Giuseppe Maria Doria Pamphilj
Giuseppe Maria Doria Pamphilj o Doria Landi Pamphili o Doria Pamphili Landi (Genova, 11 novembre 1751; † Roma, 10 febbraio 1816) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Nacque a Genova, terzogenito del principe Giovanni Andrea Doria e di Eleonora Carafa della Stadera, figlia del duca d'Andria. Il primogenito Andrea divenne principe alla morte del padre nel 1764, mentre il secondogenito Antonio Maria, seguì pure lui la carriera ecclesiastica divenendo cardinale. La famiglia Doria Landi Pamphili annovera molti cardinali e prelati di altro rango, tra i quali il nipote del nostro, cardinale Giorgio Doria Pamphili (1816). Altri cardinali della famiglia furono Girolamo Doria (1529); Giovanni Doria (1604); Giorgio Doria (1743) e Sinibaldo Doria (1731). La famiglia era in parentela pure con papa Innocenzo X. Altri cardinali della famiglia Pamphili furono Girolamo Pamphilj (1604); Camillo Pamphili Francesco Maria (1644); e Benedetto Pamphilj, O.S.Io.Hieros. (1681).
Trascorse la sua infanzia nel palazzo di Fassolo, presso Genova, dove ricevette la prima istruzione da tutori privati.
Formazione e attività diplomatica
Quando la sua famiglia si trasferì a Roma nel maggio 1761, entrò con il fratello nel collegio dei nobili retto dai gesuiti. Nel 1767, quando la Compagnia di Gesù fu espulsa dagli Stati borbonici, furono ritirati da quell'istituto e frequentarono per breve tempo il collegio Clementino tenuto dai padri somaschi e poi si avviarono agli studi di giurisprudenza prima privatamente e poi all'archiginnasio della Sapienza dove, nel maggio 1771, ottenne il dottorato in utroque iure.
Avviato alla carriera ecclesiastica ricevette la tonsura il 21 aprile 1768, ottenendo dal fratello Andrea l'abbazia di S. Fruttuoso, di giuspatronato della famiglia, alla quale aveva rinunciato il fratello Antonio Maria.
Nel 1771 divenne cappellano onorario di papa Clemente XIV, entrò in prelatura come protonotario apostolico partecipante e dal 27 giugno 1771 fu referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica. Il papa lo nominò nunzio straordinario a Madrid con l'incarico speciale di recare al sovrano le fasce benedette per la nascita dell'infante. Qui si trattenne dall'11 dicembre 1772 all'ottobre dell'anno successivo.
Episcopato
Dopo la nomina ad arcivescovo titolare di Seleucia di Isauria il 27 febbraio 1773, ottenne in rapida successione gli ordini minori e il 18 luglio 1773 ricevette l'ordinazione sacerdotale. Fu consacrato il 22 agosto. La cerimonia si tenne nella chiesa collegiata di Sant'Ildefonso presso la residenza reale di La Granja, a Segovia, in Spagna, per mano del cardinale Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda, arcivescovo titolare di Neocesarea e patriarca delle Indie Occidentali, assistito da Manuel Ferrer y Figueredo (Ch), arcivescovo titolare di Edessa di Osroene e da Joaquín Eleta (Ch), arcivescovo titolare di Tebe. Il 6 settembre fu nominato Nunzio apostolico in Francia dove giunse il 19 ottobre.
Lo attendeva una missione non facile, data la tensione esistente tra la Santa Sede e la Francia, dopo l'occupazione dei possedimenti pontifici di Avignone e del Contado Venassino da parte delle truppe francesi avvenuta nel 1768. La controversia fu risolta dal neo eletto nunzio in modo soddisfacente per entrambe le parti. Negli anni seguenti il Doria non svolse un ruolo di primo piano tra i diplomatici accreditati alla corte di Luigi XVI, dato il peso sempre più scarso che veniva ad assumere lo Stato della Chiesa nella politica europea.
Cardinalato
Nel concistoro del 14 febbraio 1785 venne elevato alla porpora cardinalizia. Lasciò la Francia per rientrare a Roma dove l'11 aprile ottenne il titolo di cardinale presbitero di San Pietro in Vincoli e il 19 dicembre fu nominato dal papa legato di Urbino. Tenne la legazione fino al marzo 1794.
