Basilica di Vézelay




Basilica di Santa Maria Maddalena Basilique Sainte-Marie-Madeleine | |
![]() Facciata della basilica | |
Stato |
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Regione | Borgogna |
Dipartimento | Yonne |
Comune | Vézelay |
Località | Vézelay |
Diocesi | Sens |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Santa Maria Maddalena |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | 1050 |
Completamento | 1140 |
Coordinate geografiche | |
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La Basilica di Santa Maria Maddalena (in francese: basilique Sainte-Marie-Madeleine) è una chiesa romanica con un coro gotico e l'ex chiesa abbaziale dell'ex monastero benedettino di Vézelay, nell' arcidiocesi di Sens-Auxerre in Borgogna. La chiesa è uno dei capolavori dell'architettura romanica, benché parte dell'esterno di esso sia stato deturpato durante la rivoluzione francese.
Dal 1840 monumento storico di Francia, nel 1920 fu insignita del titolo di basilica minore[1], e nel 1979 la basilica e la collina di Vézelay furono inserite nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Storia dell'abbazia
L'abbazia benedettina di Vézelay venne fondata, al pari di numerose altre abbazie, sulla superficie di un'antica villa romana. Questa villa passò infatti nelle mani dei Carolingi e da essi venne donata a Girart, un conte di Rossiglione. I due conventi da lui costruiti vennero depredati e distrutti durante l'invasione dei Mori nell'VIII secolo, mentre un altro convento che si trovava sulla cima di una collina venne dato alle fiamme dai pirati normanni.
Nel IX secolo l'abbazia venne rifondata da Badilo, un seguace dell'Ordine benedettino riformato a Cluny. Vézelay si trova all'inizio della via Lemovicense, una delle 4 strade francesi che fanno parte del Cammino di Santiago di Compostela, utilizzata dai pellegrini per giungere a Santiago di Compostela, in Galizia, nella Spagna nord-occidentale.
Intorno al 1050 i monaci di Vézelay iniziarono a sostenere di possedere le reliquie di Maria Maddalena, portata nell'abbazia dalla Terra santa dal loro fondatore, san Badilo, o da alcuni suoi inviati. Pochi anni dopo un monaco di Vézelay dichiarò di aver trovato in una cripta a St-Maximin, in Provenza, una rappresentazione dell'Unzione di Betania, quando, come raccontano i Vangeli, Maria Maddalena versò dell'olio prezioso sui piedi di Gesù, asciugandoli poi con i propri capelli. Questa rappresentazione si trovava scolpita su di una tomba vuota e i monaci di Vézelay sostennero che essa era la tomba della Maddalena, i resti della quale erano stati traslati presso la loro abbazia.
Da quel momento i prigionieri che erano stati liberati iniziarono a portare all'abbazia le loro catene come offerta votiva; l'abate Geoffroy, eletto nel 1037, fuse queste catene e le riforgiò come cancellata in ferro battuto, posta sull'altare della Maddalena. Il crescente pellegrinaggio verso questo luogo, con le numerose donazioni effettuate dai fedeli, permise quindi la costruzione dell'edificio che vediamo ancor oggi.
Il 21 aprile 1140 l'abbaziale fu consacrata, ma le spese furono così ingenti che nelle terre controllate dall'abbazia le tasse vennero alzate, provocando una rivolta che culminò nell'uccisione dell'abate. Il flusso dei pellegrini comunque continuò senza sosta, divenendo tale che nel 1132 venne inaugurato da papa Innocenzo II un nuovo nartece, costruito per cercare di contenere il crescente numero di persone che raggiungevano Vézelay.
Nella Pasqua del 1146 san Bernardo di Chiaravalle iniziò qui la sua predica in favore della seconda crociata, in presenza del re Luigi VII di Francia. Nel 1166, durante il suo esilio, san Thomas Becket scelse l'abbazia di Vézelay per pronunciare il famoso sermone con il quale scomunicava il re Enrico II d'Inghilterra e i suoi principali sostenitori. Nel 1190 qui si incontrarono Riccardo I d'Inghilterra e Filippo II di Francia, passando 3 mesi all'abbazia prima di partire per la terza crociata.
