Segretario della Cifra
Il segretario della Cifra era un prelato palatino a capo dell'importante servizio di cifratura (criptazione) di tutta la corrispondenza che il Pontefice e il Segretario di Stato intrattenevano con le nunziature accreditare presso le corti europee.
Storia
La carica fu istituita nella seconda metà del XII secolo. Il primo Segretario papale della cifra sembra sia stato Trifone Bencio, la cui attività è attestata tra il 1555 e il 1570. Con il pontificato di Gregorio XIII la carica fu affidata a Cristoforo Torentino. Seguì Giambattista Argenti, cui successe il nipote Matteo. Nella storia della crittografia papale i due Argenti occupano un posto di primo piano. Entrambi si dedicarono con passione e competenza straordinarie alla loro funzione ed entrambi scrissero trattati di crittografia e collezionarono e conservarono documenti in cifra e cifrari della loro epoca.
Il segretario della cifra assunse nel secolo successivo ancora maggiore importanza con il crescere dell'attività diplomatica della Santa Sede. Il segretario della cifra che sovente era pure responsabile dei brevi e delle lettere latine era di norma e stabilmente a partire dal 1814 pure sostituto del Segretario di Stato, in quanto, per la sua funzione, era a conoscenza di tutti i problemi sia di natura diplomatica che di natura dogmatica che i pontefici dovettero fronteggiare. Molti dei segretari di questo ufficio per i loro meriti furono in seguito elevati alla porpora.
Il motu proprio Pontificalis domus di papa Paolo VI, che riforma la famiglia pontificia, menziona il "Sostituto della Segreteria di Stato e Segretario della Cifra" al primo posto della famiglia pontificia ecclesiastica.[1]
La costituzione apostolica Pastor Bonus di Giovanni Paolo II non menziona più il segretario della cifra: al suo posto compare il Sostituto per gli affari generali.[2]
Cronotassi dei segretari
- Trifone Bencio 1555 - 1570
- Cristoforo Torentino 1572
- Giovanni Battista Argenti (menzionato nel 1589)
- Matteo Argenti (menzionato nel 1597)
- Lanfranco Margotti
- Decio Azzolino juniore (1644 - ?)
- Vincenzo Ricci (1691 - ?)
- Giulio Piazza
- Guido Passionei[3]
- Antonio Simone Baglioni
- Vincenzo Alamanni (marzo 1714 - marzo 1721)
- Domenico Riviera (maggio 1721 - ?)
- Nicola de Simoni
- Giuseppe Livizzani Mulazzani (luglio 1730 - 1740)
- Antonio Rota (1740 - ?)
- Giovanni Carlo Boschi (luglio 1758 - settembre 1759)
- Leonardo Antonelli (settembre 1759 - settembre 1766)
- Giuseppe Garampi (settembre 1766 - marzo 1772)
- Carlo Federici (1772 - ?)
- Paolo Polidori (11 febbraio - 1º ottobre 1831)
- Francesco Capaccini (1831 - 1837 dimesso)
- Vincenzo Santucci (26 febbraio 1844 - 11 luglio 1850)
- Giuseppe Berardi (10 aprile 1851 - 13 marzo 1868 dimesso)
- Luigi Pallotti (16 novembre 1880 - 29 ottobre 1882)
- Mario Mocenni (18 ottobre 1882 – 16 gennaio 1893)
- Aristide Rinaldini (31 maggio 1893 – 18 agosto 1896)
- Luigi Tripepi (1º ottobre 1896 – 15 aprile 1901
- Giacomo della Chiesa (23 aprile 1901 - 18 dicembre 1907)
- Nicola Canali (21 marzo 1908 - 24 settembre 1914)
- Federico Tedeschini (24 settembre 1914 - 31 marzo 1921)
- Giuseppe Pizzardo (7 maggio 1921 - 8 giugno 1929)
- Alfredo Ottaviani (7 giugno 1929 - 19 dicembre 1935)
- Domenico Tardini (19 dicembre 1935 - 16 dicembre 1937)
- Giovanni Battista Montini (16 dicembre 1937 - 29 novembre 1952)
- Angelo Dell'Acqua (17 febbraio 1953 - 24 giugno 1967)
- Giovanni Benelli (29 giugno 1967 - 3 giugno 1977)
- Giuseppe Caprio (14 giugno 1977 - 28 aprile 1979)
- Eduardo Martínez Somalo (5 maggio 1979 - 23 marzo 1988)
- Edward Idris Cassidy (23 marzo 1988 - 28 giugno 1988)
Note | |
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Bibliografia | |
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