Il 16 marzo 1797 venne nominato Cardinale Segretario di Stato e si trovò a gestire la non facile situazione creatasi con l'occupazione francese di Roma per mano delle truppe napoleoniche. Dal 1º aprile 1797 divenne inoltre Prefetto della Consulta, della Sacra Congregazione di Loreto e membro del Sant'Uffizio.
Dopo l'ingresso delle truppe francesi, l'11 febbraio 1798, il Doria accettava di concelebrare con altri tredici cardinali una messa solenne con Te Deum, quale ringraziamento per la "recuperata libertà del popolo romano". Ma due giorni dopo fu intimato al papa di abbandonare Roma e, contemporaneamente, anche i cardinali cominciavano a lasciare la città. L'8 marzo il Doria, insieme con i cardinali Stefano Borgia, Leonardo Antonelli, della Somaglia, Filippo Carandini e Aurelio Roverella, veniva arrestato e tradotto prima nel convento delle Convertite al Corso, trasformato in carcere, poi a Civitavecchia, nel convento dei domenicani. Fu espulso dal territorio della Repubblica Romana e dopo aver fatto tappa a Porto Santo Stefano, il 13 aprile raggiunse a Siena Pio VI. Due giorni dopo partì per Genova.
Nei mesi seguenti percorse varie città dell'Italia settentrionale, da dove inviò alle corti cattoliche e allo zar Paolo I lettere di protesta per la situazione degli ecclesiastici della Repubblica Romana. Dopo la morte di Pio VI, avvenuta in esilio a Valence il 29 agosto 1799, il Doria si portò a Venezia per la celebrazione del conclave.
Fu eletto papa Pio VII con il quale poté fare rientro nella città eterna il 3 luglio 1800. Fu Segretario dei Memoriali dall'11 agosto 1800, venne quindi nominato pro-segretario di Stato durante la breve assenza del cardinale Ercole Consalvi, incaricato a Parigi di negoziare il concordato con la Francia, dal 6 giugno al 31 luglio 1801. Fu pro-camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 1801 e mantenne tale incarico sino alla sua espulsione da Roma a opera dei francesi napoleonici nella primavera del 1808. Fu nominato protettore dell'Ordine dei Serviti nel 1802 e dei Francescani. In settembre optò per il titolo cardinalizio di Santa Cecilia. Passò nel 1803 all'ordine dei cardinali vescovi con il titolo della cardinale vescovo di Frascati, mantenendo in commendam il titolo di santa Cecilia.
Fu nominato nuovamente prosegretario di Stato ai primi di febbraio 1808. Con l'ingresso a Roma delle truppe del generale Miollis, la sua azione fu volta a evitare disordini nella città e a mantenere buoni rapporti con i francesi. Questo comportamento moderato evitò inutili rappresaglie da parte delle truppe d'occupazione, ma non impedì che venissero prese dure misure nei confronti della Curia Romana. Nel marzo al Doria, come a tutti i cardinali non romani, fu intimato di raggiungere i luoghi d'origine. Soggiornò quindi prima a Parma, presso la nipote Maria Vittoria, poi a Genova e a Pegli, ove si trattenne fino al settembre 1809, quando il ministro dei Culti francese gli ordinò di raggiungere Parigi. Qui fissò la sua residenza insieme con gli altri cardinali di Curia.
Il 2 aprile 1810, prese parte con altri tredici porporati al secondo matrimonio di Napoleone, divenendo quindi membro dei cosiddetti "cardinali rossi".[1] Nel 1811 venne designato da Napoleone stesso quale sub-decano del Sacro Collegio dei Cardinali e venne inviato a Savona ove Pio VII era prigioniero, per richiedere a lui l'approvazione delle decisioni prese dal consiglio nazionale a Parigi. Fu proprio grazie alla sua azione mediatrice che furono riprese le trattative tra le due autorità e Napoleone ne approfittò per far firmare al papa, ormai in precarie condizioni di salute, il progetto di convenzione tra la Francia e la Santa Sede, impropriamente noto come il Concordato di Fontainbleau.
Rientrato il papa in Italia, dopo che Napoleone aveva ridato la libertà a lui e agli ecclesiastici deportati in Francia, il Doria gli andò incontro a Foligno e rassegnò nelle sue mani le dimissioni dalle cariche di segretario dei Memoriali e pro-camerlengo che ancora deteneva, dimissioni volute dalla Curia romana per il suo comportamento durante il soggiorno a Parigi.