L'abbazia di Vézelay visse un lungo periodo di declino che iniziò con la scoperta, molto pubblicizzata, del corpo di santa Maria Maddalena, avvenuto nel 1279 a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume e che ricevette l'appoggio regale di Carlo II d'Angiò: quando egli eresse un convento domenicano a La Sainte-Baume, la teca venne trovata integra, con un'iscrizione che spiegava la ragione per cui era stata nascosta. Subito i monaci domenicani del luogo iniziarono a compilare un elenco dei miracoli che provocati da queste reliquie, e la posizione di Vézelay come luogo simbolo per il culto di santa Maria Maddalena ricevette un durissimo colpo.
Intorno al 1343, l'abbazia ricevette la gestione del granaio di sale di Vézelay, e i monaci fecero riempire il pozzo di sale delle Fontaines-Salées nello stesso periodo. Intorno al 1347 fu eretta la torre occidentale in stile gotico. Questo sarebbe stato l'ultimo grande cantiere dell'abbazia prima del suo declino.
Il 10 febbraio 1449 l'abate di Vézelay emise un certificato che attestava i titoli che stabilivano l'esenzione dall'abate di Saint-Martin d'Autun e dalla giurisdizione del vescovo di Autun nei confronti ddel comune di Anzy-le-Duc.
Nel 1458, papa Pio II notò che i pellegrini avevano abbandonato l'abbazia e che le elemosine erano troppo basse per le finanze dell'abbazia.
Nel 1537, papa Paolo III secolarizzò l'abbazia. I monaci furono sostituiti da quindici canonici secolari posti sotto l'autorità di un abate commendatario nominato dal re.
Nel 1555, il cardinale Odet de Coligny fu nominato abate di Vézelay e si convertì ufficialmente al calvinismo al colloquio di Poissy nel settembre 1561. Con i suoi fratelli, l'ammiraglio de Coligny e François de Coligny d'Andelot, divenne un capo degli ugonotti in Francia. Nel 1568-1569 l'abbazia fu occupata dai soldati ugonotti e poi dalle truppe reali. L'indipendenza dell'abbazia dal potere ecclesiastico raggiunta da Girart d'Arcy terminò con una decisione del Consiglio di Stato nel 1673, i vescovi acquisirono legalmente un diritto di predominio gerarchico sull'abbazia.
Tutti gli edifici sono sull'orlo della rovina in un rapporto del 1668 e del 1680. Nel 1760 gli edifici dell'abbazia abbandonati furono parzialmente venduti e demoliti. Nel 1790, la chiesa abbaziale di Sainte-Marie-Madeleine divenne una semplice chiesa parrocchiale, e il collegio dei canonici fu soppresso il 6 dicembre dello stesso anno. L'abbazia fu venduta durante la rivoluzione e adibita a cava di pietra: non rimane praticamente nulla. In buono stato di conservazione è rimasta solo la sala capitolare, oggi adibita a cappella. Lungo questa sala, ci sono ancora alcuni portici del chiostro. Le case adiacenti recano tutte tracce degli edifici conventuali, che probabilmente erano di grandi proporzioni. Nel 1793, le sculture esterne e interne dei portali furono decapitate e mutilate da Hubert Lerond, un muratore che poi lavorò al restauro della chiesa.
Cronotassi degli abati
- 907 - 933: Aimon. Ai suoi tempi l'abbazia sarebbe stata ridotta in cenere.
- 941 - 973: Vischio. I privilegi del monastero furono confermati da papa Martino (942-946)
- 956: Gerardo
- 974 - 986: Eldrard
- Roberto I
- 1008 - Évrard. Enrico I di Borgogna incaricò Mayeul de Cluny, allora abate di Saint-Bénigne de Dijon, di rifondare il monastero di Vézelay.
- 1011 - 1037 : Hermann. Fu cacciato dal conte di Nevers, Landry (c.970-1028), in favore di un monaco di Cluny, Eudes. Il vescovo di Autun, Helmoin (1025-1055), che non era stato consultato, si oppose a questa nomina e minacciò di vietare tutti gli altari di Cluny. L'intervento di san Guglielmo da Volpiano[2] pose fine alla crisi e restituì Hermann alla sua sede di Vézelay.
