Edoardo Pulciano

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Edoardo Pulciano
Vescovo
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battezzato
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Caritas Christi urget nos

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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 59 anni
Nascita Torino
18 novembre 1852
Morte Genova
25 dicembre 1911
Sepoltura
Conversione
Appartenenza Arcidiocesi di Torino
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale Cattedrale di San Giovanni Battista (Torino), 22 maggio 1875 dall'arcivescovo Lorenzo Gastaldi
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Consacrazione vescovile
Consacrazione vescovile Torino, 15 maggio 1887 dal card. arcivescovo Gaetano Alimonda
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Extra Anni di pontificato

Ordinazioni

Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Edoardo Pulciano (Torino, 18 novembre 1852; † Genova, 25 dicembre 1911) è stato un vescovo italiano, pastore delle diocesi di Casale Monferrato e di Novara e poi arcivescovo di Genova.

Fu molto stimato dai cardinali Giacomo Lercaro e Giuseppe Siri, nonché dall'arcivescovo di Genova Ludovico Gavotti.

Biografia

Nacque da Pietro (1809-1886) e da Emilia dei baroni Mangiardi (1825-1903). La famiglia era distinta e lo educò alla vita cristiana e alle opere di carità.

Fu battezzato il giorno stesso della nascita, ed ebbe la prima formazione cristiana nella parrocchia di Sant'Eusebio nota come san Filippo e tenuta dai Preti dell'Oratorio, di cui era preposito padre Felice Carpignano (1810-1888), figura di spicco tra i sacerdoti della città, confessore dell'arcivescovo Lorenzo Gastaldi e consigliere apprezzato da molti preti, religiosi e laici. Il giovane Edoardo mosse i primi passi nella vita spirituale sotto la guida esigente di questo sacerdote. In San Filippo c'era un oratorio festivo e operava con impegno una Conferenza di San Vincenzo di cui il padre fu esponente di rilievo per tutta la vita.

Ricevette la Cresima il 16 maggio 1864 dal cardinale Filippo De Angelis arcivescovo di Fermo, da qualche anno a domicilio coatto a Torino.

Diligente negli studi, seppe trarre anche buon profitto dall'insegnamento dell'abate Amedeo Peyron (1785-1870), suo parente, conoscitore delle lingue classiche e antiche, ed orientalista di fama europea.

Seminarista

Maturò intanto la vocazione al sacerdozio, ed entrò nel 1868 nel Seminario di Torino. Tra i suoi condiscepoli e amici degli anni di formazione vi furono:

A Torino ricevette il diaconato il 19 dicembre 1874 e suo primo incarico fu l'insegnamento della lingua ebraica in seminario.

Presbitero

Il 22 maggio 1875 fu ordinato presbitero nella cattedrale di Torino dall'arcivescovo Lorenzo Gastaldi (1815-1883), che lo volle tra i membri dell'Accademia Subalpina di Storia Ecclesiastica.

Celebrò la prima messa in San Filippo. Venne confermato docente nel Seminario di Torino, dove insegnò Teologia, Sacra Scrittura ed ebraico.

Nominato canonico della Collegiata della Santissima Trinità, dal dicembre 1876 fu membro dei Preti del Corpus Domini, tra i quali era vivo il ricordo e l'insegnamento di san Giuseppe Benedetto Cottolengo. Sentì forte e deciso il richiamo alla carità, al punto che nel giugno 1880 si presentò al successore di quest'ultimo e chiese e ottenne di prestare il suo servizio pastorale e caritativo ai poveri, malati e derelitti presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza. Si prestava volentieri per il catechismo e la predicazione. Fin da quegli anni tutta la sua vita fu improntata ad essenzialità e a zelo pastorale e caritativo, con una particolare attenzione alla questione sociale. Negli anni del servizio alla Piccola Casa conobbe il giovane Francesco Paleari e Anna Maria Rubatto (1844-1904) poi madre Francesca, fondatrice delle Suore Cappuccine.

