'Episcopato Lombardo-Piemontese che, praticamente, fu l'ultima tappa del percorso che portò alla pubblicazione del Catechismo di Pio X. Per quanto riguarda l'educazione cristiana dei giovani, volle l'istituzione presso ogni parrocchia di un oratorio sia maschile, sia femminile e affrontò il problema dell'insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole elementari.
A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del Regno d'Italia, fortemente influenzati dalla massoneria, il 24 giugno 1896 fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'inaugurazione della statua del re Vittorio Emanuele II. Il 7 dicembre dello stesso anno, diffuse la lettera dell'Episcopato lombardo La Massoneria e il Socialismo[2].
L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti umili della popolazione lombarda[3].
Prestò, poi, sul piano pastorale, una particolare attenzione ai problemi del laicato e del suo ruolo nella Chiesa. In un'epoca in cui ciò era estremamente innovativo suscitò molte diffidenze negli ambienti della Curia Romana che formularono un'esplicita accusa di modernismo. Per cinque anni non fu ricevuto da papa Pio X con un parziale riavvicinamento finale. Solo la nomina di papa Benedetto XV e il clima di emergenza fatto sorgere dallo scoppio del conflitto mondiale, tolse il cardinal Ferrari dall'isolamento all'interno della Chiesa, in cui il gruppo di cardinali a lui avverso l'avevano confinato.
Nel 1912 promosse la fondazione di un nuovo quotidiano che sostituisse L'Unione. Il nuovo organo d'informazione si chiamò L'Italia.
Fondò inoltre l'«Opera cardinal Ferrari», che si distinse per attività a favore di tutti i ceti della popolazione.
Colpito da un tumore alla gola, morì nel 1921, uno degli ultimi atti ufficiali, già sul letto di morte, fu l'approvazione degli statuti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Fu esposto nella cattedrale metropolitana di Milano e sepolto nella cappella Virgo Potens, sotto l'altare del Sacro Cuore di Gesù. Gli è stata dedicata una parrocchia di Legnano, in provincia di Milano e nella città di Parma una parrocchia nella cui chiesa, anche questa a lui dedicata, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua costituzione furono poste, nell'ottobre 2014, le sue reliquie.
Il clima di ostilità degli ambienti curiali romani, parzialmente perdurato anche in seguito, trovava contrapposto il tributo di ammirazione della Chiesa ambrosiana, in una dicotomia di giudizi che si venne a sciogliere solo con il nuovo clima del Concilio Vaticano II dove emerse quanto il cardinal Ferrari aveva anticipato i temi della riforma della Chiesa. Don Giovanni Roncalli, che ebbe frequenti contatti con lui, lo considerò sempre un autentico santo e quando diventò papa non si stancava di ripetere:
« | Se Pio X aveva una statura di santità di un metro, il Card. Ferrari l'aveva di quattro » |
Il 1º febbraio 1975 Paolo VI ne riconobbe le virtù eroiche, ma il pieno riconoscimento lo si ebbe quando fu proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 10 maggio 1987.
Conclavi
Partecipò ai conclavi del 1903 e del 1914, che elessero papi rispettivamente il cardinale Giuseppe Sarto (papa Pio X) e il cardinale Giacomo della Chiesa (papa Benedetto XV).
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Cardinale Pietro Francesco (Vincenzo Maria) Orsini de Gravina, O.P. (futuro Papa Benedetto XIII)
- Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini (futuro Papa Benedetto XIV)
- Cardinale Carlo della Torre Rezzonico (futuro Papa Clemente XIII)
- Cardinale Marcantonio Colonna juniore
- Cardinale Hyacinthe Sigismond Gerdil
- Cardinale Giulio Maria della Somaglia
- Cardinale Carlo Odescalchi, S.J.
- Cardinale Costantino Patrizi Naro
- Cardinale Lucido Maria Parocchi
- Beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Guastalla | Successore: | |
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Prospero Curti | 1890 - 1891 | Pietro Respighi |
Predecessore: | Vescovo di Como | Successore: | |
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Luigi Nicora | 1891 - 1894 | Teodoro Valfrè di Bonzo |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Anastasia | Successore: | |
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Carlo Laurenzi | 1894 - 1921 | Michael von Faulhaber |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Milano | Successore: | |
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Luigi Nazari di Calabiana | 21 maggio 1894-2 febbraio 1921 | Achille Ratti |
Ordinazioni vescovili
- Giovanni Gamberoni (futuro arcivescovo di Vercelli)
- Eugenio Tosi (futuro cardinale e arcivescovo di Milano)
- Carlo Dalmazio Minoretti (futuro cardinale e arcivescovo di Genova)
Onorificenze
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme | |
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Terziari francescani italiani
- Italiani del XIX secolo
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