- 1037 - 1052 : Abate Geoffroy. Questo abate suscitò un nuovo fervore intorno alle reliquie di Maria Maddalena e incoraggiò la frequentazione dei pellegrini. Il 27 aprile 1050, papa Leone IX accettò di emettere una bolla che rendeva santa Maria Maddalena una delle patrone di Vézelay.
- 1052 - 1075 : Bonifacio. L'elezione di questo abate cluniacense fece sottomettere l'abbazia in seno a Cluny. Fece riconoscere ufficialmente le reliquie del santo sul colle da papa Stefano IX, la bolla del 6 marzo 1058, fu ratificata da Urbano II, il 16 marzo 1095.
- 1074 - Bernon
- 1083 - Stefano
- 1087 - Josseran
- 1096 - 1106: Artaud era un abate interamente devoto all'abbazia di Cluny, alla quale lasciò in eredità gran parte dei suoi beni. Consacrò la nuova chiesa abbaziale il 21 aprile 1104, dopo soli 8 anni di costruzione! La rivolta della popolazione locale, che ne dovette sostenere i costi, portò i cittadini esarperati ad occupare l'abbazia e a uccidere l'abate Artaud.
- S - D - Roberto II
- 1106-1128: Renaud de Semur era il nipote di sant'Ugo di Cluny.
- 1128-1130 : Baldovino. Dopo la partenza di Renaud de Semur nel 1128, sorse un conflitto all'interno della comunità tra il clan dei cluniacensi e quello degli anti-cluniacensi. I monaci che si opponevano all'autorità di Cluny nominarono Baldovino abate, senza il consenso dell'abate di Cluny, Pietro il Venerabile. Questa elezione fu annullata da papa Innocenzo II, che esiliò diversi frati e impose il cluniacense Alberico come abate.
- 1131-1138: Alberico di Beauvais, sottopriore di Cluny, viene nominato abate di Vézelay, dal beato Pietro il Venerabile con l'approvazione di Innocenzo II. Fu responsabile di diverse ambasciate in Inghilterra, Siria e Francia, e fu nominato cardinale-vescovo di Ostia nel 1138.
- 1138-1161: Ponce de Montboissier, fratello di Pietro il Venerabile, viene nominato abate di Cluny. Dovette superare l'opposizione dei monaci, i vescovi di Autun, Umberto di Bâgé ed Enrico di Borgogna (fratello del duca Eudes), e infine contenere l'ostilità dei conti di Nevers, Guglielmo II e Guglielmo III che sostenevano gli abitanti della città contro l'abbazia. Ordinò a Ugo di Poitiers di scrivere la Storia di Vézelay. Morì il 14 ottobre 1161. Fu ai suoi tempi, il 31 marzo 1146, che si tenne questa assemblea a Vézelay, in cui fu decisa una nuova crociata.
- 1161-1171: Guillaume de Mello viene trasferito da Saint-Martin de Pontoise a Vézelay il giorno stesso della morte di Ponzio e confermato dal cardinale Otto, legato della Santa Sede, nonostante Guglielmo, conte di Nevers, per mano del quale ebbe molto da soffrire. Nel 1162 fu presente al colloquio che ebbe luogo a Saint-Jean de Laune tra Luigi VII e l'imperatore Federico. Poi, l'anno successivo, fu al concilio di Tours (1163). Fondò un priorato di figlie chiamato Merlone, a tre leghe da Clermont a Beauvoisis e morì nel 1171.
- 1171-1198: Girart d'Arcy, morto il 15 aprile 1198
- 1198-1206: Ugo, eletto all'unanimità dai suoi monaci nel 1198, muorì nel 1206.
- 1206-1207: Gilberto, già abate di Flavigny, deposto nel 1207 da papa Innocenzo III per reati di sperpero, simonia e incontinenza (secondo una lettera di Innocenzo III, avrebbe usato i beni monastici per nutrire i figli che avrebbe avuto dopo aver preso l'abito monastico; avrebbe persino vestito sua figlia di seta per le sue nozze, a cui avrebbe partecipato).
- 1208-1216: l'abate Gauthier riuscì a ristabilire l'ordine nel villaggio di Vézelay e gestì il blocco dell'abbazia grazie agli interventi del conte di Nevers Hervé de Donzy (1199-1222).