Nel 1814 optò per la sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina, mantenendo sempre il titolo di Santa Cecila in commendam. Venne contestualmente riconosciuto ufficialmente quale sub-decano del Sacro Collegio dei Cardinali.
Morte
Morì il 10 febbraio 1816. La salma fu esposta nella chiesa romana di Santa Maria in Vallicella, dove ebbero luogo anche i funerali. Venne sepolto quindi nella chiesa di Santa Cecilia.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Cardinale Enrique Enríquez
- Arcivescovo Manuel Quintano Bonifaz
- Cardinale Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda
- Cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphilj
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Seleucia di Isauria | Successore: | |
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Bartolomeo Felice Guelfi Camaiani | 27 febbraio 1773-14 febbraio 1785 | Rafael Múzquiz Aldunate |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Francia | Successore: | |
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Bernardino Giraud | 6 settembre 1773-14 febbraio 1785 | Antonio Dugnani |
Predecessore: | Abate commendatario di Gorze | Successore: | |
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Bernardino Giraud | 25 febbraio 1782-1º gennaio 1801 |
Predecessore: | Abate commendatario di San Paolo alle Tre Fontane | Successore: | |
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Pietro Colonna Pamphili | 1783 - 1816 | ultimo abate commendatario |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Pietro in Vincoli | Successore: | |
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Lazzaro Opizio Pallavicini | 11 aprile 1785-20 settembre 1802 | Girolamo della Porta |
Predecessore: | Legato apostolico di Urbino | Successore: | |
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Carlo Livizzani Forni (presidente) |
19 dicembre 1785-1º marzo 1794 | Ferdinando Maria Saluzzo (presidente) |
Predecessore: | Segretario di Stato di Sua Santità | Successore: | |
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Ignazio Busca | 16 marzo 1797-29 agosto 1799 | Ercole Consalvi |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione della Sacra Consulta | Successore: | |
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Ignazio Busca | 16 marzo 1797-29 agosto 1799 | Ercole Consalvi |
Predecessore: | Segretario dei Memoriali | Successore: | |
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Giovanni Battista Rezzonico | 11 agosto 1800-26 marzo 1808 | Michele Di Pietro (pro-segretario) |
Predecessore: | Pro-camerlengo di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Romoaldo Braschi-Onesti (camerlengo) |
13 novembre 1801-19 maggio 1814 | Bartolomeo Pacca (camerlengo) |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Cecilia | Successore: | |
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Giacinto Sigismondo Gerdil, B. | 20 settembre 1802-10 febbraio 1816 Titolo presbiterale in commendam dal 26 settembre 1803 |
Giorgio Doria Pamphilj Landi |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Frascati | Successore: | |
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Enrico Benedetto Stuart | 26 settembre 1803-26 settembre 1814 | Giulio Maria della Somaglia |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | |
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Alessandro Mattei | 26 settembre 1814-10 febbraio 1816 | Antonio Dugnani |
Predecessore: | Sottodecano del Collegio cardinalizio | Successore: | |
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Alessandro Mattei | 26 settembre 1814-10 febbraio 1816 | Antonio Dugnani |
Note | |
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- Vescovi di Seleucia di Isauria
- Nunzi apostolici per la Francia
- Abati commendatari di Gorze
- Abati commendatari di San Paolo alle Tre Fontane
- Cardinali presbiteri di Santa Cecilia
- Cardinali presbiteri di San Pietro in Vincoli
- Legati pontifici di Urbino
- Cardinali Segretari di Stato
- Prefetti della Congregazione della Consulta
- Segretari dei Memoriali
- Cardinali Camerlenghi
- Cardinali vescovi di Frascati
- Cardinali vescovi di Porto-Santa Rufina
- Decani del Collegio cardinalizio
- Presbiteri ordinati nel 1773
- Presbiteri italiani
- Presbiteri del XVIII secolo
- Italiani del XVIII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1773
- Vescovi italiani del XVIII secolo
- Vescovi del XVIII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda
- Concistoro 14 febbraio 1785
- Cardinali italiani del XVIII secolo
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- Morti il 10 febbraio