Nel 1883, dopo la morte di Gastaldi, Leone XIII nominava arcivescovo di Torino il cardinale Gaetano Alimonda (1818-1891), genovese, che nella sua diocesi era predicatore e scrittore rinomato, soprattutto negli anni dell'episcopato di Andrea Charvaz. L'Alimonda scelse nel febbraio 1886 Edoardo Pulciano come Pro Vicario Generale dell'Arcidiocesi, sottraendolo al servizio ai malati, all'insegnamento del catechismo alle famiglie povere, attività a cui si era dedicato con zelante dedizione e che lasciò con molto rimpianto.

Vescovo di Casale Monferrato

Viste le sue capacità, il 14 marzo 1887 Leone XIII lo nominava vescovo di Casale Monferrato. Fu consacrato il 15 maggio dello stesso anno, dal card. Alimonda. Significativamente fu scelto come luogo della consacrazione la chiesa del Cottolengo. Lo stemma del neo vescovo, oltre ai simboli araldici, portava un cuore e il volto di San Vincenzo de' Paoli. Il motto episcopale da lui scelto fu: "Caritas Christi urget nos" ("L'amore di Cristo ci spinge"[1]). Nel giugno dello stesso anno 1887 prendeva possesso della diocesi.

La carità pastorale fu ciò che caratterizzò lo stile di servizio che il Pulciano ebbe in tutti gli anni del suo episcopato: mostrò sempre particolare cura verso i malati, verso i poveri e verso il mondo del lavoro; erano gli anni in cui si andava preparando l'intervento del papa sulla questione operaia con la Rerum Novarum.

Fu per molti versi un prelato "tridentino", nella migliore accezione del termine: zelante, presente, austero, caritatevole, ma anche esigente e severo con se stesso e con gli altri; tale fama portò con sé sia a Casale, sia a Novara, sia infine a Genova.

Vescovo di Novara

Fu sempre Leone XIII a trasferirlo, l'11 luglio 1982, da Casale Monferrato a Novara. Come già aveva fatto a Casale, rivolse la sua attenzione ai santuari mariani diocesani: il Sacro monte di Varallo e quello della Madonna del Sangue in Valle Vigezzo; in quest'ultimo promosse lavori di restauro e un ospizio per l'accoglienza dei pellegrini. Rinnovò il seminario di San Giulio d'Orta, di cui ritenne per sé la carica di rettore e di cui curò la qualità degli studi. Fece la visita pastorale raggiungendo le località alpine più arroccate.

A Novara celebrò il sinodo diocesano nel settembre del 1900.

Manifestò particolarmente la sua sensibilità personale e pastorale nella cura spirituale e nell'aiuto caritativo e sociale agli operai che lavoravano all'apertura della galleria del Sempione, tra Italia e Svizzera. Si preoccupò di far edificare una chiesa, che fu dedicata a Santa Barbara, nonché asili e scuole per i figli degli operai. Il 4 dicembre 1898 benedisse i lavori della nuova galleria.

Negli anni che rimase a Novara scrisse una quarantina di lettere pastorali. Le tematiche furono le più varie: tra cui la Quaresima, un'enciclica del papa, la recita del Santo Rosario, il giubileo episcopale di Leone XIII, l'ostensione della Sacra Sindone del 1898, l'Anno Santo del 1900, i festeggiamenti in onore di San Giulio.

Scelse come suo segretario un giovane suddiacono, Maurilio Fossati (1876-1965), che ordinò presbitero il 27 novembre 1898 e che lo seguì a Genova, rimanendo con lui fino alla sua morte; in seguito divenne vescovo di Nuoro, poi di Sassari e infine di Torino e divenne cardinale nel concistoro del 1933. Questi, nel suo servizio episcopale, amò riferirsi all'insegnamento, allo zelo e alla vita semplice di Pulciano.

Arcivescovo di Genova

L'immaginetta stampata quando era arcivescovo di Genova

Nel novembre 1901 moriva a Triora il beato Tommaso Reggio e il 16 dicembre di quell'anno il papa trasferì Pulciano da Novara a Genova elevandolo al rango di arcivescovo. Giunto a Genova l'11 maggio 1902, venne accolto solennemente e acclamato come "vescovo degli operai".

A Genova, preciso ed energico, si mise alacremente al lavoro, ma "non gli mancarono le contrarietà, perché le disposizioni prese non piacquero a tutti". Sul principio lo circondò un'ombra di diffidenza e si andò orchestrando contro di lui una vera e propria campagna diffamatoria. Tutto ciò lo amareggiò molto, ma seppe mantenere serenità e impegno.