- 1216-1226 : Pierre
- 1226-1230: L'abate Guichard ordina ai suoi monaci di scacciare e distruggere gli edifici della nuova comunità francescana nelle vicinanze, la cappella di Sainte-Croix de la Cordelle. Papa Gregorio IX, amico e protettore di San Francesco d'Assisi, scomunicò l'abate e tutti i monaci che si rifiutavano di ricostruire ciò che avevano distrutto.
- 1248-1252: Ugo II, abate della Chapelle de la Cordelle, viene nominato all'abbazia di Vézelay nel 1248.
- 1252-1269: Jean d'Auxerre, eletto nel 1252, cercò di rimediare al declino dell'abbazia e di ripristinare l'immagine dell'abbazia di Vézelay. Intorno al 1250 fece rialzare la torre occidentale e allungare la grande finestra sulla facciata. Nel 1260, i monaci, sotto la direzione di uno di loro, Roger de Pierre-Perthuis, si impegnarono a deporre il loro abate. La crisi era finita, ma papa Alessandro IV ordinò diverse inchieste per riformare il monastero.
- 1269 - 1274: Giovanni II.
- 1274 - 1281: Milon de la Colombe, ex priore dell'abbazia di Lure, muore nel 1281
- 1281 - 1287: Goffredo II, eletto nel 1281, si dimette nel 1287
- 1287 - 1290 : Guglielmo II
- 1290 - 1316 : Ugo III d'Auxois
- 1316: L'abate Blenet muore prima delsuo insediamento.
- Guglielmo III di Champermois rifiutò l'abbazia e preferì rivolgersi all'abbazia di Molesme.
- 1316 - 1343: Artaud Flotte, figlio minore di Pierre Flotte, il famoso cancelliere del re Filippo il Bello e del suo braccio armato contro papa Bonifacio VIII e nelle Fiandre.
- 1343-1352: Jean d'Arcy, ex monaco di Vézelay, e parente della famiglia locale di Arcy-sur-Cure, nominato all'abbazia di Ferrières-en-Gâtinais nel 1341. Nel 1352, papa Innocenzo III lo trasferì a Corbie, nella diocesi di Amiens.
- 1353-1383: Hugues de Maison-Comte, era il priore di Villemoutiers quando papa Innocenzo III lo nominò abate di Vézelay. Per 30 anni fu un abate costruttore, che intraprese diversi sviluppi e ricostruzioni. Morì il 1º novembre 1383 e fu sepolto all'ingresso del coro davanti alla sede dell'abate e priore.
- Josseran de Pomeroy o de Pomiers 1405: Pierre de Modon, ex abate di Chézy, prima di essere promosso abate di Vézelay nel 1405. Partecipò al Concilio di Pisa del 1409.
- 1433-1437: Abate Alexandre. Partecipò al Concilio di Basilea dove fu nominato uno dei 9 commissari incaricati di indagare sul processo a papa Eugenio IV, tra il 26 luglio 1437 e il 17 ottobre 1438. Inoltre, l'abate Alexandre era anche membro di una delle commissioni conciliari incaricate dei negoziati diplomatici del concilio.
- 1443 : Guillaume de Malestroit
- 1443-1485: Aubert de La Châsse soprannominato "il buon abate" ("bonus abbas"), vicario dell'abate Alexandre e priore di Anglox nelle Fiandre nella diocesi di Tournai. Era noto per essere di buon consiglere e abile nel risolvere le controversie, ad esempio tra il vescovo di Auxerre e il priore di Saint-Gervais (1457).
- 1485-1493: Pierre de Balzac viene scelto e imposto dal re Luigi XI di Francia, contro la volontà dei monaci che sostenevano Pierre Lusurier, un uomo del monastero alievo dall'abate Alexandre, e dall'abate Aubert. Pierre de Balzac era il nipote del famoso conte di Dammartin, Antoine de Chabannes e il fratello di Robert de Balzac, ciambellano consigliere del re, siniscalco di Agenois e Guascogna. Visse solo per un breve periodo a Vézelay, lasciando la gestione degli affari al suo vicario Louis de Veilhan.
