Antonio Zapata y Cisneros
Antonio Zapata y Cisneros Cardinale | |
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Età alla morte | 84 anni |
Nascita | Madrid 8 ottobre 1550 |
Morte | Madrid 27 aprile 1635 |
Sepoltura | convento di Nostra Signora della Concezione dei Francescani Scalzi di Madrid |
Ordinazione presbiterale | 1597 |
Nominato vescovo | 17 agosto 1587 da papa Sisto V |
Consacrazione vescovile | Madrid, novembre 1587 dal card. arc. Gaspar de Quiroga y Vela |
Elevazione ad Arcivescovo | 11 settembre 1600 da papa Clemente VIII |
Creato Cardinale |
9 giugno 1604 da Clemente VIII (vedi) |
Cardinale per | 30 anni, 10 mesi e 18 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Antonio Zapata y Cisneros (Madrid, 8 ottobre 1550; † Madrid, 27 aprile 1635) è stato un cardinale e arcivescovo spagnolo.
Cenni biografici
Antonio nacque a Madrid l'8 ottobre 1550, secondogenito di Francisco I, conte di Barajas e della moglie María Clara de Mendoza.
Nel 1579 si laureò in diritto canonico presso il colegio de San Bartolomé dell'Università di Salamanca. Intraprese la carriera ecclesiastica ricevendo gli ordini maggiori in data non precisata. Nel 1583 fu nominato inquisitore a Cuenca. Passò quindi a Toledo come canonico e di nuovo come inquisitore. Nel 1587 fu proposto per la cattedra episcopale di Cadice e papa Sisto V diede il suo assenso dopo la metà di agosto dello stesso anno.
Fu consacrato nel novembre di quell'anno a Madrid dal cardinale Gaspar de Quiroga Vela, arcivescovo di Toledo, assistito da mons. Sebastián Pérez,[1] vescovo di Osma e da Diego de la Calzada,[2] vescovo titolare di Salona e ausiliare di Toledo.
A Cadice fondò il Seminario di San Bartolomé ed ebbe un'influenza decisiva nella costruzione delle mura cittadine. Nel 1596 fu trasferito alla sede di Pamplona. Fu molto impegnato in occasione della pestilenza che colpì la città di Navarra nel settembre 1599. Da quell'anno fu membro del Consiglio di Stato. Non esercitò le sue funzioni durante la sua lunga permanenza a Roma, ma riprese l'incarico dal 1618 fino al 1634. Nel 1600 fu elevato arcivescovo metropolita di Burgos.
Sin dal maggio 1601 si fecero pressioni sull'ambasciatore a Roma, il duca di Sessa Antonio Fernández de Córdoba y Folch de Cardona, affinché fosse dato a Zapata il cappello cardinalizio. La presenza nella corte del re di Spagna del fratello Diego, maggiordomo reale, garantiva pieno appoggio al progetto. La nomina giunse soltanto in occasione della sesta promozione di Clemente VIII il 9 giugno 1604. Zapata ebbe il titolo di san Matteo in Merulana, poi trasferito a quello di Santa Croce in Gerusalemme nel 1606 e a quello di Santa Balbina dieci anno dopo.
Filippo III di Spagna sollecitò Zapata in settembre a passare per Roma, ma il porporato aspettò tuttavia di vedersi provvisto dal re di una dotazione adeguata di entrate fisse. Ebbe 15.000 scudi annui più altri 10.000 in sovvenzioni straordinarie. Partì a marzo e il 6 aprile era ancora a Siena: così, non giunse in tempo per partecipare al conclave che portò, nella notte fra il 1º e il 2 aprile, all'elezione di Leone XI, considerata una netta sconfitta della fazione cardinalizia filospagnola.
Partecipò invece a quello che vide eletto il 16 maggio Paolo V, candidato di compromesso dopo una dura contrapposizione tra i sostenitori dei cardinali Domenico Toschi, sostenuto dalla fazione spagnola e Cesare Baronio, sul quale la contrarietà del re Cattolico era totale, ed ebbe occasione di scrivere a corte per condannare apertamente l'operato durante il conclave non solo dei cardinali italiani filospagnoli ma anche del cardinale Francisco de Ávila y Guzmán.
Sotto Paolo V, dopo la morte del cardinal de Ávila divenne protettore generale di Spagna davanti alla Santa Sede e fu aggregato al Sant'Uffizio, Zapata giurò come cardinale inquisitore generale il 27 gennaio 1606.