Sotto il suo episcopato, nel 1905, Genova ebbe la visita apostolica promossa in tutte le diocesi italiane da Pio X.

Il clima sociale tra fine '800 e inizio '900 era arroventato e segnato dall'anticlericalismo e dalla questione operaia. Il Pulciano ebbe subito a cuore in maniera lungimirante e ferma il problema di come evangelizzare le masse operaie di cui Genova era piena. Dapprima potenziò le Società Operaie Cattoliche[2], fondò la Federazione Giovanile Diocesana e incoraggiò il sorgere dei Circoli giovanili; appoggiò le opere catechistiche, fra cui i cosiddetti Catechismi di perseveranza per studenti e adulti; si rese soprattutto il più possibile presente a tutte le realtà ecclesiali compiendo due volte la visita pastorale e decorando feste e cerimonie.

Salì varie volte al Santuario della Madonna della Guardia che stava divenendo un polo attrattivo della Diocesi:

Promosse la costruzione di nuove chiese, scegliendo prevalentemente luoghi abitati da operai e dalle loro famiglie, alla periferia della città; in tal senso favorì nel 1908 la costruzione di una chiesa vicino alle acciaierie di Cornigliano, dedicata alla Madonna di Lourdes, a ricordo del cinquantenario dell'apparizione; in quello stesso anno fu pellegrino a Lourdes. Uno delle ultime cose che fece fu la scelta del luogo dove doveva sorgere la chiesa di San Giuseppe al Lagaccio.

A Pulciano si deve il rinnovamento degli studi nel seminario e l'inizio del movimento liturgico, che a Genova ebbe uno dei suoi capisaldi: sotto il suo governo episcopale partì dal Seminario di Genova quella scintilla d'apostolato liturgico che prese spazio prima a livello diocesano e poi nazionale, come dimostrò più tardi il primo Congresso Nazionale Liturgico, tenuto appunto in Genova nel novembre 1934. Sempre in campo liturgico emanò una serie di norme, specialmente per le processioni, norme che accentuarono il carattere strettamente sacro del culto e lo resero più degno.

In sostituzione del canto popolare favorì la ripresa del canto gregoriano seguendo le direttive di San Pio X e costituendo la Commissione per la Musica sacra.

Certi provvedimenti e certe riforme che portava avanti potevano sembrare inopportuni, ma non ci volle molto tempo a dissipare gli equivoci e far conoscere l'anima apostolica del Pastore. L'unione e l'affetto dei sacerdoti per lui crebbero, ed egli ne ebbe prova eloquente nel Sinodo Diocesano celebrato nei giorni 16 - 17 - 18 novembre 1909: nell'ultima seduta i molti sacerdoti presenti, dimenticando di essere sotto le volte della Cattedrale, lo acclamarono a lungo per dare un segno tangibile dei loro sentimenti ed egli si commosse visibilmente.

Fondò nel 1911 la Rivista Diocesana Genovese per meglio informare la diocesi.

La sera del 25 dicembre di quell'anno, mentre recitava i vespri, fu preso da malore e morì improvvisamente, assistito dal segretario don Maurilio Fossati.

Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Casale Monferrato Successore: Bishopcoa.png
Pietro Maria Ferrè 14 marzo 1887 - 11 luglio 1892 Paolo Maria Barone I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pietro Maria Ferrè {{{data}}} Paolo Maria Barone
Predecessore: Vescovo di Novara Successore: Bishopcoa.png
Davide Riccardi 11 luglio 1892 - 16 dicembre 1901 Mattia Vicario I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Davide Riccardi {{{data}}} Mattia Vicario
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Genova Successore: Arcbishoppallium.png
Tommaso Reggio 16 dicembre 1901 - 25 dicembre 1911 Andrea Caron I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Tommaso Reggio {{{data}}} Andrea Caron
Note
  1. Cfr. 2Cor 5,14
  2. All'epoca le Società Operaie Cattoliche svolgevano in sostanza il programma delle attuali ACLI.
Bibliografia
Voci correlate
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 22 dicembre 2011 da don Paolo Benvenuto, baccelliere in Teologia.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.