- 1495-1537: Dieudonné de Beduer, ultimo abate regolare di Vézelay, eletto nel 1495. Era uno dei favoriti della corte del re. In precedenza fu canonico regolare dell'Abbazia di Sant'Antonio nella diocesi di Vienne e quindi dell'Ordine di Sant'Agostino. Francesco I di Francia voleva che Vézelay fosse eretta a sede episcopale, ma abbandonò l'idea di fronte alle resistenze del papa. Non avendo ottenuto questa erezione, si accontentò della secolarizzazione. La bolla di Paolo III del 30 gennaio 1538 soppresse il monastero e lo sostituì con un collegio di canonici, sotto la direzione di un abate commendatario.
- 1537-1559: Antoine Sanguin de Meudon, cardinale, Gran Elemosiniere del Re Francesco I, Arcivescovo di Tolosa e Cardinale di Meudon
- 1560-1561: Odet de Coligny, cardinale di Châtillon e fratello maggiore dell'ammiraglio de Coligny, capo del partito ugonotto.
- 1573-1578: Luigi di Lorena, cardinale di Guisa del partito cattolico
- 1587-1592: Nicolas Jeannin, fratello di Pierre Jeannin, primo presidente del parlamento di Borgogna e consigliere dei re Enrico III di Francia, Enrico IV e Luigi XIII e sovrintendente delle finanze. Fu deputato del clero per la provincia di Champagne presso gli Stati Generali di Parigi nel 1593.
- 1593-1600 : Jean Jurain. Abate fiduciario posto dalla famiglia Rochefort, in attesa della maggiore età di Érard. In seguito divenne canonico e cantore della collegiata di Varzy.
- 1601-1630: Érard de Rochefort de Pluvault, decano di Autun e Auxerre, l'abate si propone di riparare i danni causati all'abbazia dagli ugonotti. Costruì il paravento e sostituì gli stalli e l'altare maggiore. Trasformò la sala capitolare in un luogo di culto per l'inverno e restaurò le nove cappelle che circondano il coro. Fu anche priore nel 1616 del Priorato di Saint-Martin de Mesvres
- 1630-1658: François de Rochefort, abate di Vézelay e Saint-Martin. Era marchese de la Boulaye, barone de Cey, signore di Châtillon-en-Bazois. Nominato consigliere di stato con patente del 13 marzo 1659. Morì il 12 aprile 1690
- 1658-1702: Louis Fouquet[3], vescovo di Agde, cappellano del re Luigi XIV di Francia fino al 1661.
XVIII secolo
- 1702-1758: Pierre Guérin de Tencin, fu poi arcivescovo di Embrun, morì arcivescovo di Lione e cardinale il 2 marzo 1758
- 1760-1769: Anne-Louis Berthier de Sauvigny, già vicario generale di Troyes, nominato nel febbraio 1760, morì all'inizio del 1769.
- 1769-1791: Louis-Marie Le Bascle d'Argenteuil, ex cappellano del re, anche abate di Notre-Dame de Châtillon-sur-Seine.
Dopo la Rivoluzione, l'abbazia correva il rischio di crollare. Nel 1834 il nuovo ispettore francese per i monumenti storici, Prosper Mérimée (noto soprattutto per il racconto Carmen da cui fu tratta l'opera di Georges Bizet) diede l'incarico al giovane architetto Eugène Viollet-le-Duc di intraprendere una massiccia opera di restauro, condotto a più riprese fra il 1840 e il 1861.
Dal 1993 la gestione della basilica, per tutti gli aspetti religiosi e culturali, è affidata alle Fraternità monastiche di Gerusalemme. Viene celebrata la liturgia tre volte al giorno e, con particolare solennità, le feste dell'anno. I monaci e le monache assicurano le visite alla basilica durante tutto l'anno e vivono del loro lavoro part-time (per preservare la loro vita contemplativa). La basilica di Vézelay è inoltre una parrocchia dell'arcidiocesi di Sens.