Rimase presso la Santa Sede fino al 1617. Non fu abile nel procurare alla corona di Spagna nuovi porporati e nel bloccare candidature francesi. In occasione del violento conflitto giurisdizionale tra il papato e la Repubblica di Venezia, dal 1606 al 1607, i suoi tentativi di mediazione vennero aspramente criticati, anche dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese. Nel 1611 rappresentò l'ambasciatore spagnolo a Roma, Francisco de Castro, durante la sua assenza. Optò per il titolo di Santa Balbina nel 1616. Tornò in Spagna l'anno seguente accompagnando le spoglie di san Francesco Borgia. Impose il cappello cardinalizio a Fernando d'Austria nel 1619. Fu di nuovo in Italia dal 1620 al 1622 come Viceré di Napoli.
Nel gennaio 1621 dovette rientrare a Roma a causa del conclave seguito alla morte di Paolo V. Durante il conclave ebbe la voce, cioè la qualifica di rappresentante ufficiale di Filippo III di Spagna. Fu sua, insieme all'altro cardinale spagnolo, Gaspar Borja y Velasco, la proposta del nome del cardinale Alessandro Ludovisi, poi asceso al soglio con il nome di Gregorio XV.
Rientrato in patria nel 1623, due anni dopo fu co-amministratore dell'arcidiocesi di Toledo, insieme al cardinale Infante Fernando d'Austria. Nel 1627 papa Urbano VIII lo volle inquisitore generale di Spagna, incarico che tenne fino al 1632. Si dimise da tutti i suoi incarichi e si ritirò a Barajas, vicino a Madrid, nel 1634. Scrisse il trattato "Discurso de la obligación en conciencia y justicia que los prelados tienen en proveer las dignidades y beneficios eclesiásticos", dedicato al cardinale Infante di Spagna, pubblicato a Madrid nel 1629.
Morì a Madrid il 27 aprile 1635 e fu sepolto nel convento di Nostra Signora della Concezione dei Francescani Scalzi.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale Diego Espinosa Arévalo
- Cardinale Gaspar de Quiroga y Vela
- Cardinale Antonio Zapata y Cisneros
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Cadice | Successore: | |
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Luis García Haro de Sotomayor | 17 agosto 1587-13 maggio 1596 | Maximiliano de Austria |
Predecessore: | Vescovo di Pamplona | Successore: | |
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Bernardo de Sandoval y Rojas | 13 maggio 1596-11 settembre 1600 | Mateo Burgos Moraleja, O.F.M. |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Burgos | Successore: | |
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Cristóbal Vela Tavera | 11 settembre 1600 - prima del 20 ottobre 1604 | Alfonso Manrique |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Matteo in Merulana | Successore: | |
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Roberto Bellarmino, S.I. | 20 giugno 1605-5 giugno 1606 | Roberto Ubaldini |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Croce in Gerusalemme | Successore: | |
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Ascanio Colonna | 5 giugno 1606-17 ottobre 1616 | Gaspar de Borja y Velasco |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Balbina | Successore: | |
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Pompeo Arrigoni | 17 ottobre 1616-27 aprile 1635 | Alfonso de la Cueva-Benavides y Mendoza-Carrillo |
Predecessore: | Viceré di Napoli | Successore: | |
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Gaspar de Borja y Velasco | 12 dicembre 1620-24 dicembre 1622 | Antonio Álvarez de Toledo y Beaumont |
Predecessore: | Inquisitore generale di Spagna | Successore: | |
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Andrés Pacheco | 30 gennaio 1627-1º gennaio 1632 | Antonio de Sotomayor, O.P. |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Cadice
- Vescovi di Pamplona
- Vescovi di Burgos
- Cardinali presbiteri di San Matteo in Merulana
- Cardinali presbiteri di Santa Croce in Gerusalemme
- Inquisitori generali di Spagna
- Presbiteri ordinati nel 1597
- Presbiteri spagnoli
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1587
- Vescovi spagnoli
- Vescovi del XVI secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Gaspar de Quiroga y Vela
- Spagnoli
- Arcivescovi per nome
- Concistoro 9 giugno 1604
- Cardinali spagnoli
- Cardinali del XVII secolo
- Cardinali per nome
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