Beato Tommaso Reggio
Beato Tommaso Reggio Arcivescovo | |
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Beato | |
Età alla morte | 83 anni |
Nascita | Genova 9 gennaio 1818 |
Morte | Triora 22 novembre 1901 |
Ordinazione presbiterale | 18 settembre 1841 |
Consacrazione vescovile | 20 marzo 1887 |
Elevazione ad Arcivescovo | 11 giugno 1892 |
Incarichi ricoperti | |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 3 settembre 2000, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 22 novembre |
Collegamenti esterni | |
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Nel Martirologio Romano, 22 novembre, n. 7:
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Beato Tommaso Reggio (Genova, 9 gennaio 1818; † Triora, 22 novembre 1901) è stato un arcivescovo italiano. Nel 2000 è stato proclamato beato da Giovanni Paolo II.
La gioventù e il seminario
Nato da una nobile famiglia genovese, ricevette l'istruzione elementare da un maestro privato in casa. Frequentò poi gli studi superiori nel Collegio Reale di Genova, retto allora dai padri somaschi. Si iscrisse all'università e nel 1838 ricevette il titolo di baccelliere in giurisprudenza.
Formazione e ministero sacerdotale
Avendo sentito la vocazione al sacerdozio, entrò, il 24 marzo 1839, vocazione adulta al seminario di Genova, che frequentò inizialmente come studente esterno. Studiò filosofia e teologia. Rettore del seminario era l'allora ventiseienne don Giovanni Battista Cattaneo. Nel seminario si iscrisse alla Congregazione dell'Arcangelo San Raffaele[1].
Fu ordinato sacerdote il 18 settembre 1841. Fu nominato vice-rettore del seminario di Genova e, nel 1845, rettore di quello di Chiavari.
Tornò a Genova nel 1851 in qualità di abate-parroco della Basilica di Santa Maria Assunta in Carignano; in questo periodo fu anche docente di morale presso il seminario e diete vita a dei momenti di preghiera e formazione religiosa per i lavoratori che si tenevano nelle prime ore del mattino.
Nonostante le sue origini agiate fu chino sull'uomo e i suoi problemi, vivendone i drammi, le angosce, i dubbi, ma anche i sogni: per questo spese tutta la sua fede per infondere fiducia affinché ognuno trovi la capacità di mettere a frutto i doni che il Padre regala.
La sua preparazione culturale e la sua attività di presbitero-giornalista gli consentirono di affinare una conoscenza dettagliata e ampia della sua Liguria, ma anche dell'intera nazione. Gli studi giuridici inoltre gli permisero di muoversi con prudente naturalezza nelle complicate vicende che vanno dalla metà alla fine dell'Ottocento.
Dopo esserne stato a lungo redattore, nel 1861 divenne direttore del quotidiano Stendardo Cattolico. Nel 1870, obbediente alle nuove disposizioni emanate da papa Pio IX dopo la presa di Roma, chiuse il giornale anche se ciò contrastava con il suo pensiero che voleva i cattolici attivi nella vita pubblica.
Vescovo di Ventimiglia
Nel 1877, fu nominato vescovo di Ventimiglia; l'anno successivo, fondò la congregazione religiosa delle Suore di Santa Marta.
Ciò che deve rendere inconfondibili le "sue" suore è la capacità di servire e di accogliere ogni uomo, in ogni tempo, in ogni necessità. Lui, per primo, spese la sua vita facendosi "servo per amore" senza risparmiarsi mai. In molti dei suoi documenti emerge la necessità di una maggiore preparazione dei laici finalizzata a una partecipazione più attiva alla vita della Chiesa.
Arcivescovo di Genova
Nel 1892, alla morte di monsignor Salvatore Magnasco(ch), fu promosso arcivescovo di Genova. Come arcivescovo di Genova si adoperò per allentare le tensioni tra stato e chiesa anche grazie ai buoni rapporti che da sempre tenne con la casa regnante: fu lui a celebrare, con il permesso della Santa Sede, i funerali di Umberto I di Savoia l'8 agosto 1900.
Grazie alla stima che godeva presso le autorità pubbliche, ottenne sempre maggiori libertà come la possibilità di celebrare la processione del Corpus Domini per le vie della città, di istituire nuove parrocchie e di dare inizio a un'opera di restauro della cattedrale di San Lorenzo.
Molto attento ai problemi sociali, continuò le sue opere in favore della classe operaia: diede nuovo impulso alle società operaie cattoliche, si impegnò in prima persona nella lotta per il riconoscimento del diritto al riposo festivo e a un orario di lavoro regolamentato.
Per contrastare il fenomeno dello sfruttamento degli immigrati privi di documenti (già molto importante all'epoca a Genova), creò un sistema di assistenza per far uscire le persone dalla clandestinità.
La morte e i funerali
Morì a Triora, dove si era recato il 3 settembre 1901 in pellegrinaggio a causa dell'erezione della statua del Redentore sul monte Saccarello. Un'improvvisa infermità, iniziata con un violento dolore al ginocchio destro, lo costrinse a letto; l'infezione si aggravò e né le frequenti medicazioni, né le due incisioni al ginocchio che gli si praticarono, poterono curarlo. La morte lo raggiunse il 22 novembre alle 14,20; le sue ultime parole furono: "Dio, Dio, Dio solo mi basta"[2].
Aveva chiesto di essere sepolto nel cimitero di Triora, ma il clero di Genova reclamò il ritorno delle spoglie alla sua città. Il feretro fu quindi portato a Genova e le solenni esequie si svolsero nella cattedrale di San Lorenzo; al termine della cerimonia il feretro percorse le principali vie cittadine, accompagnato dal popolo, dalle autorità e dal clero di Genova e di Ventimiglia. Nel pomeriggio dello stesso giorno la salma venne traslata alla cappella del seminario minore del Chiappeto, sepoltura scelta dall'arcivescovo Magnasco per sé e per i suoi successori.
Nel 1951 le suore di Santa Marta traslarono le spoglie nella cappella appositamente costruita nella loro casa di Genova, località Righi e collocate in un monumento marmoreo.
Fu beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
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- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
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- Arcivescovo Manuel Quintano Bonifaz
- Cardinale Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda
- Cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphilj
- Papa Pio VIII
- Papa Pio IX
- Cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst
- Arcivescovo Salvatore Magnasco
- Arcivescovo Tommaso Reggio
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo titolare di Tanes - Coadiutore del vescovo di Ventimiglia | Successore: | |
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Gennaro De Vivo | marzo-giugno 1887 | Elia Bianchi |
Predecessore: | Vescovo di Ventimiglia-Sanremo | Successore: | |
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Lorenzo Battista Biale | 1887 - 1892 | Ambrogio Daffra |
Predecessore: | Arcivescovo di Genova | Successore: | |
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Salvatore Magnasco | 1892 - 1901 | Edoardo Pulciano |
Note | |
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Fonti | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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