Descrizione
Misure e dimensioni
Parametro | Misura |
---|---|
Lunghezza esterna | 120 m |
Lunghezza del nartece | 22 m |
Lunghezza della navata centrale | 62,50 m |
Lunghezza del coro | 22 m |
Altezza del nartece | 19,50 m |
Altezza della navata centrale | 18,55 m |
Altezza del coro | 22 m |
Altezza della torre di San Martino | 38 m |
Esterno
La facciata della basilica, orientata verso ovest, venne costruita nel XIII secolo ed è stata profondamente rimaneggiata nell'ottocento[4]. La sua struttura, che rispecchia quella interna a tre navate, è costituita da un corpo centrale stretto fra due torri campanarie laterali, con quella di sinistra rimasta incompleta. Alla base della facciata, si aprono i tre portali, con profonda strombatura. Il portale centrale, bipartito con una colonna con capitello scolpito, è sormontato da una lunetta all'interno della quale si trova un bassorilievo raffigurante il Giudizio universale, realizzato nel 1858 su disegno di Eugène Viollet-le-Duc. La composizione vede, al centro, Cristo giudice in trono con le braccia spalancate con, alla destra, i dannati diretti all'Inferno e, alla sinistra, i beati diretti alla Gerusalemme celeste. Nel registro inferiore, si trovano alcune scene della vita di Gesù, tra le quali la Maddalena che lava i piedi a Cristo, all'estrema destra. Al disopra del portale, in corrispondenza della navata centrale interna, si apre una pentafora costituita da cinque esili monofore ogivali simmetricamente disposte in base alla loro altezza, intervallate da sei sculture di santi che, da sinistra, sono: San Giovanni evangelista, Sant'Andrea apostolo, San Giovanni Battista, San Pietro apostolo, San Paolo apostolo e San Benedetto da Norcia. La parte centrale della navata termina con un timpano avente la forma di arco a sesto acuto con le statue di Cristo in trono incoronato da angeli[5] (al centro), della Madonna (a sinistra), della Maddalena (a destra) e di due angeli. Delle due torri campanarie, quella di sinistra è rimasta incompiuta ad eccezione del primo ordine inferiore, mentre quella di destra, detta di San Martino è alta 38 metri.
Interno
All'interno, la basilica è a pianta a croce latina, con piedicroce e nartece tre navate, transetto e coro con deambulatorio e cappelle radiali. Il piedicroce e il nartece sono in stile romanico e furono costruiti tra il 1120 e il 1150, mentre il transetto e il coro, in stile gotico, furono costruiti tra il 1185 e il 1190.
Il nartece è costituito da tre campate e presenta coperture con volta a crociera sia nella navata centrale, sia in quelle laterali; le navate sono divise da archi a sesto acuto poggianti su pilastri polistili. Al di sopra delle navate laterali, si trovano due matronei, che si aprono sulla navata centrale con quadrifore con archetti a tutto sesto poggianti su colonnine. Sulla parete divisoria fra nartece e piedicroce, si aprono tre portali con lunette scolpite: la lunetta del portale centrale (1125-1130) raffigura Cristo in trono che trasmette lo Spirito agli Apostoli; quella del portale di destra, l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività di Gesù e l'Adorazione dei Magi; quella del portale di sinistra, l'Ascensione e la Cena di Emmaus.
Il piedicroce è costituito da dieci campate, con tre navate separate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri polistili ed illuminate da monofore a tutto sesto; non vi è né matroneo, né triforio.
Il coro gotico è circondato da un deambulatorio con nove cappelle radiali, quattro rettangolare e cinque semicircolare, e presenta un triforio composto da bifore ed un cleristorio composto da monofore ogivali.
Organo a canne
Sotto l'ultima arcata tra la navata centrale e la navata laterale di destra, a pavimento, si trova l'organo a canne della basilica, costruito nel 1922 dalla ditta organaria Frères Reygaert.[6]
Lo strumento, a trasmissione meccanica, ha 16 registri su due manuali e pedale. La cassa lignea, di fattura geometrica, presenta una mostra di canne di principale con bocche a scudo disposte in tre campi.
Interpretazioni simboliche
Presso il capitello superiore della prima colonna a destra della navata centrale si trova un bassorilievo che rappresenta da un lato Giuda impiccato all’albero, dall’altro un uomo che con un’espressione di dubbio porta sulle sue spalle lo stesso Giuda morto. Nel 2016 Papa Francesco ha spiegato che l’uomo rappresentato non è un becchino ma il buon pastore ossia Gesù che simbolicamente recupera la pecora smarrita.[7] Questa affermazione ha scatenato delle polemiche in seno alla Chiesa perché si ritiene l’interpretazione errata e mistificatoria.[8]
Galleria d'immagini
Note | |
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